- 22 Gennaio 2004
Un passato da gioventù bruciata. Due genitori borghesi e di sinistra come Ferruccio Amendola e Rita Savagnone, attori e doppiatori. Da ragazzo politica estrema, vicino all’autonomia, e tifo romanista da ultrà violento.
Oggi, una compagna, Francesca Neri, che tutti gli italiani gli invidiano. Con lei ha un figlio piccolo, Rocco. Claudio Amendola, 40 anni, era la rappresentazione stessa del “coatto”. Sorpresa: adesso è uno degli attori preferiti dagli intellettuali. Che cosa è successo? “Il giudizio cambia a seconda delle cose che fai”, spiega Amendola. “Quando lavoravo con Vanzina ero coatto. Poi con gli sceneggiati ero la nuova promessa della Rai. Con Marco Risi, Ricky Tognazzi, Mazzacurati grande popolarità. Ai tempi di “Ultrà” di nuovo coatto”. Adesso fai l’onorevole fascista in un film impegnato e di successo, “Caterina va in città”. E tutti: però, questo Amendola, chi l’avrebbe mai detto?
“Le etichette sono una bella compagnia durante la carriera”.
Coatto davvero o facevi finta? Una volta hai detto: ero colto e sensibile.
“Sono cresciuto in una casa piena di libri e di buonissima musica. Abbado e Pollini erano di casa e dopo cena suonavano”.
Letture?
“Da piccolo piccolo Rodari, Salgari. Poi ho smesso. Ho ripreso con gli stradaroli americani, Bukowski, Kerouac. E Baudelaire e tutti i maledetti. Adesso ho una ammirazione sfrenata per Benni e devo decidermi a recuperare i russi, i francesi”.
Un po’ coatto un po’ intellettuale.
“I miei dicevano: “Perché scrivono questo di te? Non sei un ragazzo di borgata. Sei cresciuto in una famiglia benestante, borghese”.
Due attori e doppiatori molto famosi.
“Mamma faceva Liza Mannelli, Glenda Jackson, Sophia Loren, Claudia Cardinale. Papà Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro. Era divertente quando venivano a casa i miei amichetti e c’erano anche degli amici doppiatori dei miei nell’altra stanza. I miei amici sentivano discussioni animate tra Sean Connery e Robert Redford, interrotte da Robert De Niro e Liza Mannelli. E dicevano: ma chi c’è in casa?”
Ti senti un po’ l’erede di Renato Salvatori?
“Una eredità che mi inorgoglisce. Lui ha avuto la fortuna di nascere venti anni prima. Tempi incredibili. Dieci registi e venti sceneggiatori che noi, con tutto il rispetto per i nostri, ce li sogniamo”.
Che cosa avresti fatti se fossi nato venti anni prima?
“A me Sergio Leone chi me lo ridà? Io lì sarei cascato. Sai quanti western avrei fatto? E Pasolini?”
Com’eri da ragazzino?
“Ho avuto grande libertà e indipendenza. Ho sempre dato poco retta ai consigli. E mi sono fatto molti bernoccoli”.
Gioventù bruciata?
“Ho vissuto molto per strada dai 15 ai 20 anni. Avrò cenato a casa non più di cinque volte. Non tornavo mai prima delle quattro di mattina. Ho fatto di tutto”.
Droga?
“Spinelli in piena e totale libertà e continuità. Ma niente altro”.
La vita che hai fatto tu l’augureresti a tuo figlio Rocco?
“Assolutamente sì. Mi sono molto divertito e non ho mai fatto nulla di grave. Tanto per capirci, se esiste Dio io vado in paradiso. Anzi mi dà anche una pacca sulle spalle e mi dice: “Fossero stati tutti come te”.
Che cosa è la coattitudine?
“I coatti veri non esistono più. I coatti veri sono quelli anni Settanta: arrivavano in centro dalle borgate con la coperta sulla sella della Vespa, fieri di essere coatti, di avere l’ombelico di fuori. Mettevano paura. Oggi i coatti si sono imborghesiti, imparioliniti. Si comprano le marche migliori, vestono Versace. Sono solo cafoni”.
Eri veramente un lazzarone?
“E’ sottile la differenza tra chi delinque e chi beve più di quanto dovrebbe e fa una vita un po’ sregolata, condita da situazioni forti”.
Tipo risse?
“La rissa era alla portata quotidiana”.
La prima rissa?
“Tredici anni, rissa di quartiere. Avevano fregato il berretto ad un amichetto nostro”.
Gravissimo.
“Ci siamo menati per tre giorni, venerdì, sabato e domenica”.
Altri momenti di violenza?
“Io andavo in una scuola molto politicizzata, in mano agli autonomi. Gli scontri con la polizia erano frequenti, le molotov anche. Sampietrini, manganellate, cazzotti”.
Come passavi la giornata?
“Uscivo la mattina e andavo a scuola. Non entravo quasi mai. La scuola era autogestita, avevamo il sei politico”.
Quanto è durata la tua avversità per la scuola?
“Non è mai finita. Mio padre mi cambiò scuola. A Natale arrivò a casa un telegramma del preside: “Vorremmo avere il piacere di conoscere l’alunno Claudio Amendola”.
E allora?
“Mi misi a fare piccoli lavoretti, il commesso, il manovale, il bagnino. Alla fine, esausto, ho fatto per un po’ l’assistente in sala di montaggio”.
Poi il primo film.
“Mia madre diceva che per fare l’attore ci voleva studio. E tanta passione. Invece no. Uno va là e lo fa”.
Che canzone ricordi di quei tempi?
“Lilli di Venditti. E’ stato il mio primo shock musicale. Poi i Pink Floyd”.
I tuoi miti?
“Tutte le figure rivoluzionarie, da Zapata al comandante Marcos”.
Il subcomandante Marcos. Il comandante è il popolo.
“Poi Maradona”.
Il mito romanista?
“Senza discussione: Totti”.
Hai mai giocato con la Roma?
“Quattro minuti. All’Olimpico, per beneficenza. Mi hanno anche passato la palla una volta ma ho lisciato, porca miseria”.
Che cosa sei disposto a fare per la Roma ?
“Alla Roma dedico molta parte della mia vita privata. Ne paga le conseguenze Francesca”.
E tuo figlio Rocco.
“No, Rocco no. E’ romanista”.
Anche lui?
“Ce l’ho fatto diventare con una bastardata. Un giorno ho fatto sparire i suoi giocattoli e gli ho detto che glieli avevano fregati i laziali”.
Sei una carogna.
“Il giorno dopo glieli ho fatti ritrovare tutti. E gli ho detto: “Sono venuti i romanisti e te li hanno riportati”.
Non ti vergogni?
“Una porcata, lo so. Ma per un fine superiore. Francesca è laziale. Dovevo intervenire subito. Magari diceva “Forza Lazio” e si macchiava la bocca per sempre”.
E tu che hai fatto un film nella parte di un fascista laziale?
“E’ fiction”.
Ma mi dicono che sei un fascista e un laziale molto convincente.
“E’ un complimento stupendo. Me lo ha detto anche Bertinotti: “Claudio sembravi uno di loro!”
Le trasmissioni sportive ti piacciono?
“No”.
La peggiore di tutte?
“Stadio sprint, quella di Variale. Controcampo, quella di Piccinini, trasmissione di regime, incredibilmente antiromana. La domenica sportiva, un baraccume sullo sport”.
Mughini ti piace?
“E’ molto simpatico. Ma mortifica la sua intelligenza con la faziosità juventina. Il tifo lo annebbia”.
Il tifo annebbia anche te.
“Non al punto di negare l’evidenza come fa Mughini. Se un giocatore della Juve dà un calcio nella gola di un avversario e lo colpisce alla testa con un kalashnikov Mughini dice che è rigore per la Juve”.
Quale è stato il tuo guadagno più “folle”?
“Qualche anno fa, 400 milioni a puntata per una fiction”.
Sei sincero.
“Pago le tasse. Volentieri. Le pagherei più volentieri se le pagassero tutti. Ma non le ho pagate sempre”.
Evasore?
“Ho smesso di evadere circa 12 anni fa. Ho preso anche un multone, parecchie centinaia di milioni”.
Ti ritieni bello?
“Se sono in forma, magro, allenato, sono proprio un bell’uomo”.
Adesso?
“92 chili, dieci di troppo. Quando non lavoro, magno e bevo”.
Perché di te e Francesca dicono “la bella e la bestia”?
“Per l’atteggiamento, per i tatuaggi”.
Ne hai molti?
“Quattro. Un Colosseo col gladiatore”
Che cosa ti è venuto in mente?
“Un indigeno si fa il tatuaggio della sua tribù, un romano si fa il Colosseo”.
Hai una tettona sull’avambraccio.
“E un indiano e un delfino”.
Francesca non si arrabbia quando torni con la tettona sul braccio?
“Francesca mi ha preso che ero già bello disegnato”.
Politicamente sei sempre un estremista?
“Ho sempre votato Democrazia Proletaria, Rifondazione, mai Pci, mai Pds, mai Ds”.
Più a sinistra non si può.
“Non c’è da vergognarsi in Italia di essere comunisti”.
Facile dire comunista?
“E magari hai la casa con mille stanze. Questo vuoi dire?”
Ti pare una critica sbagliata?
“Ricordo una volta, da piccolo, Enrico Berlinguer. Un giornalista gli chiese: “Lei è comunista ma che dice dell’isola di proprietà della sua famiglia?” Berlinguer disse: “Non rispondo a domande cretine”.
Tu invece rispondi.
“Il comunismo oggi non vuol dire Lenin e Stalin. Vuol dire giustizia sociale, pagare le tasse, vivere moralmente sani, non sprecare, non sfruttare, pagare i contributi, seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo”.
Cristo ti direbbe che in questa bella casa ci possono stare altre otto persone. Predichi bene e razzoli male?
“Cerco di razzolare meglio che posso”.
Come investi i tuoi soldi?
“Mai investiti. Spesi”.
Come li spendi?
“Vivendo bene, in una casa dall’affitto alto, facendo belle vacanze”.
Tipo?
“Affittando una splendida villa in Sardegna”.
Che cosa è un voltagabbana?
“Un opportunista, un arrampicatore, un furbo”.
Dovresti anche dire: uno che cambia idea.
“Cambiare idea è legittimo. Eppoi?”
che cosa è di destra? Che cosa è di sinistra?
“Appunto. Alessandra Mussolini dice cose tremendamente di sinistra a volte. Rutelli ha atteggiamenti tremendamente di destra, spesso”.
Fini ha rimescolato le carte.
“Mi è piaciuto. Adesso è chiaro che l’estrema destra in Italia sono Lega e Forza Italia”.
Torniamo ai voltagabbana. Nomi.
“Troppo facile dire Mastella. E poi. Poraccio, mi sta simpatico”
Ti dà più fastidio il voltagabbana che va via o quello che arriva?
“Quello che arriva. Perché poi te lo devi tenere”.
Un esempio di voltagabbana.
“Alberto Franceschini, il fondatore delle Br. E’ il più voltagabbana di tutti. Troppo livore. Il loro era un sogno folle, utopico, ma un sogno. In lui sento solo la voglia di ripulirsi”.
Il campione degli adulatori?
“Fede senza dubbio. Ma tutta la televisione oggi è adulazione”.
Socci?
“Faccio parte di quel 94 per cento di persone che non lo vede”.
Non hai visto quindi la sua intervista a Berlusconi.
“Non è facile intervistare Berlusconi. Se Socci avesse fatto una domanda vera il giorno dopo avrebbe aperto una bancarella al mercato”.
E Anna La Rosa?
“Una bella vetrina. Mostra l’anima gentile del politico”.
Adulazione?
“Accidenti!”
Da Costanzo ci vai?
“Spesso. Da lui non ho avuto fregature”.
Floris? Ballarò?
“Bello, bello, tutto bello. Mi piacciono pure le sue poltrone di cartone. Non è sgradevole come Socci”.
Vespa?
“E’ come Carosello ormai. Si va a letto dopo Vespa. E’ perfetto per questa Rai. Adulatore generalista. Buono per destra, sinistra, centro”.
Non ti pare che il tuo amico Bertinotti sia trattato un po’ troppo bene dalle televisioni Mediaset?
“Lui frequenta bene, salotti romani, molto borghesi”.
Lo incontri spesso?
“Non frequento salotti romani borghesi”.
I girotondi li hai fatti?
“No. Troppi colli alti, troppa eleganza. Troppo opportunismo”.
Chi ti piace a destra?
“Alemanno. Ha fatto la politica per strada. Me lo ricordo da ragazzo. Il quartiere era lo stesso, la Balduina. C’era il bar Campi dove andavano i fascisti. Più su c’era un campetto della parrocchia, Stella Mattutina, dove andavamo noi. Alemanno era uno tosto, ci dava giù duro”.
Vi siete mai scontrati?
“Coi ragazzi del bar Campi ci siamo menati almeno una decina di volte”.
Onore ad Alemanno?
“Mi viene un pensiero”.
Diccelo.
“Un governo trasversale. Con quelli che mi piacciono”.
Facciamolo. Alemanno ministro dell’Interno?
“No, sarebbe troppo. Poi gli vengono in testa idee strane. Basta il ministero del Lavoro. Ministro dell’Interno facciamo Veltroni. E Fini ministro degli Esteri. Ci conta”.
Primo ministro?
“D’Alema”.
Vogliamo dare un ministero a Storace?
“La Sanità. Si è anche fatto fotografare mentre inaugurava il Sant’Andrea a Roma”.
La Cultura alla Melandri?
“No, la Melandri no. Ci metterei un bel Cacciari. Oppure Dario Fo. E Renzo Piano ai Lavori Pubblici. E Alessandra Mussolini alle Pari Opportunità”.
Chi non ti piace a sinistra?
“Rutelli”.
Avevo detto sinistra.
“Mussi, Rizzo, Folena, Fassino, Angius”.
Messo alle strette, preferiresti diventare laziale o fascista?
“Pistola alla tempia? Meglio fascista che laziale”.
La fedeltà è caratteristica della tua vita?
“No. Da ragazzo cercavo nell’infedeltà la gratificazione”.
E adesso?
“Ho trovato la gratificazione in Francesca”.
L’hai mai tradita?
“Mai”.
Tu pensi che la gente ti creda?
“No”.
Francesca è gelosa?
“No”.
Tu sei geloso?
“Sì”.
Ti ha mai tradito?
“No”.
Come mai hai queste stupende certezze?
“Perché facciamo l?amore talmente tanto!”
Ogni uomo ha una parte femminile. Tu?
“Molto più di quanto sembri”.
Mai avuto pulsioni omosessuali?
“No, ma ho sempre avuto un rapporto positivissimo con i gay”.
Tu sei una icona gay.
“Negli ambienti gay io sono molto considerato. Per me è un motivo di orgoglio. Se piaci ai gay vuol dire che in te c’è molta mascolinità”.
Gioco della torre. Max Biaggi o Valentino Rossi?
“Butto Valentino. E’ uno strafottente. Derapa in curva, fa spettacolo. Ma Max guida meglio la moto”.
Fassino o Veltroni?
“Fassino è la sinistra moscia”.
La Russa o Gasparri?
“Gasparri è il peggio del peggio”.
Mimun o Mentana?
“Butto Mimun. Il Tg1 è troppo berlusconiano”.
Vespa o Costanzo?
“Butto Vespa. E’ un pesce in barile. E poi scrive troppi libri. E poi li presenta troppo. Esagera”.
Sabina o Corrado Guzzanti?
“Salvo Corrado. Quando Sabina fa il guru io sono d’accordo su tutto quello che dice. Ma non mi piace”.
Del Piero o Totti?
“Totti sulla torre con Del Piero non ci sale nemmeno”.
Totti o Falcao?
“Butto Falcao. Butto chiunque. Totti è il massimo”.
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