- 3 Gennaio 1993
Gianni Minoli ha ormai superato le cinquecento puntate di Mixer. Ha al suo attivo decine di programmi di successo come capostruttura, da “Aboccaperta” a “Quelli della Notte”. Con “Sette” ha accettato di parlare dell’attuale momento della televisione pubblica e privata.
Che cosa pensi dei telegiornali?
Il Tg 1 di Vespa è partito con delle intenzioni ottime. Poi si è fermato, è rimasto in mezzo al guado. Il Tg 3 è il compatto, può giocare di rimessa su tutto. Curzi è riuscito a costruire una squadra. Il Tg 2 è quello che ha maggior bisogno di riprogettarsi.
Forse perché il Psi è il partito che maggiormente soffre in questo momento?
Non so. Che il Psi soffra in questo momento è sicuro. Che ciò si riverberi dentro il Tg 2 non lo posso sapere.
Chi nomina il direttore della Rete Due 2?
Io credo che oggi nessuno sia in grado di nominare nessuno.
Alla stessa domanda, tempo fa, rispondesti senza tentennamenti Craxi. Perché adesso la risposta è diversa?
No, non è diversa. Certo sarebbe sempre Craxi a nominarlo. Ma le mediazioni, le riflessioni che lo porterebbero alla decisione credo che dovrebbero essere più complete.
Tu sei socialista…
Io ho avuto ed ho un rapporto di grande amicizia, umana ed intellettuale, con Claudio Martelli che considero uno dei politici più atipici che esistano in Italia. Quando ho incontrato Martelli non era nessuno, era agli inizi della sua carriera politica.
Adesso Martelli sta prendendo le distanze da Craxi. Come risolvi questo problema?
E’ un problema loro, non mio. La logica per la quale uno si può sentire più vicino a Martelli o a Craxi è una logica tribale.
Eppure è la logica seguita da tutti…
Ma io non l’ho mai accettata. Forse è per questo che non sono diventato mai direttore di niente.
Comunque ci si schiera…
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