Isabella Rauti - (letta 13.217 volte)

Isabella è figlia di Pino Rauti, leader di Fiamma Tricolore, il partito più a destra, quello che si ritiene vero erede della tradizione del Msi. La stessa Isabella è moglie di Gianni Alemanno, ministro dell’Agricoltura, uno dei leader di An, uno di quelli che condivise la «svolta» di Fiuggi quando Gianfranco Fini parlò dei «valori storici dell’antifascismo». Isabella, allora, scelse la linea rautiana, diventando dirigente del vecchio-nuovo partito. Avversaria politica di suo marito.

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Franco Cordelli - (letta 9.362 volte)

«Odio Berlusconi». Così, senza mezze misure. Franco Cordelli, 61 anni, dirigente Rai, critico teatrale e scrittore, ci ha scritto un libro sul suo odio per Berlusconi, Il Duca di Mantova. Un romanzo?

«Romanzo no. Piuttosto saggio, racconto, pamphlet, autobiografia, invettiva, un po’ tutto».
Direi diario.
«Sì, diario. Ma non c’è nulla di vero».
Nulla? C’è Berlusconi, c’è Previti.
«Ci sono e non ci sono. Non sono personaggi reali».
Sono così reali che il suo editore, Einaudi, di proprietà di Berlusconi, ha rifiutato di pubblicare il libro.
«Me lo avevano detto: “Non te lo pubblicheranno mai”. Ma Ernesto Franco, direttore editoriale dell’Einaudi, sdrammatizzava: “Pubblichiamo anche i libri di Paul Ginsborg!”.

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Claudio Amendola - (letta 18.927 volte)

Un passato da gioventù bruciata. Due genitori borghesi e di sinistra come Ferruccio Amendola e Rita Savagnone, attori e doppiatori. Da ragazzo politica estrema, vicino all’autonomia, e tifo romanista da ultrà violento.
Oggi, una compagna, Francesca Neri, che tutti gli italiani gli invidiano. Con lei ha un figlio piccolo, Rocco. Claudio Amendola, 40 anni, era la rappresentazione stessa del “coatto”. Sorpresa: adesso è uno degli attori preferiti dagli intellettuali. Che cosa è successo? “Il giudizio cambia a seconda delle cose che fai”, spiega Amendola. “Quando lavoravo con Vanzina ero coatto. Poi con gli sceneggiati ero la nuova promessa della Rai. Con Marco Risi, Ricky Tognazzi, Mazzacurati grande popolarità. Ai tempi di “Ultrà” di nuovo coatto”. Adesso fai l’onorevole fascista in un film impegnato e di successo, “Caterina va in città”.

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Giuseppe Ayala - (letta 11.238 volte)

Appena assolto, Giulio Andreotti fece un discorso al Senato. Con una lunga citazione elogiativa nei confronti di Giuseppe Ayala, senatore Ds, ex pm del maxiprocesso di Palermo, ex sottosegretario alla Giustizia, amico personale di Giovanni Falcone. «Ai tempi di Ayala», disse Andreotti, «i pentiti venivano gestiti correttamente. Oggi mi faccio la stessa domanda che si fecero Ayala e Falcone: chi c’è dietro un pentito che mente? Chi lo manda a tentare di sviare le indagini?».

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Maria Scicolone - (letta 72.362 volte)

Tutte le mattine si presenta di buon’ora nelle case delle massaie italiane e racconta aneddoti e ricette nella trasmissione “Uno mattina”, quella condotta da Paola Saluzzi e Luca Giurato. La dispensatrice di consigli gastronomici e di ricordi è Maria Scicolone, sorella di Sophia Loren, madre di Alessandra Mussolini, nuora di donna Rachele , cognata di Edda Ciano. Una vita attorniata da donne forti. “Ho sempre avuto a che fare con donne di una certa personalità”, conferma Maria Scicolone. “Ma la donna più forte è stata mia madre, Romilda Villani. Con lei ho fatto grandi risate e grandissime litigate. Era una donna impossibile, che è riuscita a rendere la vita difficile a tutti quelli che ha incontrato. Ma era divertentissima”. E tra una litigata e una risata è arrivata anche l’educazione gastronomica. “Eravamo in otto in casa, a Pozzuoli. Solo mio nonno lavorava e si faceva fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Mia nonna però aveva una grande cura per la cucina. Non mancava mai di mettere i profumi e gli odori anche nei piatti più semplici”.
Una cucina povera, realmente povera, fatta di minestre, piselli, verdure, ceci, lenticchie, fagioli, pastasciutta. Niente carne, niente pesce. “Solo la domenica c’era il ragù, con le “tracchiulelle”, spuntature di maiale, salsicce e pezzi di manzo. Oppure la genovese”, ricorda Maria Scicolone. “Cucinava mio nonno perché mia nonna, la domenica, si riposava. “La genovese è un piatto tipicamente napoletano che con Genova non ha nulla a che fare. Carne e cipolla. Involtini preparati con parmigiano, sale e pepe. Si mettono a dorare nell’olio, poi si ricoprono di cipolla, un chilo di carne e due chili di cipolla. Poi la cipolla si mette sulla pasta come sugo”.

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