- 26 Marzo 2021
Un esperimento: intervistare Iva Zanicchi da dentro una stanza di Clubhouse, che è l’ultima trovata in tema di social. La nostra stanza di Clubhouse si chiama “Cazzoni Stonati”. Prima perché siamo cazzoni e poi perché siamo stonati. Facile no? Affrontiamo tutti i temi in maniera leggera e scanzonata. E ogni tanto ci facciamo prendere dalla fregola di cantare. L’intervista ha un’altra caratteristica “rivoluzionaria”. Prendiamo una mia vecchia intervista e andiamo a riesaminarla, a confrontarla col tempo che è passato, a controllare se ci sono frasi desuete, bugie, pentimenti, previsioni azzeccate e cose del genere. Insomma andiamo a farle un “tagliando”. Iva Zanicchi, intervistata da me 17 anni fa, entra nella stanza con un po’ di ansia.
IVA. E’ tutto il giorno che ho un patema d’animo, un’agitazione. Pensavo di non riuscire ad aprire tutte queste camere, queste cose, adesso ho imparato bene. Ho pigiato sulle mattonelle giuste.
SABELLI FIORETTI. Adesso sei tranquilla?
Adesso ho capito tutto. Pensa che io deficiente pensavo che ci si vedesse e mi sono tutta truccata. Ma ti rendi conto? Poi è venuta mia nipote che mi ha detto: nonna guarda che non ti vedono mica, ti sentono solo. E no, bestia, è tutto il giorno che mi trucco! Mi sono messa perfino la ciglia finta per te. Va bene, partiamo, non dico parolacce.
Noi ci chiamiamo Cazzoni stonati…
Canzooooni stonateee…
Sai che canti bene? Dovresti fare la cantante.
Amore, ne avrei bisogno, vorrei fare un disco, se mi puoi raccomandare.
Mi fai cantare con te?
Io non ho mai fatto duetti, io sono una solista. Io voglio cantare da sola, ma adesso ti si brancano e via coi duetti, aleger.
Ti presento Roberto Chiodi, che era una volta un giornalista giudiziario, stai attenta a quello che dici.
Ma in questo momento stiamo parlando io e te o siamo aperti?
Siamo aperti.
E dimmelo no! Volevo dire al dottor Chiodi, caro magistrato al giorno d’oggi parlare è diventato pericoloso, ti attaccano tutti. Bisogna stare attenti. Non si può dire povero perché offendi i poveri. Bisogna dire diversamente ricco. E’ una stronzata, o no?
E’ una stronzata.
Stronzata si può dire?
Stronzata si può dire.
E vuoi mettere le favole? Sono tutte politicamente scorrette. Cenerentola, Cappuccetto rosso, tutte diseducative e non ti dico perché, come si permette quella stronza, solo perché è una figlia adottiva.
Io e te una volta ci siamo frequentati.
Siamo andati in cima alle montagne.
Diciamolo a chi ci ascolta. Io facevo insieme a Filippo Solibello un programma, Startrekking, in cui portavo belle signore, attrici, cantanti, conduttrici in cima alle montagne. E portai anche te.
Salivamo, salivamo. Ma veramente. Tremila metri, trekking, a piedi.
E lei mi è svenuta fra le braccia.
Facevo finta. Ma non respiravo. E’ stato l’intervista più singolare che io abbia fatto, la più strana. Ti ricordi quei due ragazzi che stavano in cordata e cominciarono ad urlare cento cento? Mi avevano riconosciuta.
Io non sapevo che cosa succedesse, non avevo mai visto le tue trasmissioni. Non capivo. Cento cento. Ho fatto una figura di merda. Ma il giovane Solibello, appassionato di tv, capì e mi spiegò. Mi ricordo anche che tu, la mattina all’alba, in un paesetto di dieci abitanti, scovasti un parrucchiere per la messa in piega.
Quando lavoro con te voglio presentarmi al meglio. Mi lavò i capelli con la candeggina. Tutti belli ricci.
L’intervista che andiamo ad affrontare adesso la feci per Sette il 22 luglio di 17 anni fa. Preistoria. Era molto bella. E adesso facciamo il tagliando. Controlliamo se hai detto buglie, se sei pentita di qualche risposta, se hai cambiato idea. Rifacciamo le stesse domande e vediamo. Rileggo l’incipit. In quel periodo avevi partecipato alle elezioni europee ed eri stata eletta ma poi è arrivata la notizia: non è stata la Zanicchi ad arrivare prima di Gawronsky ma Gawronsky prima della Zanicchi. Tutto si era svolto all’insegna del fairplay. Lui, sconfitto, aveva detto: essere sconfitti da una signora è meno doloroso. E tu vincitrice avevi detto: Gawronsy è veramente un uomo di classe . Poi era arrivata la notizia che avevano ricontato i voti. Io ti telefonai e tu mi dicesti: sto girando per casa in mutande, incazzatissima, hanno ricontato i voti ma chi l’ha chiesto? Gawronsky mi telefonò dicendo che non aveva fatto ricorso. Ma allora che cosa era successo? Una mattina i giudici si sono svegliati e hanno detto: “To, oggi non abbiamo niente da fare, rivediamo nove milioni di schede”? Mi telefonò Berlusconi con tutti i casini che aveva e anche con tutti i follini.
Bella questa battuta, vero?
Splendida. La capisco solo oggi dopo 17 anni.
Berlusconi è stupendo, non come tutta la gentaglia di cui si circonda.
Domanda nuova: ci fu un episodio della tua vita che ci vide protagonisti. Le elezioni italiane, quando ti convinsi a presentarti con la sinistra. Non ricordo se c’era Prodi oppure Bersani. Li convinsi. Dissi: Iva sembra berlusconiana ma è comunista, una vera comunista. Vi porta un casino di voti. Fatto! Sbaraccarono le liste in Calabria e ti fecero posto. Sarebbe stato un successone e la sinistra ci avrebbe guadagnato. Ma alla fine Iva ebbe paura.
Ero fortemente tentata.
Ma alla fine, detto con stile ed eleganza, ti sei cagata sotto.
Dopo Gawronski mi ero ripresentata. Io sono tignosa.
E hai perso di nuovo.
No bello mio. Ho vinto.
No bella mia. Sei arrivata seconda e sei subentrata anni dopo perché uno si era dimesso. E tu eri la prima dei non eletti.
Hai ragione.
Io ho sempre ragione.
E ho cominciato a fare cazzate. Dissi che per farmi eleggere avevo speso 15 mila euro. C’era gente che aveva speso 2 milioni di euro e non era stata eletta e non gradirono. Anzi mi mandarono affanculo. Oh, mi è scappato, scusa.
Cosa ti è scappato?
Ho detto vaffanculo.
ROBERTO CHIODI: Non se ne accorge mai, lui
Scusate, sono una vecchia sporcacciona.
Quando abbiamo deciso di farti venire nella nostra room che si chiama Cazzoni stonati, qualcuno mi ha detto: “Cambiamo il nome? “ Io ho detto: “Iva è intonata, ma è cazzona come noi”. Fai parte del nostro gruppo dei cazzoni.
Sono onorata.
Ma per far parte del nostro gruppo a tempo pieno devi cantare una canzone.
Bandiera rossa? Quando mi hai fatto quella famosa intervista in cima alle montagne mi hai obbligato a cantare Bandiera Rossa. Io l’ho cantata con grande piacere ma poi ho cantato anche un’altra roba.
Cantasti Forza Italia, maledizione. Adesso per farti perdonare devi ricantare Bandiera Rossa.
Io ho un amico carissimo, Marco Rizzo.
L’ultimo dei comunisti. Come te. Tu sei una autentica comunista.
Io non sono comunista, amore. I miei erano tutti di sinistra, ma socialisti. Stimavano molto Saragat.
La prima domanda che ti ho fatto fu: che c’entri tu con la politica? E tu mi hai detto: una certa attrazione l’ho sempre avuta anche da bambina. Il prete di Ligonchio mi diceva: vai dalle vecchiette e digli di votare Dc perché altrimenti vanno all’inferno. Io andavo dalle vecchiette e le accompagnavo fin dentro la cabina. E gli davo una mano a mettere la crocetta sul simbolo della Dc. Il tuo primo reato.
Ma erano quasi cieche, alcune. E’ consentito aiutarle.
Tu mi dicesti che eravate tutti di sinistra ma le donne ubbidivano al prete.
Certo. Quando mio padre si presentò con il Psdi ebbe un solo voto, il suo. Non l’ho mai visto così incattivito. Non lo aveva votato nessuno, nemmeno il fratello, nemmeno il cognato. Neanche mia mamma lo aveva votato. Quando lesse i risultati prese mia madre per il collo e la sospese contro la parete. Le disse: vigliacca, perché non mi hai votato? Mia madre scese dalla parete e, con le mani su fianchi, disse: E già, io vado all’inferno per te? Si chiuse così la parentesi politica mio padre.
Abbiamo parlato anche di Berlusconi, ovviamente. Di quando andasti da Santoro e dicesti: Berlusconi? Proviamolo. E se non va bene gli diamo un calcio in culo.
Questa mia boccaccia! Era la prima volta che dicevo una parolaccia in tv.
E Berlusconi?
Berlusconi mi ha ringraziato e mi ha detto. sei stata molto efficace. Però il calcio in culo lo potevi evitare. Io gli spiegai che le donne del mio paese se dici calcio in culo, capiscono meglio. E infatti vinse.
Repubblica scrisse che Iva Zanicchi aveva portato un milione di voti a Berlusconi.
Falsità. Avrò portato 100 voti.
Ma poi gliel’hai dato il calcio in culo?
Ma no. Guarda, carissimo Sabelli Fioretti, dentro il tuo cuore anche tu hai una grande ammirazione per Berlusconi. Io lo so. Anche se lo neghi.
Ti dirò una cosa, ma tu non dirla a nessuno: io voglio bene a Berlusconi.
Vedi?
Quelli della sinistra quando parlano di un loro leader dicono: io lo stimo, io una grande considerazione per lui. Quelli di Forza Italia dicono: io voglio bene a Berlusconi, gli voglio molto bene. Che c’entra il voler bene con la politica?
Berlusconi è buono. Anche io dicevo che volevo bene a Berlusconi. Io ho conosciuto Berlusconi imprenditore. Ci ho lavorato 12 anni prima di entrare in politica. Ed ho visto come lo amavano tutti. Lui mi diceva che il 90% dei suoi dirigenti era di sinistra. Ma lo amavano tutti.
C’era gente che diventava del Milan per farlo contento. Senza fare nomi, Emilio Fede.
Non voglio commentare. Non voglio parlare di Emilio Fede. Io sono sempre rimasta fedele al mio Bologna.
Questo depone a favore della tua onestà intellettuale, come diremmo noi intellettuali di sinistra. Hai mai cambiato il tuo giudizio su Berlusconi, almeno un po’?
Una volta, boccaccia mia, dissi che l’unico mio Berlusconi era Piersilvio. Lui se la prese un po’. Comunque ho sempre criticato il suo entourage, certi cortigiani che gli giravano intorno.
Ma le storie delle donnine?
Lo hanno ucciso, lo hanno massacrato per le donnine. Io andavo al parlamento europeo e tutti mi salutavano: ciao bunga-bunga. Una cosa vergognosa.
Ma lo disse lui del bunga-bunga.
Io, guarda, sono dell’idea che un uomo che ha una carica importante deve stare molto attento. Però tra le quattro mura poteva fare quello che voleva. Purtroppo si è fidato di gente tremenda, non facciamo nomi, ma sappiamo tutti chi sono. Entravano in casa sua, queste ragazze e andavano dovunque liberissime di fotografare qualsiasi cosa. Fosse stato per me avrei detto a tutte: il telefonino lo mollate in quel secchio. E che cavolo! Certe donne, certe figure di donne, non dovrebbe tenersele lì, dovrebbe circondarsi di donne più valide. L’ho sempre detto e lo dirò sempre.
Tu avresti votato le sue leggi ad personam?
No, forse no. Però la sua intenzione era davvero quella di aiutare questo Paese.
Ma dici sul serio? E’ entrato in politica per salvare le sue reti.
No, le avrebbe salvate lo stesso.
Anche senza il decreto di Craxi?
Sì, sì, anche senza Craxi. Ma vogliamo smetterla di parlare di politica?
Certo. L’ha più sentito Berlusconi?
No. Per parlare con Berlusconi bisogna passare da due o tre di quelle che non stimo troppo. E allora preferisco non chiamarlo. Capito?
Le tue gaffe. La più recente sull’altezza della Gruber.
Ho detto: è alta uno e cinque, se mi passa attraverso le gambe, non me ne accorgo nemmeno…
Una cosetta leggera.
Ho detto una stronzata. Bestia che non sono altro. La Gruber è una persona che stimo.
Se l’è legata al dito?
Non l’ho più sentita. Se l’è legata al dito. E’ una bravissima giornalista ed una bellissima donna. La mia era una battuta del cavolo.
Ai tempi facevi finta di sbagliare il nome di Agnoletto. Lo chiamavi Agnolotto. Neanche Fede era arrivato a tanto.
Fede era un ottimo maestro.
Quando ti ho chiesto come avevi fatto a spendere solo 13 mila euro per la tua campagna elettorale tu mi hai parlato dei mercati.
Io non avevo appoggi. Alla tv non mi invitavano. Non mi restavano che i mercati rionali. Alle massaie dicevo le solite menate. Ho bisogno di voi. E loro mi hanno aiutato. E poi mi regalavano un sacco di cose. Ci guadagnavo in natura. Frutta, verdura, caciotte, salami. Una volta mi hanno regalato un grande pesce. Il pescivendolo urlava: Zanicca! Zanicca! Votiamo per Zanicca! Ma la smettiamo di parlare di politica?
Se canti Bandiera Rossa.
Amore dai, da quando me l’ha fatta cantare al Catinaccio non l’ho mai più cantata. Ho cantato Bella Ciao, ma Bandiera Rossa no. C’è qui mia nipote che è una bambina intelligente e mi sta dicendo: nonna non cantare Bandiera Rossa.
Passami tua nipote.
Cara, posso cantare una strofetta di Bandiera Rossa? Mi dai il permesso? Ha detto no. Ed è scappata.
Allora faccio un’altra domanda su Berlusconi.
Noooo! Ti prego. Bandiera Rossa la trionferà, Bandiera Rossa la trionferà.
Ce l’abbiamo fatta. Tu avresti sposato Berlusconi?
A me da giovane piacevano gli uomini piuttosto piccoli e molto intelligenti. E se erano ricchi non mi dispiaceva. Poi lui era talmente brillante! Sì, avrei potuto sposarlo. Ma io mi innamoravo sempre del batterista, del fonico, del più scannato che c’era nei pressi…
Quando hai detto che le casalinghe non leggono i giornali è successo un casino.
L’ho detto 17 anni fa. Nel frattempo l’Italia è cambiata un po’. Allora leggevano poco, adesso non leggono per niente. Ma nessuno legge più i giornali. Io li leggo ancora. Due al giorno. Uno di estrema sinistra e uno di destra.
Vorrei capire qual è quello di estrema sinistra.
Il Corriere della Sera.
Ah, bè. A Strasburgo mi dicesti che guadagnavi quaranta milioni di lire.
Ma non dire cavolate.
Me lo dicesti tu.
Ma no. Magari per amore di battuta. Lo stipendio di Strasburgo era alto. Ma il mio commercialista mi fece notare come era crollata la mia dichiarazione dei redditi. Mi disse: cara signora, se vuole continuare la veda lei, ma io gliel’ho detto. Quello che guadagnavo a Strasburgo io lo guadagnavo a fare un solo spettacolo.
E adesso?
Adesso non canto più, non lavoro più, non faccio una ramazza…
Fai l’opinionista per l’Isola dei Famosi…
Ma dai… Il mio sogno è tornare a cantare in questi ultimi anni e fare uno spettacolo per raccontare la mia vita. Due puntate. In modo leggero. Le mie tournées, divertentisime, mi è successo di tutto.
Bellissima idea.
Lo fanno cani e porci! Più cani che porci.
TI chiesi, 17 anni fa, quali uomini della sinistra ti avevano affascinato. E tu mi hai risposto: ti dirò una bestemmia. Inizialmente pensavo che avesse classe quello magro magro, quello che sembra la morte cilecca. Chi era?
Fassino.
Fassino?
Mi piaceva perché io ho una attrazione fatale per le persone molto magre. Delle persone grasse non sentirai mai dire che hanno classe. Con quel culone! Invece una magrina…che classe…che eleganza… come porta bene i vestiti…E Fassino portava benissimo i vestiti. Sembrava un attaccapanni.
Una morte cilecca.
Al mio paese dicono così, la morte cilecca, uno magrino magrino che sembra che possa morire da un momento all’altro. Che anche una folata di vento se lo porta via. Signor Fassino, se lei è in ascolto si ricordi che io la stimavo allora e la stimo ancora adesso. Ma mica è morto vero?
No, non è morto. Mi hai detto: è talmente una morte cilecca che non sembra nemmeno di sinistra. Per essere di sinistra bisogna essere grassi?
Beh sì. Anche a sinistra magnano, hanno una fame storica.
Tu andavi alle feste dell’Unità?
Sempre. Ho guadagnato un sacco di soldi con le feste dell’Unità. Per questo pensavano che fossi proprio la bandiera della sinistra. E li si magnava.
Tu da giovane facevi militanza politica?
Sì, vendevo Famiglia Cristiana.
Ma non è militanza politica.
A me la politica piaceva, l’amavo, sentivo che era qualcosa di buono. Poi è stato rovinata. La politica in sé è bella, è buona, è utile. Sono gli uomini che rovinano tutto. Gli sciamannati che si comportano male. Gli incapaci soprattutto. Più dei ladroni.
Ti chiesi: dimmi il nome di un voltagabbana. Tu rispondesti: penso tutto il male possibile dei voltagabbana ma uno può cambiare idea.
Se domani, delusa da Berlusconi, andassi da un’altra parte, sarei una voltagabbana?
Sì.
No.
Per chi voti?
Non te lo dico. Magari non voto più per Forza Italia. Ma non sono una voltagabbana.
Lo so. Voti per Salvini!
No, non sono leghista ma potrei votare per lui. Ti dirò di più: non sono una estremista. Però ragazzi, in questo momento una lode lasciatemela fare per la Meloni. E’ una donna che stimo.
Poi abbiamo parlato dei tuoi amori. Ti attribuivano Ferrari, Enzo Ferrari, come amante.E tu mi hai risposto: a Modena lo pensano ancora.
Ferrari l’ho visto una volta sola, oggi potrei dire che basta anche una volta sola. Eh eh eh.
Perché hai visto Ferrari?
Gli piacevo come cantante e mi invitò a Maranello. Era un gran signore. Disse a tutti: la signora deve viaggiare in Ferrari. Io dissi: ingegnere grazie ma non mi ci vedo. Lui insistette. Lei deve viaggiare in Ferrari. Me la fece anche vedere la mia Ferrari, era carina. Me la voleva regalare. Forse, al massimo, avrei dovuto pagare il passaggio di proprietà.
E te ne sei andata in Ferrari?
Ma no. Poi qualcuno mi disse: ma che cretina, la potevi accettare e poi la rivendevi.
Un regalo non si rifiuta mai, è maleducazione.
No, no, si rifiuta, ho rifiutato e ho fatto bene. Lui magari pretendeva qualcosa, chessò, la bicicletta…
La bicicletta?
Non lo so…hai capito… non siamo mica bambini…
Non siamo bambini.
Ma no, lui era un gran signore…
Io, che sono un giornalista a schiena dritta, ti ho incalzato. Ho detto: tu due amanti li hai avuti, un politico e un grosso industriale. E tu: non è vero, però è vero che ho avuto uno sbandamento alla fine del mio matrimonio ed ho tradito mio marito. E mi congratulo ancora con me stessa per averlo fatto. Mi hai anche detto: ho avuto un sacco di corteggiatori importanti. Ed io, incalzante: me ne dica uno.
Uno che tutti dicevano che era tirchio, ma non era vero, Alberto Sordi. Ai tempi di Canzonissima mi mandava tanti fasci di rose bellissime. Mi ha corteggiata un po’ ma io non mi sono fidata di lui.
Pensa che meraviglia, un matrimonio Sordi-Zanicchi.
No, no. A desso posso dirlo, un certo corteggiamento c’è stato, ma leggero. Ma io sono scappata. Oggi non mi comporterei più così. Non scapperei. Hai capito?
Ho capito. Poi ti ho chiesto: altri spasimanti famosi? E tu: dai non è carino, e poi sono quasi tutti morti.
Adesso poi non ne è rimasto vivo nemmeno uno. Io ho avuto una storia buffa con Richard Burton. Eravamo a Palermo. Io dovevo debuttare con il grande Walter Chiari. Eravamo nello stesso albergo. Lui era lì con Sophia Loren e De Sica che dovevano girare un film. Siamo stati tutti assieme circa 10 giorni e questo Burton per fare arrabbiare Walter diceva che, prima del debutto, saremmo andati via. Io e lui. A Londra.
Facemmo il gioco della torre. Vespa o Costanzo. Ti ricordi chi buttasti?
Forse Vespa.
Giusto. In campagna elettorale Vespa non ti invitò mai.
Ci ero rimasta male. Glielo avevo chiesto e lui era scomparso. Ma l’ho perdonato. Chissenefrega.
E quella volta che avevi fatto la copertina di Playboy?
Con Paolo Mosca, il direttore, eravamo molto amici. Era andato molto bene quel numero lì. Però ti posso garantire che dove si vede qualcosina…
Qualcosina?
Dove si vede qualcosina sono foto che sono state un po’ ritoccate.
Una truffa.
Una truffa. Se per caso ti sei divertito con le mie foto, era una truffa. Eh eh eh
Che cosa dici, Iva!
Questa non la dovevo dire. Noi adesso siamo vecchi e abbiamo dei problemi, anche tu ne avrai qualcuno…
Parla per te.
Il sesso è come mangiare, come bere. E’ un fatto naturale, perché dobbiamo avere paura, vergogna, timore a parlare del sesso? Io sono olimpionica nel sesso. Ne faccio una ogni quattro anni.
Adesso devi cantare una canzone.
Ma no, dai, a quest’ora. Va bene: prendi questa mano, zingara. La canto ovunque.
A me piacciono La riva bianca, la riva nera, Il fiume amaro e La mia solitudine.
Eccola là. La mia solitudine sei tu, la mia rabbia vera sei sempre tu, ora non mi chiedere perché se a testa bassa vado via per ripicca senza te. Senti che voce bassa? Senza teeee.
Che meraviglia. Te lo ripeto: dovresti fare la cantante.
Me lo dicono tutti. Ma ormai è tardi.
ROBERTO: Ho una curiosità. Nel 1968 a Sanremo non hai vinto. Ti avevano proposto Canzone per te, di Bacalov, Bardotti, Endrigo e tu hai detto no. Se cantavi quella vincevi il tuo terzo Sanremo. Perché hai rifiutato?
Io stimavo moltissimo Umberto Bindi. Lui scrisse una canzone per me. Io la cantai malissimo. Avevo la bambina di 20 giorni e dovevo continuamente andare in albergo ad allattarla. Una canzone bellissima. Gli chiesi perdono.
Iva adesso i membri del nostro gruppo dei Cazzoni Stonati ti farà qualche domanda.
DOLORES: Nel 2019 lei ha scritto un’autobiografia. Perché?
Lo scrivere ti dà una gioia immensa, più della musica. Io scrivo come parlo. Quando scrivo riesco ad estraniarmi da tutto. Vivo intensamente. Ho sofferto anche nel ricordare la mia infanzia, quando eravamo poveri, ricordare la mia mamma, il mio papà, tutte le sofferenze.
E adesso?
Non lo dico a nessuno ma sto scrivendo il mio quarto libro. La storia di un nonno con il suo nipotino. E’ un libro un po’ presuntuoso. Mi ci sto appassionando. Io ho sbagliato tutto nella mia vita. Avrei voluto più istruzione, avrei voluto fare le scuole, che non ho fatto. Scrivere è un fatto naturale, lo si può fare anche senza tantissima istruzione. Ma se io avessi avuto più istruzione avrei voluto fare la scrittrice. Più che fare la cantante. Ha capito? Mi dà gioia.
Ti fai aiutare?
No, non ci sarebbe gusto.
Io ho letto tutti i tuoi tre libri.
Non ci credo.
Io leggo tutti i libri delle persone che intervisto. Pensa che ho letto tutti i dieci libri di Emilio Fede.
Sei ancora scosso?
Sono un po’ turbato.
RICCARDO: Quando Berlusconi intervenne in diretta durante la trasmissione tv di Gad Lerner in cui si parlava male di lui e le chiese di lasciare lo studio ed “uscire da quel postribolo televisivo” ricorda? Lei non uscì. Dopo vi siete confrontati sull’episodio?
La verità vera, pura. Una settimana dopo organizzarono una grande festa con tutti i parlamentari. Alcune parlamentari mi dissero: Meglio se non vieni, perché Berlusconi è molto arrabbiato. Io andai. C’era un grande uovo di Pasqua che si aprì ed usci una bellissima ragazza…
E te pareva…
Era una violinista che suonò un brano. Tutti ad applaudire in piedi. Io non mi alzai perché mi ero fatta male ad un piede. Berlusconi si girò e mi venne incontro. Tutti facevano ala convinti che Berlusconi mi avrebbe pubblicamente detto qualcosa perché era adirato. Lui si avvicinò e disse: Grazie Iva, come mi difendi tu, nessuno. Tutti rimasero di mer…di quella roba lì.
Ti è venuto in mente che ti stesse prendendo per il culo?
No, no, amore. Io gli dissi una volta, pubblicamente: lei può andare a letto anche con una capra ma la capra dovrebbe belare solo a letto non anche fuori dal letto.
CHIARA: La nostra room si chiama Cazzoni Stonate. Lei stonata non è. Ma è stata mai una vera Cazzona?
Eh, troppe volte, tantissime volte. La scorsa settimana all’Isola dei famosi, mi sono detta: sono stata proprio una bella Cazzona. Ho detto alcune cose che potevo proprio evitare. Nella mia vita di cantante ho fatto cazzate enormi. Quando mi invitarono al festival di Spalato, mi chiesero di cantare una canzone nuova con una ragazza del posto. Io dissi di no: come potevo fare ad imparare una canzone in un pomeriggio? Poi cantare in slavo! Ma cantai. E feci una figura di m. dicendo parole senza senso e andando dietro alla musica a caso. La peggiore figura della mia vita. Se ci penso mi viene ancora la pelle d’oca. Altro che Cazzona.
LUISA: Le chiedo sincerità. Ha sofferto a votare leggi le cui conseguenze sarebbero cadute sui cittadini?
Un paio di volte ero in disaccordo con il nostro capogruppo che era Mario Mauro. Come per esempio sulla vivisezione. Ma me la mettevano giù in maniera così insistente…Poi dopo stavo male. Capito?
ALESSANDRO: Che cosa è cambiato in tv e che cosa non ti piace?
Ora è tutto cotto e mangiato. Una volta le pietanze erano preparate con molta cura, curando bene tutti gli ingredienti. Oggi si va allo sbaraglio. Per cantare una canzone a Canzonissima io provavo una settimana. Luci, passi, non dovevi sbagliare nulla, la pettinatura, doveva essere tutto perfetto. Una professionalità se vogliamo anche esasperata. Oggi vai e non provi nemmeno. Oggi in tv, nei talk, parlano tutti, anche quelli che non hanno niente da dire, anche gli incompetenti. E’ tutto improvvisato.
Anche tu ti mangi un peperoncino prima di cantare, come fa Orietta Berti?
No, io no. Io SONO il peperoncino.
Tu sei l’aquila di Ligonchio. Ma Ligonchio non esiste più.
No. Che bella idea. Che bravi che sono stati. Con tutta la fatica che hanno fatto i nostri bisnonni per creare Ligonchio! Adesso lo hanno assemblato ad altri due comuni, pensando a non so quali ricchezze sarebbero arrivate nelle tasche dei ligonchiesi. Invece hanno tolto tutto, hanno tolto la farmacia, hanno tolto il municipio, toglieranno anche la Posta, e chi vuole fare un telegramma dovrà fare 30 km. Ma che bella trovata. Adesso è il comune di Ventasso.
L’aquila di Ventasso.
Sono incavolata come una bestia.
E’ successo anche a Roberto Chiodi. E’ nato a Marino. Lo chiamavano l’usignolo di Marino. Ma adesso Marino è diventato Ciampino.
Ragazzi, sono due ore che parliamo. Andiamo a dormire.
TUTTI: facciamo almeno un cento cento?
Cento, cento, cento, cento…
Cantiamo la sigla di chiusura.
E qual è la sigla di chiusura?
Zingara.
Nooooo.
TUTTI: Prendi questa mano zingaraa…
IVA: lasciate perdere ragazzi. Sembrate il coro della cappella sistina.
Vero. Una cosa penosa. Siamo proprio dei Cazzoni Stonati.
Complimenti. Spiritosi e mai noiosi.
La storia del Festival di Spalato non la sapevo (vivo metà anno da quindici) . Ne parlerò in un film documentario che degli amici triestini stanno preparando ed io gli fo da consulente. Saluti,