- 18 Marzo 1993
Nella corsa al recupero di tutto ciò che non sia omogeneizzato, comincia ad ottenere ottimi riscontri di critica il Tg di Emilio Fede. E’ lagnoso, romanzato, piagnucoloso ma ha una sua identità, è riconoscibile nella marmellata delle news. Un risultato considerevole per un giornalista nato nella Rai della lottizzazione.
Fede, che cosa sarebbe la vita senza il gioco, il whisky e le belle donne?
“Era una cosa che avevo detto a Enzo Biagi…”
Sì.
“Visto che ho una buona memoria? Non sono ancora rintronato.”
E allora?
“Ho soltanto amato belle donne, io. Ho sposato una bella donna. Che io abbia avuto successo in campo femminile è vero. lo sono il primo giornalista che ha fatto spettacolo. Il primo giornalista che usciva dal mezzobusto e diventava busto intero. Ero giovane, ero anche bello.”
E il gioco d’azzardo?
“E una malattia professionale. Stavo facendo un’inchiesta sui casinò. Mi fermai un attimo allo chemin-de-fer e vinsi 17 milioni. Da quel momento non so quanto ho perso.”
Una malattia che le è costata parecchio. Un processo… Anche se è stato prosciolto ha dovuto rinunciare al posto, ai soldi, al seggio europeo…
“Mi ero presentato come indipendente nelle liste del Psdi. Il baratto era che io, una volta eletto, mi sarei dimesso e sarei diventato vicepresidente della Rai. Niente di tutto questo. E ho perso un contratto con l’olio Cuore di 600 milioni.”
Ha nostalgia della Rai?
“Il primo anno alla Fininvest è stato difficile. Poi ho potuto stabilire il rapporto diretto con Berlusconi ed è diventato tutto più facile. Oggi è un momento felice. Berlusconi, Galliani, Confalonieri sono stupendi da tutti i punti di vista. lo poi aggiungo il mio amore per Berlusconi…”
Lei ama Berlusconi?
“Non sessualmente, ovvio. Gli sono grato per avermi riportato a galla dopo lo scandalo del gioco d’azzardo. E’ un uomo di una estrema gentilezza. «Emilio, scusa se ti disturbo.,.». «Dimmi presidente».-«No, guarda, mi dispiace di disturbarti». «Ma non preoccuparti, presidente». «C’è la partita». «Ma certo». «Grazie».”
Comunque lei era il direttore dell’informazione Fininvest. Un giorno il presidente ha dovuto avvertirlo che non lo era più…
“Sì. Era molto imbarazzato.”
Si ricorda che parole usò?
“Mi disse: «Ho deciso di prendere Mentana, Tu lo conosci bene?». «Sì. Lo conosco bene. Per me è troppo giovane. Però siccome tu vedi lontano forse hai ragione tu».”
E lui?
“Lui mi guardò, ebbe un momento di riflessione e mi disse: «Tu non ti devi preoccupare. Tu sei una star. E io sono un uomo giusto».”
Però avrebbe potuto darle il Tg5…
“Lui per Canale 5 voleva un telegiornale più ufficiale. Lui mi considera un conduttore.., un direttore… umorale. Di guerra. Che piange, che ride. Che piace alle donne.”
Quindi anche lei pensa che non sarebbe stato giusto?
“Non sarei stato giusto. Non so poi se sia giusto Mentana.”
Mentana ama Berlusconi?
“Non lo so. Come non so se Berlusconi ama Mentana. Come non so se Berlusconi ama me. Potrei dire che Berlusconi mi vuole bene.”
Quando era direttore del Tg 1 i politici facevano pressioni su di lei?
“Flaminio Piccoli, segretario della Dc, mi chiamava una sera sì e l’altra pure.”
Dava degli ordini?
“Dava degli ordini.”
Lei avrebbe potuto non obbedire…
“Se io non avessi obbedito, lui avrebbe chiamato il direttore generale, Willy De Luca che mi avrebbe dato l’ordine al quale io avrei dovuto obbedire.”
Quali altri politici le telefonavano?
“Spadolini, Fanfani, Longo. Martelli voleva comandare. Una volta mi convocò nel suo ufficio.”
E lei ci andò?
“Io chiamai Craxi ad Hammamet.”
E Craxi che cosa disse?
“Urlò: «Quello è uno stronzo. Tu non devi andare da lui».”
E lei?
“Io non ci andai.”
Riceveva raccomandazioni?
“Continuamente.”
Dieci al giorno?
“Di più.”
Chi faceva raccomandazioni?
“Mi ricordo Pierre Carniti che era all’epoca segretario della Cisl. Mi raccomandò, ed io assunsi, Barbara Scaramucci, che adesso sta al Tg3.”
Pertini le telefonava?
“Sì, quasi sempre furibondo, Un giorno mi disse: «Senta lei, io oggi sono andato al Csm e lei mi ha ignorato. Mia moglie ha guardato il Tg e mi ha detto: “Ma allora quando sei uscito dove sei andato?”».”
Lei fa il Tg della lacrima, del dolore…
“Sì. Aldo Grasso ha scritto che io faccio il Tg tenendo una cipolla sulla scrivania…”
È d’accordo?
“Sì.”
Giuliano Ferrara dice che lei «si addentro con gioia nel dolore».
“Una frase bella, bellissima. Che uomo intelligente Ferrara…”
Professionalmente lei preferisce Il dolore?
“Sì.”
Si addentra con gioia?
“Sì.”
l.e piace la disgrazia?
“Non sono io a fare saltare i treni o a provocare i maxitamponamenti per nebbia. Ma visto che ci sono, io mi addentro. Solo nel caso di Cocciolone e Bellini sono stato felice che fossero vivi, Se fosse arrivata la notizia che erano morti io mi sarei dovuto dimettere. Per fortuna erano vivi…”
Lei era contento per la sua carriera…
“Sì.”
Lei fu il primo a dare la notizia dello guerra del Goffo.
“
aspettando con gioia…
“che scoppiasse
Lei ha detto: la guerra è come una scopato.
“Anche Bocca ha detto che la guerra è bella.”
Lei è narcisista?
“Dal punto di vista professionale sì. Dal punto di vista fisico, no. Non mi amo. Io la mattina, quando mi alzo, prima di accendere la luce nel bagno mi insapono
Chi sono i peggiori giornalisti italiani?
“E’ difficile… Pionati, Orefice…”
Perché loro due?
“Sanno di velina. Poi Baudo”
Non è un giornalista…
“Va messo ugualmente fra i peggiori.”
E’ vero che lei dorme abbracciato con il cuscino?
“Lavoro anche abbracciato ad un cuscino. Così.”
Così?
“Quando scrivo a macchina sto così, quando parlo sto così.”
Sempre così, con questo cuscino?
“Mi collega all’infanzia della mia seconda figlia, Vera… Sembra che sia bisogno di affetto. lo soffro molto di solitudine.”
Ma lei è sposato…
“Mia moglie vive a Roma ed io a Milano. E mi sento solo. Non ho una persona con cui uscire, fare una passeggiata e raccontare la mia vita. Io esco da qui e torno a casa. Non conosco night. Non vado al cinema. Mi guardo le cassette a casa. Vivo con un cameriere africano con il quale non posso scambiare pensieri e riflessioni. Il cuscino significa mancanza di affetto.”
O magari insicurezza…
“La notte scorsa ho sognato che ero morto, ero vicino alla mia bara e continuavo a dire: «Mi mettete da qualche parte?» E intervenuto Berlusconi che ha detto: «Mettetelo nel mausoleo».”
Questo sì che è un buon rapporto con l’editore. Lei se lo sogna anche Berlusconi.
“Noi due scherziamo molto spesso con la nostra età, con la vecchiaia, con la morte.”
Le è simpatico Mentana? Sia sincero…
“In fondo è buono. E per certi aspetti mi diverte.”
Quando fu «dimesso» da direttore del Tg 1 lei guadagnò un sacco di soldi…
“Sì. Ma me li sono giocati.”
Li ha persi tutti?
“Tutti.”
Lei è amico di Craxi?
“Un anno fa avrei risposto: «No. Lo conosco soltanto». Oggi siccome io so che cosa vuol dire cadere, rispondo: «Sì, sono amico di Craxi».”
Ma dica semplicemente la verità…
“Io non parlo con Craxi da un anno. Non sono mai stato a pranzo con lui. Io non sono mai stato socialista di tessera. Sono socialista di idee.”
Vedo alle sue spalle una fotografia che la ritrae con Bettino…
“Appunto. lo gli parlo e lui guarda da un’altra parte, capito? Amicizia non è il termine giusto per il nostro rapporto. Non nego però che l’uomo sul piano umano esercitava nei miei confronti un certo carisma.”
Che cosa le piaceva in lui?
“Mi piaceva l’uomo che risultava forte, determinato. Era uno statista. E poi qualcosa ha fatto.”
Per Berlusconi sicuramente.
“Esatto. lo lavoro in una azienda che deve la sua vita in gran parte a Craxi. Chi ha fatto il decreto per far vivere la Fininvest?”
Adesso è sistemato male…
“E’ implicato in una vicenda grave, drammatica. Ma sono implicati anche altri. Se io e lei rapiniamo due banche diverse ed io trovo 10 mila lire, e lei trova due milioni, possiamo dire che io non sono rapinatore perché ho trovato solo diecimila lire?
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