- 29 Dicembre 2005
Flavio Briatore, 55 anni, uno stile di vita. L’uomo che ha vinto nella Formula1 sia con Schumacher che con Alonso, sia con Benetton che con Renault, l’uomo di mille discoteche, dal Billionaire in poi, e di mille modelle, da Naomi Campbell in poi, l’uomo che gira con le babbucce fucsia sotto lo smoking su uno dei tanti ponti della sua fantabarca da 70 metri: uno stile di vita.
Ma quale stile di vita? Briatore, quando parla di stile di vita, cosa intende?
«Lavorare molto, ottenere risultati e avere i momenti in cui ci si rilassa. Ma gli italiani sono più impressionati da una discoteca che tira che non da una scuderia che vince».
Il Billionaire è qualcosa di più di una discoteca.
«Nella mia intenzione era un club, un ristorante, una discoteca. Poi mediaticamente è diventato qualcosa di anormale. Oltre le mie intenzioni».
Certo, chiamarlo Billionaire…
«C’è ironia. Un posto a Porto Cervo, mica puoi chiamarlo “Il Poveraccio” o “Lo Sfigato”».
Perché no? C’è ironia.
«Quando uno va in vacanza deve sognare. Il Billionaire è un sogno che si possono permettere tutti».
Quanto costa una bottiglia di champagne al Billionaire?
«Dai 300 euro ai 1.500 “dipende”».
Un sogno che si possono permettere tutti.
«Un sogno che si possono permettere tanti».
Il Billionaire è un osservatorio del costume, ha detto. Che Italia vede?
«L’Italia della gente che lavora e crea posti di lavoro. Dovrebbero esserci molti altri Billionaire in Italia».
Molti ragazzi le scrivono…
«Mi chiedono: “Come si diventa Briatore?”».
Come si fa?
«Chiunque faccia bene un lavoro si deve sentire un Briatore. Anche senza essere campione del mondo».
Ha letto il libro di Madron, Il lato debole dei poteri forti?
«No».
Dice: «Molti sono stati contagiati da quel simpatico e improbabile personaggio che è Briatore».
«Io sono molto probabile. Qualunque cosa faccia, ci metto molto impegno. La gente preferisce immaginarmi al Billionaire che non 15 ore in ufficio. Stare 15 ore in ufficio non è sexy».
Il Billionaire ha un’immagine arrogante.
«Per chi non lo conosce. Per questo abbiamo organizzato il tour. Giro d’Italia, 13 tappe. Esportiamo il Billionaire. Con i nostri dj, le nostre ragazze, il nostro merchandising».
C’è anche una linea Billionaire.
«Una sportwear e una Billionaire Couture con cui abbiamo anche aperto un corner da Harrod’s a Londra».
Dove le scarpe in pelle di pesce angelo costano tremila euro.
«Esagerazioni. Il Billionaire genera lavoro per circa 250 persone».
Nel 2003 la discoteca perdeva un miliardo di lire.
«Un discorso contabile. Quell’anno avevamo fatto investimenti e ristrutturazioni».
Mughini ha detto: «Se non vai a una cena di Briatore non conti un cazzo».
«Io vorrei essere giudicato per quello che faccio prima delle dieci di sera. Dopo il lavoro c’è gente che si chiude in casa e gente che va a rilassarsi in discoteca».
Se vuoi puoi.
«È un mio slogan. Chiunque può avere successo se si impegna».
C’è un video, il «Billionaire dream».
«È la filosofia di vita del Billionaire. Raccontiamo ai ragazzi un modo sano di vivere, avere successo senza essere fidanzato con Naomi».
Essere fidanzato con Naomi aiuta.
«Naomi non mi ha mai aiutato a far andare le macchine più veloci».
Mai vista tanta gnocca al metro quadro: è un altro suo slogan per spiegare il Billionaire.
«È vero: mai visto nulla di simile al mondo».
In Giappone hanno fatto un video gioco su di lei.
«Sulla Formula1. Si chiama Briatore».
Quanti giorni di vacanza fa?
«Un paio di settimane».
Allora perché ha tutte queste case e queste barche?
«È il mio sogno, il riconoscimento dei miei risultati. Anche se non le uso. Quest’anno la barca l’ho usata due settimane e altre sei l’ho data in affitto».
Una casa a New York, una a Londra, una in Kenia. Due barche di cui una di 70 metri con tre ponti.
«Da piccoli abbiamo giochi economici. Da grandi i giochi sono più cari. Io non credo di essere l’unico a possedere delle barche».
Come si chiama la sua barca?
«F. B.».
Mi lasci indovinare: Flavio Briatore.
«Non ho niente da nascondere mentre altre barche battono bandiera…».
Bandiera inglese…
«Risiedo in Inghilterra. Vivo lì da 12 anni, E sono stato 12 anni residente in America».
Che le ha fatto di male l’Italia?
«Adoro gli italiani e adoro l’Italia. Ma per me è il luogo delle vacanze. Adoro l’Italia in costume da bagno».
L’Italia le ha dato la ricchezza.
«L’Italia non mi ha dato niente».
I 34 miliardi che le ha liquidato Benetton erano italiani?
«Erano inglesi. I Benetton sono sempre stati inglesi per la Formula Uno. Comunque sono orgoglioso di essere italiano. Io sono made in Italy da esportazione. Però da 25 anni non vivo in Italia. In Italia non posseggo nulla».
Quando va in Sardegna va in albergo?
«Affitto una casa oppure vado in barca».
Quanto ci vuole per fare il pieno?
«Circa 100 mila litri».
Quanto mi viene a costare una settimana sulla sua barca?
«Sui 300 mila dollari».
Ha anche un aereo privato. Molti si limitano ad affittarlo.
«Se superi le 250 ore conviene comprarlo. E quando non lo uso lo do in affitto».
Barche, aerei, ville, belle donne, gioco d’azzardo…
«Io non gioco più».
Da quando incappò in quella inchiesta giudiziaria?
«L’esperienza è fatta anche di sbagli, insuccessi, incomprensioni. Quando uno è giovane e ha la passione del gioco è facile sbagliare».
Non l’accusavano di giocare, ma di truffa.
«Non ci fu nessuna denuncia civile da parte di nessuno».
Fu condannato a tre anni.
«Un anno e quattro mesi. Ma le cose bisogna sempre guardarle in modo giusto… il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno?».
Vediamolo mezzo pieno.
«L’esperienza mi ha cambiato la vita. Sono andato negli Stati Uniti e ho cominciato a lavorare con Luciano Benetton. Se non fosse successo nulla magari sarei ancora a Cuneo o a Milano a fare tutt’altro».
I giornali scrissero che lei era scappato.
«Andai molto prima che ci fosse il giudizio, sei mesi prima».
Il lavoro è la cosa più romantica che esista. È una delle sue frasi.
«Devi essere innamorato del lavoro che fai».
Più di una donna?
«Si di più. Il lavoro crea posti di lavoro».
La donna no.
«La donna crea problemi. Soprattutto se è famosa».
Lei è mai stato innamorato?
«Non credo. Innamorarsi sarebbe fantastico. Quando lavori molto, e ti impegni molto, bruci tutto intorno a te. E non puoi permetterti di avere una moglie: non sarebbe d’aiuto. Io sono molto contento di quel che ho fatto nel lavoro, molto meno di quello che ho fatto nella mia vita privata. Non sono stato capace di fare quello che fanno tutti. La famiglia».
Lei non ha mai una fidanzata normale.
«Sarebbe fantastica una fidanzata normale, un’impiegata, una farmacista».
Come mai non le succede?
«Non vado al supermercato, né in farmacia…».
Che cosa ricorda della sua infanzia?
«Poco. Non c’è stato niente di importante».
Suo fratello fa ancora il contadino?
«Sì, e lo fa bene. Credo che il contadino sia una professione fantastica».
Ho letto che suo padre la picchiava.
«No, ma era molto severo».
Ho letto che da giovane ha sofferto.
«Da giovani tutti soffrono. Non scegli il posto dove vivi. La logistica è fondamentale nella vita di una persona. Uno che nasce nella periferia di Delhi ha dei problemi».
Se lei fosse nato alla periferia di Delhi?
«Non lo so… anche lì avrei trovato una strada per il successo».
Se vuoi puoi.
«Avrei fatto le corse con gli elefanti…».
Mi parla delle sue famose babbucce di velluto fucsia?
«Le babbucce sono comode».
Le babbucce sotto lo smoking?
«Gli stilisti le hanno inserite nelle collezioni».
Lei fa tendenza.
«Può succedere».
L’eleganza. Gli errori da non fare.
«I calzini bianchi, i calzini corti, i sandali, le maniche corte, il marrone».
E in positivo?
«Un blazer, pantaloni grigi, jeans, una camicia azzurra, una bianca. Ma se vuoi essere ricercato, c’è Billionaire couture.».
Per fortuna.
«L’uomo che viene da noi compra qualcosa che non c’è ancora».
La vita deve essere gipsy. Parola di Briatore.
«Io non ho radici. Quando mi sono accorto che questa vita cominciava a pesarmi ho comprato una casa nella campagna inglese. L’ho venduta dopo che una sera, neanche i cani mi hanno riconosciuto e mi hanno attaccato».
Gianni Barbacetto ha scritto: «A Briatore piace apparire almeno quanto possedere».
«L’apparire è il mio lavoro. Che serve poi per possedere».
Barbacetto ha anche scritto che una sua fidanzata, Giovanna, la lasciò perché l’aveva trovato a letto con un uomo.
«Una cosa stupida che non vale la pena di smentire».
Barbacetto ha scritto anche che il giro del gioco d’azzardo era agli ordini del bandito Francis Turatello.
«L’invidia, la gelosia e la cattiveria della gente non hanno limiti quando sei un personaggio».
Non sono tutti cattivi. Silvana Giacobini ha scritto che lei è bello e altissimo. E che i capelli grigi le danno un tocco di fascino in più. Sembra Richard Gere.
«Richard Gere è più basso di me».
Le vengono attribuite moltissime fidanzate. Su tutte Naomi.
«Naomi è una persona eccezionale, Naomi è un marchio».
Un bel marchio.
«Un marchio fantastico. Sono supercontento di avere avuto un rapporto con lei».
Mi ha detto Sabrina Colle, la fidanzata di Sgarbi, che Naomi era talmente gelosa che lei era costretto a criptare i nomi delle donne sull’agendina.
«Tutte le donne sono gelose. La mia agendina è sempre stata criptata».
Lei ha detto: «Non riesco a innamorarmi di una donna brutta».
«Ognuno ha i suoi gusti».
Nessuno ha il gusto delle donne brutte. Però può capitare.
«A me non è mai capitato».
Ha mai il dubbio che qualcuna stia con lei per la visibilità?
«Più che il dubbio ho la certezza. Ma bisogna accettarlo. Una donna preferisce uno ricco e sano a uno povero e malato. E se qualcuno è potente tanto meglio».
La massima follia che ha fatto per amore?
«La follia che si fa per amore è il tempo che si dedica a una donna».
Quanto tempo è disposto a dedicare a una donna?
«Dipende: più amore, più tempo».
Ho letto: «Jennifer Lopez è un cesso».
«Non è nel mio Dna dire una cosa del genere».
Le piace la Ferilli?
«Ha un viso eccezionale».
Sonia Raule ha detto che è una cozza.
«Non so chi sia Sonia Raule. Ma mi sembra una sciocchezza. In Italia lei e Monica Bellucci sono il massimo».
Se proprio dovessi scegliere – ha detto in passato – io sarei di sinistra, la sinistra è più giusta.
«È vero».
Però Anna La Rosa a me ha detto: «Briatore è di Forza Italia».
«Ho simpatia per Berlusconi. Ma non voto Forza Italia».
Due politici che le piacciono.
«Veltroni. Per come ha gestito Roma e i funerali del Papa. Poi Enrico Letta».
E quelli che non le piacciono?
«Chi non ha fatto progredire l’Italia. Se uno perde le elezioni è perché ha sbagliato. Che vada a casa e lasci spazio ai giovani».
Quindi?
«Quando la sinistra era al potere avrebbe dovuto fare una legge antitrust in cui si dicesse che chi possiede mezzi di comunicazione come la tv non può fare politica. Non lo ha fatto. E chi ha fatto questo errore è ancora lì».
D’Alema?
«Non solo lui. La legge poi l’ha fatta Berlusconi. Un brodino. Ma la sinistra neanche un brodino era riuscita a fare».
Mughini ha detto che lei non legge libri.
«Non vedo perché devo perdere tempo a cercare di capire uno scrittore che ha scritto senza la preoccupazione di spiegarsi. Leggo anche io: i rapporti dell’azienda quando sono in viaggio. Ma non mi sono mai svegliato al mattino pensando: “Che peccato, questa settimana non ho letto un libro”. Lo stesso con i film. Nel lavoro ho il problema di capire 500 ingegneri. Credo sia già un esercizio intellettuale. Poi devo anche andare al cinema e pensare a cosa il regista voleva raccontarmi? Voglio vedere i film di Rin Tin Tin e di Furia, che capisco, film d’azione, che mi distraggono o mi fanno ridere».
Gli indiani andrebbero bene?
«Gli indiani sono il massimo».
Hanno intercettato una sua telefonata con Ricucci. Diceva: «Ti do una mano con la Rcs, organizzo una cena con Aznar, con Galliani e il Cavaliere».
«Ormai è tutto un reality. L’anno scorso veline e calciatori, quest’anno, finanzieri».
L’isola dei ricchi.
«È incredibile che le telefonate private a un amico vengano pubblicate sui giornali».
Comunque lei voleva dare una mano a Ricucci…
«Ricucci è un amico e l’ho dichiarato. Tifavo per Ricucci, tifo sempre per i più deboli».
Non era mica tanto debole Ricucci quando lei tifava.
«Era debole rispetto a chi gestiva la Rcs».
Lei conosce Berlusconi?
«Come tutti gli italiani».
Gli italiani non organizzano cene con Berlusconi.
«Uno che entra in politica e diventa presidente del consiglio e ha una maggioranza assoluta nel Paese, può piacere o non piacere, ma è qualcosa di straordinario».
Lo invidia?
«L’invidia non fa parte del mio background».
Alcuni suoi amici famosi: Anna La Rosa…
«Una persona per bene».
Daniela Santanché…
«Una sorella».
Iva Zanicchi…
«L’ho frequentata quando volevo capire che cosa voleva dire fare il discografico».
Mara Venier…
«Le voglio molto bene».
Simona Ventura…
«Quindici anni di amicizia».
Lele Mora…
«Possiede il 10% del Billionaire. Fa bene il suo lavoro e lo rispetto».
Cirino Pomicino…
«Lo frequento. È amico di Daniela».
Galliani…
«Un amico».
Silvana Giacobini…
«L’ammiro molto».
Amici poveri ne ha?
«Se intende gente che non ha le possibilità che ho io, sicuramente».
Avete la tendenza a frequentarvi fra voi ricchi e famosi.
«Daniela, Simona e Mara non erano ricche e famose quando le ho conosciute».
Lei per chi vota?
«Non voto».
Se votasse?
«Sarei confuso».
Ha mai votato?
«Una volta, tantissimi anni fa, Democrazia Cristiana. Io sono una persona di centro».
Le hanno mai proposto di candidarsi alle elezioni?
«Sì, due anni fa. Non mi chieda chi».
Chi?
«Non glielo dico».
Gioco della torre. Baget Bozzo o Bondi?
«Butto Bondi. Non mi piace. Non buca, non comunica».
Afef o Fallaci?
«Butto la Fallaci. È esagerata».
Però buca, comunica.
«Anche Afef comunica. Ed è simpatica».
Chi è che comunica meglio in Italia?
«Berlusconi».
Eppure si lamenta che i grandi risultati del suo governo non sono stati compresi.
«Non era compito suo».
La squadra di Forza Italia…
«Non ne salverei uno. Dal punto di vista mediatico, zero. Tutti da licenziare. La comunicazione è un mestiere difficile, è un’arte. Che non conoscono».
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