Maria Cuffaro - (letta 13.209 volte)

«Per una notte farò la prostituta». Maria Cuffaro, redattrice di Sciuscià, il programma di Michele Santoro, avverte i telespettatori e si tuffa nell’ avventura. Complice è una prostituta tedesca, nome di battaglia Dorotea, che la porta a casa sua e la veste. Minigonna e top di pelle d’ordinanza, con tante borchie. Sono più le cose scoperte di quelle coperte. Dorotea, già che c’ è, le dà anche qualche lezione di sesso mercantile. Tira fuori da un armadio un grande fallo di gomma e le spiega che le sue prestazioni sono quasi tutte false. Gli uomini credono di penetrarla ma in realtà si accomodano in una tenera cuccia formata dalle sue mani. E anche il sesso orale è finto. Anche quello è semplicemente manuale. Una truffa. «Ma noi tedesche facciamo tutte così», le spiega. Poi dà una dimostrazione pratica. E non contenta fa fare la stessa cosa a Maria Cuffaro, prima nella parte della donna poi nella parte dell’uomo. Quindi tutte e due giù in strada ad adescare clienti. Il tutto in onda sui Rai 2, lunedì scorso.

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Pippo Baudo - (letta 23.497 volte)

Storia di una risurrezione. Di una doppia risurrezione. Pippo Baudo: due volte nella polvere e due volte sull’altare. Adesso, per sua fortuna, è sull’altare. E mi racconta come è andata. Come è triste finire a terra come una ruota sgonfia. Come è rivelatore dei veri valori della vita e dei veri amici. Parliamo degli anni della gavetta, naturalmente, e dei voltagabbana.
Ma quello che segue è lo sfogo di un presentatore che la gavetta la fa in continuazione e ogni volta comincia da zero. E che i voltagabbana se li vede passare accanto, un giorno salutando festosi e il giorno dopo facendo finta di non vederlo.

Pippo, che cosa significa baudismo?
"Essere sempre presente, apparire troppo in televisione".
E tu apparivi troppo?
"Nulla in confronto a quello che avviene oggi. I baudisti sono altri. Strisce quotidiane non ne ho mai fatte. Non le reggo dal punto di vista fisico. Lerner, Biagi, Vespa sono eroici, hanno una forza superiore".

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Francesco Cossiga - (letta 7.857 volte)

SAN PAOLO E’ IL PROTETTORE DEI VOLTAGABBANA. HA CAMBIATO IDEA SULLA VIA DI DAMASCO

Il 13 gennaio 2001, alle 9,30, al Baglioni Carlton di Milano, incontro Francesco Cossiga, vecchio volpone della politica italiana, uno che ha coperto tutti i posti chiave dello Stato, che ha conosciuto tutti i fasti e tutte le miserie della politica italiana. Francesco Cossiga, ai tempi in cui cominciavo questo mestiere, veniva scritto sui muri con la K. Kossiga. Qualche volta con le svastiche al posto delle due "S". Adesso molti di quelli che giocavano con la "K", siedono con lui in Parlamento, dirigono giornali, sono dei maitre a penser della destra. Hanno cambiato idea. Ho il sospetto che sia stato lui a sollecitare questa intervista affinché si parli anche della sua ultima idea, le cravatte dei Quattro Gatti che ha fatto fare, artigianalmente, dal suo amico Eddy Monetti. Quattro Gatti sta per la frase che viene usata sempre per dire il seguito politico che ha l’ex presidente della Repubblica. E infatti dietro la mia intervista, su Sette, seguirà un pezzo sulle sue cravatte.

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Maurizio Belpietro - (letta 15.042 volte)

Una volta si diceva: il ‘Giornale’ di Montanelli. Poi si diceva: il ‘Giornale’ di Feltri. Quando si cominciò a dire : il ‘Giornale’ di Maurizio Belpietro tutti prevedevano che sarebbe crollato. E molti se lo auguravano. Invece si è rafforzato. ‘Quando entrammo in questo giornale, io e Feltri, era il gennaio del 1994. Si sentiva molto la presenza di Montanelli’, ricorda Belpietro.
Avevate paura di quello che avrebbe fatto il grande Indro?
‘Sapevamo che se Montanelli fosse andato a fare un quotidiano brutto come il ‘Giornale’, con la linea politica del ‘Giornale’, con la grafica del ‘Giornale’, avremmo avuto la vita dura. Ma Montanelli scelse di fare un quotidiano fantasioso, lezioso, che si inventava tutti i giorni copertine con Berlusconi in orbace, cose bizzarre, da ‘Manifesto’, e ci lasciò il campo libero. I montanelliani rimasero con noi. In compenso si portò via i redattori consentendoci una grande ristrutturazione incruenta. Vittorio ed io eravamo strafelici. Se ne fossero andati altri dieci’’.
Quanti se ne andarono?

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