- 11 Ottobre 1992
Ha in mano una lisca di pesce e un grande osso spolpato. Il suo grosso corpaccione fuoriesce da un grosso bidone di immondizia. Così, provocatoriamente, Giuliano Ferrara pubblicizza la nuova serie della sua "Istruttoria".
Allora Ferrara ammetti di essere il campione della tv spazzatura?
Ci sono due tipi di tv spazzatura. Il primo è quello della tv patinata, ricca. La tv per famiglia, l’intrattenimento crudo, senza mai un tentativo di divertimento, ironia, intelligenza. E’ la tv della bassezza triviale.
Chi per esempio?
Domenica In, Buona Domenica. Rai 1 è un capolavoro di tv spazzatura. Piena di grandi professionisti, intimamente, coerentemente volgari.
Mentre la Fininvest…
Qualche cosina di Canale 5 tende verso la tv spazzatura.
Tu quindi no…
C’è una seconda tv spazzatura nella quale mi identifico totalmente, dilettantesca, effimera, irriverente. Io, Funari, Paolo Rossi, Gad Lerner, Rai 3, Italia 1. Una tv povera, con velleità di tipo artistico. Tv trash, come trash art…
Però c’è anche la tv degli insulti in diretta, delle parolacce, di Funari che racconta della sua cacca, delle tettone, culone, coscione…
Ma questo è un equivoco semantico.
Semantico?
Questa è una cosa sofisticata e povera. Ed è la cosa che pi corrisponde alla natura del mezzo. La tv in diretta, la tv di parola, la tv che fa spettacolo delle cose che avvengono. La tv che manda in onda un pezzetto della vita…
La vita è così?
La vita è sudata, piena di traffico, di puzza. La vita è piena di spazzatura. La vita non è certo il luogo dove il grande autore arriva e presenta il suo libro…
Ma c’è una tv più soft, non urlata, più educata senza essere bempensante… la tv degli Angela, dei Barbato, dei Biagi, degli Augias, degli Zavoli…
Barbato. L’altro giorno una sua "cartolina" indirizzata al presidente della Bundesbank Helmut Schlesinger. Tutto si può fare, anche le cose che non interessano nessuno, tanto lo Stato ripiana il deficit della Rai!
Angela comunque…
Angela è un caso di intermediazione. E’ molto bravo, porge benissimo le cose. Però, diciamo la verità, prende le cose della Bbc e ce le fa vedere. Io gliene sono grato.
Ma ha fatto programmi anche piùù elaborati…
Quelli sul naso, la bocca, le orecchie…Gradevoli, interessanti…ma non mi sembra provengano dal cuore palpitante dell’Italia. Io ho una diffidenza naturale nei confronti di quelle cose…
Direi ostilità…
Non ostilità preconcetta. Ma ne sono lontano.
Augias?
Augias fa una trasmissione libraria di alto livello. Cioè fa ridere.
Spiegazione.
La sua non è una trasmissione, ma un piccolo tentativo, riuscito, di lobbismo editoriale.
Ulteriore spiegazione.
La Rai fa una sua politica verso gli autori e le case editrici attraverso di lui. Tanti auguri, ma come trasmissione televisiva è un fallimento dalla prima puntata.
L’audience?
Ma no, non è un problema di audience. E’ che Augias per parlare di libri, porta i libri in tv, mette dei signori su una sedia con dei libri in mano, davanti a una libreria, e dice: "Parliamo di un libro". E poi legge un libro.
E che cosa dovrebbe fare?
Pivot, con Apostrophe, non faceva così.
In Italia non è stato mai fatto nulla di diverso.
L’unico modo un po’ vitale è stato quello di Costanzo. E infatti ha lanciato degli autori, ha favorito dei grandi successi editoriali.
Tu anche sui libri faresti tv trash?
Senza dubbio.
Anche Biagi appartiene a questa tv fuori dalla vita secondo te?
Di Biagi, quando ero più giovane e dovevo infrangere gli idoli, dissi che faceva cattiva televisione. Mi sembrava la solita solfa. Col tempo ho imparato ad apprezzare il suo professionismo, un certo istintaccio, una grande mestiere. Soprattutto quando ha a che fare con la cronaca. Quei "dieci comandamenti" invece erano una cosa terribile, un viaggio assurdo.
E Zavoli?
Fa un lavoro onesto. Da anni. Sempre la stessa cosa. Non la fa male. Ma è sempre identica. Una cosa a sé. Io sono esattamente il contrario.
Cioè.
Niente mi commuove in video. Se c’è uno che ha ammazzato la madre a me viene la voglia di chiedergli la sua opinione. Io non riesco nello scavo del dolore…
Chi è il campione dello scavo nel dolore?
Costanzo.
Non Fede?
No, Fede no. Io sono un suo grande estimatore. Fede fa un’informazione fumettara. Lo dico dico con rispetto ed ammirazione. Fede non scava nel dolore. Fede si addentra con gioia nel dolore. La sera in cui cadde l’aereo sul palazzo di Amsterdam, Fede era tutto preso dalla situazione. Si aggirava per lo studio e animava la notizia. Poi ha sollevato gli occhi al cielo e ha detto: "Chissà quanti morti". E si capiva che sperava fossero tanti.
E tu saresti un suo estimatore…
Ma lo dico senza cattiveria, con simpatia. Fede è veramente un dio, non lo si può attaccare…
D’altra parte anche tu come cinismo non sei da meno…
Si, io mi atteggio a cinico.
Una maschera?
Se è una maschera, è una maschera esistenziale. Io sono in tv quello che sono nella vita. Io non riesco ad indossare l’altra maschera, quella perbene e pensosa delle sorti del Paese, del dolore che attraverso il mondo. Non so corrugare la fronte. So fare un bel ghigno sulfureo, talvolta. Mi viene meglio.
Vai d’accordo con qualcuno?
So quelli con cui proprio non posso andare d’accordo. I cineasti di sinistra, i filosofi del pensiero debole. I canzonettari.
I canzonettari?
Se avessi Venditti in studio finirebbe in rissa. I canzonettari fanno il mestiere di essere melanconici. Non sopporto quella loro aria di pastori arcadici. Di volta in volta sono dei disperati, oppure sono ebbri di felicità…
E’ la vita…
Ma la vita è molto più mediocre, molto più prosaica. Come prosaici sono i loro diritti d’autore.
Tu quanto guadagni?
Meno di due miliardi all’anno.
La metà di Funari.
Io sono un Funari senza il prosciutto, senza il parmigiano, senza la caciotta…
La stampa non ti è tanto favorevole…
In Italia i giornali, sia quelli dell’opposizione che quelli dell’establishment cercano sempre una copertura a sinistra, nelle idee progressiste, nell’Otalia "buona"…Il cinico non va molto. Funziona meglio l’intrepido.
Bisogna riconcorrere a tutti i costi l’audience?
Deve esserci spazio per tutti. La tv non deve essere ridotta a un troiaio di cose prive di valore reale, pensando solo al valore commerciale. Però quando vedo Michele Serra che attacca Mike Bongiorno perché vende degli sturacessi, vedio il fondo òiserabile di Serra, quella sua snobistica innocenza, quel suo tirarsi fuori dalla realtà. In fondo che cosa fa Michele Serra? Anche lui cose molto volgari, una rivista satirica, un corsico sull’Unità.
Che cosa pensi dei critici? Di Beniamino Placido per esempio.
Placido ha una forte identificazione con la linea del suo gruppo. E’ un critico bravo, geniale, attabrighe, fazioso.
Veramente Placido dice che fazioso sei tu.
I veri faziosi sono quelli che danno del fazioso agli altri.
Un craxiano come te ha problemi con la crisi politico-morale che investe il Psi?
Sono molto dispiaciuto. Ma continuo a ritenere che Craxi abbia impersonato con tutti i suoi difetti una grande politica. Questo invece è il momento in cui escono fuori i maramaldi.
Chi per esempio?
E’ duro fare i nomi. Quelli che cercano di chiamarsi fuori facendo finta di non aver fatto parte del sistema. Quei nobiluomini che hanno avuto intere carriere e campagne elettorali pagate con i soldi raccolti dai Moroni e che adesso diventano gli araldi marcianti di Di Pietro.
Chi per esempio?
Uno come Ripa Di Meana eletto parlamentare con quei soldi, con una carriera tutta costruita con quel tipo di apparato e su una vicinanza personale, cortigiana a Craxi improvvisamente una mattina si sveglia e scrive a Di Pietro: "Le esprimo vostro onore il mio dolore per le cose che il mio segretario ha fatto contro di lei cercando di intimidirla". Altro che maramaldo!
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