Diego Cugia - (letta 16.937 volte)

Improvvisamente Gianni Morandi diventò cattivo. Faceva i dispetti alla gente per la strada. Diceva cose tremende. Che fine aveva fatto il bravo ragazzo? «L’eterno ragazzo? Che palle!», diceva nei promo del suo nuovo programma Non facciamoci prendere dal panico. Chi c’era dietro questo improvviso e inaspettato cambiamento? C’era Diego Cugia, scrittore e autore televisivo. L’uomo che si fece Jack Folla per Radio Due. Che diventò Zombie per Radio 24. L’uomo che aveva inventato «Rock o lento» per Celentano.

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Sergio Cragnotti - (letta 12.709 volte)

Comprò una Lazio disastrata e le fece vincere lo scudetto. Dopo una carriera in giro per il mondo, divenne il braccio destro di Gardini. Agnelli lo voleva alla Fiat. Ma Sergio Cragnotti si mise in proprio e costruì un grande impero imperniato su Cirio e Del Monte. Poi il crollo. La Cirio non ha i soldi per ripagare un bond da 150 milioni. Il sistema bancario lo abbandona. La Banca di Roma di Geronzi, che lo ha sempre sostenuto, gli chiede di uscire dalla Lazio. La Cirio viene fatta fallire. Lui finisce in galera per bancarotta fraudolenta. Adesso ha scritto un libro. Un calcio al cuore.

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Fabio Caressa - (letta 22.775 volte)

La Bild lo ha messo fra gli undici motivi per cui era giusto che l’Italia vincesse i mondiali. Su Internet la sua voce ha inondato tutti i siti. Sui telefonini ha sostituito le suonerie. «Chiudiamo le valige, si va a Berlino», urlava Fabio Caressa, telecronista sportivo di Sky ogni volta che la nazionale di calcio superava un turno ai mondiali in Germania. Oppure «Abbracciamoci forte e vogliamoci bene stasera». O anche, il massimo: «Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo», quattro volte, una per ogni mondiale vinto, citazione di Nando Martellini che lo urlò tre volte dopo la vittoria in Spagna. Per gli appassionati Fabio Caressa è un mito come lo era Nicolò Carosio per quelli di qualche generazione fa. Ma Carosio descriveva la partita. Lui le emozioni: «Quello che manca ai telespettatori è la passione, l’atmosfera dello stadio, il pathos».

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Gianni Vernetti - (letta 7.975 volte)

Dei membri del governo è il più filoisraeliano. Gianni Vernetti, Margherita, sottosegretario agli Esteri, quando c’è una manifestazione per Israele, scende in piazza. «Ho una forte simpatia verso quel Paese», dice. «Ha grande entusiasmo. È un Paese multietnico. Non ha mai avuto mire espansionistiche». Sicuro? «Nessuna guerra è stata condotta da Israele con obbiettivi espansionistici. Hanno occupato il Sinai, un pezzo di Golan, la Cisgiordania. Ma hanno restituito praticamente tutto. Israele ha un multipartitismo efficace, è una vera e compiuta democrazia. Con pregi e difetti. Governi che durano sei mesi, litigi, scarsa governabilità. Sembra un po’ l’Italia, conflittualità, partiti che nascono, partiti che muoiono, alleanze strane. Ma è una democrazia».

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Paolo Cento - (letta 9.441 volte)

Che cosa è il centismo? Secondo il Foglio è «il pecorarismo con l’aggiunta della pajata, è l’ajo e ojo biologico, è un occhio sul mondo buttato dar Tufello». Paolo Cento militava in Lotta Continua per il Comunismo. Oggi è sottosegretario all’Economia. Si confrontava con il movimento del ’77, oggi con Padoa Schioppa. Continua il Foglio: «Si è fatto sentire sui falliti attentati di Londra, sull’Afghanistan, sull’Iraq, si è speso sull’indulto, ha ammonito sui taxi. Una tacca sotto il comunista Rizzo, come fermento dichiaratorio, ma con ottimo piazzamento. (… lo tsunami e la strage di Bologna, l’Europa e la par condicio, le rogatorie e gli spinelli, piazza Fontana e la Fiat, Calciopoli e la grande coalizione. Il centismo si butta, s’impegna, si spreca. Il centismo è presidio continuo, trotterellare ardito, zigzagare vertiginoso. Tanto dà agli ultrà tanto al cda)

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