Antonio Pennacchi - (letta 19.461 volte)

Antonio Pennacchi pone dei problemi di deontologia. È uno scrittore operaio. Quello che allo Stenditoio, in mezzo al fior fiore dell’intellettualità di sinistra, ha dato una scossa a un sonnacchioso dibattito. Ha cominciato presentandosi come «leninista-marxista-stalinista». Ha proseguito dicendo che «i giudici so’ ‘na massa de fiji de ‘na mignotta». Alle rimostranze del filosofo Vattimo, ha detto: «Ah Vattimo, vedi d’annattela a pijà ‘n der culo». Quindi, dopo avere difeso D’Alema «perché è er mejo che ci avemo», ha concluso: «Tanto lo so che fate come cazzo ve pare». Immaginate il parapiglia. Fratello di Gianni (ex Servire il popolo, giornalista prima della Stampa e adesso del Giornale), fratello anche di Laura (ex sottosegretario al Tesoro con Prodi, diessina così dura da essere considerata la Thatcher Ds), Antonio usa un italiano piuttosto colorito. Che fare? Come tradurre il suo linguaggio in maniera da eliminare rischi di querele e non disturbare i lettori sensibili? Innanzitutto l’ho tradotto quasi tutto in italiano. Poi ho cassato il 99 per cento delle parolacce sostituendole con BIP, capirete perché. Quell’uno per cento che rimane, vi prego, sopportatelo. «Lei lo sa vero che io non sono molto entusiasta che lei sia qui a rompermi i BIP», ha esordito. Me ne vado? «No. Queste cose servono. Uno scrive libri e non se lo fila nessuno. Poi un giorno manda affanculo Vattimo e te vengono a cercà tutti». Pennacchi, mi sembra un po’ agitato. «Sabelli, che pretende?! Ognuno fa il mestiere suo! Lei fa l’intervistatore e io faccio l’intervistato. Avrò il diritto d’esse un po’ agitato, no?». Basta che cominciamo. «Cominciamo».

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Alessia Marcuzzi - (letta 10.113 volte)

Vittorio Sgarbi l’ha querelata. Vuole da lei un miliardo perché si sente diffamato. Diffamato da lei e dalle altre Jene che da un po’ di tempo lo hanno preso di mira. Allora, Alessia Marcuzzi, ha messo da parte i soldi per pagare Sgarbi?

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Denise Pardo - (letta 13.632 volte)

L’ha chiamata "Affettuosità giornalistiche". È una piccolissima rubrica in cui Denise Pardo, ogni settimana, nella sua pagina dedicata ai mass media sull’Espresso, racconta l’adulazione, spesso incrociata, che alberga fra i giornalisti italiani. "Ma quanto è bravo Tizio!", dice l’Adulatore-Redattore, dimenticando di precisare che Tizio è il suo direttore. "Ma come scrive bene Caio", insiste l’Adulatore-Redattore, dimenticando di ricordare che Caio ha appena scritto la stessa cosa di lui. I lettori, naturalmente, non capiscono che cosa c’è dietro queste "affettuosità". Ma Denise Pardo è lì, pronta a mettere nero su bianco quello che tutti i giornalisti, famosi pettegolieri, continuano a dirsi nei corridoi. E così è diventata una specie di vendicatrice degli inciuci nascosti. Tanto da costringere gli adulatori mascherati a modificare i loro comportamenti per paura di finire sotto la sua lente. Alcuni continuano a farlo ma avvertono. Come fa spesso il Foglio. "Sappiamo che finiremo in "Affettuosità giornalistiche". Ma non possiamo fare a meno di?".

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Rita Montella - (letta 41.967 volte)

Dalla tribuna Monte Mario dell’Olimpico ha visto suo marito, Vincenzo Montella, 27 anni, segnare quattro goal alla Lazio. Cosa mai successa in un derby romano. Per Rita, 26 anni, un delirio. Ogni goal saltava su, urlando come una matta. Poi una settimana trionfale, da moglie dell’ottavo re di Roma.

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Sergio Romano - (letta 21.676 volte)

Adulare, lusingare, sviolinare, incensare. Gli italiani lo fanno. E lo fanno bene. Il leccapiedi è una professione, talvolta un hobby. Senza distinzione di censo, di ceto, di posizione sociale. Stare vicino al potente, scodinzolargli attorno, fa godere della luce riflessa. Il potente è il sole, l’adulatore è la luna. Compresi gli intellettuali? Sì, compresi gli intellettuali. Anche loro hanno un buon rapporto con la piaggeria. «È stato più volte detto che l’intellettuale italiano vuole essere sempre alla corte del principe. Ma io credo che ci sia qualcosa di diverso. Gli intellettuali hanno bisogno di sentirsi portatori di un messaggio generale, pensano che la loro sia una missione sacerdotale», spiega Sergio Romano, una volta ambasciatore, oggi editorialista, polemista, saggista.

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Simona Ventura - (letta 12.417 volte)

Meglio Sanremo o il dopo Sanremo? “Io sono molto ambiziosa. Avrò tempo, un domani, di condurre il Festival. Ma nel frattempo c’è Pippo Baudo. E allo stato attuale il dopo Festival è più nelle mie corde”. Simona Ventura, bella, simpatica, intelligente, sta dando le ultime aggiustatine alla sua trasmissione sulle notti sanremesi.

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