- 24 Agosto 2006
È veramente l’uomo più potente e discusso di Sicilia come sostiene il suo biografo Francesco Foresta? Totò Cuffaro, governatore della Sicilia, sospettato di contiguità con la mafia, indagato per favoreggiamento, è di sicuro uomo di tanti voti e di grande consenso. Per allontanare i sospetti ha riempito la Sicilia di poster con su scritto: «La mafia fa schifo». Ed ha vinto le elezioni, sostenuto dal Polo, contro l’icona della lotta antimafia, Rita Borsellino. Detto «vasa-vasa» perché bacia chiunque gli si avvicini, Totò ha fatto del clientelismo una scienza esatta. «La mia politica è ascoltare», dice. «Incontro centinaia di persone al giorno che mi rassegnano di tutto. Quindici anni fa mi chiedevano di aiutarli. Oggi vogliono solo vedermi, avere la possibilità di dire: “Ho parlato con il presidente Cuffaro”. Questo conta in Sicilia».
Praticamente lei è un assistente sociale…
«È Leoluca Orlando che ha creato la raccomandazione industriale: 10 mila precari solo a Palermo».
Poi lei li ha sistemati…
«Li ho stabilizzati».
Quanti ne ha stabilizzati?
«Quasi 50 mila».
Stabilizzare i precari stabilizza i voti…
«Spero di sì. Se dai a una persona la possibilità di avere un lavoro dignitoso e sicuro, questo conta. Stabilizzare precari fatti da altri non è opera di clientela ma di giustizia».
La chiamano vasa-vasa…
«Ho un grande rapporto umano con la gente e bacio tutti…».
Fin dalla tenera età.
«Se avevo un panino non lo mangiavo, lo dividevo in quattro e ne davo un pezzo ciascuno».
Ricerca del consenso.
«Già da allora avevo questo atteggiamento…».
Ha avuto un processo per voto di scambio.
«Un amico medico, Cesare, un giorno, in uno dei quartieri poveri di Palermo, nove figli in una stanza, curò una donna e non la fece pagare. Gli lasciò i miei volantini: “Se vuole farmi una cortesia voti per il mio amico”. Questo fu il mio voto di scambio. Uno dei figli lo scrisse in un tema. Il maestro, Aurelio Grimaldi, quello di Mery per sempre, denunciò la cosa alla Procura. Fui assolto».
In primo grado, ma condannato in appello.
«Nonostante il reato fosse già prescritto. La Cassazione decise definitivamente per la prescrizione».
Gian Antonio Stella ha scritto che lei ha un’agenda con 20 mila nomi.
«Ho aggiornato l’agenda. Ho tanti amici».
Quanti amici?
«50 mila. Tutti sul computer».
Lei è giovane…
«Ho 48 anni. Kennedy a 43 era già presidente degli Usa».
Ma lei ha cominciato da piccolo.
«A 14 anni sfilai in mezzo ad una marea di bandiere rosse, io solo, con la mia bandiera della Dc. A Raffadali erano tutti comunisti. Adesso non più. L’abbiamo decomunistizzato».
Ricorda risse?
«All’università, a Palermo. Ma i ragazzi della sinistra sono ancora amici miei. Antonino Cracolici, Nino Tilotta, Gianfranco Zanna, Ottavio Navarra, Antonio Crociata. Amici intimi. Costretti a votare per me pur essendo di sinistra».
Perché?
«Sono talmente amici che non se la sentono di non votarmi. A volte mi dicono incazzati: “Totò, non ti presentare più. Vogliamo votare almeno una volta a sinistra!”».
A Palermo viveva in una specie di comune…
«Un appartamento di cinque stanze. In ogni stanza letti a castello. Nella mia il letto era matrimoniale. Una volta si presentò un amico che non sapeva dove andare a far l’amore con la sua ragazza. Io gli dissi: “C’è solo la mia stanza”. Disse: “E tu?”. “Io mi volto, non ti preoccupare”. È storia vera, sa? Non le dico chi è la persona perché oggi è deputato».
Lei è religioso…
«Molto. A Roma ho fatto la Scala Santa in ginocchio più di una volta. Sono stato anche a Fatima eh? Ho fatto anche Lourdes, Medjugorie, Santiago de Compostela…».
Ha raccomandato la Sicilia alla Madonna…
«Ho qui l’atto di affidamento ufficiale. Ho stampato tre milioni di copie e l’ho distribuito a tutti i siciliani».
Ha funzionato?
«Molto. Abbiamo avuto di tutto: eruzioni, terremoti, frane. Mai morti. La Madonna ha anche fatto crescere la Sicilia: siamo l’unica regione in crescita del 2,8 per cento».
Le sue Madonne non piangono ma fanno crescere il Pil.
«La Lombardia ha fatto meno tre».
È vero che ha baciato metà degli aventi diritto al voto?
«Ho baciato più persone di quelle che mi hanno votato. Le mamme mi danno i bambini da baciare. Ma faccio di più: tocco le pance delle signore incinte».
L’Udc siciliana è piena di politici inquisiti…
«Siamo andati avanti, ci siamo rinnovati al 90 %».
Lei è la passione dei baristi…
«Ricevo nei bar. È un modo per parlare con tanta gente velocemente. Se sto fermo un’ora in un bar arrivano duecento persone. Ho ricevuto per tanti anni al Fiamma poi al Ciro’s. Poi mi sono trasferito al Nobel. Facciamo molte riunioni anche all’Oceania. Spesso anche un migliaio di persone».
Ha riempito la Sicilia della scritta: «La mafia fa schifo».
«La mafia fa schifo e fanno schifo i mafiosi».
Mi faccia fare l’avvocato del diavolo…
«Faccia».
Potrebbe essere una furbata…
«Per l’amor di Dio…».
…lei dice che la mafia fa schifo ma la mafia è d’accordo…
«Io non mi limito alle parole. Io agisco contro la mafia».
Tipo?
«Ho chiuso 300 discariche abusive. Ho requisito i pozzi d’acqua di Palermo. Pensa che la mafia fosse contenta? Ho costruito questure, commissariati, caserme dei carabinieri».
Ha mai avuto problemi?
«Ho ricevuto centinaia di minacce».
È ancora vivo…
«Sono guardato notte e giorno da quattro persone. Tanti altri hanno fatto lotta alla mafia e sono vivi».
Sembrerebbe che lei sia amico di molti mafiosi o sospettati di mafia…
«I mafiosi sanno che io sono un loro nemico».
C’è qualcuno che non bacerebbe?
«Io bacerei tutti».
Santoro lo bacerebbe?
«Sì».
L’ha chiamata Puffaro una volta.
«Non lo ha fatto volutamente».
Bacerebbe il giudice Gaetano Paci, il suo accusatore?
«Io bacio le persone che mostrano la disponibilità a farsi baciare. Capisco chi è disponibile e chi no. Credo che il dottor Paci non abbia voglia di farsi baciare da me. Il bacio si fa in due, è una manifestazione d’affetto ricambiata. È un segno di disponibilità reciproca a darsi l’uno all’altro».
Bacerebbe anche Travaglio?
«Se lui lo volesse sì».
Bacerebbe Orlando?
«L’ho già baciato tante volte».
Quanti baci dà al giorno?
«Ci sono giorni che ne bacio anche mille».
Diciamo mezzo milione di baci all’anno. Però quando sta a Roma non bacia…
«Io bacio dappertutto».
Ci sono diversi tipi di bacio?
«C’è il bacio semplice e quello espansivo, fatto con le persone con cui hai un feeling particolare, un rapporto più forte…».
Cambia la durata?
«Cambia l’intensità».
Chi sono i suoi elettori?
«Suore, preti, boyscout, carabinieri, salesiani, cappuccini. E francescani. Vado spesso da loro a fare l’amaretto».
Tra le sue fans ci sono anche le suore collegine.
«Ho fatto l’asilo nelle scuole collegine. Continuo a frequentarle, vado a messa da loro. Mi faccio invitare a pranzo».
Se in un paese ci sono 40 suore collegine…
«Sono 40 voti per me».
Ha fatto anche i comizi per i sordi…
«Io so parlare l’alfabeto dei sordi. E li ho sempre seguiti dal punto di vista legislativo».
È vero che spende 4 mila euro al mese di regali?
«Faccio molti regali. Soprattutto per i matrimoni. Però ne riciclo molti».
E poi?
«Molte cresime. Un migliaio. Pochi battesimi. Una cinquantina, gli amici più intimi. Il battesimo impegna moralmente».
Lei doveva diventare ministro con D’Alema. Alle Comunicazioni.
«Questo lo dice il pentito Campanella. Ma a me non risulta».
Il pentito Campanella, un suo amico…
«Un mio amico intimo, affettuoso, cresciuto con me. A Roma dormiva a casa mia, non aveva i soldi per andare in albergo. Era amico di mia moglie, dei miei figli».
Campanella è un mafioso…
«Beh, insomma, un mafioso…».
Ha detto lui stesso di aver fornito documenti falsi a Provenzano…
«Ha camuffato la carta di identità di Provenzano, sì».
È possibile frequentare un mafioso senza saperlo?
«Campanella politicamente mi lasciò nel 2000. Rimase nell’Udr sino al 2004. È stato amico di tanti. Anche di Mastella. Nessuno poteva immaginare che un giovanotto così per bene falsificasse la tessera per Provenzano. Ma del mafioso non ha nulla».
Lei ha fatto l’assessore anche in una giunta di sinistra.
«Ricorda quando il Cdu di Buttiglione e il Ccd di Mastella fecero l’Udr insieme a Cossiga? Io ero nel Cdu e rimasi intrappolato. Ma quando l’Udr si è sfasciato, sono tornato a casa mia».
Non prima di dichiarare: «La mia cultura è di centro-sinistra».
«Ero un Dc di sinistra, demitiano. Ancora adesso la mia cultura è di centro-sinistra…».
Va dove ti porta il potere…
«Marco Verzaschi era di Forza Italia e adesso è sottosegretario nel governo Prodi».
Come mai avete perso le elezioni?
«Berlusconi ha fatto un gran lavoro. Ma ha trascurato i consumatori e i pensionati. Con loro avremmo stravinto. E poi gli italiani all’estero… un errore di grammatica elementare».
Esclude che ci sia collusione tra politica e mafia?
«Escludo che ci sia collusione tra me e la mafia. Che ci sia un pezzo di politica collusa con la mafia è un dato di fatto. Essendo la Dc partito di governo in Sicilia da sempre, ha pagato il prezzo più alto a questa collusione. Ma anche i Ds hanno avuto collusioni con la mafia dove hanno amministrato».
Gioco della torre. Casini o Follini?
«Salvo Casini».
Ha fatto la campagna elettorale sui valori della famiglia. Proprio lui che ne ha due.
«La famiglia per noi cristiani è un valore fondamentale…».
Non dovreste divorziare.
«Questo è vero. Ma chi divorzia non mette in discussione il concetto di famiglia, soprattutto se se ne fa un’altra. Ma bisogna salvaguardare la famiglia dal punto di vista del diritto naturale. Io non sono contrario a due persone che vogliono fare i gay. È la loro natura, lo facciano. Però quando ritengono di mettersi insieme per adottare un bambino mi preoccupo».
Santoro o Floris?
«Floris è più settario di Santoro, ma lo fa con educazione. Mi dice: “Sei disponibile?”. Io dico di sì. Poi trova una scusa all’ultimo momento per disdire».
Costanzo o Baudo?
«Mi aspettavo che Baudo fosse più coerente. È sempre stato amico mio. Ha fatto campagna per la Borsellino dopo aver collaborato con me per 4 anni. Se lo poteva risparmiare».
Se la nominassero primo ministro e dovesse fare un governo di sinistra…
«Farei ministro degli esteri D’Alema. Fassino alle attività produttive, Anna Finocchiaro alla Giustizia. Prenderei anche Salvi, agli Interni. E Vladimiro Crisafulli all’Agricoltura».
Bondi o Baget Bozzo?
«Bondi è simpatico. Entrambi sono adulatori. E spesso esagerano. Più di loro solo Fede».
Prega sempre per Berlusconi?
«Io voglio bene a Berlusconi. È una persona stupenda».
È vero che Silvio le ha detto che deve dimagrire?
«È vero, ma io gli ho spiegato che sono un po’ “pacchionello” a causa della mia politica. Sotto elezioni faccio in media trenta incontri in un pomeriggio. Ogni volta è un panino, un bicchiere, una marmellatina fatta dalla zia. Posso dire di no? Tocca mangiare. Se rifiutassi perderei voti. A questa argomentazione Berlusconi si è convinto subito».
Quanto pesa?
«Quasi cento chili. Dovrei perderne cinque. Ma se perdessi cinque chili perderei molti voti. Ci devo riflettere».
Berlusconi le ha mandato anche una serie di esperti di immagine di Forza Italia…
«Uomini Publitalia. Se ne andarono disorientati dopo avermi conosciuto».
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