- 15 Settembre 2005
Fra qualche anno diverrà comproprietaria della Fininvest. Migliaia di miliardi di lire. Oggi siede a 20 anni nel consiglio di amministrazione. Fino a un paio di anni or sono voleva fare l’attrice. Poi il papà l’ha convinta: se proprio non vuole aiutarlo in politica, gli succederà come manager. Nel frattempo abbandona la riservatezza e si concede alle interviste. La ragazzina di cui si parlava solo perché andava alla scuola steineriana e poi perché aveva partecipato al ballo delle debuttanti, si presenta in società con un’associazione di beneficienza, Milano Young. A me è rimasto impresso il giorno in cui lessi che si era fatta un piercing alla lingua sulla quale faceva bella mostra una piccola perla trasparente. Non posso che cominciare da lì.
Che cos’era quel buco nella lingua? Ribellione?
«Non so dirle esattamente perché l’ho fatto. Non certo per ribellione nei confronti di imposizioni e regole».
Faceva male?
«La lingua diventa gonfissima, ti fa malissimo e dici: “Ma perché l’ho fatto?”».
Che cosa hanno detto i suoi?
«Mia madre era disperata. Mi disse: “Non dire niente a papà”. Gliel’ho detto dopo un anno».
E quando l’ha saputo?
«Voleva che lo togliessi.Temeva per la salute della sua bambina…».
Che cosa succede quando si bacia una persona con un piercing sulla lingua?
«Chi ha il piercing non sente nulla. L’altro probabilmente sente…».
Probabilmente? Non l’ha mai chiesto a Giorgio, il suo fidanzato?
«Non sembrava così interessato».
Dopo anni di riserbo, ha deciso di concedersi ai mass media.
«È successo per caso, ma continuo a mantenere la mia riservatezza».
La riconoscono per strada?
«Ogni tanto. Ci sono molte persone che mi dicono: “Ma noi ci siamo già incontrati da qualche parte?”».
Mondanità?
«Una volta ho letto su Oggi: “Barbara Berlusconi prezzemolo nelle feste mondane”. Ma io esco poco. Studio molto. E quando posso preferisco i miei amici».
Allo stadio ha mai provato l’ebbrezza della curva?
«Mi piacerebbe. Ma metterei in difficoltà i miei amici e la scorta».
Girare con la scorta crea problemi?
«Ho la scorta da quando ero bambina. Ormai mi sono abituata. Sono persone molto discrete. Non nascondo però il desiderio, almeno qualche volta, di esser sola».
Il professor Cacciari ha detto: «Poverina, per motivi di sicurezza deve sempre arrivare per ultima in aula e andar via per prima».
«Forse voleva essere una frecciatina per il fatto che arrivo spesso in ritardo. La verità è che faccio più cose di quanto il tempo mi conceda».
Da quest’anno lei è sui giornali anche per Milano Young, l’associazione di beneficenza.
«Sì. Milano Young è una realtà in cui credo molto. Ci siamo dedicati con impegno e forza a questa Onlus il cui obiettivo è quello di individuare piccole associazioni che operano a favore di situazioni di bisogno ed emergenza, facendole conoscere e sostenendo i loro progetti. Inoltre Milano Young si pone come garanzia per tutte le persone che vogliono essere sicure che il loro gesto di solidarietà venga utilizzato per un progetto concreto».
Francesca Versace, Micol Sabadini, Giulia Zoppas, Mauro Pagani, Paolo Ligresti, Niccolò Cardi, Geronimo La Russa: non avete il sospetto che questa associazione di ragazzi ricchi possa sembrare un po’ arrogante? Il sospetto è che giochiate alla solidarietà.
«Milano Young non siamo solo noi, ma sono tutti i ragazzi che partecipano ai nostri eventi e che accolgono con entusiasmo e serietà le nostre proposte».
Gli ottanta milioni raccolti per le vittime dello tsunami che fine hanno fatto?
«Sono stati donati all’Unicef».
Sono finiti nel calderone.
«Proprio per questo i prossimi soldi li daremo all’associazione Borse di studio Matteo Cavenaghi che raccoglie fondi per a favore di giovani studenti della Guinea Bissau».
Quanto era la sua paghetta da ragazzina?
«Non ho mai avuto una paghetta».
Possibile?
«Vabbè da bambina avevo le cinquemila lire. Ma adesso quando ho bisogno chiedo. All’inizio del mese provo a immaginare quali saranno le mie spese e faccio una piccola trattativa con mia mamma».
Il più bel regalo che ha ricevuto in vita sua?
«La mia festa per i diciotto anni. Stavo facendo un viaggio in Australia con mia madre e volevo assolutamente tornare in Italia perché mi mancava il mio ragazzo. Mia madre aveva organizzato di nascosto una festa a Las Vegas. Così un giorno, improvvisamente, prendemmo un aereo da Sidney per le Hawaii e non capivo perché. Da lì andammo a Las Vegas. Ero disperata, avrei voluto essere in Italia e così la sera la mamma mi disse: “Andiamo a festeggiare al Venetian”. Il Venetian è un albergo molto kitch, ricostruzione della laguna. Ci servivano a tavola strani ragazzi mascherati. Erano il mio ragazzo e i miei amici più cari arrivati dall’Italia. Sono scoppiata a piangere. È stato uno dei giorni più belli della mia vita».
È ormai noto in tutta Italia, soprattutto dopo il brillante libro di Maria Latella, Tendenza Veronica, che lei è andata alle scuole steineriane. Quaderno senza righe né quadretti…
«E io scrivo ancora tutto storto…».
Grembiuli colorati.
«Ognuno con il suo colore preferito».
Lei di che colore era?
«A volte gialla a volte verde».
Si sente favorita dalla sorte?
«Sicuramente molto aiutata. Ma sentirsi speciali perché si vive in una bella casa e si hanno tanti soldi, assolutamente no, non è nel mio carattere. Anzi bisogna impegnarsi ancora di più per tirare fuori la propria personalità, perché ogni tanto si rischia di rimanere coperti dalle apparenze e di non essere giudicati per quello che si è».
Quante persone di servizio ci sono a Villa Belvedere?
«Non lo so, un po’…».
Un po’?
«Tante».
Ma in casa, da sola saprebbe cavarsela?
«Certamente! So cucinare, fare le pulizie. Rifaccio il letto benissimo. Mi so arrangiare».
I suoi difetti?
«Sono impulsiva, prepotente e testarda. Ma sono sempre disponibile a riconoscere i miei errori. Quando mi accorgo di avere sbagliato, cerco di rimediare e di imparare da quell’esperienza».
La mamma, però, dice che lei ha un caratteraccio.
«Sa, mia mamma è convinta di avere il carattere migliore del mondo».
Quando lesse dei pettegolezzi su Cacciari e sua madre, provò fastidio?
«Erano pettegolezzi».
Ne parlava con la mamma?
«Ricordo di averci scherzato. Era una cosa talmente assurda. Io vivo a stretto contatto con lei, vedo tutti gli spostamenti che fa, dove va, la sento sempre. Me ne sarei accorta».
Cacciari era il suo insegnante.
«Ecco, appunto. Il piacere di conoscere il professor Cacciari è stato mio…Se ne avrò l’occasione lo presenterò a mia mamma. Non si sa mai. Potrebbe nascere una bellissima storia d’amore».
Perché ride? Come vengono fuori voci del genere secondo lei?
«Mia madre è la First lady italiana, ma è anche una persona estremamente riservata. Proprio il fatto che di lei si sia sempre saputo poco ha scatenato il pettegolezzo».
Ma perché proprio Cacciari?
Forse perché la mamma ama andare ai convegni di filosofia».
E quando suo padre ne parlò in pubblico?
«Ci rimanemmo tutti un po’ male. Stupiti e anche un po’ risentiti. Pensai: ha una bellissima famiglia e non c’è motivo di fare questa dichiarazione. Però da quel momento il pettegolezzo è finito».
Suo padre è geloso?
«Sono stati gelosi l’uno dell’altro moltissimo».
Ha mai avuto paura che si separassero? La mamma nel libro di Maria Latella ne parla…
«In tutte le vite di coppia ci sono dei momenti di assestamento. Ma io vivo in una famiglia molto serena. Se ci sono state crisi non le hanno mai fatte vivere a noi figli».
Come vi chiamavate fra voi?
«Mia madre non ha mai amato i diminutivi».
Però quando siete con gli amici?
«Io sono Bà. Mia sorella Ely. Mio fratello Lu. Ma di nascosto».
Anche la televisione la guardavate di nascosto?
«La scuola steineriana in effetti consiglia di vedere meno televisione possibile. Ma non la vieta. È un invito al buonsenso. Io da bambina andavo a letto alle otto e mezza. Quei venti minuti di tv dei Flinstone me li guardavo. Piccole dosi».
Lei crede in Dio?
«Credo in un mondo spirituale mio personale».
Una risposta più precisa?
«No, non credo in Dio. Ma non sono atea. Papà e mamma ci hanno trasmesso i valori cristiani, senza però mai voler forzare le nostre scelte. Ci è stata data la possibilità di formarci liberamente. La vera fede non può essere dettata da regole o imposizioni».
Ma i suoi familiari sono praticanti?
«Mio fratello Luigi è molto credente, ma non so se va a messa. Comunque è stato solo battezzato. Non ha fatto né la cresima, né la prima comunione».
E lei?
«Anche io sono solo battezzata».
Se lei si sposasse lo farebbe in chiesa?
«No. Sarebbe un’ipocrisia. La cosa più importante è l’unione spirituale. È il sentimento che c’è al di là del rito».
Ma allora uno non si sposa nemmeno.
«No, ci si sposa in Comune. Come tutela. E perché siano riconosciuti i diritti di entrambi».
Come ha votato per il referendum sulla legge della procreazione assistita?
«Non ho votato. Ma sono stata molto combattuta. Ancora adesso mi chiedo se sia stata la scelta giusta».
Ha fatto quello che chiedeva Ruini.
«Ho fatto quello che mi è parso più conforme al mio senso morale. Ma non escludo di avere sbagliato».
La mamma?
«Mia mamma ha votato sì. E mio padre non ha votato. Anche lui era molto combattuto. Ma forse c’erano degli equilibri politici da rispettare».
Qual era il suo gioco preferito da bambina?
«Monopoli».
Costruiva alberghi e case, come il papà.
«Una volta abbiamo giocato anche tutti insieme. Vinse il papà, naturalmente».
È vero che è stata lei a corteggiare Giorgio e che lui, all’inizio, non la voleva?
«Io sono il tipo che corteggia. Se lasciamo fare agli uomini di oggi stiamo fresche. L’ho conosciuto e mi sono innamorata».
Allora lei che cosa ha fatto?
«Ho cercato di incontrarlo. Con la complicità di un amico mi informavo dove andava e mi presentavo. Ma lui non mi chiamava mai e allora ho preso l’iniziativa e gli ho telefonato: “Senti, devo andare a una festa e non mi accompagna nessuno, potresti venire tu?”. Ho fatto la scena della povera ragazza sola e abbandonata».
È venuto a prenderla?
«No, sono andata io a prendere lui».
Lei è gelosa?
«Moltissimo».
E lui?
«Anche lui».
Mettiamo la parola definitiva su che cosa farà da grande.
«Non lo so».
La politica?
«Non credo, ma chi può dirlo».
La Fininvest?
«Mio padre ha sempre voluto che i suoi figli fossero consci di quello che è la Fininvest. Siccome poi lui ha sempre creduto molto in me, ha voluto che iniziassi giovanissima perché mi rendessi conto direttamente delle future responsabilità».
Lei fa parte del Consiglio di Amministrazione de:la Fininvest da due anni, ma ne capisce?
«Osservo molto, ascolto, imparo. Questi anni sono di preparazione. Se qualcosa non mi è chiaro chiedo».
Ho letto l’intervista che le ha fatto Chi. Zuccherosa, mielosa, mamma e papà come sono buoni?
«Ho due genitori stupendi, posso negarlo? Ma l’intervista era mielosa, ha ragione. Mi sono lasciata andare alle dolcezze».
Per riscattarsi mi dica un difetto del papà.
«È troppo generoso».
Ho chiesto un difetto.
«A volte è pettegolo».
Nel senso che racconta gli affari di famiglia?
«Può capitare. Lui è aperto oltre misura Spesso racconta vicende personali».
Come quando disse: «Non fatemi dire questa cosa altrimenti mia moglie mi insegue col mattarello».
«Esatto. Mia madre si arrabbiò molto quella volta. Non è quel tipo di donna».
I pettegolezzi dicono che si consentiva la libertà di avere altri amori. Gli hanno attribuito una sfilza di attrici e attricette come amanti.
«Beato lui».
Una volta suo padre, al Gr1, lesse un tema che lei aveva fatto a 11 anni: «Quest’anno grandi cambiamenti: Eleonora ha cambiato pettinatura, Luigi ha cambiato i denti, il papà è diventato premier e io sono diventata orfana».
«Non me lo ricordo».
È una «balla» del papà?
«Non credo. Ma nei temi sono sempre stata brava e quello non mi sembra il mio stile».
Le famose gaffe del papà: le fa apposta oppure non riesce a trattenersi?
«È veramente molto spontaneo. Qualcuno gli rimprovera di dire anche cose che non dovrebbe».
Come quando dette del kapò al socialista tedesco? Quando disse che Mussolini mandava in vacanza i confinati?
«Più che gaffe sono concetti che non ha espresso in modo articolato».
Ma è vero che suo padre mette le scarpe con il tacco interno?
«No, guardi, se vuole vado a prendergliele così le misuriamo».
No, mi fido.
«Hanno enfatizzato molto il suo essere piccolo».
C’è poco da enfatizzare. Suo padre è piccolo».
«È come lei».
Uno e 70? Faccio finta di crederci.
«Andando avanti con gli anni comunque ci si rimpicciolisce».
La statura è motivo di scherzo fra voi?
«Spesso. Non siamo una famiglia di giganti. Io sono la piccola di casa, 1,63. Ma mio fratello è alto, 1,85».
Spesso suo padre viene criticato anche per il cerone. Quando vi bacia vi lascia il cerone sulle guance?
«Ma a casa non se lo mette!».
Lei per chi vota?
«Ho sempre votato Forza Italia»
Esclude di votare, un giorno, per un altro partito?
«Non lo escludo assolutamente».
E se Silvio Berlusconi smette di far politica, lei chi vede al suo posto?
«Ora come ora non vedo nessuno, nel panorama apolitico italiano, in grado di sostituire mio padre. Forse Gianni Letta. È un politico capace, intelligente, leale, un vero diplomatico che sa essere obbiettivo e corretto».
Perché Forza Italia ha perso le regionali?
«Mio padre non si è impegnato in prima persona. Ma non si può sottovalutare l’aspetto della comunicazione, la difficoltà di far recepire all’opinione pubblica l’operato del governo».
Suo padre è il re della comunicazione.
«La sinistra nella comunicazione ha gli uomini giusti al posto giusto. ».
Il re della comunicazione mette gli uomini sbagliati al posto sbagliato?
«La comunicazione per mio padre è un business. Le persone le sceglie non in base alla loro appartenenza politica, ma alla loro competenza e professionalità. La sinistra invece no. Non vede che mio padre viene preso di mira continuamente? Tutto quello che viene detto è per contrastare quello che fa».
È il compito dell’opposizione.
«L’opposizione guidata da Silvio Berlusconi collaborava spesso con il governo di centro sinistra. Non era rigida, dura, aprioristica. Ma soprattutto non era motivata dall’odio e dall’invidia».
Parliamo di voltagabbana.
«Voltagabbana è una persona altalenante, una che cambia e poi ricambia».
Bossi, allora.
«Bossi? Nell’ambiente politico venne considerato così tempo fa. Oggi, semmai, si dicono le stesse cose di Follini».
Lei va sempre d’accordo con suo padre?
«Ci sono tante cose in cui abbiamo idee e opinioni diverse».
Sul conflitto d’interessi?
«Conflitti d’interessi ce ne sono tanti, perfino nella sfera personale. Il conflitto d’interessi caratterizza parte dell’agire umano».
La prende alla larga.
«È giusto cercare di contenere, arginare e risolvere i diversi conflitti. Ma chi punta il dito solo contro un conflitto, sottacendone altri, ne fa uso strumentale e cade a sua volta nel conflitto. Vanno individuati e portati alla luce tutti».
Cominciando dal più grosso. Sarebbe molto apprezzato che la persona più visibile e potente desse l’esempio.
«È vero. Ma mio padre da tempo ha già fatto la sua scelta. Che è la politica. Le società sono nelle mani dei suoi figli. Ma se si continua a parlare solo del conflitto suo, ne rimarranno nascosti molti altri».
Quali?
«Perché in cinque anni di governo la sinistra non ha risolto il conflitto di interessi di Berlusconi? Non lo ha ritenuto rilevante per l’Italia o ha preferito piuttosto tenerlo vivo per usarlo come arma politica? Questo io lo chiamo conflitto di interessi».
Lei ha mai visto il mausoleo di Arcore?
«Sì».
Bondi è preoccupatissimo perché non ha il posto.
«Gli cedo il mio. Io voglio farmi cremare».
La torre…
«No, la torre no, per piacere».
Vespa o Costanzo?
«Vespa mi piace. Ma non quando affronta argomenti leggeri. Non mi piace che tratti un giorno di politica e il giorno dopo dell’Isola dei famosi».
Lei non è mai andata in televisione. Il giorno che lo farà, da chi?
«Da Chiambretti. Mi diverte. È impertinente, ma intelligente».
Da Costanzo?
«No, da Costanzo no. Non sono abbastanza “particolare” per finire da Costanzo. Di lui non mi piacciono i finti moralismi».
Da Marzullo?
«No, con quelle domande assurde».
Mi dica: la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?
«Ma per favore!».
Bonolis o Ricci?
«Non saprei. Il loro litigio non mi è piaciuto per niente».
Io le farò rileggere l’intervista prima della pubblicazione. Lei la farà vedere alla mamma?
«No, non vorrei che lei mi influenzasse o modificasse un mio pensiero».
Al papà?
«Ha cose più importanti cui pensare».
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