- 31 Agosto 2003
Il Grande Provocatore è un anziano prete, don Leonardo Zega, 69 anni, direttore di “Famiglia Cristiana”. Ogni volta che scrive un articolo o risponde alla lettera di un lettore, scatena polemiche. I vescovi lo bacchettano. I bigotti lo denunciano. Gli integralisti gli abbaiano contro. Ma che cosa dice di tanto scandaloso don Zega?
Dice che la gonna lunga non ha mai fatto la donna onesta. Che la masturbazione non è il peccato più grave che possa compiere un ragazzo. Che gli omosessuali hanno diritto al rispetto di tutti. Che i divorziati non devono essere emarginati dalla Chiesa. Che i figli possono andarsene da casa se i genitori hanno comportamenti immorali. Cose semplici. Quasi banali. Scandalose.
Uno dei primi scandali risale all’estate del 1988. “Famiglia Cristiana” pubblicò la pubblicità dell’acqua minerale Sangemini in cui si vedeva un piccolino di otto mesi, paffutello e gongolante mentre forti mani paterne lo lanciavano per aria in uno di quei giochi che fanno impazzire i bambini. Dov’era la provocazione? Nel pistolino del bambino, completamente e scandalosamente nudo. Alle proteste per tanta oscenità don Zega fu perfino costretto a rispondere. Con un’altra massima di buon senso: “Il mondo come Dio l’ha creato è quello in cui non ci si debba vergognare del proprio corpo”.
Perché il buon senso fa scandalo? Quando “Famiglia Cristiana” pubblica un libro di educazione sessuale interviene su “Repubblica” l’arcivescovo Alessandro Maggiolini: “E’ ora di dire basta a questo tipo di editoria. Perché continuare con questa ossessione sessuale? A furia di cancellare tabù, i giovani alla fine crescono ancora più complessati”. Quando “Famiglia Cristiana” si sbilancia a favore dell’Ulivo, il cardinale Silvio Oddi interviene sul “Giornale”: “Un giornale cristiano non può permettersi di dire ciò che vuole senza consultare l’autorità ecclesiastica”.
Leggi tutto »