- 5 Febbraio 2004
Forse è la mamma più famosa d’Italia, anche più di Rosa Bossi, mamma di Silvio Berlusconi. Rina Sgarbi è la mamma di Vittorio, il critico d’arte e il politico più controverso che abbiamo, l’uomo costantemente al centro di polemiche, di risse, soprattutto quando le telecamere televisive sono accese. Adesso Sgarbi sembra in un momento calante. Nessuno lo nomina più, nemmeno per insultarlo.
E lui ha smesso di gettarsi a corpo morto in qualsiasi polemica dove scorra del sangue. Rina continua a seguirlo con amore materno e a occuparsi di lui dalla sua casa di Ro Ferrarese, con annessa farmacia, dove immersa in un indescrivibile caos causato da 700 sculture e pitture e decine di migliaia di libri, si occupa dei destini del suo celebre figlio, scrivendo mail, smistando telefonate, comprando quadri, partecipando ad aste, copiando articoli e libri e inoltrandoli a giornali e editori. Rina, che cosa sta succedendo, Vittorio è diventato buono?
«Forse invecchia».
Non insulta più le poetesse al Maurizio Costanzo Show.
«Gli aveva detto tre volte asino, la poetessa. E lui le disse stronza. Fece bene. Glielo avrei detto anch’io stronza a quella là».
Una volta volevi tirare una sedia in testa a Federico Zeri.
«Zeri era un amico, era sempre qui da noi, affettuoso, carino. Quel giorno, a una sua conferenza su De Chirico a Ferrara, avevo perso la pazienza. Ma non volevo spaccargli la sedia in testa. Stavo solo spostandomi da una fila all’altra».
A Vittorio piaceva fare il sottosegretario.
«A dir la verità Vittorio sperava che Berlusconi lo facesse ministro. Ma Berlusconi evidentemente aveva preso i suoi impegni con Urbani, una persona che forse capisce di economia ma di beni culturali proprio no».
Perché Vittorio ha rotto con Urbani? Voglio la verità.
«Hanno cercato di ricomporre la lite. Ma qualcuno ha cercato di mettere zizzania».
Nome?
«Non lo dico».
Azzardo: Alain Elkann?
«Non scriverlo. Quello ci querela».
Vittorio ha litigato anche con Alain.
«Alain ha preferito rimanere con Urbani. Forse sperava che gli desse la direzione dell’Istituto Italiano di Cultura di New York. E invece no».
Anche con Berlusconi Vittorio non è più pappa e ciccia.
«L’ingratitudine. Vittorio si è beccato 250 querele per difendere Berlusconi e tutti i suoi, Previti in testa. Ho pagato qualcosa come un miliardo di lire per tutte le condanne».
Hai detto una volta: «Berlusconi dovrebbe vergognarsi».
«E lo penso ancora. Gliel’ho detto anche per telefono».
E lui che cosa ha risposto?
«Che Vittorio aveva offeso Urbani raccontando quella storia di Ida Di Benedetto».
Quando hai parlato con Berlusconi?
«L’ultima volta tre mesi fa. Vittorio voleva parlargli e lui si negava. Allora l’ho chiamato io. Ma lui non veniva al telefono. Mi rispondevano che era impegnato. Dio bono, mi sono venuti due nervi! Dissi: dica all’onorevole, non al presidente, all’onorevole, che se non ha voglia di parlare con la signora Sgarbi, abbia il coraggio di dirlo. È comparso subito. E io gli dissi: “Ma perché fa così? Una volta lei ci telefonava tutte le sere. Perché questo suo comportamento con Vittorio? Ancora Urbani? Ma allora si tenga da conto i suoi, io non so che cosa dirle”».
Berlusconi lo ha mai incontrato?
«Sì, mi ha anche abbracciato e mi ha detto che sua mamma Rosa era molto affezionata a Vittorio e guardava tutte le sue trasmissioni».
Come va con gli altri di Forza Italia?
«Con Scajola bene. Quando quest’anno c’è stata una segnalazione di minaccia di furto ha disposto perché i carabinieri controllassero la casa».
Una volta Vittorio era più mondano.
«Lo cercano ancora. Vogliono le sue conferenze. Ho tre richieste al giorno».
Prendeva quindici milioni per una conferenza, mi disse.
«Adesso prende 7.500 euro».
Quotazione stabile. Rimpiange i tempi in cui D’Agostino lo prendeva a schiaffi e Boso a calci nel sedere?
«Con D’Agostino ha fatto pace. Ogni tanto si vedono».
E con Boso?
«Non era mica antipatico quel tipo. Adesso Vittorio va d’accordo con la Lega. Bossi ci chiama spesso, ci saluta, ci abbraccia».
Non gli dici mai: Vittorio, datti una calmata, stai esagerando?
«Io approvo sempre tutto quello che dice e che fa».
Quando era piccolo, però, l’educazione era dura. Gli hai dato anche uno schiaffo.
«Una sola volta. Mio fratello Bruno invitava i suoi amici intellettuali, Bassani e altri. Vittorio si intrometteva nei discorsi. E perché questo? E perché quello? Alla fine gli ho mollato una sberla. Non me l’ha mai perdonato».
E una volta ha detto: «Odiavo mia mamma».
«Ma no. È che non lo accontentavo. Voleva un cappello da cow boy con la coda di pelo? Io gli compravo un cappello normale».
Eri una mamma soffocante. Gli pulivi continuamente le mani con l’alcol.
«C’era in giro la poliomielite. Ci furono cinque casi e noi avevamo la farmacia praticamente in casa. Lo inseguivo con la boccetta dell’alcol e lo disinfettavo in continuazione».
Gli vietavi di nuotare.
«Andava nei canali. I canali sono sporchi, luridi, pericolosi».
Antonio Ricci ha detto: «Sgarbi è stato ucciso dalla mamma che ne ha bloccato lo sviluppo».
«E io l’ho querelato».
Come è finita?
«Siamo ancora lì. Ci stanno chiedendo di fare la pace».
Era sveglio Vittorio da bambino?
«Voleva andare a scuola a cinque anni ma la maestra non lo voleva. “Se gli faccio fare la prima”, mi disse, “questo qui mi tormenta tutti gli altri”. Allora l’ho iscritto in seconda. Però in seconda era piccolino rispetto agli altri e mi tornava sempre a casa con gli occhiali rotti o un pugno sul naso. Lo picchiavano soprattutto i fratelli Manzoli. Io gli dicevo: “Non vorrai mica che ti venga a difendere io, vero? Comincia a difenderti da solo. Fatti valere coi fratelli Manzoli”».
Povero bambino.
«Un giorno mi tornò a casa con la faccia distrutta e i denti che gli ballavano. “Me lo hai detto tu che dovevo difendermi dai fratelli Manzoli”. I compagni per prenderlo in giro lo chiamavano “ucialìn”. Perché era miope».
Era un solitario?
«No. Mi portava sempre tutti gli amici in casa, compresi i fratelli Manzoli. Gli regalava tutte le sue macchinine. “Loro non se le possono permettere”, diceva».
Un mio collega, Angelo Aquaro, ha scoperto una pagella di Vittorio. Rimandato in matematica, latino, greco e ginnastica.
«Non credo proprio. Fu rimandato in matematica. Ma solo perché aveva fatto sparire il fanale della macchina del professore. Un’altra volta in scienze. E all’esame di riparazione il professore voleva bocciarlo. Gli chiese quante tonnellate di ferro venivano estratte in Amazzonia. Io corsi dietro al professore e gli dissi: “Ma le pare una domanda da fare?”. Alla fine lo ha promosso».
Poi lo avete mandato in collegio.
«Noi abitavamo a Ro Ferrarese, lui doveva studiare a Ferrara. Avevamo paura a lasciarlo tutto solo. Non ce lo ha mai perdonato questo fatto del collegio».
C’era anche Elisabetta.
«Vittorio era molto affezionato a sua sorella. Stava ore a guardarla e diceva: “Guarda come è bella mia sorella”. Lei invece era gelosa e lo graffiava».
Vuoi più bene a Vittorio o a Elisabetta?
«Vittorio ha più bisogno».
Elisabetta mi ha detto che si considera l’antipatica di famiglia.
«Elisabetta può difendersi più facilmente. Vittorio tende a prendere delle fregature. Bisogna aiutarlo».
Vittorio era mammone?
«Un pochino. Era attaccato a me perché lo capivo di più. Mio marito era più severo con lui».
Lo proteggevi anche dalle donne?
«Ma cosa vuoi che lo proteggessi dalle donne!”».
Mai?
«Certamente… lui aveva delle donne intorno… che secondo me… boh… beh… ho anche io le mie simpatie. Ne ho conosciute di rompiscatole. Quante volte Vittorio mi è tornato a casa pieno di graffi. Le donne sono gelose».
Una delle sue prime fiamme fu Teresa Rubin de Cervin.
«Simpatica, stupenda, era più vecchia di lui di nove anni però era di una intelligenza e di una volontà eccezionale».
Ti ricordi la sua prima cotta?
«La prima ragazza che mi ha portato a casa si chiamava Monica Bracardi, figlia di un grosso orefice di Ferrara, che poi ha sposato l’assessore alla Cultura».
Secondo te è un conquistatore?
«Ci sono queste donne che ti guardano… non so se ti sei accorto anche tu…».
A me non mi guardano.
«Non te ne accorgi, ma ti guardano. Voi due non siete brutti, siete uomini con una certa presenza, avete una buona posizione. Tu non te ne accorgi ma le donne vi corrono dietro».
Hai conosciuto Elenoire?
«L’ho vista poco. Non era brutta. Non dava neanche tanto fastidio».
Vittorio ha frequentato anche molte pornodive.
«Petra, Milly, Eva, Rosa Fumetto. Me le portava anche qui. Erano di una simpatia estrema».
È mai stato sul punto di sposarsi?
«Dice che piuttosto che sposarsi si fa prete».
E tu che cosa gli dici?
«Che sarebbe bene che lui avesse un punto d’appoggio nella vita al di fuori di me. Non so quanto vivrò ancora».
Sabrina Colle andrebbe bene?
«È un buon punto di riferimento. È una brava ragazza. Con lei vado molto d’accordo. Non rompe le scatole. Quando le telefono è sempre pronta. Non chiede niente, ha il suo lavoro. Le altre non facevano altro che pretendere di essere aiutate».
Hai mai litigato con Vittorio?
«Solo sciocchezze. Magari dico che un quadro non mi piace e lui dice che non capisco niente. Litigare seriamente è difficile. Vittorio è affettuosissimo».
È circondato da adulatori?
«Da sfruttatori più che adulatori. Gente che approfitta del nome di Vittorio. Durante le campagne elettorali non hai idea di quante persone si facevano dare soldi da lui. Vittorio è ingenuo, non sospetta mai di nessuno. Puoi portargli via le scarpe senza che se ne accorga. Sai che gli hanno appena fregato un cappotto di cachemire da venti milioni?».
Berlusconi è circondato da cortigiani?
«Urca».
Tipo?
«Bondi, con quella sua faccia da prete di cui non fidarsi perché non dice mai la verità. Era tutto dalla parte di là e adesso è passato dalla parte di qua. Un bel voltagabbana».
Chi non ti piace in televisione?
«Il figlio di Sofri, quello che faceva Otto e mezzo con Ferrara. Cercava sempre di intervenire per dire delle cose senza sostanza. Il padre invece mi piace. L’ho conosciuto. È un uomo di grande intelligenza. Veramente colto».
Questa è zona comunista. Hai mai votato Pci?
«No, da giovane mi piacevano i liberali».
Il voto più a sinistra?
«I socialisti non mi dispiacevano».
E adesso?
«L’ultima volta ho votato Forza Italia».
Chi ti piace degli altri partiti?
«Mi piace Bossi. E mi piace anche molto la mamma di Fini».
E Forza Italia?
«Mi piaceva ma non riesco più a capire cosa stiano facendo. Io sono più di destra che di sinistra però non capisco più niente».
Berlusconi ti piace?
«Mi piaceva di più prima».
Non puoi cambiare idea solo perché ha mandato via Vittorio.
«È tanto che non lo vedo. Mi sembra che stia passando un momento di stanchezza anche politica. Comunque passa strani momenti. Come questa storia di Bush, tutte queste balle».
I voltagabbana chi sono?
«Beh, non mi aspettavo che anche Gasparri votasse contro Vittorio in Consiglio del ministri. Abbiamo avuto momenti di freddezza. Poi siamo tornati amici».
Vittorio, politicamente, a che punto sta?
«Adesso c’è il fatto che non capisce bene qual è la situazione. Quelli di sinistra gli fanno la corte».
Chi per esempio?
«Un po’ tutti. Non ricordo i nomi».
Chi è che ha fregato Vittorio?
«Vittorio era sottosegretario e ora non lo è più».
Berlusconi?
«Mi aspettavo di più da lui».
Vi sentite traditi?
«Più che traditi, abbandonati. Quando è diventato sottosegretario Vittorio ha perso lo stipendio da europarlamentare, 23 milioni al mese. Io non lo avrei mai fatto ma lui è più idealista di me».
Vittorio è deluso dalla politica?
«No, no».
Mira ancora?
«Mira ancora. Vorrebbe fare il ministro. Berlusconi gli aveva promesso che gli avrebbe dato un incarico importante quando lo tolse da sottosegretario. Ma non l’ha mai fatto».
È vero che tu non gli dici le brutte notizie?
«È vero. Quando vedo che c’è un articolo che parla male di lui lo nascondo. Come quelli dell’Avvenire, dove c’è uno che scrive delle stupidaggini, o quelli di Famiglia Cristiana, che fanno pettegolume da preti».
Qual è l’ultimo affare che ha fatto Vittorio?
«Giorni fa ha visto un busto di terracotta da un antiquario. Lo ha comprato per dieci milioni. Poi, ingenuo com’è, ha detto all’antiquario: “Sa che questo busto è di Niccolò Dall’Arca?”. Ho dovuto correre come una pazza a Roma insieme alla mia amica Mita De Benedetti a ritirare il busto prima che l’antiquario ci ripensasse. Mi hanno già offerto un miliardo. Guarda questo Cagnacci, l’ho preso all’asta per 300 milioni. Adesso vale tre miliardi».
Vittorio ha paura delle malattie?
«Una paura terribile. Quando sono stata operata al cuore non veniva mai a trovarmi. Alain veniva a trovarmi tutti i giorni e Vittorio no. Poi un giorno ha messo la testa dentro e mi ha detto: “Ma non sei coricata, allora entro”».
Che vizi ha?
«Niente fumo, niente alcol, niente caffè. Niente».
Una specie di prete. Per star sveglio, per girare la notte e fare aprire musei e chiese come fa? Qualche pasticca?
«Niente. Quando si appassiona non dorme. È capace di saltare un giorno intero. A volte si butta sul letto senza spogliarsi e dopo due ore va in televisione».
Gira con l’autista?
«Ma certo. Dimmi tu come facevo a fidarmi. Un colpo di sonno… la macchina è terribile».
Gioco della torre. Uno solo. Urbani o Elkann?
«Butto Urbani. Non doveva trattare Vittorio in quella maniera».
Urbani non riesci a digerirlo.
«È uno che confonde Michelangelo con Raffaello».
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