- 30 Luglio 2002
E’ stato uno dei protagonisti della vita politica della Prima Repubblica. E lo ha raccontato nel suo libro "Strettamente riservato". Poi è stato travolto da Mani Pulite. Circa quaranta processi che lo hanno visto spesso assolto, spesso prescritto, un paio di volte condannato, una volta in via definitiva, per la maxitangente Enimont. Adesso esce un secondo libro, "Dietro le quinte". Pieno di aneddoti, di curiosità, di retroscena. Paolo Cirino Pomicino, pseudonimo Geronimo: insieme a quelli di Bruno Vespa e a quelli di Giulio Andreotti, i suoi libri scandiscono la vita politica italiana.
Cirino Pomicino, che cosa è successo dal suo ultimo libro?
"Tutto. I partiti politici di massa sono scomparsi, la politica si è frantumata in senso personalistico, l?economia è stata colonizzata, i poteri dello Stato sono scesi in lotta fra di loro".
Dobbiamo rimpiangere la vecchia e vituperata Dc?
"Senta: se i maggiori leader italiani dovessero fare una fuga d?amore, i loro partiti scomparirebbero. Berlusconi, Bossi, Fini, Mastella, Bertinotti, la politica si è talmente personalizzata che senza di loro il loro partito non esiste più".
Ma almeno la corruzione è stata debellata?
"Prima c’era un finanziamento dei partiti che non veniva dichiarato e veniva sanzionato penalmente. Adesso quello stesso finanziamento, quando dovesse avvenire, non è più reato".
Io parlavo di corruzione, concussione?
"Siccome l?imprenditore A aveva finanziato il politico B, si metteva in galera A, il quale diceva che aveva corrotto, usciva, lo facevano patteggiare e processavano il politico B. Con questo meccanismo infernale si è vista ovunque corruzione. La differenza fra finanziamento non dichiarato e corruzione è molto debole. Io ho avuto una marea di assoluzioni. Se si sbaglia 31 volte o si è inetti o c’è del dolo".
Nel libro racconta che alle elezioni i seggi sicuri vengono venduti.
"E nessuno ha smentito. E’ il governo del danaro. Molti candidati danno lauti contributi per avere un seggio sicuro. Un miliardo, un miliardo e mezzo. E infatti il Parlamento è pieno di persone che con la politica non hanno niente a che fare".
Come funziona il meccanismo?
"Uno decide che vuole andare in Parlamento, comincia a fare il cortigiano col capo locale, il quale è convinto di avere in concessione il territorio e piazza i propri fedeli e i propri finanziatori. Come nel caso del mio amico Sergio Iannuccilli che raccontai a Berlusconi".
L’ho letto nel libro.
"Berlusconi disse: "Lo toglierò dalle liste". E infatti è stato candidato ed è stato eletto. In questo ultimo mese Sergio, per far vedere che è un vero politico, non fa che dichiarazioni, interrogazioni, interpellanze. Io sono contento. Una funzione educativa il mio libro l’ha avuta".
Questa seconda repubblica è molto nepotista, ha scritto.
"Ho fatto l’elenco di mogli, figli, nipoti candidati. Interi gruppi famigliari come quello di Pino Leccisi, mio carissimo amico purtroppo morto".
Se la prende con Gasparri. Dice: "Ogni volta che parla sembra sul punto di dare l’olio di ricino".
"Ho avuto uno scambio di battute piuttosto vivace. E lui per tutta risposta, chissà perché, ha attaccato mia figlia Ilaria. Che non conosce nemmeno e che non si interessa di politica".
Vota ancora Rifondazione sua figlia?
"Con difficoltà. Ma mio fratello era comunista. Vengo da una famiglia in cui la libertà delle opzioni politiche è permanente".
Torniamo al governo del denaro.
"Mi chiedo: è possibile avere un tasso di democrazia accettabile senza che gli Stati abbiano la gestione diretta di parte dell’economia? Le partecipazioni statali hanno consentito a questo Paese di investire in settori dove il privato non sarebbe mai andato".
Il libro contiene anche molte frecciate a Berlusconi. Non dedica più il suo tempo allo studio e alla riflessione, accentra tutto, i suoi ministri non contano niente.
"In passato il premier veniva aiutato dai vari ministri di settore, perché i ministri di settore erano leader politici. Quando invece sono persone che con la politica non hanno nulla a che fare, succede il contrario. Possibile che in tutta la coalizione non ci sia un possibile ministro degli esteri? Vuol dire che la coalizione è politicamente e umanamente debole. Tutta la vicenda del Patto per l’Italia l’ha dovuta prendere nelle mani Berlusconi, mica i ministri dell’Industria, del Lavoro, dell’Innovazione. Ai miei tempi si faceva il contrario".
Il caso peggiore qual è stato?
"Non faccio classifiche. Ma vedo l’amico Marzano, ministro dell’Industria, che arranca non poco. E il ministro per l’innovazione, Stanca, che cosa ha innovato? Lunardi? Lunardi non avvierà mai le grandi opere. Quelle che ha inaugurato, tipo alta velocità, non erano nemmeno del governo di centrosinistra, ma di quello prima ancora".
E questo plotoncino di avvocati personali che Berlusconi si è portato in Parlamento? Ghedini, Pecorella?
"Professionisti di grande valore. Non so fino a quale punto siano interessati alla politica".
Gliele dice lei queste cose a Berlusconi?
"Gliele ho dette".
E lui?
"Berlusconi è una grande energia solitaria che ha puntellato la nostra democrazia traballante. Ma il suo merito storico sarebbe decuplicato se attivasse un grande partito di massa democratico, dove i dirigenti si scelgono non per cooptazione ma per scelta della base".
Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia., ha detto che il problema di Forza Italia è che non tutti la pensano come Berlusconi.
"Il capo pensa per tutti. Questo è il dramma che si è consolidato non solo in Forza Italia ma in quasi tutta la politica italiana. Il frutto velenoso della personalizzazione della politica e della sua frantumazione".
I primi cento giorni di Berlusconi: "sgradevole sensazione di trovarsi di fronte a una restaurazione casereccia piuttosto che alla promessa rivoluzione liberale". Parole sue.
"Abbiamo avuto una serie di leggi che singolarmente prese sono legittime e giuste. Ma nell’insieme danno l’impressione casereccia del governo dei più forti".
Questo trascinarsi dietro il caso Previti e Dell’Utri non danneggia alla fine Berlusconi?
"Che dovrebbe fare? Sono parlamentari, fino ad eventuale condanna sono innocenti. Berlusconi ha fatto bene a non dare incarichi di governo né a l?uno né all’altro. Ma sarebbe stata una forzatura intollerabile non candidarli".
Esiste il regime?
"Esiste una deriva peronista. Populista. E non c’è mai un populismo che non abbia effetti devastanti anche sull?opposizione. L’immagine speculare di Berlusconi è Cofferati. Ideologizza lo scontro sociale e scatena l’applauso. Perché fa il populista".
Lei nel 92 ha chiuso con la politica.
"Amo talmente il Parlamento che fino a quando non saranno chiusi tutti i processi non vado nemmeno a prendere un caffè a Montecitorio. Qualche testimonianza bisogna darla. Io so che sono innocente, ma fino a quando non me lo diranno in tutti i processi tutti i magistrati non frequenterò il Parlamento".
Alcuni magistrati hanno già detto che lei è colpevole.
"Ma la condanna è per finanziamento illecito. Mica per corruzione e concussione. Ciononostante questo è il motivo per cui io non sarò mai più candidato".
Ma nel libro ce n’è anche per la sinistra?
"Descrivo scenari inquietanti in cui le responsabilità della sinistra italiana sono gravissime. E nessuno ne vuole parlare. Anche per questo motivo il mio libro va letto".
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