- 25 Aprile 2001
Era una strana grande famiglia. La contessa Francesca Vacca Agusta, anni, il suo ex amante Maurizio Raggio, anni, il suo compagno messicano Tirzo Charazo, detto Tito, anni, la sua carissima e giovane amica Susanna Torretta, 29 anni. Vivevano, tra alti e bassi, nella splendida villa Altachiara, a Portofino. Fino a quando Francesca Agusta precipitò per 80 metri sulla scogliera sottostante.
Omicidio? Suicidio? Disgrazia? A chi andranno i molti miliardi dell’eredità? Ce ne è abbastanza per far scoppiare i resti della piccola affiatata comunità. Per Susanna Torretta, l’unica che non chiede soldi e che non è nominata nei testamenti, c’è anche un momento di notorietà. Panorama le dedica la copertina.
Allora Susanna. Sei diventata una star.
Mio malgrado.
Sembrerebbe il contrario.
Ho tentato in tutte le maniere di bloccare la copertina di Panorama. Io mi ero limitata a dare un’intervista a domande e risposte scritte.
Era una foto posata. Sembra quasi presa da un book per aspirante modella.
Era stata scattata tanti anni fa per far piacere a un’amica gioielliera che aveva bisogno di un catalogo. Non ho mai avuto la velleità di fare la modella. Sono una ragazza semplice io. Quella copertina ha dato di me una immagine completamente falsa, come fossi un’arrampicatrice, una profittatrice. Non è così. Francesca Agusta, che veramente era circondata da arrivisti, apprezzava in me proprio il fatto che non volevo arrivare da nessuna parte. E infatti non sono arrivata da nessuna parte.
Sei arrivata a Porta a Porta.
Ho risposto ad alcune domande telefoniche. Vespa ha commentato: “Pensavamo di sentirla prostrata”. Che cosa voleva? Che mi mettessi a piangere in diretta? Io non regalo le mie lacrime a nessuno.
In questa storia ormai si parla poco di sentimenti e moltissimo di soldi.
Qualcuno ha dimenticato.
Qualcuno chi? Siete tre. Tu, Maurizio e Tito.
Tito ha dimenticato. Io so come stavano le cose. Negli ultimi due anni ho vissuto molto vicina a Francesca. Mi fermavo spesso a dormire da lei. Lei si svegliava verso mezzogiorno, mi telefonava in ufficio, alle 5 mi passava a prendere e andavamo a fare la spesa insieme. Poi tornavamo a casa, mangiavamo, guardavamo la tv.
Perché ce l’hai con Tito?
Perché non riconosce più la verità. Si nasconde dietro a questa cosa che ha scritto Francesca…
Non è una cosa qualunque. E’ un testamento in cui Francesca Agusta lascia tutto a Tito.
Ma non è quello che la contessa voleva. Tito stesso, cinque giorni dalla scomparsa, firmò la transazione con Maurizio.
Strana cosa questa transazione.
Io ho visto Tito preso dallo sgomento, dalla tristezza, dal dispiacere, inginocchiato davanti a Maurizio. Lo abbracciava e piangeva e diceva: “Sei il mio unico amico”.
Adesso dice che si trattò di una estorsione.
La casa era piena di carabinieri per le indagini, si poteva fare una estorsione con il maresciallo nella stanza accanto?
Marcin , il maggiordomo polacco, intervistato da “Oggi”, racconta cose diverse.
Tutto quello che Marcin ha scritto in quella intervista è grossolanamente falso. Ognuno dice ormai quello che vuole. Di me ne hanno dette di tutti i colori.
Qual è la cosa che ti ha dato più fastidio?
L’accusa di arrivismo.
Hanno detto che sniffi cocaina, che eri l’amante di Francesca Agusta.
E’ stato terribile. Hanno dato della lesbica a me. E passi. Ma hanno dato della lesbica anche a Francesca che non può difendersi.
Perché credi a Raggio?
Perché adoravo Francesca. E Maurizio mi ha dimostrato di amare Francesca al di sopra di ogni cosa.
In questo momento, sembra amare soprattuto i soldi.
A Maurizio non interessano i soldi. Fu lui a mantenere Francesca dal ‘93 in poi quando Francesca aveva i beni bloccati dalla causa con il figliastro Rocky. Lui sta solamente cercando di fare applicare la legge.
La legge dice che l’ultimo testamento è quello che vale. E l’ultimo testamento dice: “Tito erede universale”. C’eri anche tu davanti al notaio. Eri testimone. Hai firmato.
Adesso vi racconto come è andata.
Brava.
Una cosa è ciò che Francesca voleva e una cosa era ciò che faceva. Francesca non sapeva più che cosa fare per attirare l’attenzione, per avere amore.
Cerca di essere più chiara.
In occasione di tutte e due gli ultimi testamenti, quelli favorevoli a Tito, Maurizio non c’era. Era via. Non voglio dire altro.
No, no. Parla. Facci capire. Francesca al notaio ha detto cose che non voleva dire?
Francesca sapeva il fatto suo, non era deficiente. Ma c’erano cose che faceva per vendicarsi.
Traduciamo: Maurizio la trascurava e lei per vendetta lo diseredava. Suo diritto.
Tutte le volte che Maurizio partiva e la lasciava sola, Francesca andava fuori di testa.
Ma Francesca non stava con Maurizio. Stava con Tito.
Tito non aveva personalità. Solo con Maurizio Francesca era serena. Quando Maurizio non c’era, capitavano sempre delle cose disastrose.
Tipo?
Perdeva il controllo di se stessa e si cacciava nei guai. Per anestetizzare il suo dolore si lasciava andare a cose che le facevano male. Tipo bere, tipo cose del genere…
Cose del genere?
Esagerava…per dimenticare…
Lei era ancora innamorata di Maurizio?
Un amore profondo, molto al di là della relazione sessuale che non c’era più dal 1995, quando purtroppo Maurizio l’aveva tradita con Adriana, una bella ragazza messicana. Poi Maurizio era finito in carcere e lei si era trovata sola con Tito, la persona incaricata di seguirla come una guardia del corpo. Si era invaghita di Tito, si era messa con lui. Ma senza Maurizio non poteva stare.
Ma stava con Tito o con Maurizio?
Francesca aveva il suo compagno ed era Tito. Ma poi aveva bisogno della presenza di Maurizio. Due cose diverse. Tito non si occupava di Francesca.
Però c’eri tu.
Francesca aveva una presenza incredibile. Girava con duecento milioni di gioielli addosso. C’era sempre il rischio che all’uscita di un locale qualcuno le desse una botta in testa e si fregasse i gioielli. O che incontrasse gente che non doveva incontrare.
Stai dicendo che Francesca si drogava?
Poteva stare quanto voleva senza far uso di cocaina. Ma le piaceva, per lei era un divertimento.
Vi drogavate tutti?
Io nemmeno a parlarne. Maurizio è un salutista: non beve nemmeno, figuratevi se si droga.
Resta Tito.
Era consumatore occasionale, ma solo di cocaina.
Tu non venivi invitata ad unirti?
Francesca non ha mai permesso che facessi uso di cocaina.
E allora che ne sai?
Ho assistito un paio di volte.
Come vi chiamavate fra voi? Avevate soprannomi?
Io la chiamavo Franci. Lei mi chiamava Susannina. Oppure con un nome buffo: Gelinda.
E gli altri?
Maurizio lo chiamava “topo”.
Francesca negli ultimi tempi era molto gonfia. Stava male?
Nell’estate del 99 era ingrassata molto. Una decina di chili. Disperata, era andata dal dietologo che le aveva fatto perdere dodici chili. Mangiava solo frutta e verdura. Quest’anno aveva preso di nuovo sei chili. Il dietologo le aveva prescritto delle pastiglie per la tiroide, Eutirox mi sembra. Lei ne aveva prese due o tre ma poi aveva smesso. Proprio perché la facevano gonfiare.
Hai un fidanzato?
Da quando mi sono separata da mio marito, in questi ultimi due anni no. Mi dico ogni volta: per quale motivo devo dare il piacere a qualcuno di uscire a cena con me? Io sono molto superba e ne pago le conseguenze. Perché sono sola. Ma sto bene così.
Francesca non cercava di farti sposare?
Si. Diceva: “Sei la mia ultima speranza. Tu ti sposi uno che vada bene anche a noi e poi arriviamo tutti da te. Io dicevo: “Mi piacciono gli uomini molto intelligenti”. E lei: “Non serve l’intelligenza negli uomini”.
Che tipo è Maurizio Raggio?
E’ buono e sensibile. Però è molto distaccato, freddo e duro. E’ uno che parla solo se deve dirti qualcosa e dice un decimo di quello che pensa.
Litigavi con Francesca?
No. Ma lei mi sgridava spesso. Una sera mi ha sgridato perché avevo detto che trovavo interessante Diego Della Valle. Mi fece un mazzo così. “Ma sei scema? Non capisci niente di uomini. Della Valle è brutto!” Oppure mi faceva cambiare se uscivo con una gonna troppo corta. Una volta mia sorella mi regalò un vestito di Gucci con una scollatura fino all’ombelico. Francesca mi fece una scenata. “Ma ti sembra il caso di andare vestita così?”
Strano ménage il vostro.
E’ vero. Tito sapeva che la sua donna non poteva fare a meno del suo ex compagno. Ma stressava Francesca quando stavano da soli. Quando andavano a dormire e si ritrovavano soli nella loro stanza lui le attaccava dei cazziatoni. “Ma perché lo chiami topolino?” “E perché parli sempre con lui?”.
Non aveva tutti i torti.
Spesso di notte veniva in camera mia e mi diceva: “Non ce la faccio più. Ogni volta che sono un po’ gentile con Maurizio, Tito mi fa un mazzo così”.
Quando Francesca ha fatto il suo ultimo testamento, quello che lasciava tutto a Tito, ci sei andata anche tu. Come stava? Era in grado di intendere e di volere?
Apparentemente era iperattiva e iperattenta a quel che faceva. Ma magari non era così. Io non lo so, Tito lo sa…
Che cosa stai cercando di dire?
Che non voleva fare realmente quello che stava facendo.
Però stava bene.
No, non stava bene. Mi sembrava alterata.
Qualcuno la costringeva a fare quello che non voleva?
Non voglio dire questo. Non era in lacrime, non sembrava che stesse firmando sotto costrizione. Ma era eccitata. Sembrava che non fosse convinta di quello che stava facendo.
Quando stavate a casa cosa facevate?
Guardavamo filmettoni d’amore alla televisione. Polpettoni micidiali. “Cuori ribelli” l’abbiamo visto venti volte.
Di che cosa parlavate?
Di uomini, di vita, di vestiti.
Di politica?
A volte. Lei ovviamente era di destra. E anche io. Tutte e due per Berlusconi.
Francesca non aveva figli.
Aveva avuto tre aborti. Il primo, procurato, quando rimase incinta del conte Agusta. Non era ancora sposata e aveva paura che qualcuno potesse accusarla di volerlo incastrare. Poi ne perse un altro del marito e infine uno di Maurizio. Aveva un forte senso di colpa per aver rinunciato al primo.
Che regali vi facevate?
L’ultimo che mi ha fatto è stato il biglietto per andare in Messico. Un viaggio che purtroppo non abbiamo avuto il tempo di fare. Io le avrei regalato prima della partenza uno dei costumi che produce la mia società.
Perché era ubriaca la sera della morte?
Per il solito motivo. Non riusciva a stare senza Maurizio.
Lei beveva champagne. Il suo adorato Kristal. Quella sera invece si era ubriacata anche di whisky.
Fu un fatto insolito. Come era insolito che attaccasse a bere alle 4 di pomeriggio.
Aveva preso anche delle pastiglie.
Sembra di sì. Abbiamo trovato un blister di Stinox. Ne mancavano una decina.
Aveva mai tentato di suicidarsi?
Si, quando scoprì il tradimento di Maurizio, nel ‘95. Con delle pastiglie. Si salvò vomitando ma il reflusso le infettò il polmone e dovettero operarla.
Quando uscì da quella portafinestra che cosa disse?
Niente. Non ce l’aveva con nessuno. Era solo terribilmente sbronza. Se cercavamo di toccarla lei diceva: “Lasciatemi stare”.
Tu sei convinta che sia stato un incidente?
Si, un terribile incidente, anche se questa cosa della porta non me la spiego.
Cioè?
Francesca era uscita dalla portafinestra della sala del camino. Tito racconta che Francesca la sbattè talmente forte che rimase incastrata e che lui non riuscì ad aprirla per inseguire Francesca. Ma quella porta, un quarto d’ora dopo, Teresa la cameriera l’ha trovata aperta.
Quattro giorni prima di quell’8 gennaio Francesca ebbe un grosso litigio con Tito.
Fu una lite tremenda. Francesca cominciò a urlare: “Non lo voglio più vedere. Sbattimi fuori di casa quel messicano!” Anche lui urlava e la insultava. Lei gli tirò il telefono in testa: “Vai via di qua, morto di fame”. Poi lei andò a dormire e lui dormì sul divano.
E i giorni dopo? Pace armata?
Le passò. Succedeva sempre così. Un giorno di depressione e poi tutto come prima.
Ma allora si amavano.
No. Non era più amore.
E che cosa era? Sesso?
Noooo. Era affetto, abitudine, compagnia. Me lo disse anche Tito. A novembre eravamo andati a ritirare la Bmw X5 che Raggio aveva comprato per Francesca. Il viaggio di ritorno Francesca lo fece con Maurizio ed io con Tito. Geloso per questa macchina che Maurizio aveva comprato a Francesca, Tito si sfogò con me. “Sono stufo, non ce la faccio più, io non l’amo più Francesca, in casa non conto niente, i padroni sono loro due. O le cose cambiano o me ne vado”.
Quindi non c’era amore fra loro.
Di grande amore in questa vicenda ce n’è uno solo. Quello fra Maurizio e Francesca. Testimoniato da fatti e da scelte di vita. Lei che se ne parte col beauty case e sparisce per quattro anni, da latitante, per seguire lui. E lui che sacrifica tutta la sua vita per lei. Spendendo miliardi.
Perché continui a vivere a Villa Altachiara?
Perché in quella casa c’è tantissimo di Francesca. Fino a qualche giorno fa pensavo che la mia presenza potesse essere di aiuto alle incomprensioni fra Tito e Maurizio. Ma ormai non servo più. Me ne andrò presto, tornerò a casa mia.
Chi c’è adesso a Villa Altachiara?
Noi tre. Io, Maurizio e Tito.
Così, tranquillamente?
Certo.
E quando incontra Tito?
Lo saluto. Lui non mi risponde.
Come fate a vivere insieme ancora?
La casa è grande. Tito viene solo a dormire. Io e Maurizio qualche volta mangiamo insieme.
Scusa se torniamo alla storia della transazione. Non è proprio convincente. Si potrebbe pensare anche a un altro scenario, in via teorica naturalmente. Maurizio, visto il testamento tutto per Tito, gli dice: “Se io lo impugno si va avanti per anni. Se facciamo metà per uno incassiamo tutto e subito”.
E’ credibile. Ma non è successo così.
E allora perché Tito ha cambiato idea?
La solita vecchia, stupida, ridicola gelosia. In tutta questa storia il portavoce nostro era Maurizio, il grande amore della contessa era Maurizio, le lettere di condoglianze arrivavano a Maurizio. Tito no. Ha ricevuto solo due lettere minatorie. Alla fine gli sono girate le scatole. Adesso si è perfino rinconciliato col fratello di Francesca, Domenico.
Avevano litigato.
La notte della disgrazia. Vennero quasi alle mani davanti ai carabinieri.
Per che cosa litigarono?
Per i fogli olografi, non firmati, non validi, che Francesca aveva lasciato sul tavolino del suo studio.
Che se fossero firmati sarebbero l’ultimissimo testamento di Francesca.
Io avevo visto questi fogli nella camera di Francesca, nel pomeriggio. La sera, qualche ora dopo la scomparsa, parlando con Domenico al telefono gli dissi: “Oggi ho visto dei fogli che sembrano proprio un testamento, non vorrei che…” E lui si preoccupò molto.
Aveva paura che volesse dire suicidio?
Era preoccupato di quello che c’era scritto. Mi disse: “Valli a prendere e poi me li dai”. Io andai di sopra ma non c’erano già più.
Chi li aveva presi?
Tito. Gli dissi: “Li vuole Domenico. E lui: “No, no, Francesca l’ha lasciati per me. E’ tutto mio. E’ tutta roba mia”. Poi arrivò Domenico, gli chiese i fogli e ci fu la rissa.
Alla fine Tito ha tirato fuori i fogli.
Si, arrivarono i carabinieri e dissero: “Fermi tutti. I fogli li prendiamo noi”.
C’erano buoni rapporti tra Domenico e sua sorella?
In due anni che ho frequentato la casa di Francesca, Domenico è venuto due volte. La cognata una volta. La nipote Lorenza non è mai venuta. Il nipote Federico è venuto un po’ di più. Si prendeva un milione e se ne andava.
Tutte le volte che Federico veniva qui beccava soldi?
Un milione, mezzo milione. Ogni volta. Tutti volevano soldi da Francesca. Il 15 dicembre Domenico chiese alla sorella 15 milioni per il dentista. Francesca era stufa marcia. Mi disse: “Si fa sentire solo quando ha bisogno di soldi”.
Le voleva bene. E poi dove andava se non stava con lei?
Ma si faceva mantenere.
Era a tutti gli effetti un mantenuto.
La notte della disgrazia, avete telefonato anche a Guido Consigli, il proprietario dello Schooner. Per cercare Francesca.
C’è un’inchiesta parallela, per la quale ho l’obbligo più assoluto di riservatezza. Posso dire solo che è un locale che non avevamo mai frequentato tranne il 23 e il 24 dicembre.
Guido era conosciuto. Era rimasto coinvolto in una storia di droga.
Infatti io chiamai il locale di Guido quella sera. Fra le mille possibilità c’era anche quella che Francesca fosse uscita di casa.
In accapatoio?
Magari si era infilata una tuta ed era scappata via. Tre giorni prima lo aveva fatto.
Fatto cosa?
Non era in sé. Si era infilata una tuta e una pelliccia e era scesa a sfregiare la Porsche di Maurizio scrivendoci sopra con una chiave “Ladro”.
Perché avrebbe dovuto andare allo Schooner?
Perché Tito e Francesca avevano comprato della cocaina in quel locale. Ho pensato che, depressa com’era, ne cercasse ancora.
Ti rimproveri qualcosa?
Credetemi, sembrerà una cosa romantica, idealistica e stupida, ma vorrei essere morta io al posto di Francesca. E che adesso voi foste qui a parlare con lei di Susanna, quella sua stupida amica caduta da una scogliera.
Potevi fare qualcosa per salvarla?
Avrei dovuto per una volta farmi coraggio e osare di prenderla e chiuderla a chiave in una stanza. Questo si. Dire a Tito: “Ma vuoi occuparti della tua donna invece di stare lì fermo come un pirla? Se il mio compagno avesse fatto una fine del genere io mi sarei ammazzata un attimo dopo di lui.
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