- 10 Agosto 2001
L’ha chiamata sinistra chiffon, traduzione italiana della gauche caviar. E’ quella sinistra con i vezzi della destra, le feste, il vestire elegante, il mangiare nei ristoranti di lusso, la barca di 16 metri. Nel suo ultimo libro, “Chic”, Gian Antonio Stella, inviato del “Corriere della Sera”, la fa risalire a quella sinistra delle terrazze romane già individuata in quello splendido film di Ettore Scola, “La terrazza”.
Niente a che vedere con la sinistra dei Palmiro Togliatti. “Shampoo profumato? In questa casa, una casa comunista, ci si lava soltanto con il sapone di Marsiglia”, urlò Giancarlo Paletta a Miriam Mafai quando scoprì che la figlia voleva comprare qualche prodotto di bellezza. E Gian Antonio Stella cita l’episodio proprio in testa al capitolo intitolato “Chef a penser per la sinistra chiffon”.
Gian Antonio, parlaci della sinistra chiffon.
E’ quella sinistra che va al pigiama day, che partecipa a tutte le feste, la sinistra della Melandri che dice che a Genova non può mancare perché ci va la sua amica Naomi Klein che ha scritto il libro “No Logo”. E’ la sinistra di Chicco Testa che accetta come un onore di entrare a far parte del circolo Aniene dove una persona di buon senso dovrebbe vergognarsi di stare perché non accettano le donne. E’ la sinistra che non piace a nessuno. Né alla destra che di questa sinistra ride, né alla sinistra vera che con la sinistra chiffon si incazza.
E’ un fenomeno di questi ultimi anni?
Credo che questa sinistra abbia dato il peggio di sé nel momento in cui si è sentita vincente. La sinistra vincente è stata una pestilenza di questi nostri ultimi anni. Se la conquista di Palazzo Chigi non fosse stata vissuta con il trionfalismo talvolta volgare dei Velardi la sinistra non avrebbe perso così male le ultime elezioni.
Velardi e Rondolino, gli uomini dell’immagine di D’Alema, sono il simbolo di questa sinistra?
L’articolo di Rondolino sull’Espresso “Seduzione è buongoverno” è una piccola svolta storica, di quelle che fra un decennio potranno essere studiate dagli Umberto Eco che verranno. Un articolo orrendo. Sembra impossibile che una persona intelligente come Rondolino possa averlo scritto. Oggi non lo scriverebbe sicuramente più. L’ha scritto in un momento di ciucca, di ubriacatura da potere.
Stefano Benni definì questi personaggi della sinistra chiffon “Vop”, very olive person.
Una definizione meravigliosa che solo un genio come Benni poteva inventarsi.
Poi c’era il martismo-leninismo, la sinistra alla Marta Marzotto.
I martisti-leninisti sono stati tanti. Da Lucio Magri, a Renato Guttuso e tutto il giro attorno a Guttuso, tipo Antonello Trombadori. Tanti che se oggi fossero ancora vivi non so da che parte starebbero. Qualcuno starebbe con i contestatori del G8, qualcun altro alle feste di La Russa. I martisti-leninisti hanno sempre avuto molta disinvoltura nello scegliere la loro strada. Molti giornalisti, molti avvocati pensavamo che stessero da una parte e invece ce li siamo ritrovati dall’altra. Riconosco a tutti il diritto di cambiare idea. Quello che dà fastidio è che fino al giorno prima ti facevano le prediche da sinistra e il giorno dopo ti fanno le prediche da destra. Prediche sempre.
Guido Rossi definì il governo D’Alema una merchant bank…
Se tu vivi nella convinzione che la politica sia potere, che far politica sia avere potere, la conquista del potere diventa così importante che giustifica anche qualche disinvoltura nella scelta delle amicizie giuste nel mondo imprenditoriale.
Quali altri simboli ci sono per questa sinistra chiffon?
Il grande cuoco Vissani che viene invitato alle feste di compleanno di D’Alema. Velardi che fa una festa con i fuochi artificiali in onore di Lucia Annunziata. Krizia che racconta che la moglie di D’Alema è “un’adorabile cliente”. D’Alema che si vanta di aver partecipato alla Baltic Cup. D’Alema che quando sale in barca si veste con la maglietta da barca, i pantaloncini da barca, gli occhiali da barca, i calzini da barca, le mutande da barca, immagino che abbia anche il profumo da barca e il dopobarba da barca. Tutto griffato come può essere griffata la Santanché. Credo che su questo abbia ragione Guazzaloca quando dice che alla gente di sinistra già sta sul gozzo la Santanché, figuriamoci se può sopportare il dopobarba da barca di D’Alema. Io non dico che non si possa andare a cena dalla Angiolillo piuttosto che alla festa di D’Amato. Ma c’è modo e modo. E’ questione di misura. C’è qualcuno misurato e qualcuno smisurato.
Bertinotti è misurato?
Gliel’ho chiesto direttamente e lui mi ha risposto con una frase che ricordo a memoria, straordinaria. “Io vado nei salotti come vado nelle piazze o in parlamento: a testimoniare il diritto di esistenza della mia alterità di sinistra”. Fatico a capire come uno che voglia essere “altro” partecipi al pigiama day. Se c’era una cosa che mi piaceva molto del vecchio Pci, del quale non mi piacevano tantissime altre cose, era il fatto che Togliatti si sentì in dovere essendo il segretario di un partito di sinistra, di abitare a Montesacro e non in un palazzo datogli in affitto per un nonnulla da qualche ente pubblico. Tra il Togliatti che forse esagera per moralismo e il Velardi che quando va a fare il segretario regionale in Lucania va a prendere casa proprio in un appartamento del presidente degli industriali, io preferisco Togliatti. La coerenza fra l’essere di sinistra e il comportarsi da sinistra è importante. Anche una sorta di differenziazione estetica, di ostentazione di quella che Bertinotti chiama la propria alterità, è utile.
Rondolino rivendica di essere stato lui ad aver consigliato a D’Alema di parlare della sua passione per la barca perché questo lo avvicinava alla gente.
E’ la cosa più sciocca che si possa dire. D’Alema voleva andare a strizzare l’occhio a un certo tipo di borghesia, di piccola società dei bottegai, di commercialisti, piccoli imprenditori e padroncini. E invece di aprire un sano dibattito per discutere e ammettere tutti gli errori della sinistra, ha pensato di risolvere il problema con la maglietta da lupo di mare e il dopobarba da barca. Poteva venire in mente solo a Rondolino.
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