- 16 Marzo 2009
Una volta all’anno quattro grandi del giornalismo italiano, Bocca, Stella, Maltese, Riotta, pranzano nella casa milanese di Giorgio Bocca e, tra il primo e il secondo, assegnano ad un giornalista il premio più ricco della stampa, 15 mila euro. Il vino, rigorosamente Amarone, lo versa il quinto della giuria, Giancarlo Aneri, un signore di Legnago, in provincia di Verona, produttore di vino ma anche grande venditore di olio e di caffè di qualità. Il premio si chiama “E’”, proprio così, una sola lettera accentata. L’ha inventato Aneri insieme a Bocca, Biagi e Montanelli. Tre grandi vecchi del giornalismo italiano e grandi amici di Aneri, l’uomo che conosce tutti i giornalisti italiani.
“Quasi tutti. Quelli bravi, tutti. Quando leggo un bell’articolo guardo la firma e da quel momento lo cerco, lo inseguo, faccio di tutto per conoscerlo”.
Sei un maniaco. Uno stalker.
“Praticamente. Ma tutto ciò che riguarda il giornalismo mi appassiona. La mattina ho bisogno del profumo dell’inchiostro. Ho una torrefazione di caffè che ha sessant’anni di storia. L’unico profumo che batte quello del mio caffè è quello dell’inchiostro dei quotidiani”.
Uno che dice che il profumo dell’inchiostro è meglio del profumo del suo caffè è un pazzo. Abbastanza pazzo dall’essere socio in qualche quotidiano…
“Quando Montanelli fondò la Voce io trascurai il mio lavoro per sei mesi per andare in giro per l’Italia con lui a raccogliere i finanziamenti. Quel giro mi fece capire soprattutto una cosa. Non è il caso di fare business con i giornali. La mia passione è quella di supportare, di stare vicino, di seguire i giornalisti, di aiutare. Ma come imprenditore non metterei una lira in un giornale”.
Come dice Ricucci, vuoi fare il frocio col culo degli altri…
“Sì. Non si potrebbe dire meglio”.
Quanti quotidiani leggi?
“Sette. Corriere della Sera, Repubblica, Libero, la Stampa, il Sole 24 Ore, il Giornale e l’Arena”.
Risalta un’assenza…
“L’Unità?”
Come mai?
“Perché il vero giornale della sinistra italiana è la Repubblica.”
Ho capito, sei di destra.
“Non sono certo un comunista”.
Senza pensarci troppo. Il miglior giornalista italiano? Esclusi i presenti …
“Gian Antonio Stella. E Gianni Riotta per la tv”.
Il peggiore?
"Paolo Guzzanti. La sua strada è piena di scorciatoie. E poi, lo scandalo dei dossier russi…Non c’è niente di peggio della superficialità".
Il miglior giornale? Escluso quello che ti sta intervistando…
“Il Corriere della Sera. E Libero”.
Il peggior giornale?
“Tutti quelli della free press. Forniscono un alibi a chi non vuol spendere un euro al giorno ma fa dieci telefonate col cellulare per dire: “Butta giù la pasta”.”
Molta gente legge solo il quotidiano sportivo.
“Quando vedo uno che esce dal giornalaio con solo il giornale sportivo in mano mi viene voglia di menarlo…”.
Sei veramente un maniaco…
“I giornali io li venero. Li leggo e poi li piego. I giornali pronti per essere buttati sembrano appena acquistati”.
Sei pronto per il ricovero.
“Quando vedo la verdura incartata con un giornale mi viene uno stranguglione”.
E con la free press?
“Ci incarto pure il pesce”.
Non lo usi nemmeno per accendere il caminetto?
“Non ci riesco, il giornale è sacro. Merita rispetto”.
Finisce al macero.
“Ma ci deve finire composto”.
E se un giorno non riesci a leggerli tutti?
“Se non faccio in tempo leggerli la mattina, li leggo la sera a letto. Niente tv, niente libri. Mai buttare un giornale non letto. E’ come lasciare cibo nel piatto”.
Hai il morbo dei quotidiani…
“Quando sono all’estero, dopo tre giorni senza giornali mi sento menomato. Posso anche essere in un’isola splendida, col mare bellissimo, mangiando cose favolose, bevendo vini eccezionali. Ma senza il mio quotidiano mi sento sperduto e inutile”.
Il massimo di astinenza?
“In Cina, sette giorni senza. Non conosco la droga. Ma credo che sia qualcosa di simile”.
E’ solo passione o anche interesse?
“Il giornalismo ti può aiutare. Sei mesi prima dell’elezione di Obama io ero negli Stati Uniti. Lessi su un giornale americano un’intervista ad Obama. “Se io diventerò presidente degli Sati Uniti”, diceva, “con mia moglie Michelle festeggerò nel mio ristorante preferito, la Spiaggia di Chicago”. Mi precipitai da Tony Mantuano, lo chef del ristorante e gli dissi: “Sono sicuro che Obama sarà eletto presidente. Io sono orgoglioso che verrà a festeggiare da lei che è uno italo-americano. La sera in cui verrà lo faccia brindare con il prosecco Aneri e gli dica che c’è un italiano dall’altra parte dell’oceano, che è felice per lui”. E così andò. Obama brindò col mio Prosecco che da quel giorno diventò più importante perché ne parlarono i giornali americani. Vedi? Il giornalismo mi ha aiutato a fare una cosa che resterà nella storia della mia azienda. Se non avessi letto il giornale…”
Il primo giornalista che hai conosciuto?
“Il primo che mi intervistò, Stefano Lorenzetto, corrispondente da Legnago dell’Arena. Poi, col tempo, conobbi Biagi, a cena da Missoni. Poi Bocca, poi Montanelli. Appena li conoscevo mi attaccavo a loro come una patella e non li mollavo più. Li sentivo anche tre volte al giorno. Con Montanelli sono anche andato in vacanza insieme, a Cortina, a Punta Ala. Una volta a Punta Ala si arrabbiò con me. “Hai scelto l’albergo sbagliato”, mi disse. “E’ pieno di vecchi”. Il più vecchio aveva 62 anni. Lui ne aveva 84”.
I politici hanno un’opinione dei giornalisti molto bassa. Li vogliono silenti con un microfono in mano oppure li considerano delle penne da usare. O è servizievole o è un nemico…
“Agnelli, alla domanda se si sentisse un privilegiato, rispose: “Certo. Il mio privilegio è quello di poter chiamare Indro Montanelli passando per Milano e invitarlo a pranzo. E di sentirlo parlare per un’ora”. Pensa a me”.
Tu sei fortunato come lo era Agnelli…
“Più fortunato. Io andavo a mangiare a casa di Montanelli e non dovevo nemmeno avvertirlo prima”.
D’Alema dice che i giornali vanno lasciati in edicola. Anche Berlusconi ha un fastidio fortissimo per i giornalisti. Preferiscono la televisione perché è senza mediazione.
“La televisione è un megafono. I politici amano i megafoni”.
Montanelli, Biagi e Bocca. Tutti e tre legatissimi alla sinistra. E tu sei di destra.
“Sono di centro destra”.
Dicono tutti così quelli di destra.
“Montanelli è stato strumentalizzato dalla sinistra. E’ sempre stato un uomo di destra. Lui non è andato a sinistra. E’ la sinistra che era andata da lui”.
Quando vedi Berlusconi che parla di giornalisti comunisti che cosa pensi?
“Che la sua è una reazione a un bombardamento continuo”.
Capita a chi governa…
“Io sono convinto che se per sei mesi venisse lasciato tranquillo cercherebbe lui una polemica per essere attaccato e sentirsi importante. Se smettessero di attaccarlo lui non si sentirebbe più vivo”.
Quando Berlusconi ha fatto cacciare Biagi dalla tv…
“Gli sono stato molto vicino. Biagi soffriva in un modo spaventoso. Mi sono sentito a disagio sapendo che vivevo in un Paese poco democratico. La cacciata di Biagi è stata una della cose più brutte degli ultimi vent’anni della nostra storia”.
Poi è ritornato…
“Non era più la stessa persona. Il Biagi del “Fatto”, fresco come una rosa, non c’era più. Aveva perso l’entusiasmo”.
Tu che cosa facesti quando lo cacciarono?
“Lo difesi pubblicamente tutte le volte che potevo. Cercai di frequentarlo di più, di stargli vicino. Lo portavo fuori a cena con Michelle Hunziker e con Antonio Ricci perché stesse allegro e ridesse”.
Hai mai conosciuto Berlusconi?
“Gli avrò stretto la mano due volte”.
Ti piace?
“E’ un imprenditore con grandi idee. Come politico si considera di più degli altri, perché ha il background dell’imprenditore. Lo vedo positivo più come uomo che manda i messaggi all’estero che come governante tradizionale”.
Che intendi dire?
“Quando va ai grandi incontri internazionali non vuole essere quello nell’ultima sedia. E’ un ambizioso, vuole che il suo ruolo sia quello della terza o della quarta sedia e il Paese, di riflesso, ne ha un vantaggio”.
Facendo “cucù” alla Merkel?
“Crea rapporti diretti con i presidenti degli altri Paesi. Si comporta da vero venditore parlando direttamente con quello che compra”.
La cosa ti piace. Anche tu sei un venditore.
“Montanelli lo disse: “Giancarlo, tu sei un grande venditore, bravo come Berlusconi. Però tu vendi cose buone”.
Che cosa diceva Montanelli di Berlusconi?
“Diceva che se non fosse entrato in politica sarebbe stato il suo primo paladino per aiutarlo quando lo massacravano”.
E cosa diceva Biagi di Berlusconi?
“Diceva: è un uomo generoso. Tanto è vero che ha fatto diventare ricchi tutti i suoi collaboratori. E non li ha mai abbandonati.”
Anche Bocca dice cose del genere?
“No. Bocca no. Dice le cose che scrive tutti i giorni. Lo considera un usurpatore”.
Tu non lo consideri un usurpatore…
“No.”
E quando fa le leggi per salvare se stesso?
“Le fa anche per avere tempo e possibilità di governare. Il suo sogno è essere amato e stimato da tutti. Vuole diventare il nuovo Cavour”.
Per adesso sembra il nuovo Mussolini…
“Vuole diventare uno statista. Gli intoppi gli fanno perdere troppo tempo. Lui sogna il giorno che parlerà alla gente e avrà l’applauso generale”.
Dal balcone di piazza Venezia?
“Ma no, è troppo democratico. Non vuole spaccare le gambe ai concorrenti…”
Ti dà fastidio che si fosse iscritto alla P2?
“Si era iscritto anche un ristoratore di Agliana, Paracucchi. Un giorno gli ho chiesto perché lo avesse fatto. Lui mi rispose: “Mi avevano promesso trenta coperti al giorno”. Magari a Berlusconi avevano promesso una licenza edilizia in più”.
Potreste dargli il vostro premio…
“Certo, come editore di televisioni che fanno telegiornali. Ma il nostro è un premio umile. Lui aspira al Nobel”.
A Feltri darete mai il premio?
“Mia moglie non è mai venuta alla premiazione. E sai perché? Perché non premiamo Feltri. Vittorio è la sua passione. Mia moglie, prima della riunione della giuria, tutti gli anni, mi dice: “Ma glielo vogliamo dare il premio a Feltri?”. Io traccheggio: “Be’ sai, se ne parla, vediamo, capita, può succedere”. Lei ogni volta mi ricatta: “Verrò al premio quando lo darete a Feltri”.
Non verrà mai al premio.
“Chi potrebbe nella giuria sponsorizzare Feltri?”
Direi nessuno.
“Gianni Riotta su certi discorsi si trova molto d’accordo con mia moglie. Ma solo lui. Ce li vedi Bocca e Maltese votare per Feltri?”
E Ferrara? E Belpietro? Premiate solo gente di sinistra.
“Io sono l’unico nella giuria di centro-destra”.
Diciamo di destra.
“Ferrara non è stato mai proposto. Belpietro una sola volta, timidamente”.
Come mai avete premiato Fabio Fazio e Antonio Ricci?
“Diceva la motivazione per Fazio: fa una televisione educata in un momento in cui tutti urlano”.
Sembra una pietra tombale.
“Abbiamo premiato anche Milena Gabanelli. Motivazione: una donna che non ha paura di niente e di nessuno”.
Cosa hanno in comune Fazio e la Gabanelli? Sono due personaggi quasi opposti.
“Uno un anno e uno l’altro.”
E Antonio Ricci? Che cosa c’entra con Giavazzi? Il vostro è un premio schizofrenico?
“L’anno di Giavazzi è venuto alla premiazione anche Draghi, il governatore della Banca d’Italia. Io l’ho messo nel tavolo accanto a Ricci. Draghi disse: “Tutte le sere guardo Striscia la Notizia”. Ricci non so quanti Telegatti ha vinto. “Striscia” è un vero e proprio tg”.
Premierete mai Travaglio e Santoro?
“Se fosse per me, no. Questo premio ama la critica costruttiva. Non l’assalto alla baionetta. Travaglio e Santoro sono due giornalisti con la baionetta”.
Quest’anno avete premiato Attilio Bolzoni, un giornalista con la baionetta contro la mafia …
“All’inizio Bocca voleva Michele Serra. Gli altri volevano Mario Calabresi”.
Bocca contro tutti …
“Alla fine Bocca si è arreso, ha proposto Bolzoni e ha trovato l’unanimità”.
Premiate quasi sempre uomini.
“Abbiamo premiato Natalia Aspesi, Barbara Spinelli e Milena Gabanelli”.
Tre su 14.
“Considerando quante poche donne sono state chiamate a dirigere quotidiani, siamo più avanti noi”.
Ce n’è qualcuna in pole position?
“Io stimo molto Maria Latella. Oppure Maria Luisa Agnese. Chiara Beria d’Argentine. Lina Sotis. Sono convinto che nei prossimi anni ci saranno molte donne premiate”.
Non c’è nessuna donna in giuria.
“Quando Natalia Aspesi fu premiata, Montanelli le chiese scusa per il ritardo. Lei rispose: “Adesso fatemi entrare in giuria”. Montanelli disse: “Stai calma, vedremo, al momento opportuno”.
Disse così?
“In pubblico. A me, in privato, disse: “Le abbiamo già dato il premio. Che non rompa”.”
I prossimi premiati?
“Ieri sera con Riotta abbiamo tirato fuori quattro nomi di giovani che teniamo sotto osservazione: Orazio Carabini del Sole 24 Ore, Francesca Paci della Stampa, Guido Olimpio del Corriere della Sera, Christian Rocca del Foglio. Tra questi potrebbe esserci il premiato del prossimo anno. O magari premiamo Mario Calabresi”.
Premiate sempre giornalisti della Repubblica, del Corriere e della Stampa. Giornali…
“…borghesi?”
Istituzionali. Giornali nei quali lavorano i membri della giuria… Non avete mai premiato Vespa…
“Non fa parte del nostro circuito.”
Hanno mai litigato i giurati?
“Mai. Solo una volta, l’ennesima volta che Bocca aveva bocciato Merlo, l’eterno secondo, Montanelli si incazzò. Ma non subito. Con me, alla fine, in macchina mentre lo accompagnavo a casa”.
Con tutte le tue conoscenze di sinistra, tu fai un vino, l’Amarone, che costa trecento dollari. Non è esattamente il vino del proletario…
“Non è il vino di tutti i giorni, se ne beve un bicchiere. Io produco il Prosecco che è l’opposto dell’Amarone. Una bottiglia di Prosecco costa nove euro nel negozio.
Il Prosecco è la mia sinistra…L’Amarone è la destra”.
Alla cena della giuria?
“Partiamo con il Prosecco e finiamo con l’Amarone. Si comincia di sinistra e si finisce di destra…Sai una cosa? Normalmente uno ha il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. Io invece ho il cuore a destra e il portafoglio a sinistra…”
Gioco della torre. Riotta o Stella?
“Non posso”.
Maltese o Bocca?
“Non posso”.
Ti do il premio della paraculaggine.
“Sono tutti bravi”.
Il più intelligente?
“Premettendo che sono tutti intelligenti…”
Premettiamo.
“Il più colto era Montanelli. Il più buono Biagi. Il più intelligente Bocca. Il più rigoroso Stella. Il più bravo come giurato Riotta. Il più esigente Maltese”.
Bignardi o Fazio?
“Fazio è uno che abbiamo premiato
Perché la Bignardi non l’ha mai vinto?
“Lo meriterebbe, ma non possiamo premiare tutti”.
Mauro o Mieli?
“Il Corriere mi piace più della Repubblica. Ma Mauro deve venire alla premiazione…”
Scalfari o Sartori?
“Butto Scalfari. Mi piaceva di più come direttore di Repubblica di quanto mi piaccia come editorialista.”
Belpietro o Feltri?
“C’è la parte di destra di me che mi vieta di buttarli…non posso buttare giù un camerata…”.
Mimun o Fede?
“Butto Fede. Fa parte della televisione sottomessa.”
Bertinotti o Cofferati?
“Salvo Bertinotti perché si sta ravvedendo da colpe che ha avuto negli anni passati.”
Qual è la colpa maggiore?
“Dava troppo spazio a personaggi negativi. Tipo Ferrero, Diliberto, Rizzo”.
Santanchè o Briatore?
“Salvo Briatore. Parla dell’Italia come se fosse il paradiso terrestre”.
Per lui lo è certamente. Se pagasse le tasse in Italia sarebbe l’inferno…
“Ma sai, vive a Londra…”
Brunetta o Tremonti?
“Butto Brunetta”.
Ha inventato lo sciopero virtuale.
“Roba da Scherzi a parte”.
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