- 6 Dicembre 2007
"Chiariamo una cosa. Era "matto" anche Erasmo da Rotterdam. Era "matto" anche Tommaso Moro che tutti credevano che stesse scherzando e per rimanere fedele alla Chiesa cattolica si è fatto tagliare la testa dopo aver raggiunto l’apice del "cursus honorum" di un cittadino inglese dell’epoca".
Rifaccio la domanda e lasciamo perdere Erasmo. lei è matto?
"La follia è un ingrediente necessario dell’intelligenza. Così come bisogna distinguere tra colti ed eruditi, gli eruditi sono quelli che hanno letto molto, i colti sono quelli che hanno letto e hanno dimenticato quello che hanno letto mantenendone il concetto e soprattutto il senso universale…"
Presidente, risponda, lei è matto?
"Io sono evoluto. Io soffro e ho sofferto di depressione. Vuole che le faccia un elenco dei grandi depressi della storia? Churchill, Roosevelt, Newton, Kafka, Dostojewsky…"
Non sarà matto ma si è certo montato la testa…
"La depressione può colpire solo persone molto intelligenti. Allora. Sai come è nata la voce della mia follia quando ero presidente della Repubblica? E’ vero, io facevo cose un po’ strambe. Ma perché le facevo?"
Perché le faceva?
"Perché non avevo dietro di me potentati economici, né potentati politici, né potentati culturali. Ero stato abbandonato anche dalla Dc. Per farmi ascoltare dovevo fare follie, dovevo dire cose che avevano la forma della follia. Quello che per anni è stato il mio avversario ideologico, Luciano Violante, in un libro, ha detto che avevo previsto tutto rispetto a loro e che loro non vollero credermi. Come tutti i depressi io però avevo una grande lucidità intellettuale. Si dice che Newton abbia scoperto la legge di gravitazione universale durante una crisi di depressione".
Risposte elusive.
"Ho fatto anche il matto. Per attirare l’attenzione, quando non mi stava a sentire nessuno".
Quand’è che si è cominciato a dire che lei era matto?
" Vuole sapere l’origine storica? Quando ero ministro dell’Interno sono stato messo subito sotto controllo telefonico, fisico e ambientale dal servizio segreto militare. Volevano sapere cosa si facesse all’interno del ministero dell’Interno. E poi siccome ero cugino di Enrico Berlinguer, mi consideravano abbastanza pericoloso.
Poi sono diventato presidente del Senato e si è capito che ero sulla via per diventare presidente della Repubblica…"
Ma lei come sa che la spiavano?
"Hanno fatto in modo di farmelo sapere. Mi spiarono anche quando volle che andassi in Romania, rompendo la convenzione che vietava ai ministri dell’Interno e della Difesa di andare oltre la cortina di ferro".
E lei perché ha rotto la convenzione?
"Non l’ho rotta io ma il Governo. Ceausescu trescava con gli americani, gli americani mi chiesero di andarci. A quei tempi Ceausescu era buono. I suoi lo hanno ammazzato per dire che era cattivissimo".
Va bene, lei andò a trovare Ceausescu.
"E andai a visitare la famosa clinica della dottoressa Aslan. Quella del Gerovital. Uscì la notizia che ero andato là per farmi l’elettroshock".
Chi fece uscire questa notizia?
"Ciriaco De Mita, appena diventato presidente del Consiglio. Fu lui a telefonare ai giornali e a farla pubblicare".
Ne ha mai parlato con De Mita?
"No, ma tutte le volte che De Mita vede mio figlio se lo prende sotto braccio e gli dice: "Sai Peppino, tuo padre mi accusa di queste cose…Ma non è vero". E invece è vero".
Sui giornali venivano pubblicate anche le opinione degli esperti per stabilire se lei era matto.
"E uno di loro era andato vicino alla verità. Disse: "Non è matto, ci fa". Lei sa che l’eutimico, che sarebbe il perfetto normale, è il cretino! Il perfetto equilibrato è il cretino!"
Una volta lei ha detto : "Io sono un pillolaro."
"E’ vero. Io sono stato gravemente malato più volte. E ho avuto 21 anestesie totali. Negli ultimi sette anni ho affrontato quattro operazioni molto delicate e gravi… Non so come sono ancora vivo! La bontà di Dio e la bravura dei medici…".
Lei è un disastro!
"Forse mi danno la laurea honoris causa per questo, in medicina. La lectio magistralis avrà questo titolo: ‘La vita di un malato’".
Quante lauree honoris le sono state conferite?
"26. Più di Spadolini. Credo di essere quello che ne ha di più in assoluto. Se Mussi non mi blocca quella in medicina arrivo a 27".
Quella in medicina la meriti proprio.
"Sono un malato perfetto. Obbedisco sempre, mi fanno di tutto, non protesto nemmeno per i clisteri. Prendo 12 pillole al giorno…".
Ultime malattie?
"Protesi all’anca perché sono caduto discorrendo col Cardinale Arcivescovo della cattedrale di Zagabria. Mi hanno curato la frattura e poi mi hanno fatto la protesi. Cancro al retto. Mi hanno portato via 25 centimetri di intestino però non mi hanno fatto la chemioterapia.
Malconformazione alla lingua. Tra vedere e non vedere mi hanno tagliato cinque cm di lingua! Quando ripresi a parlare Silvio Berlusconi mi chiamò e mi disse: "Speravamo tutti che non potessi parlare più!" Ed io: "E’ peggio, se non parlo scrivo". Poi ho avuto questa cosa che stava per mettermi sulla sedia a rotelle. Si stava per interrompere il midollo cervicale a causa di una degenerazione ossea…".
Non ha però il salto della glottide.
"Come fa a saperlo?"
Sono un grande giornalista.
"Il salto della glottide ce l’hanno quasi tutti i sardi della Sardegna centrale. Per pronunciare certe parole usano come strumento vocale non solo la lingua ma anche la glottide".
Fine della sua cartella clinica. E’ guarito dalla depressione?
"Dalla depressione si guarisce sempre. Anche senza medicine e anche senza sostegno psicoterapico. Le medicine e il sostegno psicoterapico servono solo per fare soffrire di meno e abbreviare la malattia. Non capisce che cosa sia la depressione chi non l’ha mai avuta e chi non l’ha mai curata, chi non l’ha vissuta con un depresso…
Il momento peggiore della depressione qual è stato?
"Ho avuto un momento pessimo. Insonnia, idee ossessive, i numeri, i nomi, come si chiamava quella che mi ha fatto l’intervista? Qual è il numero del telefono di mio figlio? Ma L’ossessività è anche la caratteristica del genio perché il genio non pensa che a quello e non riesce a pensare ad altro. Ma io non sono un genio".
Era depresso da ministro? E Da Presidente?
"Dopo che hanno ucciso Moro lo sono stato. Mi vennero i capelli bianchi. Mi svegliavo di notte urlando che ero stato io ad uccidererlo. Il che era "fattualmente" vero. Ero stato io a rappresentare con durezza la linea dell’intransigenza. E sapevo che la linea dell’intransigenza avrebbe portato quasi certamente all’uccisione di Moro. Quelli erano cattivi. Nella loro mentalità vetero-leninista-stalinista-astorica dovevano dimostrare la propria credibilità con l’intransigenza anche "teatrale", la prigione delpopolo, il giudizio. Non capirono che ci avrebbero messo in braghe ditela, noi e il Pci, se dopo l’appello di Paolo VI lo avesseroliberato".
"Non analisi psicanalitica. Sono un antifreudiano, preferisco Jung, che faceva l’analisi psico-azionale-esistenziale. Ho fatto la psicoterapia. Però ero troppo bravo e ad un certo punto il mio psichiatra ha detto: "Ma Lei sta facendo la terapia a me o io a Lei?". Mi disse anche che sarei stato un bravo psichiatra".
Però ti sei fatto psicanalizzare dalle Iene.
"Sì, da Alessia Marcuzzi. Mi telefonò Ricci e mi disse: "Senta, se io le mandassi Alessia Marcuzzi per psicanalizzarla…" Venne Alessia, era vestita di nero con la cravatta, brutta, tanto che poi io gliene regalai una e lei mi ha detto che ce l’ha in una teca! Mi mette su questo lettino…lampade…e lei fu brava! Io poi le dissi: "Ma senta, queste domande le ha inventate lei o gliene hanno preparate?" E lei mentì e mi disse che le aveva inventate lei. Poverina, era triste. Io le dissi: "Perché è così triste?" E lei: "Non so se sposarmi". "Nel dubbio non ci si sposa". "Ma è il padre del mio bambino"."Non è un motivo sufficiente". "Lei parla come mio padre e come mia madre".
L’analisi della Marcuzzi com’è finita?
"Ottima. E’ stata pubblicata in un libro dell’Einaudi…".
Mi risulta che lei abbia fatto anche degli interventi in sede scientifica.
"All’università di Roma ho fatto una relazione ad un convegno di endocrinologi, andrologi e sessuologi sul tema vecchiezza e giovinezza. Io sostenni la tesi che la giovinezza è vivere la vecchiezza in quanto tale. Chi vuole vivere da ragazzino pur essendo vecchio è ridicolo".
A chi sta pensando?
"Penso a molti! Anche a Silvio. Lo dica a lui; perché lo dico sempre anche a lui".
E poi?
"Poi consigliai di non cercare la scorciatoia del Viagra. Mi arrivò una gomitata dal preside della facoltà. Il convegno era finanziato dalla Pfifer, l’azienda produttrice del Viagra"
E’ lei stesso a volte che racconta episodi che fanno pensare a lei come a un matto. Per esempio quando raccontò che nei giorni in cui si doveva formare il governo riceveva i politici a casa sua, nella sua camera da letto, seminudo".
"Venivano alle sette! E alle sette mi trovavano in mutande. Lo chiamai il governo delle mutande!"
Era il governo D’Alema. Il governo che non era stato votato, come diceva Berlusconi.
"Per questo motivo anche a D’Alema vennero degli scrupoli la mattina in cui avrebbe dovuto ricevere l’incarico. Massimo è intelligente. Aveva capito che avrebbe creato malumori dentro al partito. Sia per questo democraticismo secondo il quale bisognava avere il "lavaggio elettorale" sia perché lui stava per diventare il primo ex comunista presidente del Consiglio. Aveva ragione. Aveva capito che gliel’avrebbero fatta pagare. Quella mattina mi mandò Marco Minniti. Io dissi a Marco: "Torna da lui e digli di non rompere i coglioni che io a Palazzo Chigi ce lo porto a calci in culo!" Alla fine dissero: "Cossiga ha dato l’incarico a D’Alema". Ma sai chi ha sbagliato?"
Chi?
"Berlusconi. Poteva astenersi, rendersi conto dell’esigenza del Paese. Se lo avesse fatto sarebbe anche lui entrato subito nella storia. E poi ha fallito anche l’appuntamento successivo: quando non ha permesso l’elezione di Massimo D’Alema a presidente della Repubblica"
Eppure D’Alema è sempre piaciuto a Berlusconi…
"Berlusconi ha un altissimo concetto di D’Alema, lo considera il meno fazioso, il più intelligente e il più onesto dei suoi avversari politici. Ha paura perché è stato comunista. Berlusconi ha preso l’anticomunismo come metro della politica".
Più che il governo delle mutande fu il complotto delle mutande…
"Noi non abbiamo fatto nessun complotto, anche se non riusciremo mai a toglierlo dalla testa di Romano. Prodi è stato rovesciato da Rifondazione Comunista che temendo di andare alle elezioni non poteva continuare a sostenere la politica del rigore. Un giorno io fui chiamato da Massimo D’Alema che mi voleva parlare. Ci incontrammo, in modo segreto, in casa di Alfio Marchini, un appartamento nel quale si entrava da via Condotti e si usciva da via Frattina. E disse: "Senti, noi ci siamo fatti sempre la guerra, però siamo politici tutti e due. Così non si può continuare". Io per facilitare l’incarico a D’Alema parlai con gli americani e con gli inglesi, ci mettemmo subito d’accordo, parlai con Confindustria, parlai con Agnelli. Da qui la fissazione che sia stato un complotto D’alema-Cossiga-Cuccia-Romiti
Avevano paura?
"Ma no! Per gli applausi! Quando D’Alema mi nominò, tra gli applausi partirono anche due fischi. Due incauti che non avevano capito niente. D’Alema li zittì malamente".
A lei D’Alema piace proprio.
"Adesso ti dico una cosa che non ho mai detto a nessuno. Quando si dimise Prodi, e D’Alema aveva già avuto l’incarico, ci fu la visita di Giovanni Paolo II al Quirinale. Io chiamai Gaetano Giffuni e gli dissi: "In prima fila ci deve essere Prodi, ma anche D’Alema. E D’Alema deve essere presentato al Papa". Problema. Come si fa? Presentiamo un comunista al Papa? Dissi: ci penso io. Spiegai tutto a D’Alema: "Appena ti presentano il Papa devi dire queste parole, se dici queste parole il Papa ti risponderà così." Tra la meraviglia di tutti D’Alema disse: "Santo Padre, per me è un onore conoscerla e mi auguro che lei manterrà sempre la benevolenza che ha avuto nei confronti del mio Paese." E il Papa gli rispose: " Presidente D’Alema, anche a me fa piacere conoscerla. Le rivolgo i miei migliori auguri per il suo prossimo governo". Insomma, il Papa ha benedetto il primo premier postcomunista".
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