- 20 Novembre 2003
Non c’è diatriba, in casa An, che non veda i giornalisti precipitarsi in casa di Donna Assunta, la vedova di Giorgio Almirante, per raccoglierne il verbo. Donna Assunta non si fa pregare. Per ognuno ha una bella dichiarazione, libera, controcorrente, coraggiosa. Una manna per i giornalisti. “Giorgio Almirante non l’avrebbe fatto”. Oppure: “Mio marito sarebbe stato d’accordo”.
Salvo poi dire, spesso, che i giornalisti hanno esagerato, travisato, equivocato.
Sa che dicono di lei? Che è la Bocca della Verità.
“E’ vero, è vero”.
Dicono che quando si accorge dei danni, però, diventa democristiana e ritratta.
“Non rinnego mai quello che dico. Ma se dico buongiorno e lei scrive che ho detto buonasera!”
Vediamo. Che cosa pensa di Gianfranco Fini?
“Ragiona, riflette, ed è dotato di una grande virtù, la pazienza”.
In una recente intervista ad Alessandra Longo ha detto che non conta niente e che è subalterno a Berlusconi.
“Io avevo detto che è paziente, non subalterno”.
Che cosa pensa di Pino Rauti? Ha avuto molti battibecchi con lui.
“Non ho mai avuto battibecchi con Rauti”.
Leggo: “Rauti è un finto oppositore, è un irresponsabile che porta il partito sugli scogli”.
“Queste frasi non le ricordo. Ricordo che avevo battagliato contro di lui a un congresso”.
Morale?
“Non ho grande simpatia per lui. Non amo gli estremi”.
Qual è l’estremo in lui?
“Io detesto i tedeschi, per esempio, proprio li detesto fisicamente”.
Rauti che c’entra?
“No, per dire l?estremo che detesto”.
Torniamo a Fini. Alla sua prudenza.
“E’ eccessivamente educato. Di fronte a gente come Bossi, che l’educazione non sa dove stia di casa, bisognerebbe essere meno educati. Quando ascolto Bossi mi vengono i brividi. Come è possibile che un ministro parli e si comporti come lui? Io Bossi lo afferrerei per la giacchetta e gli darei due cazzotti”.
Bossi ha anche dei meriti.
“La vivacità politica. Ma quando comincia a gridare “Roma ladrona” mi fa saltare i nervi e giro subito la manovella del televisore”.
Che cosa avrebbe detto Giorgio Almirante di Bossi?
“Non lo avrebbe nemmeno guardato. E mai gli avrebbe dato un posto come ministro”.
Sul voto agli extracomunitari lei è d’accordo con Fini?
“D’accordissimo”.
“D’accordissimo?
“Insomma. Questi islamici un po’ di preoccupazione me la danno. Il crocifisso è una brutta storia”.
Dica la verità, il voto non glielo darebbe. Lei è con Bossi.
“E’ vero. Non glielo darei il voto”.
Con Fini lei ha sempre avuto alti e bassi. Sulla svolta di Fiuggi ne ha dette di tutti i colori.
“Su Fiuggi lo critico ancora. Che bisogno c’era? Il Msi era un partito democratico al massimo”.
Donna Assunta, era l’erede del fascismo!
“Chi non è stato fascista in Italia?”
Fiuggi ha sdoganato il partito, l’ha portato al governo.
“Almirante aveva fatto la costituente di destra, aveva fatto entrare comunisti come Plebe, monarchici come Trantino e Covelli, partigiani come Giacchero. Prima di Fiuggi Fini stava diventando sindaco di Roma. Col Msi, non con An”.
E allora perché Fiuggi?
“I consigli? la gente nuova che voleva entrare… tutti questi democristiani che avevano perduto la loro casa e ne cercavano un’altra? che volevano essere rieletti?”
A Fiuggi c’è stata una svolta storica. Il riconoscimento del valore dell’antifascismo.
“Non ricordo niente del genere”.
Senza Fiuggi sareste ancora all’opposizione.
“Se Giorgio Almirante fosse vivo sarebbe Presidente del Consiglio. E Umberto Bossi non sarebbe ministro”.
Che cosa pensa di Teodoro Buontempo?
“Ha un problema di coerenza”.
Lei una volta disse: “Ne avessero gli altri partiti di gente come Buontempo”.
“E’ uno capace di cambiare dalla sera alla mattina”.
Disse anche: “E’ solo un attivista che si da molto da fare. Dicono che faccia il saluto romano ma io non l’ho mai visto”.
“Effettivamente non l’ho mai visto fare il saluto romano”.
Non è che sia una gran colpa.
“Il saluto romano è igienico. Non sopporto le mani sudate”.
Eventualmente ci sarebbe il pugno chiuso. Lei lo fa il saluto romano?
“Mai fatto”.
Mai?
“Mai”.
Donna Assunta, è poco credibile.
“Che ragione avevo di farlo?”
Una semplice: suo marito.
“Mio marito non faceva il saluto romano”.
Questa poi!
“Guardi le fotografie. Non vedrà mai Giorgio col braccio teso. Alzava la mano, così, come fosse un semplice saluto, ciao ciao”.
Ciao, ciao. Almirante.
“Come si salutano i giovani nei night”.
Effettivamente. Ciao, ciao.
“Lei vede mai i giovani nei night che si stringono la mano?”
Fini e Casini sono gli eredi di Berlusconi. Lei per chi tifa?
“Uno vale l’altro. Ammiro Fini ma ammiro moltissimo anche Casini”.
Lei è pacifista.
“Sono sempre stata contro la guerra all’Iraq”.
In An non sono pacifisti.
“Sono pacifisti, ma hanno coerenza e senso di responsabilità. Se un alleato ti chiede aiuto si interviene”.
Lei era favorevole al divorzio.
“Favorevolissima”.
Almirante era contrario.
“No, Almirante era favorevole. Ma il segretario del partito, Michelini, aveva preso impegni con la Dc”.
Poi Michelini morì. Almirante divenne segretario. E fece, lui divorziato, la campagna per l’abrogazione del divorzio.
“L’esecutivo del Msi lo aveva messo in minoranza”.
Voi dell’estrema destra non avevate stampa molto favorevole.
“Ci fu un ritratto tremendo fatto da Giancarlo Perna sul Giornale”.
Scrisse che lei vestiva suo marito, lo trasformava in un gagà.
“Non si parla male di un uomo che non si può difendere”.
Non era un’offesa.
“Mio marito aveva altri pensieri per la testa. Allora ci pensavo io. Lui la mattina si rimetteva quello che si era tolto la sera. Perfino lo smoking a volte”.
Quando lo ha conosciuto, come andava vestito?
“Malmesso. Trasandato. Sembrava un profeta. Barba lunga, camicie stranissime, un impermeabile nero che indossava sempre e dovunque. E’ stata la prima cosa che ho buttato. Poi ho buttato tutto. Aprivo il suo armadio e buttavo”.
E si inventò il doppiopetto.
“Gli stava benissimo. Litrico mandava un suo uomo a prendergli le misure all’ora di pranzo”.
Era proprio negato?
“Del tutto. Spesso arrivava a casa con delle scarpe larghissime”.
Rubava le scarpe?
“Viaggiava in terza classe, di notte. La mattina si metteva le prime scarpe che trovava nello scompartimento. Arrivava a casa e mi diceva: “Ma sai che queste scarpe mi vanno larghe?” Spesso alla Camera sbagliava il cappotto e si prendeva quello di Forlani. Oppure tornava a casa con il cappello di un deputato siciliano, mi sembra si chiamasse Martorano”.
Perna ha anche scritto che Giorgio Almirante era un farfallone.
“Farfallone che cosa vuol dire?”
Con le donne.
“Ma per carità di Dio, non ne aveva il tempo”.
Magari quelle notti nello scompartimento di terza classe.
“Perché accusare un uomo se gli piacciono le donne? Oggi gli uomini stanno con gli uomini, le donne con le donne. Se un uomo va con una donna è meglio. Ma non mi tradiva. Aveva paura che lo cacciassi di casa”.
La sua bella casa, meta dei ragazzi del Msi.
“La Russa, Gasparri, Tremaglia, Fini, Marcio, Pazzaglia, Storace, Trantino, Fragalà. Come figli, allegri, simpatici”.
Quanti ricordi. Diamo le pagelle. La Russa.
“Intelligente, capace, volitivo. Mi piace perché gli piacciono le ragazze. Come piacevano al padre”.
Gianfranco Fini.
“Capace, affettuoso”.
Storace.
“Era sempre qui. Mio marito si fidava moltissimo di lui. Bravissimo, affettuosissimo, sempre disponibile. Un gran lavoratore”.
Gasparri.
“Serio, lavoratore”.
Alemanno.
“Bravo, lavoratore”.
Tutti lavoratori.
“E’ un piacere vederli oggi inseriti in importanti posti di governo”.
I più scapestrati?
“Mah, Storace, i fratelli La Russa, Alemanno. Non si tiravano indietro, non erano ragazzi di sacrestia. Amavano la sfida. Storace è ancora quello con maggiore temperamento. A Bossi non glie ne fa passare una”.
Però quando Storace ha dato la colpa a Bossi per la sconfitta alle provinciali romane, lei ha detto: “No, la colpa è vostra”.
“Non stanno più in mezzo alla gente. Pensano che si possa fare tutto con la televisione”.
Come Berlusconi.
“Berlusconi è un uomo che lavora”.
Tempo fa lo aveva definito tracotante.
“Non ricordo. L’avrà scritto il giornalista. Io non l’ho detto”.
Mi ricorda la sua vita da bambina?
“Normale, felice, a Catanzaro, niente di particolare”.
Ha sposato un barone.
“Un marchese. Il marchese De Medici, persona di primissimo ordine, ottima famiglia. Io avevo 17 anni, lui 49”.
Lei lavorava in un consorzio agricolo.
“Mai. Io non ho mai fatto l’impiegata. Sono stata sempre una donna ricca di famiglia”.
Lei era fascista da giovane?
“La famiglia del mio primo marito era monarchica, anzi liberale. Ma tutti votavamo per un parente democristiano, l’avvocato Salvatore Foderaro”.
I suoi miti? Le sue canzoni?
“Avevamo il culto della cucina. Io suonavo e cantavo benissimo”.
Quali canzoni?
“Le sapevo tutte. Poi con Giorgio, in macchina, si cantava spesso. Ma lui ci riempiva di canzoni militari, o montanare. Quel mazzolin di fiori che vien dalla montagna. La nostra canzone era “Vogliamoci tanto bene, amore mio”, Renato Rascel”.
Come ha conosciuto Giorgio?
“A casa del conte Sabatini, un comune amico. E poi di nuovo a Roma dove io andavo per fare acquisti. Una mia amica mi aveva chiesto di aiutarla a trovare una raccomandazione per un concorso presso il parente deputato Foderaro. Io le dissi: “Guarda che Foderaro noi lo chiamiamo onorevole promessa, perché promette promette e poi non fa niente. Piuttosto proviamo con Almirante?”.
E Almirante?
“Almirante la raccomandò. E la mia amica vinse il concorso”.
Birindelli una volta disse …
“Non mi parli di Birindelli per favore”.
Disse: “Assunta è la Regina Madre”.
“Io risposi: “Sono Regina Madre e me ne vanto”. Anzi sono Imperatrice Madre. Il popolo missino è mio”.
Disse anche: “Birindelli è un povero vecchio, fra un po’ renderà l’anima a Dio”.
“Mi ha querelato”.
Dagli torto.
“E’ finita a tarallucci e vino”.
Perché non le piaceva Birindelli?
“Tentò di cacciare mio marito dalla segreteria. E poi con altri 25 missini scissionisti se ne andò a fare la ruota di scorta della Dc”.
Con Covelli, Roberti, De Marzio. Voltagabbana?
“Quando Giorgio stava male, in clinica, Roberti venne e mi disse: “Fammelo vedere, devo chiedergli perdono”. Io gli dissi: “Abbiamo un filo di speranza che si possa riprendere. Se ti vede muore”.
C’è un altro voltagabbana fra i vostri.
“Chi?”
Misserville.
“Dolente di smentire. Misserville non è un voltagabbana”.
E’ andato a fare il sottosegretario del governo D’Alema.
“Aveva chiesto, come gli spettava, la vicepresidenza del Senato. Il partito gliela negò. Lui disse basta e se ne andò nell’Udr. Al governo c?è stato meno di sette giorni, il tempo di mettere la foto di Mussolini sulla sua scrivania al ministero della Difesa”.
E’ peggio un voltagabbana o un adulatore?
“E’ peggio il voltagabbana. Le parole dell’adulatore sfumano. Sono una donna che ha girato il mondo, che ha incontrato lo Scià di Persia, l’imperatore del Giappone. Cosa può farmi un adulatore?”
L’errore della sua vita?
“Ho fatto sempre scelte giuste”.
Ha sempre votato Msi e An da quando ha conosciuto Almirante?
“No. Quando ci siamo presentati alle Europee insieme a Mario Segni, sulla scheda ho scritto: “Evviva Almirante”. Voto nullo”.
Politicamente, la sua famiglia?
“Tutti votano An, ma solo Luca, il figlio di mia figlia Marianna, ha scelto la politica. Io gli ho finanziato 30 mila manifesti con la foto di lui insieme al nonno Almirante. Ed è diventato consigliere di circoscrizione”.
Lei parla sempre del testamento di suo marito. Lo usa spesso quando non
è contenta dei suoi. Quando la fanno arrabbiare dice: “Tiro fuori il testamento”.
“Io non parlo mai di nessun testamento”.
L’ho letto almeno tre volte.
“Volevo dire che apro gli archivi”.
Ci apra gli archivi.
“Posso avere anche una mia vita privata, o no?”
Suo marito appartiene alla storia, o no?
“Ma che cosa è questa? Una confessione?”
L’intervista è sempre una confessione.
“Tutto ha un limite”.
Lei vede la televisione?
“Poco. La signora Ciampi ha ragione quando parla di televisione deficiente”.
Qualcosa che le piaccia?
“Seguo parecchio Porta a porta. E anche Ballarò. E anche Santoro mi piaceva. E anche Marzullo è simpatico. E anche Pippo Baudo è bravo. Costanzo mi piace, ma prima era meglio. Quella orrenda serata con l’islamico. Adulato e ricercato da tutti quell’Adel Smith!”
Chi le piace a sinistra ?
“D’Alema. E’ uno che di politica ne ha masticata parecchia”.
Mentre Fassino le piace un po’ meno.
“No. Mi piace pure Fassino”.
Del quale ha detto: “Sembra uno che non sa dove andare”.
“Voi leggete male”.
Mi conferma almeno che Rutelli “è troppo perfettino”?
“Certo. Sembra confezionato. Un bambolotto”.
Lei è salottiera.
“Mi invitano molto. Boncompagni, Orsini, Angiolillo. Non c’è salotto romano dove non sia stata”.
Lei si è battuta perché non togliessero la fiamma dal simbolo.
“E mi batto tuttora”.
Però gliela hanno rimpicciolita.
“Se me la fanno sparire rifaccio il Msi e mi prendo tutti i tre milioni di voti”.
Gioco della torre
“Cos’è?”
Io le dico due nomi, lei ne butta giù uno dalla torre. Metaforicamente. Poco poco. Storace o Alemanno?
“Nessuno dei due”.
Cominciamo bene. Rossella o Mimun?
“Mi sono simpatici entrambi. Fede quando dice di avere questo grande affetto per Berlusconi mi commuove. Rossella invece è un adoratore di donne, gli piace la bella vita, è un signore”.
Di Pietro o Santoro?
“Salvo Santoro. Di Di Pietro mi è rimasto impressa la scena di Forlani, una persona onesta, trattato come l’ultimo dei delinquenti”.
Alessandra Mussolini o Daniela Santanché?
“Alessandra mi piace molto. Ma anche Daniela si comporta benissimo. E’ una signora, e sta lavorando molto bene”.
Ha dimenticato di averci litigato? Disse: “La Santanché non entrerà mai alla Camera”
“Lei aveva detto: basta con donna Rachele”.
Daniela Santanché se la prese con lei perché è una terrona.
“Il suo protettore Ignazio La Russa è più terrone di me”.
Ricorda di averle rinfacciato il calendario porno?
“Siccome lei si era riferita a Donna Rachele che faceva le tagliatelle io le risposi che preferisco una donna che fa le tagliatelle a una che fa i calendari nuda”.
Non sembra un bel rapporto.
“Daniela mi ha mandato una lettera di scuse e ha querelato il giornalista del Giornale che aveva scritto quelle cose”.
Sempre colpa del giornalista. Lei crede alla Santanché?
“Certamente non al giornalista”.
Non capisco se ste interviste riabilitano e mettono l ultimo chiodo sulla bara
[…] detesto i tedeschi, per esempio, proprio li detesto […]