- 25 Agosto 2005
Di talk show in tv ce ne sono tantissimi. Ma la mattina presto, prima di colazione, c’è solo Omnibus, sulla 7, condotto da Antonello Piroso. Adesso è in pausa estiva, ma con la ripresa autunnale i politici ricominceranno a sfilare all’alba, gli occhi un po’ assonnati e le difese allentate. Nel frattempo Piroso, 45 anni, forte del successo, è stato promosso: vicedirettore del Tg diretto da Giulio Giustiniani, al posto di Carmine Fotia.
Hai fatto fuori Carmine Fotia e si insinua che vorresti far fuori anche Giustiniani.
"Non ho chiesto io la promozione".
Dicono tutti così.
"Non ho la vocazione del salvatore della patria né di Pol Pot. Ma non so nulla di trame, arabeschi, dietrologie. Il potere non m`interessa".
Dai Antonello, non fare Madre Teresa di Calcutta. Dimentichi che sei un raccomandato. Ti ha raccomandato Afef, la First Lady della 7.
"Effettivamente fu lei a segnalarmi alla 7. Le sarò sempre riconoscente. Ma mi ha segnalato, non mi ha raccomandato".
La segnalazione della moglie del capo è più di una raccomandazione.
"Dipende. Segnalò un altro insieme a me. Che non fu preso".
Che effetto ha fatto ad Alain Elkann, inviato del Tg della 7, la tua nomina?
"Perché me lo chiedi?"
Perché nel 1997 gli hai dedicato un ritratto al vetriolo, su Panorama, intitolato "Sotto l’intervista nulla".
"Era bonario sarcasmo".
Sul Venerdì della Repubblica Giorgio Dell’Arti parlò di te come marchettaro, paraculo, venditore di Saab usate, playboy, intrattenitore di anziane signore. Era bonario sarcasmo?
"Ai giudici non parve. Dalla causa che feci ottenni un congruo risarcimento danni. Ma dal punto di vista professionale mi azzoppò perché aiutò quelli di Panorama che mi volevano male".
Chi ti voleva male?
"Quando arrivò Andrea Monti nominò capo della redazione di Roma Pino Bongiorno. Io fino ad allora avevo scritto di televisione. Ma fui bloccato. Ho il sospetto che Manca, presidente della Rai, stanco delle continue polemiche che nascevano dai miei articoli, avesse chiesto a qualcuno di darmi una calmata. E in una sorta di gentleman’s agreement, questa calmata me la dettero".
Ovviamente non sei un marchettaro.
"Non hai idea delle profferte che ricevo da quando Omnibus è un programma di successo. Strane persone che mi dicono: "Sai, io mi occupo di questo deputato, non è molto conosciuto, se venisse ad Omnibus…""
Normale attività di Pr.
"Però hanno l’aria di offrirti sempre qualcosa. Chessò, una consulenza".
A cosa rinunci per fare l’onesto?
"Io non "faccio" l’onesto. Io "sono" onesto. Ho fatto più di 500 puntate. Mille euro in nero per una ospitata al giorno, per dire, farebbero un miliardo di lire. Esentasse".
Adesso sembri San Francesco di Assisi.
"Mio padre è stato in polizia tributaria per vent’anni. Una volta trovò una valigia piena di contanti in un buco della rete del valico di Brogeda. La consegnò così come l’aveva trovata. Un giorno gli dissi, scherzando: "Se avessi sfilato una banconota da ogni mazzetta, non se ne sarebbe accorto nessuno". E lui: " Io debbo addormentarmi tutte le sere con la certezza di essere in pace con la mia coscienza"".
Deridevano i tuoi gessati in quel famoso articolo.
"Famiglia Cristiana ha scritto: "Programma ben condotto, domande argute ma i gessati del conduttore sono improponibili". Se sono solo i gessati a creare problemi…"
Potresti toglierti i gessati.
"E perché? Il mio gessato piace. Tra l’altro, i gay ne vanno pazzi. Un mio amico omosessuale un giorno mi ha detto che piaccio molto nel loro giro. Proprio per come vesto".
Vendevi Saab?
"Misi in bacheca a Panorama "Vendo Saab tagliandata". Su quel "tagliandata" mi presero in giro. Che razza di parola è "tagliandata"? Ma io sono preciso. E ingenuo".
Ecco Santa Maria Goretti. Raccontami il caso Sciarelli.
"Andrea Monti, direttore di Panorama, mi aveva chiesto di fare un pezzo sulla storia delle supposte amanti di Cossiga di cui aveva parlato Montanelli. Gli dissi: "Guarda che è la classifica fregnaccia da terrazza romana". E lui: "Te lo ordina il direttore". Io scrissi i nomi che giravano: Romilda Bollati, Edwige Fenech, Federica Sciarelli. Federica Sciarelli mi fece causa insinuando addirittura che ci fosse un disegno criminoso da parte mia perché tempo prima avevo scritto un pezzo sostenendo che era stata paracadutata al Tg3 in quanto aveva lavorato al gruppo comunista del Senato".
L’avevi scritto?
"Mi ero fidato di una fonte, un giornalista del Tg3, che mi aveva dato sempre notizie esatte. Ho fatto male, mi dispiace molto. E’ stata una polpetta avvelenata che ho mangiato come un pirla. Sono stato condannato giustamente e ho pagato 80 milioni. Da allora sono ossessionato dalla verifica delle fonti".
Cosa pensi della censura in Rai?
"Che i politici ordinino licenziamenti, come è successo con il diktat bulgaro di Berlusconi, non mi stupisce. Ma è avvilente constatare che c’è sempre un caporale di giornata pronto a ubbidire".
Stai parlando di Saccà che licenziò Santoro e Biagi.
"Io non personalizzo. Ragiono in generale".
Qual è stato il record di Omnibus?
"Venerdì 24 giugno, 5,65 per cento di share, puntata dedicata alla fenomenologia di Berlusconi".
Chi non è mai venuto?
"Berlusconi, Fini, La Russa, Epifani, Scajola, Diliberto, Rutelli, Veltroni. Credo che spesso sia una questione di bioritmo. Si fa fatica a svegliarsi presto la mattina".
Veltroni si sveglia presto la mattina.
"Ma è abituato a scegliere come una bella donna quando, come, cosa e con chi. Va solo dove può fare bella figura ritagliandosi il ruolo del buono".
Gente che non inviti?
"Alba Parietti. Niente di personale, ma storicamente è l’ archetipo dell’ospite prezzemolino. La vera pornografia tv è quando si mettono seduti a discutere della guerra Rita Levi Montalcini, Alba Parietti e un sieropositivo."
Se Omnibus la facessi su Rai Uno quanto avresti di share?
"Probabilmente il triplo".
La tua vita. Racconta.
"Ho vissuto a Como fino a diciotto anni. Famiglia piccolo piccolo borghese. Università alla Cattolica studiando come un matto per la borsa di studio".
Primo lavoro?
"Animatore in un villaggio Valtur".
E’ lì che avresti fatto il gigolo?
"Mai successa una cosa del genere. Eravamo gentili con tutti. E’ così che ho imparato a capire la gente con i suoi desideri, cosa che mi è tornata utile in televisione. Anche Berlusconi ha cominciato facendo il piano bar".
Politicamente?
"Nel 1976, suggestionato dal carisma di Enrico Berlinguer, sono entrato nella Fgci. All’epoca chi non era comunista? Adornato, Ferrara, lo era perfino Veltroni".
E il giornalismo?
"Ho fatto la scuola di giornalismo. I miei compagni di corso erano Laura Gnocchi, che adesso è direttore del Venerdì, Goffredo Buccini del Corriere, Peter Gomez dell’Espresso. Alla fine andai a lavorare a Panorama".
Poi hai conosciuto Afef.
"La conobbi, la intervistai per Panorama, la consigliai alla redazione del Maurizio Costanzo Show. Abbiamo continuato a sentirci ciclicamente, meno di quanto si vociferi. Lei mi ha raccontato di cose sue, io non le ho mai utilizzate. Lei si fida di me perché non ho mai tradito la sua amicizia. Afef è una tosta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Per questo risulta antipatica: dice quello che pensa, ed è tutt’altro che un’opportunista. E’ stata una donna molto ambita. Ti potrei fare nomi di persone di primissima fila in Italia che l’hanno tampinata. Pensando che io fossi un mezzo ruffiano, venivano addirittura da me a cercare la sponda".
E tu facevi la sponda?
"Io dicevo: "Ma voi siete importanti, conosciuti. Telefonatele, ci fate una figura migliore". Io poi a lei lo racccontavo e lei: "Non lo voglio neanche vedere uno che non trova il coraggio di chiamarmi". Una bella tunisina come lei, personaggio impetuoso, è una che divide. Ricordo un pezzo del Messaggero in cui c’era perfino scritto: "Fa molto discutere nei salotti: il giudizio unanime può essere fotografato dalla battuta che si è sentita l’altra sera in un salotto romano: "Finiremo con le filippine in cucina e le tunisine nel letto"." Di lei si sono dette le cose peggiori possibili. Lei lo sa e se ne frega".
Mi racconti di Adriana Sklenaricova?
"E’ stato un mio sogno. Continuavo a dire a tutti: "La vorrei conduttrice di un programma dove lavoro come autore". E tutti a prendermi in giro. Poi un giorno ho scoperto che era diventata la testimonial del Wonderbra. Ti ricordi quei artelloni? Lei si tirava su il reggiseno e diceva: "Non so cucinare, e allora?""
Ricordo che causavano tamponamenti sul Lungotevere.
"La convinsi a venire a Domenica In. Era l’autunno del 1999. Fu un botto di ascolti clamoroso. Io dissi ai dirigenti: "Se non la prendiamo fino alla fine della trasmissione siamo dei pazzi". E tutti ad ammiccare".
Avevano ragione ad ammiccare?
"Siamo stati ottimi colleghi e poco altro di più".
E’ una mezza confessione.
"C’è stata una sorta di coinvolgimento cerebrale. Grande complicità, grandi chiacchierate. Tutto qui. Lei sposata, io fidanzato, abbiamo convenuto che ci sono delle cose nella vita che è meglio non consumare".
Tradotto: ti piaceva un sacco.
"Non ti sto dicendo che mi fosse indifferente".
Diciamolo, non sapeva cucinare.
"Un giorno la trovai in camerino che piangeva. "Sai, ho parlato di te a mia madre. Le ho detto che ho conosciuto un uomo italiano molto sensibile. Mia madre mi ha detto: "Stai attenta agli uomini italiani sensibili"." Io ho pensato che mi stesse prendendo in giro e cominciai a cercare le telecamere di "Scherzi a parte". Invece era seria".
La cosa di cui vai più orgoglioso?
"Mi hanno raccontato che un giorno Eugenio Scalfari arrivò alla riunione di redazione di Repubblica con una copia di Panorama nella quale c’era una mia inchiesta sulla televisione e disse: "Ma perché queste notizie non le vedo mai scritte sul nostro giornale?" E scagliò la copia di Panorma contro i redattori degli spettacoli".
Quale tv non ti piace?
"I reality, sono finti".
Ricci ti risponderebbe che la televisione è tutta finta.
"E quindi anche i suoi litigi con Bonolis sono finti".
Lo si potrebbe pensare.
"Certo si sono tirati la volata reciprocamente. Sono stati per settimane sui giornali, sia lui che Bonolis. Sono dei simpatici furbetti del quartierino televisivo".
I voltagabbana?
"I nomi che senti fare sono sempre quelli…Mastella, Adornato, Guzzanti…".
Quelli più visibili.
"Rutelli era radicale e adesso è diventato un clerico-baciapile? Bossi stava con Berlusconi poi l’ha tradito e poi è tornato con lui? Ma questa è politica. Adornato ha voltato gabbana per fare il presidente della commissione cultura? Tutto lì? E Sgarbi con la Margherita?".
Dal 1996 al 2000, quattro anni, 200 parlamentari hanno cambiato gruppo. Tu ti senti un voltagabbana?
"L’avvocato Agnelli disse, citando Sciascia, nella famosa intervista a Biagi: "Io non le posso dire cosa sono, le posso dire cosa non sono. Non sono un ruffiano". Piroso non è un ruffiano".
Per chi voti?
"A volte il cuore è a sinistra e la testa a destra. Talvolta è il contrario. Per dirla con De Gregori, è una questione di sensibilità, non di appartenenza".
E Berlinguer? E la Fgci?
"Dalla Fgci mi radiarono per assenza. Avevo scoperto l’esistenzialismo. E il famoso aforisma: "Se capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo il comunismo è il suo contrario. Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo".
Non mi dici per chi voti.
"Esatto".
Sei un opportunista.
"Qual è il valore aggiunto di questa dichiarazione? Sapere come la penso?".
Sì.
"Che ti cambia?".
Mi cambia.
"Lo puoi capire puntata per puntata".
Non posso vedere tutte le puntate. Fai prima a dirmelo tu.
"Non voglio stimolare i pregiudizi dei telespettatori".
Appunto, opportunista.
"Sei molto più tutelato se ti schieri".
Gioco della torre. Ventura o Parodi?
"Io ce l’ho un po’ con Cristina Parodi. In un momento difficile della sua carriera, boicottata da Sodano (mi disse: "Quei socialisti di merda") avevo cercato di aiutarla. Quando fui io ad aver bisogno, lei non spese una parola per difendermi dall’ostracismo di Vigorelli a Verissimo. Ma nella sua ultima vicenda di gossip mi è dispiaciuto per lei, dal punto di vista umano. L’accanimento della stampa deve essere stato devastante per lei. E poi la corte degli amici di Lele Mora, i "lelemoridi" di cui si circonda Simona Ventura, è davvero insopportabile.".
Anna La Rosa o Vespa?
"Il programma di Anna La Rosa sta al giornalismo come Marzullo sta a Larry King. Mi tengo Vespa anche perché buttarlo è difficile. Sradicarlo dal palinsesto è un’impresa titanica".
Michele Serra o Curzio Maltese?
"Serra ha ancora un po’ il gusto di variare gli interessi, le tematiche, gli interventi. Maltese prometteva tantissimo, ma è andato lungo e embra finito spiaggiato come le balene".
Giorgino o Marzullo?
"Butto Giorgino. La sua intervista a Libero contro Mimun era incredibile. Lui non è berlusconiano? A me hanno raccontato che è uno che telefonava alla gente, magari al direttore di turno del Tg, dicendo: "Sono qui incidentalmente in compagnia di Paolo Bonaiuti"".
Il nome di un bollito televisivo?
"Curzi come consigliere anziano della Rai e presidente temporaneo soffriva di una pericolosa sindrome: un giurassico pippobaudismo di ritorno, "ghe pensi mi", un tardo-berlusconismo «de sinistra». Non si era ancora insediato che aveva dato tre interviste. Come ha scritto il Riformista era un "presidente saccente funzioni". Io mi ricorderò sempre l’intervista di Curzi a Pansa, sull’Espresso. Curzi la menava sulla democrazia, la ggente, il popolo dei fax e Pansa lo lasciava parlare. Poi alla fine gli disse: "Tu sei un lottizzato e un lottizzatore come i democristiani e i socialisti". E Curzi: "Sì, ma io il mio lotto l’ho gestito meglio". Contento lui…"
Mi piacevo molto questa programma.
Anche a me piaceva… quando guardavo la tv. Ormai non l’accendo più
Apprezzo sempre il tuo gradevole modo di giudicare e mi farebbe piacere incontrarti per un aperitivo, ciao Francesco Bocola
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