- 28 Aprile 2005
La «jena», una volta, non si sapeva chi fosse. Scriveva sul manifesto piccolissimi corsivi, quasi delle battute, e faceva arrabbiare molta gente. Adesso si sa che è Riccardo Barenghi, ex direttore del Manifesto, oggi approdato alla Stampa. Dal quotidiano comunista a quello della Fiat. Jena voltagabbana?
Hai fatto il percorso inverso di Furio Colombo.
«Non mi fa impressione. Non ho mai pensato di passare tutta la mia vita al manifesto. E non ho mai desiderato andare in un altro giornale militante, tipo Liberazione o l’Unità. Volevo andare in un giornale vero, con un editore vero».
Ti hanno accusato di avere tradito?
«No, ho sentito molto affetto anche da parte di chi, nell’ultimo anno, mi ha combattuto».
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- 21 Aprile 2005
Fu chiamato il «notaio della crisi» perché, capogruppo di Rifondazione, spiegò in Parlamento, pur essendo lui contrario, i motivi per cui il suo partito ritirava la fiducia al governo Prodi. Era il ‘97. Oliviero Diliberto, oggi segretario dei Comunisti Italiani, ricorda. «Sono passati tanti anni, posso rivelare come andò. La notte prima si riunì la segreteria di Rifondazione e io fui l’unico a schierarsi contro la crisi. Bertinotti, Giordano, Ferrero erano favorevoli. Rizzo, Cossutta, Marino la pensavano come me. Ma per ragioni di opportunità non si dichiararono».
L’unico contro la crisi spiegò perché si apriva la crisi.
«Càpita, quando ricopri un ruolo di portavoce. Appena pronunciato l’intervento iniziai a lavorare per ricucire. Nel giro di due giorni la crisi rientrò. Io mi beccai una malattia psicosomatica della pelle, la pitiriasi, e mi ricoprii di orribili bolle rosse».
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- 14 Aprile 2005
Il figlio di Ignazio La Russa si chiama Geronimo e ha due fratelli che si chiamano Kocis e Apache. Sfrenata passione familiare per gli indiani d’America. Ha 25 anni ma ha avuto già alcuni momenti di grande visibilità. Prima per le fidanzate che gli sono state attribuite, spesso a torto (la figlia di Versace, la nipote di Missoni, Flavia Vento, Miss Italia), poi per una botta di carriera notevole (appena laureato, è stato nominato consigliere di amministrazione della Premafin, finanziaria del gruppo Ligresti) e infine per una iniziativa benefica per aiutare le vittime dello tsunami (insieme ad un piccolo parterre de roi di figli famosi, Moratti, Ligresti, Berlusconi, Tronchetti Provera, Versace). Quando hanno visto in tv bambini senza casa, famiglia, ospedale, scuola, lui e la sua amica Micol Sabadini hanno convocato i loro amici e tutti insieme si sono dati da fare. E così è nata «Milano Young». Nove ragazzi, quasi tutti ventenni, Paolo Ligresti, Geronimo La Russa, Giovanni Tronchetti Provera, Barbara Berlusconi, Gilda Moratti, Francesca Versace, Natalie Dompè, Nicolò Cardi, Micol Sabadini hanno organizzato una festa pubblica e alla fine hanno consegnato all’Unicef un assegno di 72 mila euro per contribuire a costruire un orfanotrofio.
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- 7 Aprile 2005
Sergio Scalpelli era un dirigente emergente del Pci milanese, direttore della Casa della Cultura. Poi, piano piano, la deriva di destra: sguardo verso Craxi, passaggio nei radicali, attenzione a Berlusconi, creazione del Foglio, assessorato nella giunta Albertini. Da qualche anno la retromarcia: critiche al centro destra, abbandono della politica, qualche giro dalle parti di Formigoni insieme a Tognoli, occhiate sempre più insistenti a sinistra. Voltagabbana? Opportunista? Trasformista? Terzista?
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