- 13 Febbraio 2002
Fra qualche giorno saprà se la squalificheranno per doping. Maurizia Cacciatori, 28 anni, la più bella, la più brava e la più famosa giocatrice di pallavolo italiana sta vivendo giorni di tensione. “Era un diuretico, un medicinale”, si è difesa. Ma l’accusa ha chiesto 13 giornate di squalifica. “Sono serena”, dice Maurizia. Ma si sente che è nervosa. Maurizia, lo sport fa bene o fa male?
Al di là delle vittorie, degli scudetti, delle coppe che sono sicuramente cose stupende, tutto quello che io ho imparato l’ho imparato dalla sport. Ho girato il mondo, ho conosciuto tantissime persone.
Questo è l’aspetto sociale. Poi c’è l’aspetto fisico. Edy Ottoz, il grande ostacolista italiano, descriveva l’atleta come “mens nevrotica in corpore patologico”.
Oddio. Io la vedo in maniera diversa. Ci sono i dolori fisici, stare sempre in palestra non è facile, vai incontro a tante patologie e a piccoli acciacchi…
Piccoli acciacchi? Lei si è rotta un crociato.
Fu un problema abbastanza serio a un ginocchio. Un momento difficile della mia carriera. Sono stata ferma per cinque mesi, ho fatto riabilitazione, fuori squadra…ma tutto è passato.
Altri aspetti negativi?
Cresci troppo velocemente. Io ho cominciato a giocare a 11 anni. A 15 anni ero già fuori casa, in un’altra città. Sono stata costretta a lasciare la mia famiglia e i miei amici. Da allora ho sempre abitato da sola. Tutto era affidato alla mia responsabilità. Dovevo andare a scuola, farmi da mangiare, curare la casa, allenarmi, essere seria, professionale, non dovevo sgarrare.
Ha perso un po’ di giovinezza…
Vedevo le mie compagne che uscivano la sera e io non potevo, andavano in gita scolastica e io non potevo. Per me era un’ingiustizia.
Sei stata costretta a diventare grande subito.
Ecco, proprio così.
Se fossi un uomo sarebbe più facile?
Vedo tanti atleti, miei coetanei uomini, che dal punto di vista affettivo hanno meno problemi, si portano dietro le loro mogli, le loro fidanzate, vivono insieme, hanno una famiglia.
Potresti farlo anche tu?
Mi porto dietro un marito? Non è facile. Io vedo tante straniere, che giocano nel nostro campionato, che hanno il marito dietro. Non facendo niente, il marito è anche un po’ frustrato.
Tu sei fidanzata con Gianmarco Pozzecco, campione di basket.
Io vivo a Bergamo e lui a Varese. Ci vediamo il lunedì, il giorno degli sportivi.
C’è rivalità fra voi?
Ogni volta c’è la rissa. Io ho vinto più di lui…
E glielo rinfacci?
No. Ma lui me la mena sempre per quello scudetto che ha vinto a Varese tre anni fa.
Si, mi pare che ci sia rivalità…
Lui è molto orgoglioso del suo scudetto, io sono molto orgogliosa dei miei successi. Io adesso sono in testa alla classifica, lui no. Siamo in competizione.
E’ vero che nel tuo contratto c’è scritto che tu ti impegni a non avere figli?
No, assolutamente no. In una intervista sono stata fraintesa. Avevo detto che io sono una sportiva, una professionista. Come tale, se firmo un contratto con la mia squadra, è ovvio che penso di non fare figli perché se rimango incinta non posso scendere in campo. Ma se volessi fare figli non firmerei il contratto. Un atleta che vuole avere successo deve evitare di fare figli.
Ma i figli sono una cosa naturale. Se ti capitasse che cosa succederebbe?
Lo farei.
Ma avresti il problema della squadra.
Mi dispiacerebbe per la squadra, ma mi piacerebbe per me. Non si butta un figlio per uno scudetto.
Guadagni tanto?
Che cosa significa?
Guadagni più di Gianmarco?
No.
Però sei a un livello superiore.
Passiamo a un’altra domanda? Mi scoccia parlare di soldi.
Ti da fastidio quando ti intervistano perché sei bella e non perché sei brava?
A volte ci rimango male. Ma mi rendo conto che oltre i risultati interessano anche altre cose. Interessa che ci siano nelle pallavolo delle belle ragazze.
La pallavolo è uno sport di belle ragazze?
Si, indubbiamente. Sono tutte ragazze alte, belle.
Chi è la più bella?
Ma che domanda!
E’ una domanda.
Galastri, Miskova, Piccinini, Turlea…
Tu sei stata fidanzata anche con un calciatore, Maurizio Rossi…
Una coincidenza.
Fra sportivi ci si capisce di più.
Se fossi fidanzata con uno fuori dello sport certi miei problemi, certe mie sofferenze, sarebbero meno capite. Se Gianmarco la domenica sera è demoralizzato e tiene il muso perché ha perso la partita io lo capisco. Una ragazza normale magari direbbe: “Ma va là, è solo una partita!” La sofferenza sportiva è una cosa che capiamo solo noi.
Che carattere hai?
Sono testarda, solitaria, ottimista. Voglio sempre avere ragione. Allo sfinimento. Soprattutto quando ho torto. Voglio sempre vincere, anche al gioco dell’oca.
Ti chiamavano “principessina”, infatti.
Mi prendevano in giro.
Anche Gianmarco ti chiama “principessina”?
Ma va là. Mi chiama carciofo.
Litigate spesso?
Madonna! Ogni volta è una discussione.
E chi ha ragione?
Io, naturalmente.
Quanto dura un litigio?
Abbastanza. Io sono una sostenitrice dei musi. Ma lui mi prende il giro e sdrammatizza.
I difetti di Gianmarco?
Gli diamo una mazzatina?
Diamogli una mazzatina.
In certi momenti è più testardo di me.
Tutta qui la mazzatina?
Ha gli incubi di notte.
E che fa?
Una volta si è alzato d’improvviso e mi è saltato coi piedi sulla pancia.
E tu?
Mi sono arrabbiata. Di notte è pericoloso. Però si calma subito. Meno male che è piccolino. Pensa se fosse stato un cestita di due metri.
A che punto potrebbe arrivare la rivalità sportiva con Gianmarco?
A nessun punto.
Rifaccio la domanda. Lo scudetto è meglio se lo vinci tu o se lo vince lui?
Bella domanda.
Che pretende una bella risposta.
Allora…diomio…mamma che domanda…
Rispondi.
Vincerlo io.
Poco romantica ma sincera.
Anche lui risponderebbe la stessa cosa
Gianmarco ha detto una volta: “La pallavolo è uno sport per fighette”.
Vuol sempre fare lo spiritoso.
Gioca a pallavolo?
Si, ma è scarso. Anche se pensa di essere più bravo di me.
Siete proprio competitivi.
E’ una sfida continua.
E chi vince?
Un po’ per uno. Però lui, quando perde, rosica.
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