- 13 Ottobre 2005
Diventerà uno dei «mostri» di Chiambretti, una Lubamba, un don Santino, un Balestra, una Giada? Sabina Negri, sceneggiatrice, leghista, moglie di uno dei ministri più controversi di questo governo, Roberto Calderoli, è entrata nella squadra di Markette come una Desperate Housewife. «Guarda, la prima cosa che mi ha detto Pierino è stata: “Ti spiego la differenza tra mostro e personaggio. Io sono un mostro, tu sarai un personaggio”». E tuo marito che dice? «Io ho imparato a dirgli il meno possibile. Dici una cosa e ne capisce un’altra. Lui è esterno al mondo dello spettacolo».
Quando l’hai conosciuto, già facevi teatro.
«Io non so che cosa ci fosse nella sua fantasia… il mondo dello spettacolo… sesso, droga e rock and roll. Ma io sono stata sempre in un ambiente serissimo. Ho iniziato a lavorare con Carlo Delle Piane, con i fratelli Avati. Serie A».
Per quanto tu possa essere carina, simpatica e brava, Chiambretti punta sul fatto che sei la moglie di Calderoli.
«Spero di no. Ragazzi, un po’ di femminismo, un po’ di parità».
Femminismo? Sto parlando con una militante della Lega?
«Vorrei ricordarti che la Lega ha fatto diventare una giovane donna, Irene Pivetti, terza carica dello Stato».
Vuoi che ti ricordi qualche dichiarazione leghista?
«È vero, ogni tanto scappa qualche boutade che fa arrabbiare anche me. È per questo che non vado più alle cene della Lega. Ma non è una caratteristica propria dei leghisti. Gli uomini italiani sono pazzeschi. Sono cafoni, tolti pochissimi. Che cosa considerano di una donna? L’apparato riproduttivo».
Il celodurismo è stato inventato da Bossi.
«I fatti hanno superato le parole. Da una parte il celodurismo, lo slogan, dall’altra la Pivetti, la realtà».
E la Pivetti vi ha mollato.
«Finché c’era, ha lavorato bene, seria, addirittura con degli eccessi di moralismo. Ma come diceva la mia mamma, gli dai un cappellino da parcheggiatori e si sentono generali».
Tu che rapporti avevi con la Pivetti?
«Io nella Lega mi dedicavo al settore femminile-femminista, una cosa tipo Comitato donne. E la Pivetti si distingueva per l’assenteismo. Diceva: “Sono cose superate”».
Tuo marito secondo te è maschilista?
«Mio marito non ha le idee chiare. A volte dice di essere dalla parte delle donne, a volte dice delle enormi sciocchezze sulle donne».
La cosa che ti ha dato più fastidio?
«Tante. Per esempio mi hanno raccontato che in un comizio ha detto: “Dicono che sono cornuto. Però mia moglie è in vacanza”».
Lo ha mai tradito?
«No».
Se l’avessi tradito me lo diresti?
«Sì».
Siete gelosi?
«All’inizio lui era gelosissimo. Ma solo quando c’era. Quando era via si dimenticava anche della gelosia. Era geloso di presenza ma non di assenza».
Lui preferirebbe una donna casalinga?
«Quando un uomo chiede a una donna di non lavorare e di occuparsi della casa, lui deve occuparsi della donna. Tenerle compagnia, dividere pensieri e preoccupazioni. L’uomo questo prezzo non è disposto a pagarlo».
Dicevi che la Lega non è maschilista?
«A Venezia la moglie di Roberto Castelli è salita sul palco, ha fatto un intervento, è stata bene accolta. In quale altro partito consentono che la moglie si aggreghi e faccia il comizio? Umberto Bossi ha preso come consulente Rosi Mauro. All’ufficio stampa c’è Nicoletta Maggi. E nel Cda della Rai è stata mandata Giovanna Bianchi Clerici. Che poi la Lega faccia una convention sul femminismo secondo me non succederà mai».
I leghisti picchiano le donne?
«Sperem de no».
E Roberto?
«No».
Niente scenate?
«Qualche urlata».
E chi vince?
«Io urlo di più. Ma lui è più fermo, sgrana gli occhi, mi terrorizza e non si muove di un centimetro».
A destra chi ti piace di meno?
«Borghezio è al limite… Ha sparso il flit in treno su delle donne nigeriane. Casini non mi fa impazzire. Bacchettone e moralista ostentato».
Mi racconti la tua vita?
«Sono nata a Lodi, mio padre faceva il dentista…».
Scriverò un saggio: «La Lega e i dentisti».
«Sono finita in un collegio a Piacenza dove ho incontrato gente bellissima e meravigliosa. Venivano da famiglie un po’ problematiche, dove il divorzio era frequente. Ragazzi che hanno dovuto arrangiarsi, molto agiati ma cresciuti in fretta, maturati in anticipo. Come Giovanni Torlonia, che poi è diventato il mio amico intimo, il fidanzatino per un periodo. Giovanni mi ha praticamente rapita. Io vivevo con lui, per lui, andavo a Roma ospite sua. Mi ha aperto un mondo molto lontano da Lodi».
La politica?
«Ero molto femminista, arrabbiata, molto per la parità, dura. Quando sei giovane il cuore ti batte di rabbia e di speranza».
Finita la scuola?
«Ho iniziato a scrivere racconti, monologhi teatrali. Tutto in un cassetto. Poi ho incontrato l’uomo che ha cambiato la mia vita: Carlo Delle Piane. L’ho abbordato al ristorante. “Maestro, mi dia retta”. Fu gentilissimo. Dopo qualche mese recitò un mio monologo a Genova».
E intanto la politica vera.
«Mio fratello Luigi era diventato segretario della Lega Lombarda».
Ma fu cacciato ai tempi del ribaltone. Lui voleva rimanere con Berlusconi. E Roberto Calderoli, allora tuo fidanzato, lo espulse.
«Non voleva mollare Forza Italia. “È un gesto di coerenza”, diceva».
Adesso?
«È architetto. Si occupa di ceramiche antiche».
Fu un problema per te?
«Sono stata il caprio espiatorio. Un po’ perché donna, un po’ perché giovane e un po’ perché sola. Loro litigavano e poi riversavano tutto su di me. Roberto diceva che era danneggiato politicamente perché i colleghi di partito diffidavano di lui. Mio fratello mi diceva: “Ma che cosa stai a fare con quello lì?”».
Tu stavi con Luigi o con Roberto?
«Stavo con Bossi. Pensavo: “Bisogna essere leali e riconoscenti con Bossi. Ha miracolato tanta gente, ha preso un chirurgo e un architetto e li ha portati in Parlamento”. Ma intanto loro litigavano ed è iniziato lo strappo famigliare. Non si parlavano più e sono partite le denunce. Mio padre stava dalla parte di mio fratello: “Non posso più ospitarti in casa perché Luigi è arrabbiato”. Io andavo avanti a pane e Tavor».
Adesso la storia è finita. La famiglia si è ricomposta?
«Continuiamo a non parlarci e io continuo a non essere ospitata a casa di mio padre».
A Roberto costò espellere uno di famiglia?
«Roberto espellerebbe anche me se glielo chiedesse Bossi».
Se non vai d’accordo con Bossi sei un rinnegato e vieni espulso. Comino, Negri, Gnutti, Comencini.
«È vero. Ma perché non andare d’accordo con Bossi?».
Sbaglierà anche Bossi, qualche volta.
«Sbaglia sulle donne. Lui è emancipato ma le battute gli scappano».
Che cosa ti piaceva della Lega?
«L’idea che volevamo fare la rivoluzione».
Era più divertente agli inizi?
«Molto. La festa del Po, la catena umana… La Lega ha dato una risposta ai bisogni di aggregazione in una società dove c’era l’isolamento, la televisione, il computer, l’abbrutimento. Bossi ha riportato la gente in piazza».
Come corteggia uno ruvido come Calderoli?
«In realtà è timidissimo, diventa rosso. Nel corteggiamento è stato tutt’altro che aggressivo».
Ti corteggia ancora?
«Ma cosa vuoi che mi corteggi? Secondo me gli esco dalle orecchie. Ma agli inizi era vittima come tutti gli uomini di questo atteggiamento da Dolce Stil Novo: il regalo, i fiori, i gioielli. Ma io sono una moglie difficile, me ne rendo conto. Mi faccio conquistare da cose diverse».
Che regali ti ha fatto?
«Anelli, gioielli, macchine. Mi ha regalato perfino una Rolls Royce. Io non ero capace di guidarla, aveva il cambio automatico, mi vergognavo. Un dramma. Ci sono andata una volta a fare la spesa al supermercato con la mia vecchia tata emozionatissima. E poi l’ho affittata per qualche matrimonio. Roberto si è arrabbiato e l’ha venduta».
Era galante? Ti faceva mai dei complimenti? «Cara, sei la donna più bella del mondo».
«Certo. Mi disse una volta: “Sabina hai una bellissima mandibola e una splendida mascella”».
Non ci posso credere.
«Sa, lui è chirurgo maxillo-facciale».
E tu come hai reagito?
«Ho cominciato a ridere e non ho smesso più».
Avete fatto il matrimonio celtico.
«Era il periodo in cui Roberto polemizzava con la Chiesa».
Era impazzito.
«È stata una parentesi breve».
I vescovi ce l’avevano con lui.
«E allora facemmo il rito celtico. Ricordo tantissimi testimoni. Ida Di Benedetto, Giovanni Torlonia, Gnutti, Maurizio Balocchi, Augusta Formentini, Stefano Stefani».
Stefani era il sottosegretario al turismo che insultò i turisti inglesi…
«Un giorno mi disse: “Sabina, io ho studiato fino alla terza media. Tu hai studiato il doppio di me. Dovresti avere un reddito tre volte più del mio. Invece sei una poveretta. Studiare non serve a un cazzo”. A quei tempi era uno dei capi di Telepadania».
Tu hai lavorato per Telepadania?
«Una trasmissione, Donne e dintorni, lettura scenica di una casalinga e una prostituta che vivono in parallelo il dramma dell’attesa dell’uomo. Bossi la vide e mi chiamò: “Ma cosa ti viene in mente? Paragoni le casalinghe alle prostitute?”. Ed io: “No, Umberto, il parallelo era per l’attesa”. E lui: “Sarà per l’attesa ma non lo capisce nessuno. Piantala di scrivere queste cose”. Mi ha fatto un mazzo così».
Hai smesso.
«Ho smesso».
Perché a Bossi si ubbidisce.
«A Bossi si dice sempre di sì».
Anche quando parla di uso alternativo del tricolore?
«E cioè?».
Come carta igienica.
«Una battuta, un po’ pompata, un po’ manipolata».
Dimmi: che cosa intendeva veramente?
«Vabbé. Mi dispiace che l’abbia detto».
Tu e Roberto siete credenti?
«Roberto si professa cattolico praticante, ma non pratica tanto. Io sono sempre in cerca di capire».
A Roberto rimane questo cattivo rapporto con le gerarchie?
«Sì».
Anche con Ruini?
«No, con Ruini va d’accordo».
Sui gay hanno trovato una piattaforma comune.
«Secondo me a letto ognuno può fare quel cavolo che vuole».
Posizione minoritaria nella Lega.
«Bossi disse a un comizio: “In casa nostra c’è libertà di mutande”».
Però poi quando si parla di Pacs…
«Bisogna conciliare con i leghisti cattolici».
Altrimenti la Lega sarebbe favorevole?
«Secondo me sì, almeno a sentire i leghisti, quei pochi, che frequento. Sai, nell’ambiente dello spettacolo c’è poco leghismo e molta omosessualità».
Dicono: ogni donna è un po’ uomo e ogni uomo è un po’ donna.
«Io ho un temperamento un po’ maschile. Un mio amico, Maurizio, dice che sono un uomo. Un po’ per l’autonomia, un po’ perché mi impunto, perché tengo testa. Mi piace mettermi in gioco, non punto femminilità e sulla seduzione. Ma alla fine sono fragilissima».
Se tu fossi omosessuale me lo diresti?
«Non andrei in giro a ostentarlo. Ma se me lo chiedessi te lo direi. Se fossi a una tavolata di amici ne parlerei. Ma che problemi ci sono?».
Quanta percentuale hai di virilità?
«Sono 40 per cento uomo e 60 per cento donna. Forse perché mia mamma mi vestiva sempre da maschio, anzi da maschiaccio».
Hai mai avuto desideri omosessuali?
«No».
Tuo marito è considerato il più omofobo, quasi un mostro.
«È perché ultimamente ci vediamo meno. Ha preso una piega… se penso alle nostre cene del sabato sera quando non era ancora ministro e c’erano gli amici gay, ci si divertiva…».
Secondo quello che dice Grillini, Calderoli è talmente omofobo che puoi sospettare che sia gay. Ora, tu sei la moglie… È gay?
«No, Grillini, non è gay».
Sicura?
«Sì, anche se Freud dice che se soffri di vertigine hai voglia di buttarti nel vuoto».
Cioè, se hai il problema dei gay hai anche voglia di provare? Questo vuoi dire? Che Roberto potrebbe essere gay…
«No, ma freudianamenete, nell’inconscio ci sta dentro tutto».
Basta, altrimenti tuo marito ti querela.
«Io penso che lui scherzi con queste cose qui, che esageri un po’, che dipinga le cose con colori più forti del dovuto».
Tu non gli telefoni mai per dirgli che ha detto delle sciocchezze?
«All’inizio mi arrabbiavo per le sue sparate. Poi ho pensato che se io non gli permetto di entrare nel mio lavoro, io non mi devo permettere di entrare nel suo».
Storace ha detto: «I leghisti sono dei barbari».
«Io non mi sento barbara. Sfido Storace a fare una chiacchierata con me e alla fine vediamo chi è più barbaro».
Conosci Berlusconi?
«L’ho incontrato un giorno a uno spettacolo con Adriana Asti».
Alle famose cene ad Arcore non andavi?
«Tutti maschi, necessariamente maschi».
Se ti invitasse?
«Ti ho detto: sono cresciuta in modo assolutamente non borghese a fianco di persone molto importanti e molto potenti. Mi sono trovata a 15 anni a palazzo Torlonia con l’Infanta di Spagna e Giovanni Agnelli. Non mi colpisce più di tanto una cena ad Arcore. Mi farebbe piacere ma non ci muoio. Anche perché se lui non muore dalla voglia di cenare con me…».
Questo non lo sappiamo. Magari dopo l’intervista ti arriva la telefonata: «Sabina, morivo dalla voglia di cenare con lei ma non avevo il coraggio di chiederglielo».
«Accetto la sfida».
Con i tuoi spettacoli hai avuto molti premi.
«I maggiori successi li ho avuti con un monologo su Gianni Brera, interpretato da Cochi Ponzoni, e Al Moulin Rouge con Toulouse-Lautrec, con Carlo Delle Piane».
Critiche?
«Buone. Perfino l’Unità ne ha parlato bene . Ma non sapevano che fossi la moglie di Calderoli. Pensavano fossi figlia di Gino Negri».
Chi non ti piace della Lega?
«Non mi piacciono le urla, i toni eccessivi».
Quindi non ti piace tuo marito.
«Quando urla, neanche un po’».
Gioco della torre. Afef o Fallaci?
«Afef è meno accanita della Fallaci».
Berlusconi o Fini?
«Berlusconi è simpatico, immediato. Fini è affettato».
E gli altri di An?
«Sono troppo donnaioli. La Russa, mamma mia, non fa che parlare di donne…».
Cirino Pomicino o Mastella?
«Salvo Cirino Pomicino: mi fa ridere il nome, sembra il personaggio di una fiaba».
Bondi o Baget Bozzo?
«Salvo Bondi. Sono sicura che se rinascesse vorrebbe essere Veronica Lario».
Vespa o Mentana?
«Tutto quello che succede passa da Vespa. Si sta inflazionando. È onnipresente».
De Filippi o Ventura?
«La De Filippi è come Re Mida. La Ventura la trovo sguaiata. Peggio di Bonolis. Sempre al limite».
Romina o Loredana?
«Romina è stata la mia favola da bambina».
Anna La Rosa o Marzullo?
«Marzullo è un mito. Mi fa morire dal ridere. Con quelle sue domande prende in giro il mondo».
Hai mai votato a sinistra?
«La prima volta mi è scappata la mano. Ho votato Pci».
Nessun commento.