- 14 Dicembre 2006
Una volta stavano insieme, lottavano insieme, governavano insieme. Oggi tra Pier Ferdinando Casini e Silvio Berlusconi è calato il grande freddo. Eppure ancora l’altro ieri Casini progettava con Berlusconi e Fini il grande partito unico dei moderati. Adesso lo definisce «un’operazione di plastica facciale», dice che perfino la Casa delle Libertà non ha più senso, che è finita, e che non andrà nemmeno ai vertici. Ma l’ha avvertito Berlusconi che aveva intenzioni così cattive? «Io non ho offeso nessuno, ho solo reagito ad un atteggiamento padronale inaccettabile».
Come si sente ora, finalmente libero dalla Casa delle Libertà?
«Adesso farò l’opposizione ad un governo iniquo in modo intelligente e, spero, produttivo».
E farà anche opposizione all’opposizione.
«Certo, perché no? Lo ritiene disdicevole? E ci sarà un eccesso di scomodità».
Come si sente adesso all’opposizione?
«Più libero. Più rilassato».
Perché questa incomprensione con Berlusconi?
«Chi perde solitamente cambia, non rimane immobile».
Che cosa le mancherà di più di Berlusconi?
«Non siamo mica morti…».
Berlusconi…
«Berlusconi è entrato nella politica italiana come un gigante e ha venduto benissimo il suo prodotto in questi dieci anni. Però, pur essendo un grande venditore, è meno costruttore di politica».
Le mancano le cene a casa Berlusconi?
«No, ma lo ritengo un uomo simpatico e gradevole. Guardi che non ho alcun sentimento di ostilità nei suoi confronti. Solo amicizia».
Come si mangiava da Berlusconi?
«Benissimo».
D’Alema diceva che si mangiava male e Vespa diceva che i vini non erano all’altezza.
«Ho sempre mangiato e bevuto benissimo. Anche l’ultima volta quando mi ha messo un cactus sulla poltrona, per pigliarmi in giro».
Ricorda quando lei disse: «Basta con le illusioni»?
«Frase perfetta».
L’illusionista era Berlusconi?
«Indovini».
Però poi disse che i giornalisti travisano…
«Anche Prodi ha detto che il Paese è impazzito e poi che non voleva dire quello. Come quando Berlusconi dice che sono un ingrato e poi dice che non l’ha
A proposito di libertà, quando lei era presidente della Camera…
«Un’esperienza irripetibile, bellissima. Ma libertà zero. Le faccio un esempio sciocco. Prima, io giravo senza le cinture di sicurezza. Non ho più potuto farlo».
Doveva rispettare la legge più di tutti.
«Non mi sono più sognato di andare in moto senza casco».
Fini però è arrivato alla fatidica manifestazione in moto e senza casco…
«Non voglio certo censurare Fini, era solo un esempio».
Anche come libertà di espressione, lei…
«Sono stato un presidente realmente super partes».
Se le chiedevano la sua opinione sulle leggi ad personam lei rispondeva: «È stata una decisione del Parlamento».
«Non potevo che fare questo».
Adesso non è più presidente.
«Mi rifiuto di fare la bella figura di spiegare
Casini, la prego, ora è libero…
«Va bene, le leggi ad personam sono state uno dei grandi elementi di fragilità del governo e una delle ragioni della sconfitta elettorale».
Dopo i primi sei mesi del primo governo Prodi le chiesero di dare un voto. Lei gli dette 5,5.
«Stavolta 5. Solo sulle nomine Prodi è insuperabile. La sua capacità di gestire il traffico del potere è eccezionale: 10. Fa sempre nomine personali. Perfino nel condominio mette gente sua. Berlusconi ogni tanto concedeva agli alleati di sistemare qualcuno. Prodi mai».
Adesso che non siete più al governo c’è chi scappa. I topi…
«Meglio. Pure nel partito si fa un po’ di bonifica. Rimane chi è convinto».
Ma se ne è andato perfino Follini.
«Follini non è un topo che scappa per convenienza».
Gli italiani sentivano lo struggente bisogno dell’ennesima piccola Dc?
«Domanda che deve fare a lui».
Follini non è un voltagabbana?
«Lo sarebbe se dopo essere stato vicepresidente del Consiglio di Berlusconi andasse a fare il vicepresidente di Prodi».
E se voltagabbana fosse lei? Ricorda quando disse: «Non vestirò mai la casacca del biscione»?
«Non ho mai indossato la casacca del biscione. Nel
Lei ha visto il dvd di Deaglio sui brogli?
«No. E non credo ai brogli, né a quelli di destra né a quelli di sinistra».
D’Alema nell’intervista con Fabio Fazio ha parlato di un lungo periodo di sospensione nella comunicazione dei dati da parte dell’Interno.
«Si vede che è andato a vedere il film di Deaglio. Io non ho intenzione di farlo. Parliamo piuttosto dei brogli nel voto degli italiani all’estero».
Più che broglio, fu un macroscopico errore della destra.
«Esempio singolare di harakiri elettorale».
Presentare quattro liste…
«Telefonai a Berlusconi qualche mese prima e gli dissi: “Così all’estero perdiamo”».
E lui che cosa rispose?
«Testuale: “Vinceremo di tanti voti che quelli all’estero non ci serviranno”».
Se si fosse presentato lei al posto di Berlusconi sareste andati meglio?
«Può darsi, ma alla condizione che ci fosse stato un impegno forsennato di Berlusconi. I voti che ha preso si sarebbero sommati a quelli che non poteva prendere e non ha preso. Ma poiché lui corre solo per sé, stiamo parlando del nulla».
E se ci fosse stato lo sconto Veltroni-Casini?
«Avrebbe vinto Veltroni. Si veniva da un governo di centro destra logorato. Ma la prossima volta sarebbe tutta da giocare. E i logorati sarebbero loro».
Le rimproverano di aver mandato un messaggio di solidarietà a Marcello Dell’Utri durante il suo processo…
«Anche se in questi giorni Dell’Utri non si è sottratto al vezzo di attaccarmi e attribuirmi intenzioni che non ho, per me ci sono rapporti personali che vengono prima della politica e delle convenienze».
Quali rapporti personali?
«Insieme a Mastella avevo conosciuto Dell’Utri per la formazione delle liste del centro destra. Per noi era una condizione molto difficile. Politicamente avevamo le pezze al culo. Dell’Utri si comportò come un amico. Quando lui è stato in difficoltà ho voluto far sapere all’Italia che io sono diverso e che non ero disponibile a sconfessare quell’amicizia».
La sua passione politica…
«A otto anni guardavo in tv Berlinguer e Fanfani».
Giancarlo Perna ha scritto che lei era moderato già a dodici anni e faceva i comizi contro i sessantottini…
«È vero… l’ho spiegato a mia figlia l’altro giorno…».
La figlia che le ha chiesto se D’Alema è uno stronzo?
«Mia figlia è in fase di attivismo scolastico. Le ho spiegato che ho cominciato a far politica una mattina che non sono riuscito a entrare a scuola perché era occupata da una minoranza».
Andava bene a scuola?
«Male al ginnasio e bene dopo».
Amori?
«Tanti. Non stavo con le mani in mano».
Erano i tempi in cui andava sui colli a fumare spinelli?
«Ne avrò fumati due al massimo».
E adesso fa il proibizionista?
«È come quando mi dicono: “Tu sei divorziato quindi non devi parlare della famiglia”».
Bè, effettivamente…
«Chi vive le difficoltà di un matrimonio che si sfascia capisce meglio il valore dell’unità della famiglia».
Come ha votato al referendum sul divorzio?
«Come chiedeva Fanfani».
Una volta ha dato del Gargamella a Segni…
«Mi sembrava il mago pasticcione che metteva le bombe e gli scoppiavano sempre in testa».
Anna La Rosa le ha regalato dei boxer.
«Li ho anche portati. Erano rossi, il mio colore preferito».
Marxista occulto…
«Anche oggi sono andato a comprare un paio di mutande rosse. E dei calzettini. Mi è successo un fatto imbarazzante all’aeroporto di Londra. Mi hanno fatto togliere le scarpe e avevo un buchino nei calzettini».
Senta questi versi: «Sciogli la vela, la rotta c’è già, è stata tracciata, due mila anni fa». Ha scritto lei queste belle parole dell’inno del suo partito?
«No, non io… anzi mi risparmia ulteriori approfondimenti… un po’ di misericordia cristiana…».
Berlusconi ha detto di lei: «È il più bello tra i politici europei».
«È il motivo della sua grande invidia nei miei confronti».
Dicono che lei si arrabbi come un matto quando Travaglio
«Di ciò che dice Travaglio non me frega assolutamente nulla».
Si arrabbia anche quando Dagospia
«Non è così dispregiativo per un uomo politico».
E la Bindi che la definì «scemino»?
«La Bindi mi ama».
Buontempo disse che la voleva sodomizzare sui banchi del Parlamento. E poi disse che lei era il cameriere di Forlani.
«Per il cameriere pazienza. Mi angoscia di più la prima cosa».
Parliamo dell’identità cristiana…
«Bisogna difenderla fortemente. Non puoi andare verso una società multietnica senza sapere chi sei».
Ci sono quelli che dicono che non bisogna nemmeno andare verso la società multietnica.
«Sono dei cretini, io non ne conosco».
Li aveva come alleati nel governo.
«Senza gli extracomunitari si fermerebbe il Paese, salterebbe il sistema previdenziale, si chiuderebbero le fabbriche…».
E se chiedono di togliere le croci dalle aule?
«Nessun italiano è mai stato vulnerato nella sua libertà da un piccolo segno della nostra tradizione… il crocefisso racconta la storia del nostro mondo».
Anche quando, pende al collo di prosperose fanciulle facendosi strada a fatica fra le tette?
«Il corpo delle persone l’ha fatto Dio».
Non mi faccia il prete progressista…
«Non ho mai visto un crocefisso in zone erogene. Se una donna ha un bel petto, e lo fa vedere, non farò certo come Scalfaro che la schiaffeggia».
Vi accusano di aver presentato troppi inquisiti alle elezioni.
«L’Udc ne ha tolti molti dalle sue liste».
Sarebbe stato meglio toglierli tutti.
«È il popolo che decide. E poi un conto è l’inquisito, un conto è il condannato. La presunzione di innocenza deve valere».
Prima delle elezioni lei disse: «Bisogna essere rigorosi, non faremo sconti. Tranne Cuffaro in Sicilia non ricandideremo inquisiti». Primo: perché la deroga a Cuffaro? Secondo: non siete stati così rigorosi.
«Cuffaro era un inquisito, non un condannato».
Appunto.
«Non mi ricordo quella frase lì».
Mi creda.
«Non mi sembra una frase clamorosa».
Clamorosa no. Contraddittoria sì.
«Il problema nasceva dal sospetto che Cuffaro una volta eletto volesse servirsi dell’immunità. Invece si è dimesso. Per cui, scusi, di che cosa stiamo parlando?».
Parliamo del fatto che avete fatto eleggere Mannino e Francesco Saverio Romano?
«Ma Mannino è stato assolto».
Assolto non rende bene l’idea di quello che è successo.
«E Romano non mi risulta che sia inquisito di niente».
Le risulta male. E il fatto che avete avuto 10 eletti inquisiti?
«Ma chi sono? Contesto radicalmente questi dati».
E avete anche un condannato, Vito Bonsignore.
«Follini, segretario del partito, lasciò il suo posto al Parlamento Europeo conquistato in Piemonte a Bonsignore. È una cosa di cui devo rispondere io?».
Forse deve rispondere del fatto che ha proposto alla segreteria del suo partito Lorenzo Cesa, reo confesso di tangenti.
«Cesa ha ammesso di avere sbagliato. Ha avuto il coraggio di confessarlo, è una persona per bene, non si è nascosto, ha portato la sua croce, è stato per dieci anni fuori dalla politica. Sono cristiano e credo alla redenzione».
Lei ha fatto una grande lotta ai «pianisti», i deputati che votano per gli assenti.
«Sono stato uno dei pochi presidenti della Camera che li ha espulsi».
Chi?
«Il primo, Hans Widman, altoatesino, deputato ineccepibile, lo beccai in flagrante. Violante mi passò un bigliettino: “Hai fatto bene, non passa lo straniero”».
Nel discorso di insediamento alla Camera si affidò alla Madonna di San Luca.
«Una delle cose migliori che ho fatto nella mia vita politica».
Bertinotti non si è affidato a Marx.
«C’è differenza tra la Madonna e Marx».
Bertinotti forse preferisce Marx…
«Ma il sentimento collettivo degli italiani è diverso».
Klaus Davi ha scritto che lei e Azzurra siete una coppia glamour.
«A noi non ci interessano i giudizi degli altri. Siamo una coppia felice».
Lei sarà il leader del centrodestra se Berlusconi si ritira?
«In un bipolarismo condizionato dalla Mussolini da un lato e da Diliberto dall’altro la mia leadership non avrebbe senso».
Chi allora? Pisanu, Tremonti, Formigoni, Fini?
«È il momento delle donne».
Letizia Moratti?
«Ho sempre preferito le donne agli uomini».
È più di destra Fini o Bossi?
«Bossi. Fini pesca nel nostro bacino di utenza».
Potrebbe stare nell’Udc?
«Se lui vuole iscriversi, che venga. Ma i suoi colonnelli no».
È vero che Mediaset è piena di comunisti?
«Berlusconi è un genio. Dove deve vendere le pubblicità, mette i migliori, anche se sono di sinistra. In Rai, invece…».
Quale televisione non le piace?
«Non mi piace l’idea di vedere gente che cucina alle nove del mattino. Sono lì con la bocca impastata che bevo un caffé e mi tocca vedere un fritto misto di mare. Mi viene la nausea».
Gioco della torre. Pera o Cossiga?
«Faccio fatica a rispondere a questa domanda…».
Buttiamo tutti e due?
«Lo ha detto lei».
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