- 13 Luglio 2009
E’ forse l’uomo che, in Italia, ne sa più di tutti di televisione. Giovanni Minoli. Ha inventato o portato al successo Mixer, Un posto al sole, Report, Turisti per caso, Blitz, Quelli della notte…Ogni tanto lo propongono per la direzione generale. Poi niente. Anche questa volta. Niente. Dice: “Torno nelle catacombe”. Nelle catacombe, dove fa programmi che vanno nella notte tarda o al mattino presto. Come si sta nelle catacombe? “Nemmeno male”, dice. “Dalle catacombe sono usciti uomini che qualcosa hanno fatto nella storia del mondo”. Ogni tanto ti tirano fuori…“Quando hanno bisogno di qualcosa che costi la metà e renda il doppio”. Comunque lavori… “Lavoro? Agrodolce, la lunga serialità siciliana, fa quasi gli ascolti di “Un posto al sole”. “La storia siamo noi” è arrivata al 21% di share”.
Narciso come al solito. Lo dicono tutti: Minoli è un narciso.
“Sai che cosa ho fatto una volta per capire se ero narciso? Ho smesso di fare Mixer. Ho deciso di non andare in onda per capire se ero libero da questa droga”.
Eri libero?
“Ero libero. Ce l’ho fatta a vivere senza Mixer”.
Non sei narciso.
“Forse lo sono. Ma è una cosa che riesco a gestire. Ho sempre avuto la consapevolezza che è lei, non sono io, la matrice della fama”.
Lei chi?
“Lei, la televisione”.
Se sei un divo la colpa è della tv…
“Non sono divo. Niente mondanità e niente feste”.
Niente Angiolillo…
“Mai andato…”
Non ci credo…
“Nemmeno una volta”.
Dalla Verusio…
“Una volta…”
Una volta…
“Forse due. In tanti anni di vita.”
Chi non è narciso nel nostro mestiere…
“Chi fa una vita pubblica ha una dose di narcisismo obbligatoria… legittima…”
Anche da ragazzino eri narciso?
“Sono sempre stato un po’ protagonista. Da ragazzo giocavo bene a pallone”.
Bene quanto?
“Bene bene. Serie C. Ho vinto la medaglia d’oro al trofeo Carlin per il miglior giocatore del torneo e quell’anno c’erano Agroppi, Fossati, Vieri, Mazzola. Avevo 15 anni”.
Il trofeo Carlin.
“Giocavo nella squadra dei gesuiti dell’Istituto Sociale, la terza squadra di Torino dopo Juventus e Torino. Un giorno mi vide giocare Nereo Rocco, allenatore del Milan. Io ero appena tornato dai campionati di atletica. Ero forte anche in atletica, facevo i cento metri in 11”.
Quando il record italiano era 10 e 4…
“Il problema non era il narcisismo. E’ che oggettivamente sono sempre stato abbastanza in evidenza…”
Oggettivamente…
“Se a quindici anni vinci il trofeo Carlin sei uno di cui si parla. Non è colpa tua”.
Colpa di chi?
“Del Padreterno che ti ha dato le gambe e la testa per giocare bene a pallone”.
Che cosa disse Nereo Rocco quando ti vide?
“Disse che andavo bene e mi prendeva”.
Potevi continuare a fare il calciatore.
“Ero figlio di un professore di università, grande avvocato. Il calciatore non era un mestiere serio nella Torino di quegli anni… Era come chiedere ai genitori: “Posso fare la ballerina?””
Eri anche un bellone…
“Mah…”
Cioè, rimorchiavi…
“Mi sono sempre piaciute le donne. Ma non ho mai amato i molliconi…”
I latin lovers…
“appunto…”
La tua è stata una grande carriera. Ma senza il botto. Ad un certo punto c’è sempre qualcosa che frena. Si potrebbe dire che sei un eterno secondo…
“Eterno secondo, terzo, quarto…Se guardo quello che ho inventato e prodotto in tv non ne vedo molti che hanno fatto altrettanto.”
Centinaia di programmi…
“Mixer ha cambiato il modo di fare informazione in tv. L’hanno copiato in molti”.
Ma non le inquadrature…
“No?”
Sì?
“L’Annunziata non usa le stesse inquadrature di Mixer?”
Prendono anche le stesse presentazioni sincopate…
“Benissimo, io sono contento. Vuol dire che ho fatto scuola”.
Copiano anche le mie interviste. Anche io sono contento. Ci accontentiamo di poco noi narcisi…
“Mixer è stato uno spartiacque, ha dato modernità a quello che era polveroso”.
Comunque quelle inquadrature…
“Sono di una modernità assoluta e non si riesce ad andare oltre. E’ come il taglio di Fontana. C’è un prima e un dopo”.
Ma non vogliono riconoscere le tue qualità. Qual è il problema?
“E’ semplicissimo. Io paradossalmente sono sempre stato fuori dal sistema politico dei partiti”.
Paradossalmente.
“Sono stato nominato direttore di rete nell’unico momento in cui i partiti alla Rai non contavano, quando c’erano i “professori”."
Maria Grazia Bruzzone ti ha definito “cattolico fanfaniano, aziendalista, socialista martellian-craxiano, progressista diessino-veltroniano, ammiratore di Forza Italia, principe della trasversalità”.
“E’ una spiegazione maliziosa e faziosa, come se fossi un trasformista…”
Principe della trasversalità…
“Conosco molte persone. E’ vero. Mixer ha facilitato le mie relazioni. Ma la Bruzzone non fa la domanda principale: Minoli è bravo?”
Comunque, se uno vuole romperti le scatole…
“Dice: il craxiano Minoli”.
Perché?
“Innanzitutto: perché deve rompermi le scatole?”
Perché?
“Perché non sono simpatico”.
Perché?
“Ho suscitato tanta invidia”.
Eri realmente craxiano. Facesti realmente uno spot propagandistico per Craxi.
“Lo rifarei tutta la vita. Misi la mia faccia. Non feci come fanno tutti quando fanno gli spot a chiunque facendo finta che sia informazione…”
Pansa sull’Espresso chiese la tua epurazione…
“Credo che si sia pentito di quello che scrisse.”
Gli hai risposto definendolo “genuflesso apologeta delle gesta delle famiglie del capitalismo”.
“Una polemica vivace”.
Minoli, epurato dalla sinistra e recuperato dalla destra…
“E’ andata così. Epurato da Pierluigi Celli…”
Dalemiano…
“E recuperato da Letizia Moratti. Ma con un voto all’unanimità. Un premio alla carriera”.
Tentazione di andare in Mediaset?
“Mai veramente. Ma c’è stato un momento in cui ne abbiamo parlato con Confalonieri”.
Perché Pier Luigi Celli ce l’aveva con te?
“Celli si è pentito. Ha detto: “L’errore della mia vita è stato mandare via Minoli dalla Rai. Perché è bravo”.”
Hai detto: il dolore di chi mi ha fatto male non lo posso dimenticare perché lo porto nel cuore.
“Come diceva Kennedy: perdonare tutto, dimenticare niente.”
Celli ti ha mandato dei messaggi di pace che tu hai rifiutato…
“Pensava di tornare a fare il presidente della Rai e voleva fare pace con tutti per non avere nemici”.
Celli…
“Celli è il più grande “manager per caso” che circoli per l’Italia”.
Se tu dovessi scegliere i programmi da salvare… Una volta hai detto Bignardi.
“Adesso non lo dico più”.
Perché?
“Non mi emoziona più”.
Si sta meglio alla Rai quando governa la destra o la sinistra?
“Alla Rai si stava meglio con la Prima Repubblica… Il passaggio alla politica bipolare ha distrutto la solidarietà del gruppo dirigente complessivo dell’azienda e quindi la sua solidità di contropotere”.
Viva la lottizzazione…
“La lottizzazione da Prima Repubblica costringeva i partiti a cercare il meglio per vincere la concorrenza. Questo portava a una televisione migliore”..
Mentre la Seconda Repubblica…
“Lo spoil system è contro la natura dell’azienda. Il risultato sono dei compromessi al livello più basso. La resa della Rai al modello commerciale”.
Parliamo delle tue risse.
“Con chi?”
Con Sgarbi, per esempio…
“Sgarbi? Secoli fa”.
Perché ci avevi litigato?
“Francamente non lo ricordo”.
Francamente te lo ricordo io. Sgarbi disse che eri disgustoso, leccapiedi, disonesto, voltagabbana e sguattero di Craxi…Disse: un Marzullo fuori forma vale 18 Minoli.
“Penso si sia ricreduto”.
Erano 15 anni fa. Sgarbi disse che Berlusconi, se avesse vinto le elezioni, avrebbe dovuto cacciarti…
“Effettivamente…..”
Comunque di nemici ne hai…
“Molti nemici, molto onore.”
E pochi amici?
“Quelli che ho mi bastano.”
Ti ho sentito parlar bene di Corrado Guzzanti…
“Corrado è carino…mi piace”.
La sua imitazione di Minoli è spettacolare.
“Mi piace molto”.
Hai detto: ha colto la musicalità rappeggiante delle schede di Mixer.
“E’ vero era un’intuizione giusta, anticipatrice… dopo è arrivato Mentana che faceva mitraglietta”.
Mixer stava rinascendo con Marano, per la Rete 2…
“Sì… e Vespa l’ha bloccato”.
Vespa può bloccare un progetto di Marano?
“Evidentemente può”.
Un altro tuo amico è Aldo Grasso…
“La disistima che ho per lui è veramente profonda. Grasso è pregiudiziale e preconcetto a prescindere. Mi dispiace per lui.”
I critici non ti dovrebbero interessare…
“Infatti non mi interessano. Ma Grasso è un fissato. Di qualsiasi cosa scriva, riesce sempre a dire: “Minoli è uno stronzo”.”
Ti sei mai chiesto perché?
“Credo non si sia mai ripreso dalla fallimentare impresa come capo di Radio Rai. E dalla sua giubilazione per incapacità, dopo un anno…”
Dicono che adesso sei veltroniano…
“Veltroni è un grande comunicatore e un mio amico da sempre. Questo non esclude gli errori politici che ha fatto. Anzi, molti li ha fatti per eccesso di comunicazione. Non si può pensare di avere una cosa da dire al giorno”.
A quale politico daresti un programma se avessi una rete tua?
“Ne vorrei due. Uno di politica per Bossi e uno di economia per Tremonti”
Bossi ti piace?
“Bossi è uno forte. Ho fatto dei Faccia a faccia fantastici con lui. Parlava chiaro e diretto.”
C’è qualcuno che ti ha messo in difficoltà nei Faccia a Faccia?
“Tutti. Ogni Faccia a Faccia è un match. Se puoi vincere dipende da come stai. Perfino da quello che hai mangiato. La velocità di reazione è una frazione di secondo.”
L’intervista è un match?
“Sì. Se l’intervistato non risponde alle domande devi incalzarlo. Molti politici si sono abituati a non avere il contraddittorio. Preferiscono dire quello che vogliono e non quello che debbono”.
Come mai?
“Colpa dei conduttori di talk-show: hanno abituato i politici a non rischiare niente”.
I talk show non ti piacciono…
“Sono la tomba dell’approfondimento e la morte della politica. Mettono sullo stesso piano tutte le opinioni, quella dell’attricetta e quella del ministro del Tesoro. Tutti uguali. Tutti nello lo stesso minestrone”.
E’ una forma di democrazia…
“No è confusione. E dopo il decimo minuto è noia. C’è solo chi grida di più. Demagogia. Alla fine ti ricordi solo il conduttore, o gli ospiti. Ma non ne sai di più. Rimani con la sensazione che hai perso tempo. E vai a dormire insoddisfatto. L’approfondimento vero è nel faccia a faccia. Dove ci sono domande vere. Domande per avere risposte.”
C’è qualcuno che ti assomiglia oggi nel modo di fare interviste?
“Lucia Annunziata. Ma ha un problema. Vuole sempre dirti che la sa più lunga di te. Ogni sua domanda è un editoriale. Non ha l’umiltà necessaria per fare le domande semplici. Però sa di cosa parla e non molla”
Fece scappare Silvio Berlusconi…
“Una sceneggiata buona per entrambi”.
Berlusconi ti piace?
“Mi piace la sua capacità di trasformare i sogni in realtà. Pensa che niente sia impossibile. E’ un uomo del fare vero, del fare sognato. Mi affascina il rapporto fra l’utopia e la concretezza. Siate realisti, chiedete l’impossibile”.
Tu lo hai intervistato…
“Più di una volta…”
Gli parlasti di narcisismo, di P2 e di debiti…
“E poi mi mandarono via dalla Rete che dirigevo”.
Trasforma i sogni in realtà…
“Io difendevo la Rai, in quella intervista. E lui l’attaccava. Poi ho capito una cosa di fondo, col tempo. Per Berlusconi la Rai è come l’Inter. Rai-Mediaset è come Inter-Milan. Sulla Rai non è riuscito a fare il salto…Da tifoso a statista che capisce l’importanza di un Servizio Pubblico che faccia della qualità del prodotto la sua identità. Sarebbe utile a tutti, anche a Mediaset. Invece da tifoso vede Rai e vede rosso”.
Chi non ti piace a sinistra?
“Non voglio sparare sulla Croce Rossa”.
Qualche proiettile solo…
“Pecoraro Scanio…E anche Ferrero.
Gioco della torre. Cicchitto o Bondi?
“Di Bondi mi piace l’ingenuità sognante. E la sua gentilezza d’animo”.
E Cicchitto?
“Lo conosco poco però è un ex socialista….Non posso che difenderlo”.
Un socialista iscritto alla P2…
“Un problema suo”
Mimun o Fede?
“Voglio bene a tutti e due. Fede mi diverte. Fa uno show. Tu sai cosa vedi. Non ti tradisce mai. Mimun ha fatto bene al Tg1”
Grillo o Travaglio?
“Butto Grillo”.
Lo hai definito un fenomeno di qualunquismo. Su Famiglia Cristiana.
“E’ un bravissimo comico ma come urlatore politico mi lascia indifferente.”
Saccà o Del Noce?
“Fabrizio lo conosco fin da bambino. Ma nella vicenda Saccà ha sbagliato. Salvo Saccà”.
Sei uno dei pochi che difende Saccà.
“Sono i fatti che lo difendono e adesso anche i giudici”.
Al telefono con Berlusconi sembrava un dipendente del premier. Non un dirigente della Rai.
“Saccà è stato vittima di un’ingiustizia. Anche io ho subito violenze ingiustificate, il dolore di quel percorso lo conosco.”
Ma le telefonate intercettate …
“I giudici le hanno considerate irrilevanti. Poi ognuno parla con il suo stile”
Stile a parte, in quelle telefonate ci sono cose che non si dovrebbero dire …
“Irrilevanti ti ho detto. In ogni caso erano cose segrete. Non dovevano essere pubblicate. Questo è importante.”
E’ più importante che quelle cose le abbia dette o che siano state pubblicate?
“Parlava di tre attrici che, oltretutto, non hanno avuto niente”.
Il problema non erano le tre attrici. Saccà parlava della società che vuole farsi finanziare da Berlusconi quando andrà in pensione…
“Ognuno ha il diritto di progettare il suo futuro.”
Col capo della concorrenza?
“Non è così e i giudici lo hanno acclarato. I futuri potenziali soci erano altri. Montezemolo, Banca Intesa. Non Berlusconi”
E quando Saccà dice a Berlusconi di mettere in riga i membri del Cda che fanno capo alla maggioranza?
“Ipocrisie. Gli uomini di potere parlano fra di loro quasi tutti così. Il problema sono i reati. Ci sono dei reati? No”.
Ma qui stiamo parlando della fedeltà di un manager Rai alla sua azienda…Anche un comportamento non criminale può essere riprovevole…
“E’ vero. Ma i giudici hanno ritenuto il comportamento di Saccà corretto verso la Rai. Se fosse stato censurabile, il giorno dopo avrebbe dovuto essere censurato”.
Da un Cda in cui la maggioranza era berlusconiana?
“Ma il Direttore Generale e il Presidente non lo erano e potevano prendere una iniziativa. Non capisco… veramente non capisco il problema Saccà. Non ha fatto nessun reato e quindi basta, fine del discorso. In più quelle intercettazioni sono illegali e illegale la loro pubblicazione. Non ti so dire di più. Tutto il resto è violenza. Posso dire una cosa? Sono contento di avere difeso un innocente.”
Nel libro “Rai, addio” Carlo Rognoni, ex membro del Cda, sostiene che Saccà ti sponsorizzava e spiegava a Berlusconi che doveva metterti al posto di Claudio Cappon, il direttore generale.
“Credo che Saccà fosse preoccupato per i conti della Rai e mi sembra non avesse torto…”
Sì, però…
“Però niente. Questi sono i fatti. Nella sua vita professionale Saccà è stato spesso un mio avversario e da Direttore Generale si era opposto con molta forza al mio rientro in Rai”
Libera lo juventino che è in te. Moggi era colpevole?
“Di cosa?”
Per lo meno di aver dato troppi telefonini agli arbitri.
“C’è molta gente che ama compiacere il potere. La Juventus aveva un grande potere nel mondo del calcio legato alla figura di Agnelli e al ruolo della Fiat. Io mi aspettavo che, morto Gianni Agnelli e in crisi la Fiat, capitasse qualcosa. Personalmente sono quasi contento di quello che è successo perché siamo ritornati simpatici.”
Al di là della sociologia, restano i telefonini…
Si i telefonini sono stati un errore. Ma quando incominciamo a parlare di tv e non solo di gossip?
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