Francesca Neri - (letta 10.090 volte)

More, lamponi, alberi di ciliegie. Una splendida vista sul lago di Caldonazzo e sulla cima del Piz Levico che domina l’Alta Val Sugana. Francesca Neri sta passando in Trentino qualche giorno di relaxe insieme a suo figlio Rocco nella casa dei genitori dopo le fatiche di Danno collaterale, un film di azione con Arnold Schwarzenegger, sulla droga e sulla guerriglia in Colombia. L’atmosfera è bucolica, l’aria è pura e trasparente. “Io sono nata in montagna”, dice, appena tornata da un pranzo in un’osteria in cima alla valle dei Mocheni, a base di luganega e canederli. “Ho un attaccamento fortissimo alla natura, alla terra, alla frutta, agli alberi. Credo anche di avere una sorta di necessità di trasmettere questo a mio figlio. E’ più un discorso spirituale che materiale. Ho una certa avversione per tutto quello che è tecnologico. E’ un problema di educazione e di radici”.

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