Giulio Giustiniani - (letta 9.089 volte)

Mistero de La7. La televisione fa ottimi programmi, ha personaggi interessanti, fa il talk show più godibile (quello di Daria Bignardi), la trasmissione di approfondimento di cui si parla in continuazione (quella di Giuliano Ferrara), il magazine mattiniero più vivace (quello di Antonello Piroso). Ha personaggi come Piero Chiambretti, Enrico Vaime, Rula Jebreal, Andrea Monti, Gad Lerner. Fino a qualche settimana fa, aveva Aldo Biscardi, il più popolare giornalista sportivo televisivo. Ha dietro di sé il colosso della Telecom di Marco Tronchetti Provera. Eppure fa da sempre ascolti minimi. Mistero. Provo a parlarne con Giulio Giustiniani, giornalista di lungo corso (è stato vicedirettore del Corriere della Sera e direttore del Gazzettino), oggi direttore dell’informazione de La7.
Giulio, perché?

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Angelo Rovati - (letta 18.871 volte)

Da giovane era un campione di basket. Oggi, sessantenne, si è autodefinito «pseudotesoriere» di Romano Prodi con allusione al suo ruolo, in campagna elettorale, di uomo del found raising, grazie a un’amicizia storica col Professore. Nel frattempo è diventato un dirigente sportivo, un grande impresario del settore del catering delle società italiane all’estero e il marito di Chiara Boni, la stilista. Angelo Rovati, che in questi giorni è stato cooptato nella compagine governativa come responsabile della segreteria tecnica del presidente del Consiglio, circa un anno fa si è guadagnato i grandi titoli quando entrò in polemica con il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. Reclamava dai partiti dell’Ulivo i soldi per la campagna di Prodi. Sposetti perse la testa e gli dette del «cane». E disse che i soldi glieli aveva già dati. Rovati mantenne la calma ed ottenne i soldi. Lo pseudotesoriere aveva vinto.

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Carlo Rossella - (letta 14.737 volte)

«Era come stare in mezzo a due cicloni. Dovevo trovare il modo di governare la barca per non affondare. Io sono molto amico di Della Valle, per me è come se fosse un fratello. Ma ho un rapporto di amicizia molto profondo anche con Berlusconi, sono anni che lavoro con lui». Dramma di un uomo di fronte al litigio di due cari amici. Carlo Rossella, direttore del Tg5, ex direttore del Tg1, della Stampa e di Panorama, ex comunista cossuttiano, oggi simpatizzante del centro destra, quando ha visto Della Valle e Berlusconi litigare aspramente, si è sentito morire.

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Pierluigi Collina - (letta 8.662 volte)

Secondo una scuola di pensiero con un certo seguito in Italia, i giudici sono antropologicamente diversi. Davanti al più famoso arbitro del mondo, Pierluigi Collina, viene spontaneo allargare il discorso. Lui che ha arbitrato finali di Mondiali, di Olimpiadi, di Champion League, lui che ha posto termine alla sua carriera dopo 240 partite di serie A, lui che questo giugno ci farà compagnia durante i Mondiali in Germania commentando le partite per Sky, pensa che gli arbitri siano antropologicamente diversi? «No», spiega. «Ma hanno delle caratteristiche particolari…».

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Claudia Mori - (letta 16.406 volte)

Ai tempi di Rockpolitik, il programma televisivo di Adriano Celentano su RaiUno al centro di mille polemiche, era una specie di cardinale Richelieu al femminile. Era dietro ogni mossa e non c’era decisione importante che non la vedesse protagonista. In fondo era giusto. Era lei il capo, l’amministratore delegato del Clan Celentano, lei, Claudia Mori, l’altra metà della "coppia più bella del mondo", l’ex attrice di Cerasella. Lo scontro fu durissimo soprattutto con Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Uno. Il quale, alla fine, con decisione singolare, decise di autosospendersi.

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Luca Ricolfi - (letta 9.432 volte)

Prima ha scritto Perché siamo antipatici in cui diceva che la sinistra è supponente e ha il complesso di superiorità. Poi, Tempo scaduto in cui sosteneva che Berlusconi aveva realizzato più della metà delle cose che aveva promesso. Luca Ricolfi, insegnante di Analisi dei dati all’università di Torino, è un intellettuale di sinistra. Ma con i suoi saggi ha gettato nello sconforto l’Unione e s’è fatto lisciare il pelo dalla destra.

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Victoria Cabello - (letta 20.748 volte)

Alle conferenze stampa degli attori quando arrivava lei, tutti cominciavano a chiedersi: «Adesso che succederà?». E lei una volta sposava George Clooney davanti a centinaia di giornalisti, un’altra volta si fidanzava con Tom Hanks. E la volta successiva lo mollava davanti a tutti per mettersi con Leonardo DiCaprio. Perché era una jena, a quei tempi, Victoria Cabello. Poi ha fatto carriera ed ha avuto uno show tutto suo, Very Victoria, a Mtv. Ma le è rimasta appiccicata la fama di guastatrice. Non del tutto a torto. Perché se alla sua trasmissione veniva Gianni Morandi lei subito si spogliava e faceva rimanere in mutande anche lui.

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Marcello Veneziani - (letta 12.113 volte)

Ho scritto questo libro anziché suicidarmi». Così scrive Marcello Veneziani nella prefazione della Sposa invisibile. Intellettuale caro alla destra, politologo, filofoso, Marcello Veneziani ci ha abituato a ben altri libri. Improvvisamente, mentre la lotta politica si radicalizza, lui si dedica ad un saggio sulle donne che sa tanto di disimpegno.

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Enrico Vaime - (letta 17.657 volte)

Circa dieci anni fa, quando io dirigevo Cuore, lessi su un giornale un’intervista ad Enrico Vaime, uno dei grandi autori italiani di teatro, televisione e radio. Quello della coppia Terzoli e Vaime, tanto per capirci, quello che aveva fatto in televisione Fantastico, Canzonissima, Drive In, in teatro Scugnizzi, che faceva Black Out alla radio.

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Lella Bertinotti - (letta 11.790 volte)

Quando ero andato ad intervistare Fausto Bertinotti, a Dolceacqua, un paesino ligure vicino alla frontiera con la Francia, il segretario di Rifondazione Comunista aveva messo una condizione: niente Gioco della Torre. Non voleva buttare nessuno. Io avevo accettato a malincuore la limitazione. Ora che mi trovo di fronte a Lella, sua moglie, in un elegante appartamento romano, mi vendico. Le dico: «Facciamo solo il Gioco della Torre». So che finiremo a parlare di tutto, dalla caduta del governo Prodi ai cachemire di Bertinotti. Ma metto le mani avanti.

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