- 25 Febbraio 2001
Si chiama Paola. O forse Francesca. O forse in qualche altra maniera. «Bisogna fare un po’ di confusione. Non posso farmi riconoscere. Ho dei genitori e degli amici che non sanno niente». Non sanno, i genitori e gli amici, che Paola tiene un diario erotico su Internet, al sito www.Clarence.com http://www.clarence.com/, dove ogni settimana racconta tutto di sé. Un diario che è diventato un must. Ogni giorno le arrivano centinaia di e-mail alle quali risponde, via web o privatamente. Ogni giorno si collegano migliaia di ragazzi per leggere le sue avventure sessuali, con uomini, con donne, in due, in tre, in dieci. Una ragazza milanese come tante che ha scelto la trasgressione e che ha deciso di raccontarla. «Mi piace scrivere e sono una esibizionista». Paola è alta, ha lunghi capelli neri, gambe slanciate, un viso acqua e sapone, un sorriso gentile, timido e riservato. «Sento scivolare la mano di Peter dentro gli slip», scrive nell’undicesima puntata. Poi diventa rossa quando si scopre che non è né dei Gemelli né dei Pesci come ha cercato di far credere nel suo diario per sviare i curiosi. Ha 32 anni, un ex marito, due genitori benestanti che abitano in Brianza, un fratello più piccolo che sa tutto e che ogni tanto, per gioco, la minaccia di svelare a tutti il suo segreto. Lei era impiegata in un’ azienda come segretaria, ma adesso lavora in un portale. «Ho una sessualità fisica e cerebrale», dice. La prima avventura che ha scritto è quella con Manu, sua collega di ufficio, l’unica persona della quale è stata innamorata, oltre «quel represso maschilista» di suo marito giornalista.
Ma è bisex?
«No, a volte sono etero, a volte lesbica».
Che cosa è, una presa in giro?
«Mi interessa la persona, non il suo sesso».
Ma le interessa anche la trasgressione.
«Anche con mio marito si faceva qualche cosa di diverso ma sul più bello lui si tirava indietro e mi lasciava sola col mio senso di colpa».
Che cosa facevate?
«Esibizionismi. Andavamo nei cinema a luci rosse e cominciavamo a darci da fare. Allora i pochi frequentatori ci venivano intorno. Noi ci alzavamo e andavamo alla toilette. E tutti dietro a noi. Poi sul più bello mio marito si bloccava».
Meglio è andata quando Paola incontrò Manu che la introduusse nella vera diversità sessuale, nelle feste azzardate, nei privé per sado-maso. «Manu mi dominava e la mia fantasia si scatenava», racconta Paola. «L’ambiente era stimolante. Collari, guinzagli, borchie, chiodi, vestiti attillati di pelle, cerniere, stivali. Tutto nero e rosso. Uomini vestiti da donna, sottoposti a femminilizzazione forzata come umiliazione. Gente vestita da Hitler, da boia, incappucciati, maschere antigas. Io ci andavo vestita quasi normale. Un tubino di ecopelle. L’avevo visto da Versace ma era troppo caro. Poi l’ ho comprato da Coin. Un giorno mi sono messa anche collare e guinzaglio. Era un regalo di Manu». Ora la storia con Manu è finita. «Troppe liti, troppe gelosie», racconta. C’ è stato anche un ritorno di fiamma con l’ ex marito giornalista. L’ ha portato nei club. «Ma lui è un maschilista omofobico. Per i privé ci vuole apertura mentale», dice la timida scrittrice erotica internettiana.
La vita sessuale, per essere felice, deve per forza essere trasgressiva? Spiega con pazienza quasi
didascalica:
«La mia migliore amica ha una vita sessuale del tutto normale. Ho cercato di aprirle nuovi orizzonti. Ma lei è felice così. Ho conosciuto in Internet tante persone che si dichiaravano trasgressive. Poi le ho scoperte moraliste e insoddisfatte. Si accanivano contro le altre perversioni».
Ognuno in sostanza fa il tifo per le sue perversioni e disprezza quelle altrui?
«Qualcosa del genere. Sado-maso che odiano le pratiche scat, giochi con escrementi, scat che non vogliono sentir parlare di pratiche mediche, cliniche, cuciture». E via così».
Quali sono i suoi limiti?
«Mi piace tutto purché sia consensuale. Mi fermo solo davanti ai bambini e agli animali. Tutto il resto va bene purché sia sesso sicuro». La conversazione si svolge nella affollata pizzeria Martesana, per forza di cose sottovoce. «Mi piace essere "toccata" in Internet», dice la tenera e dolce pervertita. Attorno, sguardi turbati. Quanti altri pervertiti in Italia? Paola diventa sociologa. «La grande palude è quella dei repressi infelici. Poi c’ è una piccolissima minoranza di normali felici e una minoranza ancora più piccola di trasgressivi felici».
E lei?
«Io sono una punta avanzata. Un’ avanguardia».
Una punta avanzata che sogna un marito.
«O una moglie. Purché sia una famiglia. Voglio una casa in campagna, un orto, dei figli. Mi sono scocciata di vivere da sola».
Nessun commento.