- 19 Maggio 2005
Bettino Craxi stava già molto male. Di lì a poco sarebbe morto. Improvvisamente sui muri di Milano e di Roma comparvero singolari scritte: "Viva Craxi", "Bettino torna". Realizzate con vernice rossa proveniente da bombolette spray, le scritte erano apparse proprio in luoghi "craxiani", via Foppa, dove Bettino aveva abitato, via Melloni, dove era nato. Se qualcuno avesse avuto tempo e voglia di cogliere sul fatto il misterioso graffitista avrebbe avuto una sorpresa. Era Umberto Cicconi, fotografo personale di Bettino, suo parente acquisito (Bobo aveva sposato Scintilla, la sorella di Umberto). E perché lo aveva fatto? Amore? Passione politica? Amicizia? No, per obbedienza. Il mandante era Bettino Craxi, leader morente ad Hammamet, il quale voleva che un bel giorno gli italiani si svegliassero con la sorpresa di quelle scritte sui muri. Un tenero e infantile ultimo desiderio di un condannato a morte. "E’ un’operazione molto delicata", aveva detto Bettino a Umberto. E Umberto aveva obbedito.
Umberto, racconta.
"Giravo la notte con la bomboletta. Scrivevo e scappavo. La mattina dopo tornavo sul luogo e fotografavo. Le foto le detti all’agenzia di Pino Granata. Qualcuna uscì pure. Recentemente gliele ho richieste perché volevo metterle nel mio libro su Craxi, "Segreti e misfatti, gli ultimi vent’anni con Craxi", ma Granata dice di averle perse".
Parla di questo libro.
"Avevamo cominciato a scriverlo insieme, io e Bettino, la notte, ad Hammamet. Lui parlava, io ascoltavo. In giardino se era estate, davanti al camino se era inverno. Poi lui cominciò a stare veramente male e interrompemmo".
Abitavi ad Hammamet?
"Gli ultimi sei anni stavo quasi sempre con lui. Mi voleva vicino perché con me poteva sfogarsi senza vergognarsi o apparire uno sconfitto. Diceva che io ero suo figlio. Mettendomi anche in difficoltà con Bobo che era mio amico da bambino".
E il tuo lavoro?
"Quasi più nessuno mi faceva lavorare. L’agenzia l’avevo lasciata a un vecchio reporter, Restaldi".
Nessuno ti faceva lavorare? E l’amico Berlusconi?
"Pensa che nel 1994, quando diventò Presidente del Consiglio, mi fece cacciare da Palazzo Chigi mentre stavo facendo un servizio per Epoca. Forse perché ero il fotografo personale di Bettino Craxi: voleva evitare l’accostamento imbarazzante".
Che vuol dire "fotografo personale"?
"Stare sempre con lui. Venti anni appiccicati. Per lui facevo tutto. Anche il detective quando mi mandava a indagare se Martelli complottava contro di lui".
Più di una moglie.
"E’ la battuta che fece Anna quando ci beccò sbracati sul letto a chiacchierare. Ci guardò e disse: "Mi sembrate due froci"".
Che cosa ti manca di Craxi?
"La sua passione. Era uno che viveva di emozioni. Si innamorava di tutto. Gli capitò un innamoramento, quello per Anja Pieroni, che lo fece impazzire. Ogni volta che voleva vederla doveva inventarsi qualcosa per seminare la scorta. A volte saliva sulla mia macchina e diceva: "Vai". E scappavamo".
Perché si era innamorato di Anja?
"Era una bellissima ragazza…"
E sua moglie Anna?
"E’ stata sempre una donna gentile. Ma un giorno si incazzò di brutto. Era il 1989, eravamo al mare. Lei mi disse : "Non ce la faccio più. Adesso lo faccio nero. Lo dico a tutti". Quella volta Bettino si mise paura. Io gli dissi: "Non puoi trattare Anna così. O lasci una o lasci l’altra"."
E lui?
"Mi disse: "Ma io torno sempre a casa"".
Craxi era molto corteggiato.
"Da tutte e da tutti".
Storielle?
"Forse sì, ma di un attimo. Gli ultimi anni diceva: "Ormai vivo la mia sessualità attraverso l’esuberanza e la giovinezza di Umberto"".
Eri esuberante.
"Mi piaceva tutto quello che è bello. Le donne soprattutto".
Fidanzate famose?
"La figlia del presidente del Senegal, ma vorrei evitare un incidente diplomatico".
E adesso?
"Vivo con Nadia Bengala".
Ex miss Italia.
"Sempre bellissima".
Quando è iniziato il destino negativo di Craxi?
"Quando fece la stupidaggine di Mario Chiesa. Eravamo sul lago di Como, a un comizio con Massimo Boldi che si presentava col Psi. Ad un certo punto si avvicinò uno che gli disse che Chiesa, dalla galera, chiedeva assistenza e protezione. E lui disse: "Ma che vuole da me quel mariuolo? Io nemmeno lo conosco"."
Era vero?
"Lo aveva visto due o tre volte quando Chiesa andava a chiedergli di farlo diventare deputato. Si lamentava: "Porto un sacco di soldi e di voti e Craxi nemmeno mi riceve". Fu un errore: se l’avesse fatto diventare deputato perché godesse dell’immunità parlamentare, oggi ci sarebbe ancora la prima repubblica e Bettino sarebbe tra noi. Ma i capi socialisti di Milano facevano cordone sanitario. Avevano paura di questo ragazzo che voleva emergere. Dicevano a Bettino che era un figlio di puttana. E non era vero: aveva perfino finanziato la campagna elettorale di Bobo Craxi ".
Insomma, Mario Chiesa…
"Lesse che Craxi lo aveva definito mariuolo, si sentì abbandonato e crollò trascinando con sé mezzo Psi milanese".
Giravano tanti soldi e tante mazzette.
"Ma Bettino non c’entrava. I vari sindaci, i vari assessori, tutti miliardari, Bettino non li controllava più e loro si erano montati la testa. Sia chiara una cosa: Craxi è morto esule e povero, senza i soldi per curarsi".
Esule? Era latitante.
"Lui non voleva lasciare l’Italia. Era disposto ad andare in galera pur certo che non ne sarebbe uscito vivo. Ma si fece convincere dai famigliari".
Le mazzette sono state provate.
"Bettino mi diceva: "Umberto, credimi, i
o non ho preso stecche. Le prendevano gli altri dicendo che erano per me". Craxi, già prima di diventare segretario del Psi, aveva soldi che sarebbero bastati per due generazioni. Non li aveva rubati. Erano frutto di finanziamenti privati".
Chi te lo ha detto?
"Bettino.
La sera della pipì".
La sera della pipì?
"Eravamo sul porticciolo di Cap Ferrat. Bettino era allegro e mi sfidò a un gioco da bambini: chi faceva la pipì più lunga. Ma siccome era più anziano voleva un metro di vantaggio. E così io e lui, in mezzo alla strada, facemmo la pipì. Vinsi io".
Dopo la sconfitta che cosa ti disse?
"Mi abbracciò: "I soldi ce li ho dal ’74. Me li dettero
Attilio Monti, Angelo Rizzoli ed Edilio Rusconi perché avevano fiducia in me". Lui era contro il finanziamento pubblico dei partiti. Diceva: la politica non deve essere pagata dal popolo ma dagli industriali. "Sono loro che si avvantaggiano dell’evoluzione economica del Paese"."
Che rapporti aveva Craxi con Berlusconi?
"Alla fine tremendi. Un giorno ad Hammamet arrivò una telefonata. Craxi si imbufalì e cominciò ad urlare. "Io Berlusconi lo distruggo! Non può fare ministro proprio Di Pietro!". E spaccò il telefono scagliandolo contro il muro".
Si sentiva tradito da Berlusconi?
"Berlusconi era la speranza di Bettino. Nel ’94 Bettino premeva con forza perché risolvesse il suo problema. Alfredo Biondi era stato incaricato di studiare una legge per farlo tornare in Italia senza più persecuzioni giudiziarie. Il cosiddetto colpo di spugna. Ma finì in una bolla di sapone".
Craxi lo stimava?
"Diceva: "E’ un fenomeno della natura, ma se non c’ero io, chi si sarebbe preso la briga di salvarlo quando i pretori gli spensero le tv?" Diceva anche: "E’ un megalomane e un bugiardo".
Ma io sono sicuro che gli ha voluto veramente bene".
Bettino era iscritto alla massoneria?
"Tutti i grandi socialisti sono stati massoni. Ma un giorno io gli dissi che volevo iscrivermi. E lui mi disse di non farlo".
E tu non ti sei iscritto.
"Finché era vivo non mi sono iscritto".
Quindi oggi sei iscritto alla massoneria.
"E’ una istituzione benemerita".
Falla finita. Era massone Bettino?
"Siccome mi disse di non iscrivermi, ne deduco che non era massone."
Però nel libro sembra che tu sospetti.
"Un giorno, in Portogallo, si comportò in maniera strana con me. Come se mi stesse facendo una prova. Mi sembrò una prova di iniziazione alla massoneria".
Vedi che sospetti?
"Io non sospetto niente. Però in giro si diceva che lui era massone".
I traditori di Craxi. Chi sono?
"Craxi si sentiva tradito da tutti. Lo ripeteva continuamente. "Mi hanno tradito tutti, tutti, tutti". Un giorno mi incazzai: "Smettila di fare la vittima. Non lo sopporto da un uomo come te"."
Che cosa diceva di Martelli?
"Diceva: "Mi ha tradito, mio figlio mi ha tradito. E’ andato al Quirinale da Scalfaro a vendermi". Ma l’errore era di Bettino".
Quale sarebbe l’errore?
"Quando era rappresentante dell’Onu e girava il mondo, doveva lasciare il Psi. Glielo dissi: "Lascia il partito a Claudio Martelli". Lui: "No, il partito a Martelli non glielo lascio". "Ma perché?" "
Perché lui lo dà subito ai comunisti!" "E che ti frega? La situazione si mette male. Salvati". Era sanguigno e orgoglioso. Glielo dicevo sempre tutti i giorni: "Bettino, hai un carattere del cazzo"."
Si sarebbe potuto ricomporre il litigio con Martelli?
"Io gli dicevo: "Chiama Claudio, digli che è uno stronzo e fatela finita". Niente. Così Claudio è andato avanti a tradirlo. Quando era
ministro della Giustizia chiamava tutti i boss socialisti locali e diceva loro: "Guardate che ci sono guai. Io posso evitarveli ma dovete mollare Craxi"".
Anche Ripa di Meana lo tradì?
"Bettino lo riteneva intelligente ma senza coglioni. Diceva con affetto:
"E’ un coniglio". Il problema era quella brava donna della moglie, Marina. Voleva che Craxi lo nominasse presidente della Rai!"
Del Turco?
"Appena diventò segretario del Psi mi chiamò: "E’ inutile rimanere fedele a fantasmi del passato. Devi dissociarti da Bettino pubblicamente". Per un gesto del genere sarei stato anche pagato bene".
Giuliano Amato?
"Io gli dissi: "Giuliano Amato non ti ha tradito. Sai chi ti ha tradito? Tutti quelli che hanno preso i soldi tuoi senza dirti niente"".
Tipo?
Chi è che aveva i soldi di Craxi?"
Chi è che aveva i soldi?
"I Larini, i Troielli, i De Toma. Li hanno ritrovati questi soldi? Chi ce li ha?"
Nel libro proponi anche una ipotesi di politica internazionale.
"Finché c’erano Reagan e Bush, Bettino era salvaguardato. Poi è arrivato Clinton, amico dei giovani comunisti d’allora, D’Alema, Veltroni. E per Craxi è stata la fine".
Tu sei socialista?
"Hai dei dubbi?"
Essere socialista vuol dire militare a destra o a sinistra?
"Socialista significa essere socialista."
Rispondi bene.
"Socialista è di sinistra."
De Michelis e Bobo Craxi che cosa stavano a fare a destra?
"Solo De Michelis sa perché stava a destra".
E Bobo, che è anche tuo cognato?
"Io non voglio parlare per Bobo".
La tua opinione…
"Bobo stava a destra perché Di Pietro stava a sinistra".
Per chi voti?
"Dopo la morte di Bettino ho votato Pds. Poi ho smesso di votare fino a quando si è presentato Bobo. Oggi voterei per i socialisti dell’Ulivo".
Attorno a Craxi c’era una corte di adulatori.
"Una bella compagnia di giullari. Ma la voleva lui. Attorno agli uomini potenti c’è sempre gente mediocre e compiacente. Quando la sera tornava in albergo lo aspettavano Paolo e Giovanna Portoghesi, Carlo e Marina Ripa di Meana, Giuseppe Marino, l’antiquario, Giampaolo Sodano e sua moglie Fabrizia Cusani, sorella di Sergio. Tutti lì a fare a gara nel compiacerlo".
E poi anche la compagnia di Milano.
"Lucio Dalla, Caterina Caselli, Berlusconi, Confalonieri, Letta, Trussardi, Ligresti, Troielli, Larini, Cantoni, Tony Renis. Tutti in via Foppa. Io ero addetto al taglio del formaggio e del prosciutto insieme a Filippo Panseca. Si beveva champagne e poi si andava al ristorante".
Ti ha mai trattato male Bettino?
"Sì, per gelosia. Se
qualcuno mi offriva grossi lavori Bettino si arrabbiava. Mi urlava: "Non ti basto io?" Quando gli chiesi se potevo lavorare per Mach di Palmenstein si incazzò e mi fece una scenata: "Decidi, o me o lui". Poi un’altra volta…".
Coraggio.
"Nell”85 io e Nicola Trussardi volevamo comprare la Scalera film. Era un affare. Non volevamo fare cinema ma solo speculare sui terreni che la Scalera aveva dalle parti di Pisa. Bettino lo venne a sapere e mi fece una scenata davanti a Trussardi, Confalonieri e Berlusconi. "Ma che ti sei messo in testa di fare cinema? Ricordati che in Italia per questo ci sono solo la Rai, Berlusconi e mia figlia"".
C’è una foto che non pubblicherai mai?
"Quella di Craxi morto dentro la cella frigorifera. Rimase con un ghigno terribile che non si riuscì a togliergli dalla faccia ".
Come passavate il tempo ad Hammamet?
"Facevamo grandi passeggiate e lui parlava, parlava, faceva progetti. Diceva: "Diventerò consulente politico, aiuterò i Paesi del Terzo Mondo". Si sentiva un po’ Che Guevara un po’ Don Chisciotte. Diceva: "Tu sei il mio Sancho Panza"."
Che cosa pensava Craxi dei Ds?
"Veltroni e D’Alema gli piacevano. Diceva: "Sono due ragazzetti molto intelligenti"."
La persona che odiava di più?
"Era incazzato con Violante. E con i giudici di Milano, soprattutto Borrelli. Di Di Pietro diceva che era un pupo manovrato."
Gioco della torre. Bobo o Stefania?
"Bobo è amico mio, più di un fratello. E ha fatto scelte che condivido. Ma adesso lo aspetto a sinistra. Stefania ha fatto la Fondazione Craxi alla quale mi piacerebbe partecipare. Ma lei mi tiene lontano".
Cicchitto o Signorile?
"Signorile non mi piace. Questione di pelle".
Mimun o Rossella?
"Rossella, quando era direttore di Panorama, mi cercò per una intervista. Parlai per tre ore con Alfonso Signorini. E l’intervista non è mai uscita. Cercai Rossella ma si fece negare. Gli lasciai detto: "Non è bello che un direttore si faccia comandare da chissà chi"".
Da chi secondo te?
"Mi hanno detto che sono intervenuti Stefania e suo marito Marco Bassetti."
Ma va? Ferrara o Berlusconi?
"Non posso buttar giù Ferrara. E neanche Berlusconi:comunque dà posti di lavoro. A tutti tranne che a me. Con Bettino avevamo fatto un progetto eccezionale per utilizzare gli archivi che gestisco. L’avevamo proposto alla Mondadori. Niente".
E allora buttalo.
"Non posso buttarlo. Ma posso dire che è uno…".
Alto là!
"Ma se lo vedo glielo dico in faccia".
Ciao Umberto… sono Luca Sanna da Cagliari. Mi puoi chiamare al numero 351.935.0487. Grazie. Luca
cosa avrei detto ad Umberto Cicconi ???
grazie.
Luca Sanna