Una volta era famosissimo. Era il geniale inventore di Jack Folla, il condannato a morte americano che in attesa dell’esecuzione dal carcere di Alcatraz si collegava con Radio 2 sparando a zero su tutto e su tutti. Poi fu l’autore di Celentano per il quale inventò il tormentone “rock o lento” che invase l’Italia e finì perfino nella pubblicità della Fiat. Poi fu l’autore di Gianni Morandi e fece diventare il ragazzone di Monghidoro perfido e cattivo. Nel frattempo vendeva libri a tonnellate. Poi fu abbandonato dai riflettori ed entrò nel cono d’ombra, ostracizzato dai dirigenti della Rai. Si trasferì nella campagna umbra, fra cani e boschi, solitario, in attesa di tempi migliori.
Lui è Diego Cugia. Ora risorge. Con una trasmissione sull’ambiente e sugli animali che si chiama “la Zampata” e andrà in onda su Rai 2 tutti i sabato, a partire da domani, alle 17. Sarà condotta da un cane, Pepito, che intervisterà, realmente, scrittori, psicoanalisti, intellettuali. Dacia Maraini, Francesco Montanari, il capitano Ultimo…

Di Diego Cugia hanno detto quanto di meglio. Ma anche quanto di peggio. Egocentrico, carogna, razzista.

“L’egocentrismo è un vizio che avevo. Oggi il “me” mi annoia”.

Carogna?

“Può darsi. Ma razzista mai”.

Lo scrisse Mariuccia Ciotta sul Manifesto.

“Perché Jack Folla diceva “negro”. E non “nero”.

Tu stesso hai detto di te che sei ingovernabile.

“Lo dissero due o tre direttori. Per loro era una nota di demerito. Invece era un complimento”.

Una volta hai detto che al mondo vincono i mediocri…

“i mediocri girano liberi”

Ma veramente?

“Era un rap di Jack Folla”.

Cioè?

“Diceva: i mediocri hanno occupato tutto: politica, televisioni, giornali. Tutto”.

E?

“I mediocri girano liberi come poliziotti. E se vedono passare un’idea, la sbattono dentro”.

Visione ottimistica del mondo…

“Il mio posto nel mondo l’ho trovato scrivendo parole come queste. Poi chi lo dice che il mediocre in fondo non sia proprio io? Il dubbio ce l’ho”.

Un tuo grande errore?

“Aver creduto che ci fossero tre o quattro cose che sapevo fare meglio degli altri. Mi ritenevo invincibile”.

Invece?

“Invece arriva la vita e ti dà tre o quattro sganassoni potentissimi. Proprio su quelle cose che sapevi fare”.

Una tua grande sconfitta?

“Il successo. Aver ceduto alla vanità, al denaro, al potere. Sono caduto in miseria. È stata una bella sveglia. Tanto spavento ma sono rinato. Fallire? Che fortuna!”

Da piccolo sei andato dall’analista.

“Diventavo rosso con le ragazze. Rosso rubizzo, una tortura”.

Pepito sei tu?

“Pepito è un cane libero e vagabondo che vive sotto ai ponti ed è incazzato nero per come noi esseri umani trattiamo gli animali. Pepito non è Diego Cugia con la coda”.

È un difensore dell’ambiente. Ma non è una battaglia persa?

“Le uniche battaglie che meritano di essere combattute sono quelle perse”.

Che cosa pensi della Meloni?

“Ce ne sono due: una che sbraita con gli occhi da fuori e una di governo. Ora non sbraita più, ha ceduto al potere anche lei”.

Che cosa pensi della Schlein?

“Sono contento che ci sia. Si batte per cause giuste ma minoritarie. La Meloni è sempre sul pezzo. Giuste o sbagliate dà delle risposte alla maggioranza della gente. Schlein si entusiasma solo per una frangia, la sua”.

Hai detto che l’Italia ha da dieci anni un futuro immobile. Che vuol dire?

“Vuol dire, per esempio, che se 43 anni dopo la strage di Ustica, un ex presidente del Consiglio dichiara che forse i francesi abbatterono l’aereo con un missile, senza aggiungere uno straccio di prova, e quasi tutti i giornali gli fanno un titolone in prima pagina come fosse uno “scoop”, questo è un Paese immobile e il suo futuro è in fondo a un putrido stagno non da dieci anni, ma da quaranta e passa”.

Chiamavi “pezzi di merda” i dirigenti Rai. Non era carino.

“No, non era carino, l’ha detto Jack Folla. Serviva a creare un patto di fedeltà col pubblico. Sono parole a rischio licenziamento. Dimostrano che ti stai giocando tutto. Ha funzionato”.

Per chi voti?

“Detesto chi non vota ma non so chi votare”.

Dimmi il primo pensiero rock che ti viene in mente e il primo pensiero lento.

“Lukaku è rock. Immobile è lento”.

Immobile è un grande e tu sei il solito romanista. Hai detto che i giornalisti italiani non sanno fare le domande. Chi le sa fare, esclusi noi due?

“Il nostro è il paese dei “tengo famiglia”, i nostri giornalisti non hanno le palle per fare domande”.

E chi ha le palle?

“Molti giornalisti americani fanno domande senza riverenza. Solo l’anno scorso, 68 giornalisti nel mondo sono stati
uccisi. Loro le domande le avevano sapute fare, come quelli avvelenati da Putin”.

Hai fatto diventare cattivo Morandi.

“Morandi cattivo era una bella trovata. Non se ne poteva più
dell’Eterno Ragazzone. La più bella è stata una candid camera in cui lui si portava a letto una fan, e dopo averla sbaciucchiata nella sua stanza d’albergo, moriva stecchito per un infarto”.

Diciamolo, una carognata.

“Però faceva ridere”.

Gli invisibili. Era il tuo tentativo di partito. Fallito.

“Sbagli. C’erano due milioni di persone nel 2000 pronte ad aderire a un partito di Jack Folla. Mi sono rifiutato, volevo che restasse un sogno libero, puro. Ho fondato “Gli Invisibili” molti anni dopo, quando non mi si filava quasi più nessuno”.

Non è stato un grande successo.

“Era un piccolo movimento senza una lira. Poi, anche in questo microcosmo, sono nate dinamiche di partito. Allora l’ho chiuso. Alcuni volevano che andassi in tv a parlarne, a far proseliti. Ma come? L’ho chiamato “Gli invisibili”! E vuoi visibilità?

Che percentuale di femminilità hai?

“Direi il 60%”.

Tentazioni gay?

“Io ho tutti i vizi. Non mi fisso mai su uno solo. Altrimenti si diventa viziosi”.

Mucciante, uno dei tuoi capi della Rai, disse: l’albatros era diventato un galletto da cortile.

“Come direttore di Radio2 ha avuto il merito di replicare Jack Folla. E l’infamia di aver tagliato le puntate di tre quarti d’ora riducendole a 5 minuti. Secondo te ha censurato le battute da galletto di cortile o ha tagliato le ali dell’albatros?”

È vero che essere felici è un dovere?

“Confermo. Essere infelici è facilissimo. Per la felicità ti devi impegnare. La felicità è una roba da professionisti”.

Una volta hai chiesto l’elemosina.

“Roma, piazza Irnerio. Avevo 17 anni…”

Quando andavi dall’analista…

“Ero andato a vivere da solo. Non mangiavo da tre giorni. Chiesi a una signora 50 lire per una pizzetta rossa. Me le diede. La pizzetta più croccante della mia vita”

Gioco della torre. Butti Calenda o butti Renzi?

“Calenda un po’ mi incuriosisce. Di Renzi ho capito il gioco e non mi piace”.

Conchita De Gregorio o Natalia Aspesi?

“Butto Conchita perché lei mi ha buttato fuori dall’Unità dopo avermi promesso più spazio, con tanto di pranzo al ristorante e bacetto sulle guance”.

Però ti ha dato il bacetto…

“E infatti l’ho perdonata. Ma trovo imperdonabile tutti quelli che
ti licenziano dicendoti di assumerti”.

Chi butti? Morandi o Celentano?

“Butto Morandi perché si è rifiutato di farsi intervistare dal mio cane per “La zampata”.”

Celentano si è fatto intervistare?

“A Celentano neanche l’ho chiesto”.

Angela padre o Angela figlio?

“Gli Angela sono come le patate, la parte migliore sta sottoterra”.

[csf ::: 16:42] [Commenti]
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