- 5 Settembre 1992
Lola e Pompeo, una bastardina e un pechinese, le zampettano attorno nella sua villetta in Sardegna, a picco sul mare davanti all’isola della Tavolara. Anna Maria Massetani, più famosa come Lea Massari, una delle attrici italiane più brave, più belle e meno sfruttate (L’avventura di Antonioni, Una vita difficile di Risi, Un soffio al cuore di Malle, Allonsanfàn dei fratelli Taviani) ormai è in pensione. Ha 59 anni e si dedica quasi esclusivamente ai suoi amici cani. A proteggerli, a sistemarli, a curarli, a difenderli dai loro padroni.
Gli italiani e i cani. Un rapporto difficile?
Difficilissimo. I più pericolosi nemici dei cani sono i loro padroni. Li lasciano senza acqua, senza cibo, col collare stretto, con la catena corta. Sono pochissimi quelli che sanno tenere un cane. Dimenticano le loro pipì, non li fanno correre, li tengono legati, li terrorizzano con una disciplina del tutto inutile…
Ma bisogna difendere gli animali a tutti i costi? Non ci sono dei limiti?
L’abuso di potere degli uomini sugli animali è enorme. Quanti animali muoiono alle frontiere durante gli scioperi degli autisti dei Tir? L’efferatezza del trasporto degli animali da nutrizione è enorme. E gli animali allevati in batteria? E’ un problema veramente drammatico. Un maiale da batteria viene incatenato al suolo, con una fascia di ferro sulla pancia. Mangia coricato il cibo che gli passa accanto su un nastro trasportatore. Alla fine la morte liberatoria lo coglie che è una palla di lardo con delle escrescenze al posto degli arti. Muore pazzo dopo un anno di inferno.
I maiali non sono i soli…
I vitelli da latte muoiono in totale astinenza di ferro, mordendo i tondini delle loro gabbie. A chi diavolo serve quella loro carne bianca, anemica e piena di ormoni? Al pupo?
Beh, si al pupo piace.
Ma come può far bene al pupo un pezzo di carne tirata su col dolore e con l’astinenza?
I protettori degli animali parlano di foche, di balene, di specie in via di estinzione. Lei parla di cani e di polli…
Io quando sento che il mondo dà la sua lodevolissima attenzione allo spiaggiamento di due balenotteri, piango anch’io. Ma quelle stesse persone che si commuovono per la sorte degli animali selvatici sono insofferenti col gatto o col cane della vicina di casa, hanno paura di essere impelati, sporcati, infangati da loro. Temono di venire appestati da malattie del tutto inesistenti. Abbiamo il dovere di proteggere quelle meravigliose creature che sono gli animali da cortile e poi, subito dopo, ci occuperemo delle foche.
Parliamo delle pellicce.
A Roma dove non fa mai freddo girano signore con pellicce alla Nureiev, fino ai piedi. Ridicole.
C’è stato un certo ripensamento…
C’era stato. Ma poi quei boia dei pellicciai sono ripartiti con accanimento, vendendo visoni a prezzi stracciatissimi, senza cambiali, senza interessi. Perfino qui in Sardegna quei pastori che fanno quattro soldi vendendo il terreno delle loro pecore, come prima cosa comprano la pelliccetta alla moglie.
Lei è stata un’accanita cacciatrice. Che cosa la spingeva a sparare agli uccelli?
Il gusto del tiro a segno. Mio padre era cacciatore. La caccia era una cosa del tutto naturale in casa mia. Io andavo a caccia con mio padre. Sparavo benissimo. A 18 anni mi comprai il primo sovrapposto. Mi piaceva far vedere agli uomini che ero più brava di loro. Provavo un piacere immenso.
Insolito per una donna.
Le armi mi sono sempre piaciute.
Poi avvenne la folgorazione sulla via di Damasco…
Trent’anni fa a Dubrovnik, in Jugoslavia. Con mio marito, cacciavamo il lepre. Per me era la prima volta. Non avevo sparato mai al lepre. Io sparavo solo alla penna. Sentii un fruscio, sparai d’istinto senza quasi imbracciare. Credevo fosse un lepre…
E invece?
Era un comiglietto, un picolo coniglietto. Mi morì mentre lo stringevo in petto. E io sono morta con lui. Non ho potuto più spare un colpo da quel giorno. Mi sentivo una stronza, una stronza, una stronza. Non posso usare che una parola così volgare, perché mi sentivo proprio una stronza.
Lei già si occupava dei cani.
Appunto. Con tutta l’attenzione che prestavo a cani e gatti, finivo in Jugoslavia a sparare a un coniglietto di due mesi?
Comunque la morte del conoglietto è servita.
Un sacrificio non inutile. Da allora non ho sparato più nemmeno al piattello.
E’ stata dura?
Si. Amavo molto le armi. Mi piaceva il tiro a segno, l’obbiettivo in corsa. Quando giravo qualche film mi portavo sempre sul set il mio fucile e con gli operai, quando vedevamo qualche fagiano alzarsi in volo, pum, li facevamo secchi.
Senza il benché minimo senso di colpa?
Erano gli anni Cinquanta. Perfino Cousteau andava per divertimento ad ammazzare i pescecani. Decine e decine, inutilmente. La gente faceva strage di cernie giganti. Non c’era coscienza ecologica.
Veramente qualcuno…
Certo, qualcuno, ma non aveva diritto di parola.
Lei smise di cacciare ma continuò a pescare…
Se uno è abituato alle emozioni, le continua a cercare in qualche modo e io le ho ritrovate nella pesca.
Ma i pesci…
Io non ho avuto minimamente la sensazione di fare lo stesso danno che facevo ammazzando l’uccello in volo. Io ammazzavo la spigola, la portavo a casa, la mangiavo. Noi mangiavamo pesce tutti i giorni. Era come andare al mercato.
Poi arrivò una seconda folgorazione?
No, fu una maturazione più lenta. Coincise – bisogna dirlo con molta onestà – col fatto che è scemato il pesce. Quando ne vedevamo tanto dicevamo : "Prelevo due spigole al giorno, due dentici al giorno". Era per mangiare…
Adesso non mangia più carne per niente?
Per niente.
E’ un sacrificio?
Si, ci sono dei giorni in cui io sento proprio il bisogno di una bistecca. Però sto molto bene. Io sono guarita da un sacco di malattie da quando non mangio più carne.
C’è gente che non pesca, non caccia ma mangia carne…
E’ roba che sta al mercato, se non la mangia uno la mangia un altro.
Anche le pellicce, se non le compra uno le compra un altro…
E’ diverso, incrementare quel mercato lì è diverso. Mostrare una pelliccia fa venire la voglia ad altre donne di comprarla a sua volta, è un processo a catena, è molto male, è gravissimo.
Lei ha portato pellicce?
Come no? Con la mia artrosi, cominciata nel 1961, avere qualcosa di caldo addosso era fondamentale. Io dormo col piumone d’agosto.
Quindi è stata dura anche la rinuncia alla pelliccia.
Si. Ma io sono fortunata, non amo l’abbigliamento alla follia. Però amo alla follia Missoni. Un suo cappotto costa più di una pelliccia, ma è molto meglio. Un visone tiene freddo in confronto.
Lola, la sua cagnetta, era moribonda quando lei la trovò e la salvò, facendole fare decine di operazioni. Ma in natura il moribondo viene soppresso. Che senso ha salvare a tutti i costi degli animali?
La natura ha un compito, un disegno. Per il mopndo cattolico è un disegno divino. Ma io sono laica e per me è un disegno orrendo, un disegno sbagliato, un disegno contronatura.
La legge del più forte.
Orrenda. Solo i sadici si divertono a vedere i leoni che sbranano i bufali. Oppure un gattopardo che cattura la preda e la porta viva dai suoi piccoli per insegnar loro a sbranarla e ci mettono un’ora ad ammazzare un antilope. Non c’è modo di far capire all’umano quanto sia sbagliata la natura. Woody Allen ha detto: "La natura un’enorme spaventoso self service". E’ assurdo quello che succede in natura. Basta vedere il mondo degli insetti. Atroce. L’efferatezza degli insetti sui propri simili è tremenda.
Ma è la catena alimentare. Quella che ha mandato avanti il mondo…
Il mondo sarà finito molto presto. Io non posso essere ottimista, vivo dei momenti di depressione e sconforto per questi motivi atroci.
Esistono animali buoni e animali cattivi? Si dice che lei odi i gatti…
Adoro i gatti.
Qui non se ne vedono.
Purtroppo sono allergica. Ma mi piacerebbe avere cani e gatti insieme. Mi piacciono anche i topi…
I topi…
Qui abbiamo anche i topi, li nutriamo, mettiamo il cibo sui muretti e loro vengono a mangiarlo…
I topi sono lo schifo nell’immaginario…
Non capisco perché.
Non ci sono animali che le fanno schifo?
Ho visto ieri delle talpe. Non mi sono piaciute. Però non mi facevano schifo. Erano solo orrende.
E i serpenti?
Tento di nutrire anche loro, almeno non mangiano gli uccellini nei nidi. Per anni ho cercato di dare le uova sode alle bisce. Quando sto giù nella spiaggetta a prendere il sole viene sempre una biscia a bere a cinque centimenti dalla mia faccia in un rivolo che scende dalla roccia. E’ bellissima e mi ci sono affezionata, con quegli occhietti, con quella linguetta. Non potevo non affezionarmi. Poi ho pensato che è la stessa biscia che mi si mangia tutti gli uccellini che io salvo. Ma come posso ammazzarla? Io le porto uova, pezzetti di carne, frattaglie. Mai, non ha mai toccato niente. Io porto sempre le uova sode davanti alle tane dei serpi. Niente. Mangiano solo roba viva.
Chi ama gli animali – si dice – ama gli uomini. E il contrario…
Non ne farei una legge.
Perché molti non amano gli animali?
Per ignoranza. Chi conosce veramente gli animali non può che amarli. Possono essere intelligentissimi e sentono cose che noi non sentiamo.
Per esempio?
Ho avuto un cane albino che quando mio marito era ancora pilota dell’Alitalia sentiva l’ora in cui atterrava a Fiumicino anche dopo quindici giorni di assenza. E si metteva dietro la porta finché non entrava a casa.
Lei non ha figli…
Capisco cosa sta pensando. Ma è un luogo comune. Per quanto mi riguarda non c’è nessun rapporto tra mancanza di figli e passione per gli animali.
A volte però si instaura un rapporto morboso…
Dipende dalle facoltà mentali delle persone. Una volta mentre ero da un veterinario entrò una donna che chiese: "Se il mio Cicci mangia le carote gli diventa il pelo arancione?"
Lei è naturalmente contro la vivisezione…
Si abusa in maniera non controllata degli animali. Lo stesso animale viene operato ripetutamente, infliggendo dolore spaventoso e non curandolo dopo l’operazione. Ogni anno vengono sacrificati ufficialmente 500 milioni di animali. Poi ci sono quelli uccisi clandestinamente.
Serve alla scienza, alla ricerca…
C’è la vivisezione di routine della quale nessuno parla mai. Quella per fare esercitare i chirurghi. Vanno ad operare alle 12? Beh, prima si fanno un paio di cani, così. "Portame ‘n po’ quel lupo di un giorno: Ah, è morto? Portame allora er maremmano. E’ morto pure quello? Ce stanno ancora quei tre beagles che avemo comprato ieri". Questi dialoghi li ho sentiti con le mie orecchie. Prova di bisturi. Esercitazioni dei baroni. Sottobosco. Ho visitato lo stabulario cardiochirurgico del policlinico di Roma. Per anni ho avuto incubi la notte e mi sono svegliata urlando. Ho visto cose orribili.
Ha mai lavorato con animali?
Mai. L’animale da spettacolo, al 99 per cento, è trattato malissimo. Deve essere domato in qualche modo. Generalmente facendogli patire la fame.
E quelli da circo?
Con le scariche elettriche. Fortissime.
Gli zoo?
Oggi non c’è nessun motivo di imprigionare gli animali. Per vederli c’è la televisione.
Non mangia carne, non porta pellicce? E le scarpe? E le borse?
Niente pelle, se è quello che intende.
E i cosmetici?
Ne adopero pochissimi e comunque quelli non testati sugli animali.
Che cosa pensa degli acquari?
E’ orrendo per un pesce stare tutta la vita a sbattere contro un vetro.
E le gabbie?
Gli uccelli che ho avuto sono sempre stati liberi. Perfino i merli, che mi facevano la cacca per tutta la casa.
C’è gente che si occupa degli animali e se ne frega degli uomini…
Sono problemi coesistenti. Ogni sera io vedo i bambini morenti in Africa. Ogni giorno io ho lo stomaco stritolato. Ma quando vedo questi filmati cerco anche per terra se non ci sia qualche cane morto per strada.
E’ difficile la vita per i cani in città…
Soprattutto per quelli di piccola taglia.
Perché?
Oggi c’è la moda dei lupi, dei maremmani, dei doberman, dai boxer, dagli alani. Tutti voglioni cani da difesa, da ladri, d’attacco, da guardia, da lotta. Tutti cercano un appoggio nel cane, non la compagnia, il piacere di comunicare. Io ho due cani piccoli. Salvo loro la vita, prendendoli in braccio, almeno tre volte al giorno, quando si incrociano quei grossi cani che padroni maleducati tengono senza guinzaglio, senza museruola e senza collare. Un mio piccolo cane una volta fu ammazzato da un San Bernardo, in una via del centro. I cani piccoli sono destinati a morire fra le fauci di questi grossi cani. La Sardegna è invasa dai tedeschi che sono venuti tutti con i loro efferati cani lupi, e senza guinzaglio. Nessuna legge in Italia protegge i cani piccoli.
A chi le chiede come si sceglie un cane, lei che cosa risponde?
Rispondo di andare in un canile dove sono raccolti centinaia di cani tristi, infelici, disadattati che aspettano ognuno il proprio padrone. Come scegliere? C’è sempre un cane allo stremo che ti guarda negli occhi e ti dice più degli altri: "Portami via, sono tuo".
Che cosa è un animale?
L’animale è l’uomo. Anzi più di un uomo. Non ha i suoi difetti, l’invidia, l’interesse. E’ un uomo divinizzato.
omaggio alla piu bella e brava attrice.il fil m una vita difficile lo guardo almeno 2 volte alla settimana.vorrei sentirla al telefono ma
non risponde mai allo 063337650.
un grande abbraccio