- 28 Dicembre 2006
Un altro giornalismo è possibile? Accanto ai grandi giornali di informazione e di opinione si sta facendo largo qualcosa di diverso? Il Gabibbo è un inviato speciale? Le incursioni delle Iene sono inchieste giornalistiche? Quando chiedono ai parlamentari che cosa è la Consob, quando fanno il test antidroga ai deputati, fanno solo spettacolo. «Il problema dei giornalisti è che parlano come giornalisti e si capisce la metà di quello che dicono», spiega Davide Parenti, il papà di tutte le Iene, oggi impegnato anche sul fronte di Matrix. Ma i giornalisti non dovrebbero essere proprio quelli che dipanano il linguaggio dei politici, che rendono chiare situazioni oscure? Insomma, è più giornalista Enrico Lucci o Vittorio Feltri? «È brutto dire che la nostra “è un’altra forma di giornalismo” e quindi non lo dico».
E com’è che i giornalisti debbono fare i giornalisti?
«Hai una domanda da fare? Falla. Ma diretta. Per noi è più facile perché siamo dei cazzoni, facciamo domande da cazzoni, non abbiamo problemi di deontologia. A noi chiedono spettacolo».
Fammi un esempio.
«Porta a porta è un programma che incontra gli ospiti prima della trasmissione».
Stai parlando di complicità.
«Complicità di domande e anche di ospiti. Se viene Travaglio non viene Berlusconi e cose simili».
È sempre così in Italia.
«Pure le Iene hanno al loro interno germi di combine. Per esempio quando invitiamo qualcuno a una intervista doppia quello ci chiede: “Chi è l’altro?”. E a quel punto può anche scapparci un rifiuto».
Chi ha rifiutato?
«Avevamo combinato un’intervista doppia con due calciatori. Un calciatore non ha voluto l’altro».
Chi non voleva chi?
«Non posso dirlo, ma non lo considerava all’altezza».
Vi credevo più coraggiosi. Anche voi Iene scendete a patti…
«Il passo dopo è “dammi le domande”. Ma noi non gliele diamo».
Mai mai?
«Su 500 interviste doppie, abbiamo dato le domande due volte. Sono state le interviste più scadenti di tutte».
Chi erano gli intervistati?
«Politici».
Qual è il difetto dei giornali?
«Che sono fatti dai giornalisti e sono parzialmente incomprensibili. A volte anche faziosi».
Anche voi, se qualcosa ha a che vedere con il vostro editore…
«Certo può capitare. Ma Mediaset spesso è molto distratta. E noi ne approfittiamo. In linea di massima abbiamo la fiducia dell’editore anche se ogni tanto si incrina. Come per il servizio sul drug wipe, il test sulla droga. Non l’hanno presa benissimo».
Perché l’avete pubblicizzato prima?
«Si potrebbe anche pensare che fosse una grande paraculata perché era la prima puntata e avevamo bisogno di una notizia forte che ci desse attenzione. E in effetti è stato così».
Dicono che la vostra redazione sia scalpitante e tu pompiere.
«Un pompiere serve. L’eccesso non fa mai bene a un programma: accontenta molto una piccola fascia di pubblico ma scontenta i più. In prima serata non te lo puoi permettere».
Da quando c’è il centrosinistra siete più cattivi…
«È possibile. L’ho notato anche io».
Una volta facevate cose contro Berlusconi.
«Le ricordo tutte perché in qualche misura hanno sempre creato delle tensioni. Berlusconi non è più il capo ma le persone stanno attente lo stesso…».
Che non sia più il capo…
«Io non l’ho mai visto dentro Mediaset».
Non lo conosci per niente?
«Non l’ho mai incontrato, ma da quello che so si è lamentato spesso del nostro lavoro. Però non mi conosce».
Di cosa si è lamentato?
«Della nostra “irruenza”. I problemi maggiori li abbiamo avuti quando il trio Medusa, dopo il lifting del Cavaliere, sull’aria di “Bella…” ha fatto cantare ai parlamentari “Brutto…”. L’hanno cantata anche i suoi amici di An. La cosa credo lo abbia infastidito».
Una volta ha detto: «Le Iene non hanno il senso del limite»…
«Il trio Medusa era andato a dargli fastidio durante un comizio. Aveva ragione lui».
I politici sono permalosi?
«Moltissimo. Ma sanno che non possono evitarci. Ci sono poche uscite da Montecitorio e noi li aspettiamo lì. C’è perfino una proposta di legge di uno di An che vorrebbe inibirci l’accesso in piazza Montecitorio».
Chi sono quelli che se la prendono con voi?
«In passato Gasparri e Rutelli sono stati poco spiritosi. Bossi invece lo è stato moltissimo. Con Enrico Lucci, ad esempio, ha un rapporto perfino affettuoso».
Dicono tutti che Mediaset è piena di comunisti.
«Ci sono un sacco di persone di sinistra. Ma dire che è pieno è un’esagerazione. E comunque non c’è persecuzione. È lo share che dà la dimensione del tuo lavoro. Se vai due punti sotto la media di rete, sei un poveretto».
Ma Italia1 è di sinistra?
« Ha visto Lucignolo? In Italia1 convivono programmi molto buoni e programmi pessimi».
La tua vita.
«Sono nato 49 anni fa a Mantova. Figlio di insegnanti e cattivo scolaro».
Il primo lavoro?
«A18 anni insegnante di ginnastica. A 20 corrispondente per l’Unità. Mi pagavano una lira a pezzo».
Non ci diventavi ricco.
«Ho smesso di fare il giornalista quando mi sono inventato Gran Pavese varietà per le feste dell’Unità. A Bologna lo vide Minoli e ci fece delle pillole per Mixer. Così andai da Antonio Ricci con Patrizio Roversi e Siusy Blady a presentare Lupo Solitario. Antonio ce lo fece fare e da allora non ho mai smesso».
Lupo Solitario, Matrioska, Araba Fenice, Storie Vere. Se dovessi indicarmi le tre trasmissioni di cui vai più orgoglioso?
«Le Iene, Milano-Roma, Scherzi a Parte».
Politicamente…
«Sono di sinistra, ma divido il mondo in persone che non mi piacciono e persone che mi piacciono».
A destra chi ti piace?
«Fini, ma tutti gli altri del suo partito sono inguardabili. Poi anche Tremonti».
Ci andresti a cena insieme?
«Sì. È intelligente, ha un’ironia formidabile».
Con chi non andresti a cena, a sinistra?
«Con Salvi. Non capisco che ci stia a fare a sinistra. Mi sembra una persona inadeguata. E, se debbo dire la verità, nemmeno Fassino mi fa impazzire. Quand’era in seconda fila si muoveva bene. Adesso non mi piace niente di lui».
Per chi hai votato l’ultima volta?
«Voto sempre in maniera diversa. Una volta ho votato Occhetto. Mi faceva tenerezza, non lo votava nessuno, sembrava Calimero. Ho votato anche Ds e la Rosa nel pugno».
La critica più dura che hai ricevuto?
«Non è che mi interessino molto».
Ti interessano solo quelle positive?
«Noi facciamo una televisione responsabile. Perché qualcuno dovrebbe criticarci?».
Dicono che siete la foglia di fico di Berlusconi. Ogni volta che lo criticano lui si difende: «Ma come? Abbiamo le Iene!».
«E ogni volta la redazione ci resta male. D’altronde se Berlusconi non ci caccia vuol dire che gli conviene. I conti li sa fare. E noi facciamo la tv che ci piace. È evidente che ci sono i compromessi. Ma il programma che facciamo è lì per essere visto».
La televisione che ti piace?
«Ho il gusto dell’orrido».
Un esempio di orrido che ti piace?
«Le prime tre puntate della Pupa e il secchione. Poi ho avuto una repulsione».
I migliori autori televisivi?
«Non ce ne sono tanti. C’è soprattutto chi copia. La televisione è la riproposta continua dello stesso lesso ribollito. Invenzione ce n’è poca. Uno che inventa è Giovanni Benincasa».
La tua idea più redditizia?
«Il barzellettiere d’Italia. Giravo sempre con una telecamera. Chiunque incontrassi, gli chiedevo di raccontarmi una barzelletta. Montai 200 puntate per Italia1. Un milione a puntata. Mi liberai del problema della sopravvivenza».
Hai detto: «Vespa trasforma tutto in una marmellata».
«Era ignoranza. L’ho detto prima di fare Matrix».
Anche Matrix fa marmellata?
«Matrix è partito che doveva fare una cosa e fin dagli esordi ha scelto di farne un’altra. Se rivedi la prima puntata capisci cosa voleva essere. Poi Mentana, che è il comandante della nave ha preso un’altra rotta».
E tu che fai adesso a Matrix?
«Quasi niente. Aiuto la redazione a realizzare filmati».
Che programma avevate in mente?
«Era una specie di Letterman show. Enrico era in grado di farlo. Nella vita è molto simpatico. Fa un sacco di battute».
Quanto costano le Iene?
«Intorno ai 370 mila euro a puntata».
È poco o tanto?
«Prodotti come la Pupa e il secchione costano un milione. E contengono meno pubblicità delle Iene».
Hai detto: «Daniele Luttazzi è diventato un eroe, però in realtà se tornasse indietro non lo rifarebbe più».
«Luttazzi è un’intelligenza formidabile. Però ha una serie di difettucci, per esempio se tu gli copi una battuta, il giorno dopo fa l’inferno».
Chiunque lo farebbe.
«Tutti rubiamo tutto. Noi due abbiamo fatto insieme Barracuda rubando a Letterman».
Hai detto: «Pier Silvio Berlusconi è un uomo libero. Tant’è vero che non gli piace tutto di Mediaset».
«Deve diversificare il suo prodotto e nel suo negozio vende di tutto, anche le cose che non gli piacciono».
Cos’è che non gli piace?
«Non credo che gli piaccia Buona Domenica. Se dovesse scegliere lui il suo palinsesto, metterebbe Fiorello. Dentro Fiorello vede una ricchezza che probabilmengte non vede in Premiata Ditta».
Faresti Sanremo?
«No. Sono contento di fare le Iene. È il programma più bello checi sia. Non ci sono pastette. Da noi è tutto vero».
Anche Scherzi a parte?
«Su più di 100 scherzi che ho fatto io, solo tre erano finti. Uno con Sgarbi, uno con Cannavaro e uno con Boninsegna. E tutti avevano un mootivo per esserlo. Con Sgarbi perchè aveva avuto la scorta da poche ore. Con Cannavaro e Boninsegna perchè se ne sono accorti a gioco avviato. Lo abbiamo portato a termine trasformandoli in attori.
Hai detto: «La televisione è una cosa che si guarda mangiando una mela, stirando, facendo l’amore»…
«La gente non guarda
C’è qualche trucco?
«Nell’intervista doppia ne usiamo uno: togliamo le pause tra una parola e l’altra. Ci vogliono otto ore per montarala e ci sono più di 5 mila tagli. Alla fine però il risultato èun fantastico meccanismo di tipo ipnotico».
Guia Soncini ha scritto che sei un belloccio, di una bellezza da bagnino alfabetizzato.
«Io in quella definizione mi ci riconosco».
Gioco della torre. Moratti o Moggi?
«Moratti mi sta simpatico, è uno sfigato».
Serra o Benni?
«Serra quando ero piccolo era il mio mito. Poi l’ho conosciuto e mi è crollato. Una piccolezza. Era in redazione e rispose al telefono: “Ah ciao Francesco!”. E cominciò a parlare ad alta voce, per farci capire che era De Gregori».
Presta o Ballandi?
«Ballandi non va in giro armato».
Costanzo o Baudo?
«"La Tv è una malattia e loro dopo 40 anni di Tv sono inguaribili. Chi va in onda subisce una mutazione come se fosse colpito da radiazioni. Ha tutto gratis, senza fatica: un posto al ristorante quando è pieno e l’affetto di tutti anche quando è scontroso. Dopo un po’ di questa vita perdi il senso delle cose. Se a me interessa una ragazza, io devo pormi il problema di piacerle. Chi va in video no. Smette di fare quella ginnastica, il suo muscolo intellettuale è morto».
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