- 8 Dicembre 2005
Pupo. Con un nome così te lo puoi immaginare un cantante sciupafemmine, gran giocatore di poker, sommerso dai debiti e per di più bigamo? Enzo Ghinazzi è stato, ed è, tutto questo. Ed anche di più: ha venduto milioni di dischi (da Gelato al cioccolato a Firenze Santa Maria Novella), è popolare perfino in Mongolia, deve 200 milioni a Gianni Morandi che nemmeno li rivuole, ha costruito un albergo western vicino ad Arezzo ed ha comprato un parco acquatico in Romagna, voleva comprare la Fiorentina, ha due figlie regolari e una con una fan conosciuta una notte e mai più. Ed è alto, si fa per dire, come Berlusconi.
Oggi è l’uomo che ha sostituito senza farlo rimpiangere Bonolis nella trasmissione dei pacchi. Ma cominciamo dall’altezza. «Attenzione. Non credere mai alle autocertificazioni. Io ho sempre denunciato due chili di meno e due cm in più».
Adesso confessi la tua vera altezza. L’Italia deve sapere.
«Sono alto 1,65. Un centimetro meno di Chiambretti. Però porto le scarpe Hogan che aiutano. Devo farlo. La concorrenza viene dalle donne. Quelle che girano in tv sono già alte e portano trampoli ala posto dei tacchi. Mi difendo come posso. Le Hogan mi regalano 3 cm».
Patisci di essere un corto?
«Da ragazzo ne pativo. In più mi hanno appioppato questo nome d’arte, Pupo. Forse era il destino. Io ascoltavo la canzone di De Andrè, Un giudice, e piangevo. “Passano gli anni e i mesi, e se li conti anche i minuti, è triste trovarsi adulti senza essere cresciuti”».
Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura?
«Te lo rivelan gli occhi e le battute della gente. La conosco a memoria. Per me era un inno, un punto di riferimento, una specie di autoanalisi».
Ti chiamavano Pupo da piccolo?
«No, mi chiamavano capperino».
Peso el tacòn del buso.
«Mio papà lo chiamavano cappero. Era piccolo anche lui».
Sulla carta di indentità quanto figuri alto?
«1,66. Ho fregato un cm al Comune».
Quanto a bassezza sei in compagnia.
«Alemanno è 1,62. Però è magro, ha un impatto diverso. Io sono tozzo e tracagnotto. Paolo Rossi è 1,60, ma anche lui è magro. L’importante è l’armonia. Anche Urbani è 1,60. Dalla e Cocciante non lo so, ma sono proprio bassi».
Con le donne l’altezza ti crea problemi?
«Una volta gli uomini erano più bassi. Per questo sessualmente io piaccio alle donne di una certa età, abituate ad uno standard più piccolo».
Si dice che i bassi siano i preferiti dalle donne.
«Lo dicono i bassi per autogratificarsi. Le donne preferiscono gli alti».
La tua biografia è piena di donne.
«Ho successo con le donne che non cercano il maschio bello ma l’uomo educato, gentile e affidabile».
Affidabile mi pare una parola grossa.
«Io sono uno degli uomini più affidabili della Terra. Non ho mai fatto un torto a nessuno, non ho mai deluso una persona che si fosse affidata a me».
Gianni Morandi deve avere ancora indietro 200 milioni.
«Ho fatto molti debiti nella mia vita. Ma ho anche aiutato tante persone. Mia madre dice che sono il più grande bischero del mondo. Appena ho potuto ho restituito i soldi a tutti ma ho cominciato dagli strozzini e dalle banche. Morandi mi ha detto: “Enzo, il giorno in cui avrò bisogno che tu mi restituisca i 200 milioni te lo chiederò. Ma quel giorno, per come mi è andata la vita, forse non arriverà mai”. Gianni è una persona ricca, moralmente, umanamente, ma anche economicamente».
Insomma non gli restituirai mai i suoi soldi?
«Per adesso mi accontento di aver restituito due miliardi e 200 milioni a saldo di sei miliardi e mezzo di debiti che avevo con le banche. Ovviamente sono rimasto senza una lira. Ma un giorno mi presenterò a casa di Gianni vestito da Babbo Natale con un assegno di 200 milioni. Sai che cosa dice Morandi di me? Che sono un pazzo onesto».
E tu come ti definisci?
«A volte un rocker, a volte un cocker. Se penso a come mi piace sperimentare, rischiare, a come sono curioso, posso definirmi un rocker. Ma ho la mia morale. Non credo in Dio però cerco Dio a modo mio. Sono buono come un cagnolone. Sono un cocker. Sempre meno rocker e sempre più cocker».
Hai smesso di giocare.
«Combatto contro un azzardo endogeno che fa parte di me. Mi controllo faticosamente. Il rischio continua a piacermi».
Che fatica vivere con te.
«Io non sono una persona semplice. Ho un codice preciso e rigido. Dico continuamente no».
Tipo?
«Ho detto no alla prima Isola dei famosi e a tutti i reality che l’hanno seguita. E Dio sa quanto avessi bisogno di soldi. Ho rinunciato a 250 mila euro per Music Farm».
Sei stato molto ricco e molto povero.
«Ho viaggiato in Jaguar e su una Tipo usata. E anche a piedi».
Sei onesto?
«Un giocatore è sempre onesto. Bara con se stesso ma mai con gli altri».
Una volta hai barato.
«È vero, per vendicare mio padre. Io conosco tre o quattro trucchetti, molto banali, di quelli che puoi fare con persone un po’ sprovvedute. Organizzai una partita con uno che aveva rubato un milione a mio padre giocando con lui mentre era ubriaco e barando. Diedi un poker di jack a lui e un poker di assi a me. Gli portai via quasi venti milioni».
Stai confessando un reato grave.
«I suoi soldi glieli ho ridati poi. Gli ho spiegato tutto e lui non ha mai più giocato».
Sei affidabile.
«Te l’ho detto».
Un bigamo è affidabile?
«E perché no? Io ho due donne. Anna, mia moglie, dal 1974, Patricia, la mia compagna, dal 1989. Finora”.
Finora?
«Quello che accade domani non si sa. Anna e Patricia sono due persone sulle quali ho puntato la fiducia, capito che voglio dire?».
Mica tanto.
«Loro hanno puntato tutto su di me e io su di loro».
Adesso è chiaro.
«Ho avuto tante donne, anche belle ragazze, anche per una sola notte. Può capitare a tutti no? Ma sempre c’è stato il tentativo di attaccarsi. Io sono il tipo con il quale si va per vivere un momento completo. Mi segui?».
Ce la metto tutta.
«Non sono il tipo con il quale si va per fare sesso e basta».
Come si fa a gestire due donne?
«Non si deve pensare di gestirle. Le devi vivere secondo le loro esigenze. Perché io ti potrei dire: come fanno loro ad accettare di stare con un solo uomo?».
Non ci crederai ma me lo stavo chiedendo.
«Una ricerca, una rinuncia, un equilibrio. Un evoluzione dell’amore».
Equilibri più avanzati…
«La passione non si può condividere. Ma l’amore sì. Tu puoi amare tre figli. Perché non due mogli?. Il discorso va oltre il gesto sessuale. Questi problemi li abbiamo superati».
Vanno d’accordo?
«Perché non dovrebbero? Si rispettano e si stimano. Sanno di amare lo stesso uomo. Hanno anche organizzato insieme la festa per il mio cinquantesimo compleanno».
Natale tutti insieme?
«Patricia se ne frega del Natale. Semmai c’è il problema dei loro compleanni, ma per fortuna non sono nate lo stesso giorno. Sarebbe stata una sfiga incredibile».
Tu sei sfigato?
«Sono stato sfigato dal 1983 al 1989. Ho perso anche 130 milioni al casino, in una sera. Ho mollato la Baby Record e ho cominciato ad autogestirmi con pessimi risultati. Sono passato da mezzo milione di dischi all’anno a zero. Ho fatto investimenti sbagliati».
Quanti soldi hai perso al gioco?
«Cinque o sei miliardi».
Quante storie hai avuto nella tua vita?
«Storie importanti solo Anna e Patricia. E Donatella Milani».
Mi pareva.
«Ti ricordi la ragazzina che cantava a Sanremo negli anni Ottanta? “Io volevo dirti che…”. Per lei mi separai da mia moglie».
Bisogna dire che tua moglie ha una notevole pazienza, ti riprende sempre.
«È una donna di grande spessore umano. Chi conosce l’amore come quello di mia moglie per me, conosce l’amore massimo. È una fortuna».
Una donna che perdona.
«Il perdono è la più bella manifestazione d’amore che esista al mondo».
Quante volte ti ha dovuto perdonare?
«Decine di volte».
Non è che ci marci?
«No».
E Patricia?
«Anche Patricia mi perdona».
Tradisci due per volta?
«È successo».
Hai dovuto chiedere perdono a cottimo?
«Le ho tradite con Valentina, una ragazza giovane che stava rischiando di farmi innamorare, di rovinare questo equilibrio meraviglioso che ero riuscito a creare».
Anche perché tre sono troppe.
«No, questo no. Quando sono due possono essere anche venti».
Hai detto una volta che sei stato anche con 15 donne contemporaneamente.
«Storielline».
15 storielline…
«Sono sessualmente molto attivo. Ho girato molto…».
Hai avuto storie con donne famose?
«C’è chi dice che ho avuto una storia con Barbara D’Urso».
Chi lo dice?
«Lei no».
Sei un vero signore! Visto che sei sessualmente così esagerato, hai avuto storie anche con omosessuali?
«Con una donna sì. È stato duro scoprire di essere stato tradito con una donna».
Hai mai trovato qualcuna che ti abbia mandato a quel paese?
«Molte. Anche brutalmente. Una mi disse: “Ma chi ti credi di essere, nano di merda!”».
Con chi giocavi a poker?
«Con Tozzi, con Morandi, con Ramazzotti, con Enrico Ruggeri».
Come giocano?
«Apprendisti. Il poker è un gioco di abilità non di fortuna. L’unico al mio livello è Morandi. Però è molto grezzo, cerca di influenzarti con le parole. Il poker è un gioco del silenzio. Dei giocatori veri lo caccerebbero dal tavolo. Eros è un simpatico principiante. In un tavolo di esperti perderebbe sistematicamente. Ruggeri è curioso, rispettoso della gerarchia. Se sta attento riesce a perdere meno di Ramazzotti».
Che cosa è il gioco?
«Il gioco è l’imponderabile, è la sfida con Dio».
Quando giochi, hai detto una volta, cambia il tuo aspetto fisico.
«Sì, mi imbruttisco. Mi assento e invecchio».
Alla fine tu sei uno fortunato.
«È vero. Ho un’anima che vigila su di me. Lo sento».
Credi nell’angelo custode?
«Io credo nella zia custode. Zia Clara. La adoravo questa zia. Adesso non c’è più ma so che tifa per me».
«Ho raggiunto i livelli più bassi del degrado umano». Una frase impegnativa. Che cosa intendevi dire?
«Quando mi hanno pignorato i mobili di casa non mi sono divertito per niente. E ho minacciato con metodi mafiosi una persona che stava portandosi via la mia vita. Poi ho pianto per due ore».
Quanto ti danno per i pacchi di Affari tuoi?
«Una cifra lontanissima da quella che prendeva Bonolis. Ma tantissimo per uno come me che non aveva più credibilità».
Quanto?
«Meno della metà di due milioni e mezzo».
Arezzo: due personaggi famosi.
«Pupo e Gelli. Entrambi con un passato in massoneria».
Non ti sei risparmiato niente.
«Ho provato tutto, tranne la droga, il fumo e l’omosessualità».
Perché la massoneria?
«Per divertimento. Quando mi sono accorto che era una cazzata me ne sono andato».
Hai mai incontrato Gelli?
«Conosco molto bene i figli Maurizio e Raffaello».
L’Espresso ti ha definito il re della canzone di serie B.
«Le critiche non mi offendono».
Qualche nemico ce l’hai.
«No, no».
Venditti?
«Venditti una volta non voleva cantare a Monaco di Baviera in un luogo dove mi esibivo anche io. Mi offesi e per un po’ mi stette sui coglioni. Poi ci siamo incontrati in Russia. Io giravo in limousine. Lui in Trabant. Tutto dimenticato».
Tu sei di sinistra o di destra?
«Trasversale».
Troppo generico.
«Il primo voto l’ho dato alla Dc. Una volta, da ragazzo, ho anche pubblicizzato un comizio di Amintore Fanfani. Mi avevano promesso 250 mila lire ma non me le hanno mai date. E io non ho più votato Dc. Ho votato qualche volta per Bettino Craxi».
E adesso?
«Non te lo dico, ho paura delle strumentalizzazioni».
Ti hanno mai chiesto di presentarti alle elezioni?
«No. Politicamente non sono amato da nessuno. Se sono riuscito di nuovo a salire in alto, lo debbo esclusivamente al partito Ghinazzi, a Forza Pupo».
Quanti festival di Sanremo hai fatto?
«Quattro».
Una volta hai batuto Vasco Rossi che cantava Una vita spericolata.
«Lui ultimo, io penultimo».
Tu sostenesti che a Sanremo i posti si compravano.
«Certo, quando si votava con le schedine del Totip. Bastava giocare tante schedine e si alterava il risultato. Nel 1984 investimmo 75 milioni di lire in schedine ed io arrivai quarto. Personalmente ho compilato più di cento schedine. Ma non lo feci solo io, lo fecero tutti. Calcolammo che con 200 milioni si poteva vincere».
Io non ho mai conosciuto uno a cui piacesse Pupo.
«Nessuno diceva che comprava dischi di Pupo eppure se ne vendevano milioni. Compravano tutti Battiato, a parole. Conosci qualcuno che ammetta di aver comprato un disco di Albano o di Mino Reitano?».
Tu sei uno che corteggia?
«Sì, faccio molti complimenti e molti regali, chiacchiero e suono la chitarra».
Le prendi per sfinimento.
«La chitarra è un grande strumento di affabulazione e di conquista».
Puoi innamorarti ancora?
«Sì».
Sei un pericolo pubblico.
«No. Sono vivo».
Tua moglie lo sa?
«Sì».
E che cosa ti dice?
«Mi ama perché sono sincero».
Quali sono i politici che non sopporti?
«Mi sembra esagerato Umberto Bossi. I comizi della Lega sono volgari, violenti e diseducativi».
A sinistra?
«A sinistra c’è arroganza e insofferenza nell’ascoltare. Nella vita bisogna ascoltare anche chi dice scemate».
Gioco della torre. Della Valle o Cecchi Gori?
«Cecchi Gori ha massacrato la Fiorentina. Della Valle la sta riportando in sintonia con quello che la piazza chiede».
Perché volevi acquistare la Fiorentina?
«È una cazzata. Volevo coinvolgere alcuni miei amici orafi molto ricchi. Una cordata. Io ero solo un tramite».
Costanzo o Baudo?
«Salvo Costanzo. A Baudo gli ho mandato i complimenti per Domenica In e non mi ha neanche risposto».
Giorgino o Sposini?
«Salvo Sposini. Giorgino è troppo effeminato».
Loredana o Romina?
«Loredana Lecciso è inquietante. Ma anche Romina era sopravvalutata per il suo ruolo. Artisticamente non valeva nulla».
Gabriella Carlucci o Elisabetta Gardini?
«La Carlucci non mi piace. Intendiamoci, il mio benzinaio di Ponticino direbbe che ho avuto storie anche con molte più brutte».
Che mi dici delle donne rifatte?
«Non mi piacciono. Pensa che a me piacciono quelle con le tette androgine, maschili, piccole».
Bonolis o Ricci?
«Si buttano da soli».
Avresti replicato alle critiche in diretta come ha fatto Bonolis con Ricci?
«Mai, nel modo più assoluto. Non si può usare la televisione per replicare alle critiche. Però ho avuto la conferma che Affari tuoi è una trasmissione pulita».
Bonolis ha detto a Matrix: Pupo è bravissimo ma quando vedo che Affari tuoi continua ad avere successo anche con lui ci patisco.
«Una dichiarazione sincera. Ma pensare di essere insostituibili è folle. Il conduttore è un valore aggiunto. Affari tuoi lo poteva fare chiunque. Infatti va bene in tutto il mondo».
Celentano o Mina?
«Salvo Celentano. Mina ha una grande voce ma non ha mai scritto una canzone».
Celentano è stonato.
«È il suo fascino».
Fede o Giordano?
«Salvo Fede. È un giocatore».
Ma ha smesso di giocare.
«Secondo me non è vero. Ha smesso di rovinarsi al gioco, ma non di giocare».
Ma tu hai smesso.
«Io patisco per due cose: perché non posso giocare e perché non posso mangiare quello che vorrei mangiare».
Una vita infame.
«Proprio triste. Mia mamma dice che io mangerei come un tribunale. Ma non posso mangiare altrimenti ingrasso e divento brutto».
Non sei Richard Gere.
«Pensa come sarei se fossi anche grasso».
Ottimo post complimenti
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