- 16 Giugno 1994
Ceravamo quasi abituati alle sue provocazioni ma adesso che Vittorio Sgarbi è entrato nel Palazzo, ed è diventato presidente della commissione Cultura, finirà di fare il guastatore? Si intrupperà nella disciplina del grande partito di maggioranza?
«Anche prima ero in un partito di maggioranza. Ero nel Pii. Ma era un partito piccolo e senza disciplina. Forza Italia invece è un partito grande e con una disciplina interna legata al leader Berlusconi».
Vita dura quindi…
«Io non ho rispettato mai nessuna disciplina e non la rispetto nemmeno adesso. Ma essere indipendenti nel Partito liberale era facile. In Forza Italia è più difficile».
Ci hai mai provato?
«Non c’è mai stata l’occasione tranne che sulla nomina di qualche ministro…».
Chi non ti andava bene?
«Matteoli, Fisichella, Poli Bortone».
Tu preferisci la televisione alla politica…
«In questa fase transitoria la televisione è per me più importante di un ministero. La mia opera non è compiuta».
La tua opera?
«Sì, devo ancora vigilare su alcune cose. Solo quando tutto si sarà assestato potrò andare in un ministero».
Ma su che cosa vigili?
«Anche se ha vinto il Polo della libertà, continuano gli arresti facili oppure l’Antimafia a garanzia di una sola parte».
Chiarisci meglio questo concetto dell’Antimafia
«Se
Però il giudice che ha consentito di fare la conferenza stampa in aula a Riina ti va bene.
«Riina non ha detto: “Violante, Caselli e Arlacchi vanno uccisi”. Ha detto che sono comunisti».
Classico metodo mafioso per indicare i bersagli.
«Sarà anche un classico mafioso ma i nomi che poteva indicare. anche se non li indicava, erano quelli. Non so se li ammazzeranno mai, ma i mafiosi sanno che i nemici sono quelli. Non c’era bisogno che Riina glieli indicasse. Lui ha detto una cosa ovvia».
Che cosa pensi del vostro alleato Bossi?
«Bossi è l’unico vecchio fantasma che è arrivato al nuovo».
Lui dice che i vecchi siete voi.
« Bossi cerca di dimostrare che Forza Italia è solo un ricambio del vecchio per rimanere l’unica forza nuova in campo. E spera che qualche iniziativa della magistratura incrimini Berlusconi. Basta incriminare Berlusconi…».
E cade tutto?
«Temo di sì. Non so immaginare come Forza Italia possa vivere senza di lui».
Quando incontri un forzaitaliano che cosa fai?
«Lo sfotto».
Perché?
«Perché e orgoglioso di essere di Forza Italia. E’ un tifoso. Mi hanno anche mandato il kit del presidente. Ma l’ho restituito».
Ti hanno accusato di assenteismo. Ti sei difeso sostenendo che sei malato di mattina e sano di pomeriggio…
«Verissimo».
E pensi che la gente ci creda?
«Succedeva anche a Proust. Non puoi costringere Proust a scrivere di mattina».
Stare nella stessa maggioranza della Pivetti dà fastidio a un laico come te?
«Non mi pare accettabile che al vertice della Camera ci sia una persona convinta che ci sia una sola fede, e che Dio sia il motore del mondo. Per questo sono uscito dall’aula e non ho votato la Pivetti, come chiedeva
Hai dichiarato che la più bella parlamentare è
«No. Ne ho parlato anche con
Lei era delusa?
«No, delusa no, ma avrebbe preferito un voto pieno».
Sei corteggiato in Parlamento?
«In Parlamento c’è una caduta dello stimolo sessuale. Non è clima per erotismo. Come se avessero paura di uno scandalo».
La sinistra ce l’ha molto con il «traditore» Guidi, ministro della Famiglia.
«E una vendetta di chi usa metodi di Stalin. Se tu tradisci, ti trovano i dossier, le carte compromettenti».
Altra polemica: Buscaroli contro gli omosessuali.
«Buscaroli è il più intelligente saggista italiano. E’ un uomo di grande valore. Però è bizzosissimo, bizzarro, incontrollabile».
E’ una bizzarria dire che i gay vanno chiamati froci…
«Battute da caffè che sono state fatte passare per battute fasciste. Discorsi come quelli che abbiamo fatto anche noi quindici anni fa. Quindici anni fa contro i finocchi si è detta qualunque cosa. Adesso c’è un po’ più di prudenza, che lui non ha avuto».
Ha detto che vuole i lager per gli omosessuali.
«Sì, ma è l’estensione paradossale di un pensiero da caffè. Una cosa del genere poteva dirla anche Trombadori».
È vero che sono sessanta i dipendenti Fininvest che sono stati eletti al Parlamento?
«Non avendo un partito, Berlusconi ha bisogno di uomini che diano le stesse garanzie di disciplina e di fedeltà che danno i funzionari di un partito. Con un vantaggio malizioso: che ha fatto il bene dell’azienda, perché fa pagare dallo Stato gente che dovrebbe pagare lui. Anche in questo Berlusconi è stato abile. Ha candidato i suoi, se ne è garantito la fedeltà, e ha smesso di pagarli. Una bella operazione».
Insomma, deputati-dipendenti.
«Beriusconi avrebbe potuto fare un partito con Sgarbi, con Panne!la, con Ferrara, persone con una loro autonomia, Invece no: ci sono Previti, Dotti, Calligaris, tutte persone che orbitano nel suo stesso luogo mentale. Vuol dire che non è interessato all’elaborazione di una ideologia, ma al funzionamento di una macchina».
Chi è il più ascoltato da Berlusconi oggi? Ferrara?
«Secondo me Ferrara non è mai stato ascoltato dal presidente, se non sul piano tecnico-politico, come per esempio l’idea di andare a dare la mano a Napolitano. Questioni di galateo politico».
Ma quella storia del milione di posti di lavoro…
«Credo che sia una coincidenza fortunata tra una crescita economica inevitabile e il suo spirito d’avventura. Se Berlusconi non vince ha una sola possibilità: morire oppure venire ucciso, entrare nel mito di un’azione incompiuta come James Dean, Gérard Philipe, Evita Peron, quei personaggi che diventano immortali perché muoiono nel momento giusto. Morire sarebbe perfino augurabile».
Pensi che Berlusconi gradirà questo augurio?
«Voglio dire che morire è meno faticoso. Se fai quattro film e poi muori, certo hai perso la vita però non ti sei rotto le palle a fare duecento film che magari sarebbero stati in parte anche fallimentari. Morire è augurabile non rispetto alla persona ma rispetto al mito».
E se Berlusconi non muore?
«Berlusconi non morirà. E allora è destinato a vincere. Uno che ha costruito tutte le sue azioni vincendo sempre, attraverso situazioni anche apparentemente impossibili, su questa questione così grossa non può perdere. E impossibile».
Tu sei amico di Berlusconi…
«Siamo molto amici. Nonostante i conflitti che pure abbiamo avuto…».
Per esempio quando invitasti i telespettatori a non comprare più la Barilla, mettendo a rischio un contratto di 8 miliardi.
«Lui mi telefonò soprattutto perché era scioccato dalle minacce quasi fisiche che gli avevano fatto i Barilla nei miei confronti. “Se tu continui con quella storia”, mi disse, “quelli chissà che cosa fanno. lo li ho visti fuori di testa”. Era preoccupato per la mia incolumità».
Non ti ha mai sgridato?
«Mai. Mi ha solo chiesto una volta di smetterla di trattare male un collega».
Chi?
«Andrea Barbato. Mi disse: “I comunisti mi attaccano sempre. Solo Barbato è molto civile. Ti
prego quindi di non attaccarlo più. Lui mi telefona che è disperato perché tu lo aggredisci”».
Altri interventi?
«Un altro, di segno opposto. Quando io sostenevo Craxi contro i giudici, mi telefonò per dirmi di smetterla perché non ce ne era proprio bisogno».
Quanto guadagni?
«Quando sono arrivato in Parlamento mi sono reso conto che ero il più ricco dopo Agnelli, con un miliardo e mezzo di imponibile Irpef. E’ il bello della televisione: consente un guadagno molto alto. E in un tempo molto breve. Per questo non ho rinunciato alla televisione».
Ferrara ha fatto la scelta opposta…
«Perché ha una passione politica superiore alla mia e perché vedeva la sua immagine consumarsi. lo sono come Forza Italia: valgo il 25% di ascolto. Ferrara è al 5%. E’ un
partito minore».
Questo è il primo governo con due piduisti e un aspirante piduista…
«Si rimprovera a Berlusconi l’ipotesi piduistica perché è a destra. Nessuno rimprovera la stessa cosa a Costanzo, portabandiera dei progressisti».
Concludendo?
«Concludendo, la P2 non è criminale né per Berlusconi né per Costanzo».
Non sarà criminale ma non era certamente legittima.
«Sarebbe giusto se nella P2 non ci fosse stato Gervaso. La presenza di Gervaso rende tutta la cosa comica».
Ma allora che cosa era la P2?
«Un’associazione che serviva per raggiungere il successo. Era lo stimolo di Gervaso e credo anche quello di Costanzo».
Tu hai raggiunto il successo senza la P2.
«I fessi non si contano».
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