- 8 Febbraio 2001
"Sono stanco di essere criminalizzato". La telefonata arriva in redazione un po’ a sorpresa. Gigi Marzullo, l’uomo della Mezzanotte, non ce la fa più a sopportare le frecciate dei critici che lo accusano di essere il campione della banalità. Aldo Grasso, nell’intervista rilasciata a "Sette", critica perfino quelli che si fanno intervistare da lui. La misura è colma. Marzullo chiede educatamente udienza. Vuole essere lui in prima persona a spiegare che cos’è la marzullite. "Ho intervistato mille persone finora. "Mezzanotte e dintorni" ha avuto una media di 300 mila spettatori a puntata. Trecento milioni di spettatori in tutto. La gente fa la fila per venire al mio programma. E alla fine mi ringrazia. Solo i critici continuano a tormentarmi. Perché?".
Marzullo, non sarà perché lei è amico di De Mita, un suo raccomandato?
Ma non è vero.
Non è vero che lei è amico di De Mita?
Io non penso di essere stato raccomandato…
Sia più chiaro…
Io penso di non essere un raccomandato.
Lei è entrato in televisione con le sue sole forze? Lei che è di Avellino e che è amico personale di De Mita?
De Mita mi ha segnalato. Ma poi ho fatto tutto da solo. Uno raccomandato, secondo lei, fa un programma in piena notte e guadagna tre milioni e mezzo al mese?
Tre milioni e mezzo?
La bustapaga: caposervizio. Tre milioni e mezzo e faccio un programma ogni notte.
Rimane che senza De Mita…
In Rai all’inizio non ero stato assunto con contratto definitivo. Mi sentivo talmente poco raccomandato che stavo sempre seduto alla scrivania, non mi muovevo mai dall’ufficio, così se per caso non mi avessero assunto avrei potuto fare una vertenza.
Placido ha scritto che la sua è una "faccia nuova atteggiata a implacabile ottusità e indiscreta banalità".
Si vede che non gli sono simpatico.
Ma lei è banale?
Che cosa vuol dire banalità? Se io dico: "Mi dispero perché amo una donna" che cos’è? Banalità?. E’ una cosa che capita tutti i giorni, ai potenti, ai ricchi, ai poveri, ai deboli. Se questa è banalità io sono banale. E sono contento di esserlo.
Oggi è vincente una tv dalle tinte più forti…
Quella è banalità! La gente che si arrabbia, che si picchia in tv!
La cosiddetta tv trash…
Ma non è nemmeno tv. Ma è possibile che si vada ad un programma perché c’è uno che grida? Io non ci vado mai in quelle trasmissioni. Primo perché non è il modo di fare. Secondo perché è poco educato. Terzo perché non serve a niente. La televisione deve essere una cosa seria, non un gioco. Deve avere una funzione speculativa.
Speculativa?
Nel senso che alla fine ti deve dare qualcosa. Che cosa ti danno quelli che si incazzano? Abbiamo perso la testa. E ancora di più l’hanno persa quelli che permettono si faccia questo tipi di tv.
La sua televisione che cosa è?
E’ la tv dei buoni sentimenti. A me piace la bontà, la giustizia. Quando vado al cinema spero sempre che ci sia il lieto fine, dove tutti vivono felici e contenti…
E se invece muoiono?
Se muoiono mi dispiace. La vita è già tanto triste.
Il picchiatore principe, Vittorio Sgarbi, ha fatto la prefazione al suo libro …
Si. Lui mi stima. Dice che il mio metodo è quello "americano che consiste nel non prevalere sull’intervistato e di fare emergere la verità".
E poi continua :"non dicendo mai nulla di originale e dimostrando una scarsissima capacità di elaborazione".
Sgarbi è sempre stato a favore della mia trasmissione.
Curzio Maltese sulla "Stampa" ha scritto che prima di lei, a quell’ora, c’era il monoscopio. Adesso c’è lei e non è cambiato niente …
Non è vero, ci sono trecentomila spettatori.
Non intendeva dire questo.
Lo share è del 12 per cento.
Marzullo, lei ormai è diventato una metonimia, il contenente per il contenuto. Marzullo come sinonimo di benalità, di niente. Ho letto un titolo che parlava di "marzullate".
Non voglio chiamarlo stile…è un metodo, un modo di fare un incontro, di condurre un’intervista.
Cioè, secondo lei, quando si dice "Marzullo" oggi si pensa non a lei ma a uno stile, in positivo o in negativo che sia…
Credo.
I critici lo pensano in negativo.
Non tutti. Sul "Giorno" e su "Famiglia Cristiana" parlano bene di me. Giorgio Vecchiato mi stima.
Però lei sta diventando un aggettivo…
Sull’"Espresso" una volta uscì il titolo "Ci vediamo a Marzullo". E molti locali hanno aggiunto al loro nome la scritta "E dintorni". Non per portare acqua al mio mulino…
Forse questo suo cognome, Marzullo, un po’… non dico ridicolo … ma difficilmente dimenticabile … un po’ infantile …
Abatantuono diceva: "Mar Zullo, il mare più bello d’Italia".
Oltre lo stile Marzullo, c’è anche una scuola Marzullo? Ha imitatori? C’è qualcuno che fra tanta tv spazzatura fa interviste soft come le sue?
Da qualche parte vedo qualcosa di simile. L’esame di coscienza di Costanzo, per esempio.
Qual è la regola d’oro dello stile Marzullo?
Non aggredire, dare la possibilità di estrinsecarsi, di esprimersi. Come lei sta facendo con me.
Marzullo, mi dica la verità, lei è stato raccomandato da De Mita…
Ma perché uno deve essere giudicato per un’amicizia?
L’ha detto lei che De Mita è intervenuto. Una segnalazione di De Mita a Biagio Agnes non è mica una chiacchiera da bar…
Ma come mi sono comportato poi io? Sono stato mai fazioso? Ho usato lo spazio datomi per favorire qualcuno?. No, mi sono comportato bene. Tanto è vero che mi chiamano spesso come ospite nei programmi della Terza Rete.
Lei ci tiene molto alla sua immagine. E’ sempre elegantissimo.
Mi piace vestire bene. Colori tenui, soprattutto il grigio.
Cravatta?
Regimental.
Scarpe?
Evergreen.
Calzini?
Blu.
Camicie?
Coordinate con i boxer. Sempre dello stesso colore.
Ha successo con le donne? Lei aveva fama di Dongiovanni…
Prima badavo molto alla quantità. Adesso alla qualità.
Quanto dura una sua storia d’amore?
Due anni.
Sono ragazze normali o "televisive"?
Normali. Come fai ad innamorarti di una ragazza della televisione? Poi a me non piacciono le donne in carriera. Adesso vorrei avere un figlio.
Che cosa ci trovano le donne in lei?
Dicono che sono una persona onesta, per bene, pulita. Che ho dei sentimenti. Con le donne ho successo ma ho bisogno di tempo. Non ho lo sprint. Ho la tenuta. Sono l’uomo delle lunghe distanze. Anche in tv. Lerner? Sgarbi? Hanno più sprint di me. Ma poi passano. Ed io sto sempre lì. La passione travolge e finisce. L’amore resta.
Leggo sulla "Stampa": "Marzullo è la smentita alla prima legge della meccanica televisiva che dice che una trasmissione, per quanto brutta sia, ripetuta a lungo, diventa bella"…
Ma qui hanno sbagliato la legge. Chi l’ha fatta questa legge?
Curzio Maltese.
Se l’è inventata questa legge. Se una cosa è brutta resta brutta. Anzi diventa più brutta.
Dice ancora: "La trasmissione di Marzullo trasmette la stessa repellenza della prima volta".
Questa non è cattiveria, è invidia.
Dicono anche che lei è un Signor Nessuno, banale, inesistente…
Io devo essere un Signor Nessuno. Il Signor Qualcuno deve essere l’ospite.
Ma hanno detto anche che lei "incarna il vuoto televisivo e lo esalta"…
La televisione non la fanno i critici. La fanno le persone che stanno davanti al televisore e gli ospiti che vengono alla trasmissione.
Quindi a lei non interessa se Grasso, Placido e Maltese la criticano?
Io non dico che ho ragione io. Dico che loro hanno sicuramente torto.
Ha mai intervistato De Mita a "Mezzanotte e dintorni"?
No mai. Non credo che lui ami molto questo genere di esibizioni.
Ma l’ha invitato?
L’ho invitato, si.
Dicevano che lei fosse stato fidanzato con la figlia Antonia …
No, io sono amico di De Mita. Mi è simpatico dal punto di vista umano. Non tutti sanno che De Mita è simpatico.
Gioca con lui a tressette?
Non so giocare a carte.
Lo va a trovare quando va ad Avellino?
Io non vado mai ad Avellino.
Beniamino Placido ha scritto che Avellino è un posto dove basta nascere per arrivare in Tv".
E’ una cattiveria, una cosa brutta e triste. Ma io lo grido e lo griderò sempre: sono amico di De Mita, e basta. Anzi io in Rai ho dovuto faticare due volte. Prima per dimostrare che ci sapevo fare, poi per superare il pregiudizio di essere un raccomandato.
Di che cosa parla con De Mita?
Andiamo qualche volta alla partita insieme. Ma adesso siamo tutti e due molto impegnati e ci vediamo poco. Alle feste…
Quando è il compleanno di De Mita?
Il due febbraio. Lei lo sapeva?
Ci mancherebbe altro.
Ma io ricordo anche il mio di compleanno, 25 luglio.
Quanto guadagnano quelli che vengono a farsi intervistare?
Nulla, si pagano anche il viaggio. Vengono per me.
Chi vorrebbe in trasmissione che non è ancora venuto?
Il Papa.
E gli chiederebbe se la vita è un sogno o se i sogni aiutano a vivere meglio?
Io credo che potrebbe benissimo raccontarmi la sua vita. Ha un certo feeling con i mezzi della televisisone.
Lo ha invitato?
Non ancora. Ma gli sto mandando dei messaggi.
Chi le piace di più fra i suoi colleghi? Costanzo?
No, non è che mi piaccia. Se ho un punto di riferimento è Pippo Baudo.
Ma Baudo ha già un erede, Frizzi.
L’erede di Baudo non c’è. Ma paradossalmente sono io più simile a Baudo di Fabrizio Frizzi. Non so suonare il pianoforte ma so fare le interviste.
E Ferrara? Lerner? Sgarbi?
Nei programmi di Ferrara c’è troppo casino. Lerner mi piace, è onesto ed equilibrato. Anche Sgarbi mi è molto simpatico. Gli auguro che trovi un amore importante, serio, profondo. Non è bello che un uomo intelligente come lui si faccia vedere ogni volta con una donna diversa.
E poi?
Mi piacciono Chiambretti, la Spaak e Barbato. Barbato mi piace quasi quanto Baudo.
E Paolo Rossi, e quelli di Avanzi?
Paolo Rossi non mi piace proprio. La Dandini sì, moltissimo. Non solo come conduttrice…
Che cosa vuole dire?
Mi piace come donna, è accattivante, intrigante.
Chi vede "Mezzanotte e dintorni"?
C’è uno zoccolo duro di gente qualificata, gente che la mattina si sveglia tardi, politici, scrittori, attori. Poi camerieri, tassisti. E vecchietti che non hanno sonno.
Quando lei ha fatto l’esame per diventare giornalista, che tema ha scelto?
Ero indeciso se fare quello di sport o quello di politica.
Qualcosa mi dice che lei ha scelto quello di politica.
Si. Su De Mita nuovo segretario della Dc.
Ma lei è incorreggibile.
Adesso è colpa mia anche il fatto che il Congresso democristiano elesse De Mita? Comunque presi il massimo dei voti.
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