- 2 Ottobre 2001
Il miglior concerto dell’anno, quello di Fiorella Mannoia. Sono classifiche che valgono se uno ci vuole credere. Ognuno, poi, se le fa per conto suo. Ma intanto Fiorella Mannoia incassa il successo del suo tour estivo che l’ha vista protagonista in trenta piazze e teatri italiani e che finirà al Palavobis di Milano il 17 di questo mese. Un momento di tregua e parliamo di donne, di femminismo, di gelosia, di tradimenti. E di politica.
Cominciamo dal femminismo?
E’ stata la rivoluzione non cruenta più importante del secolo scorso. Ha influenzato tutte le donne, anche quelle che erano contrarie al femminismo. I vantaggi sono ricaduti su tutte.
Non sono state tutte rose e fiori.
Tutte le rivoluzioni portano con sé una parte di estremismo. E’ inevitabile. Quelle che si rasavano la testa. Quelle che urlavano slogan pesanti e volgari contro gli uomini. In tutte le rivoluzioni ci sono delle esagerazioni.
L’uomo è uno sconfitto?
Questa rivoluzione gli ha messo paura. Tutti gli stereotipi in cui è cresciuto sono venuti a mancare. E ora si sente un po’ disorientato. Basta pensare al corteggiamento.
Che cosa è successo al corteggiamento?
E’ scomparso. Sono le ragazze che fanno il primo passo.
Lei?
Io non lo farei mai. A me piace farmi corteggiare.
E’ fedele?
Si.
Ha mai tradito?
No.
E’ mai stata tradita?
Spero di no. Credo di no.
E’ gelosa?
Quanto basta. Ma non sono visionaria. Se il mio uomo, Piero, guarda un’altra donna, non mi preoccupo. Le donne belle si guardano. Le guardo anche io. Anzi, gliele indico.
Che cosa succederebbe se si sentisse tradita?
Non lo so. Mi darebbe fastidio scoprire un tradimento che dura da tanto. Ma il tradimento di una notte forse sarei capace di perdonarlo.
Le donne oggi stanno meglio?
Sono stati fatti tanti passi avanti. Ma tra i grandi del G8 non c’era una sola donna. I punti chiave del potere sono ancora maschili.
Che rapporto c’è fra canzone e politica?
Chi dice che l’ideologia deve stare fuori dall’arte lo dice perché ha un’ideologia diversa dalla tua. Io canto quello che sono.
Ma lei non scrive le canzoni che canta.
Però le scelgo. E rispecchiano quello che penso. Sto molto attenta alle parole perché la faccia ce la metto io.
Ha mai provato a scriverle da sola?
Ho provato. Ma è una dote che non posseggo. Non canto le banalità degli altri e non propino le mie. Per un po’ di tempo ho pensato che fosse una mancanza cantare cose scritte da altri. Ma adesso rivendico con orgoglio il mio ruolo di interprete. Ho fatto conoscere canzoni immeritatamente sottovalutate. Ho dato valore a qualche canzone più degli autori stessi.
Ha mai fatto politica attiva?
Qualche sezione l’ho frequentata. Però mi sento vicina a Nanni Moretti quando dice che non gridava slogan allora e cerca di mantenere una certa lucidità anche adesso. Ho un mio sito internet nel quale dico quello che penso con molta pacatezza, senza fare proclami.
Ha scritto un articolo anche su Micromega.
Se me lo chiedono non mi tiro indietro. A domanda rispondo.
E frequenta.
Che cosa frequento?
Le Feste dell’Unità, il concerto del Primo Maggio, le feste per Veltroni sindaco, il Gay Pride.
Se mi chiamano vado. Sono disponibile ad abbracciare una causa in cui credo.
Non è andata a Genova.
Per motivi di lavoro. Idealmente c’ero. Mi sono sentita in colpa per non aver portato il mio piccolo contributo e non essere lì a rischiare. E’ stata una presa di coscienza di massa che non avveniva da tanto tempo. Una splendida nuova voglia di partecipazione. Però…
Però?
Agnoletto e Casarini avrebbero dovuto capire che certe parole non vanno pronunciate. Io non mi sento rappresentata da Agnoletto e Casarini.
Nel suo sito critica Oliviero Diliberto, l’ex ministro della Giustizia.
Perché andò a ricevere Silvia Baraldini all’aeroporto. Mi è sembrato una maniera di sfruttare la situazione. Quella donna aveva sofferto abbastanza. Avrebbe dovuto andarla a trovare in carcere se avesse voluto sinceramente portarle la sua testimonianza.
All’aeroporto c’erano più telecamere.
Appunto, per questo non mi è piaciuto.
Alla sinistra non è dispiaciuto più di tanto.
Io l’indottrinamento non l’ho mai subito, né politico né religioso. Ho sempre voluto ragionare sulle cose. Con la mia testa. Se l’Unità scrive che c’è un asino che vola, io non dico che per lo meno svolazza.
Ma l’Unità le piace?
Si. Adesso è molto bella. Ho ripreso a leggerla.
Che cosa pensa di questi anni di governo di sinistra?
Non hanno saputo pubblicizzare ciò che di buono hanno fatto. E spesso non hanno saputo affrontare problemi cari alle persone. Mesi e mesi a parlare di Bicamerale. Mentre gli altri parlavano di tasse, di pensioni, cose che entravano nel cuore e nel portafogli della gente. E lo facevano con le bugie.
Chi le piace di più a sinistra?
Veltroni. Per bene, onesto, ci si può fidare, è l’unico che sa come rivolgersi alla gente. Mi sarebbe piaciuto che prendesse in mano le sorti dei Ds in questo momento.
Tra Bertinotti e Cossutta chi le piace di meno?
Bertinotti mi piace. Dice spesso cose con le quali sono d’accordo. Ma non posso perdonargli di aver fatto cadere il governo Prodi. C’era la fiducia della gente e una bella squadra che lavorava. Da quel momento è stata una escalation di sventura. E la colpa originale è di Bertinotti.
A destra chi le piace?
Non lo so. Ci devo pensare. Non mi viene in mente nessuno.
Le telefono domani?
No, è inutile. Non mi verrà in mente nemmeno domani.
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