- 7 Aprile 2008
Come sta l’immobiliarista di Zagarolo?
«Anche lei? Ho costruito 56 appartamenti a Zagarolo, negli Anni 90. Avevo 21 anni. Adesso ne ho 45. Perché sempre Zagarolo?».
Forse perché è di Zagarolo.
«Sono nato a Roma, ho abitato a Santa Maria Maggiore. Dite Zagarolo per denigrarmi. Qualcuno scrive: "Diego Della Valle, l’imprenditore di Casette d’Ete"»?
Zagarolo fa più ridere.
«Negli ultimi sei anni mi sono occupato soprattutto di finanza. Ho fatto operazioni per 3 miliardi di euro. E pensi: lontano da Zagarolo».
Ce l’hanno con lei?
«Ad alcuni sto antipatico. Ho avuto successo, belle case, belle macchine, belle donne, amici simpatici, sono giovane. Mi invidiano un po’».
Parliamo di cose serie. Che voleva farci col 21% del Corriere?
«Non si compra il Corriere, si compra Rcs».
Lei voleva il «Corriere». Dell’Rcs non gliene fregava niente.
«Volevo diventare il 16° del patto di sindacato».
Voleva diventare il padrone.
«Non l’ho detto mai. E non l’ho pensato. Gran parte del valore dell’Rcs è dato proprio da quelle 15 persone del patto».
Voleva lanciare un’Opa…
«Non l’ho mai detto. Hanno strumentalizzato la mia inesperienza».
L’ha detto Livolsi, al telefono con lei: «…il prezzo a cui voleva lanciare l’Opa non è considerato alto…».
«Col mio advisor parlo di tutto. Credo che sia lecito fare delle ipotesi. Ma bisognerebbe entrare nel merito».
Entriamoci.
«Se un patto ha il 60% e io ho il 20%, non si può apportare un 20% perché scatta l’obbligo dell’Opa. Se decidi di aumentare il flottante, scatta l’obbligo dell’Opa, perché puoi aumentare nel patto un 3% annuo, quindi se aumentavi di più e veniva fatto un prestito convertibile, per fissare un prezzo, dovevi fare l’Opa, per poi aumentare il flottante e ridividere in 16».
Mi arrendo, non ci ho capito niente.
«Vede?».
Quindi nessuna scalata?
«Nessuna scalata. Ho cominciato a comprare Rcs nel 2004. Avevo partecipazioni in Bpi, Bnl, Antonveneta, Capitalia. Volevo diversificare».
Che fine ha fatto il suo 21%?
«Venduto sul mercato. Lo voleva Lagardère ma non ci siamo trovati sul prezzo. Lo avevo offerto anche al patto di sindacato dell’Rcs. Anche loro mi avevano offerto poco».
Voleva sedere al tavolo dei Tronchetti, dei Della Valle, dei Bazzoli. Ambizioso…
«Gli imprenditori sono ambiziosi. Vogliono stare con persone al top».
Le sue disgrazie cominciano da lì.
«Disgrazie? Esperienze di vita. Fanno parte del gioco».
Questo è vero ottimismo.
«Non sono mica andato in galera per aver seviziato dei bambini. Non ho fatto niente di male».
Le piace la ricchezza?
«Le cose materiali mi piacciono, ma non sono fissato. I soldi sono come i dolori, chi ce li ha se li tiene!».
La sua vita.
«Famiglia di umili origini. Lavoro a 14 anni. Niente adolescenza. Comincio a 18 anni a fare affari. Mia madre mi regala un terreno. Io lo dò a un costruttore locale in cambio di appartamenti. Ci guadagno 240 milioni. Compro altri 10 appartamenti».
Poi s’è messo a fare l’odontotecnico.
«Ho aperto degli studi dentistici dove operavano altri. Io portavo clienti, gestivo l’amministrazione».
Il suo socio morì ammazzato.
«Non era il mio socio, era il medico dal quale da giovane andavo a studiare. Fu ucciso dall’amante della moglie. Hanno perfino scritto che ero coinvolto».
Ce l’hanno con lei.
«Chi non ha una storia alle spalle, o almeno due cognomi, desta sospetto. Se costruisci la tua fortuna con le tue mani devi per forza aver fatto qualcosa di illegale».
Lo diceva Marx…
«Ho fatto degli errori ma non potete massacrarmi per tutta la vita».
L’errore più grosso?
«L’operazione su Rcs. Oggi opererei diversamente. Bisogna essere accreditati. Non è che la mattina ti svegli e compri. In Italia non si può fare».
Ma l’aggiotaggio?
«Se uno in tre mesi compra il 15% delle azioni dove non c’è flottante, il titolo sale».
Lei dichiarò: «Voglio acquistare il 20%». E subito dopo telefonò al suo brocker: «Vendi».
«Assolutamente falso. Frasi mai dette. Il brocker lo chiamo tutti i giorni. Come tutti gli uomini di finanza, compro e vendo. Se sfoglia i giornali è aggiotaggio continuo. Ma l’unico arrestato per aggiotaggio sono io!».
E’ per farsi accreditare presso Prodi che incontrò Angelo Rovati, uno dei suoi principali collaboratori?
«Rovati dice scemate. Dove c’è di mezzo uno di successo si intrufola subito. Mi telefonò per farmi gli auguri del matrimonio e mi passò Prodi. Fine! Non cercavo niente! Rovati è un chiacchierone. Va per salotti a prendere in giro le persone che lavorano. Mi mise in difficoltà raccontando che avevo detto una volgarità su mia moglie. Mentiva, naturalmente. Rovati è una mezza cartuccia, una larva».
Che ricordo ha della prigione?
«Terribile. Però, essendo conosciuto, sono riuscito ad avere un trattamento particolare».
La singola?
«Certo, ero in infermeria. Trattato con guanti bianchi».
I carcerati le urlavano: «A Ricù, dacce li sordi».
«Ero l’idolo lì dentro».
Il carcere le ha fatto perdere amici?
«Se scendiamo sotto casa non c’è persona che non mi saluti, che non voglia la foto con me. La gente ha capito perfettamente che sono la vittima».
Qualcuno le ha tolto il saluto?
«I primi tempi. Dopo si è snocciolata tutta la verità».
Qualche salotto ha smesso di invitarla…
«A me nessun salotto mi ha mai invitato».
Le piace Berlusconi?
«Chi è passato attraverso un’esperienza come la mia alcuni valori li deve perorare. Ti senti in dovere di fare qualcosa per migliorare questo Paese. Ma poi siamo agli antipodi. Berlusconi esaspera alcune cose».
Quali?
«I comunisti. E’ un uomo intelligente. Non può pensare che ci siano ancora i comunisti».
Salta fuori il «compagno Ricucci». Voterà per il Pd?
«Se Veltroni non avesse imbarcato Di Pietro lo avrei votato».
E quindi per chi vota?
«Per l’altra coalizione».
Della Valle è un suo nemico?
«Come imprenditore mi piace. Ma come uomo…».
Aveva detto: «Ricucci è un ragazzetto che ha fatto il passo più lungo della gamba».
«Quale gamba? La sua? Ha la gamba corta, è basso, sembra un pinguino».
Ma perché ce l’ha con lei?
«Perché è giustizialista. Ma è strano».
Strano perché?
«Perché all’inizio avevamo un buon rapporto. La prima operazione sulle Rcs me la fece fare lui».
A lei che cosa manca?
«La cultura che hanno quelli di sinistra».
Si è laureato alla Clayton, l’università di San Marino.
«Mi hanno detto che ho pagato la laurea. Nel mio corso c’era anche Ligresti. Nessuno ha preso in giro lui. Ligresti è un grande imprenditore, io un deficiente».
A San Marino. Sembra come alla Cepu.
«Avere un titolo di studio in economia, per chi si occupa di finanza, è una cosa utile».
Gli altri furbetti… Fiorani.
«Mi sono fidato di lui. Ma come potevo sapere che c’erano dei falsi in bilancio?».
Fuori di galera, Fiorani è andato al Billionaire. Lei disse: «S’è bevuto il cervello».
«E lui si arrabbiò. Ma che senso aveva dare un’intervista a Lucignolo, andare in giro a farsi fotografare con tronisti vari? Nella vita si può sbarellare ma uscire dalla sala rossa della Banca d’Italia per entrare al Billionaire è troppo. Se domani mi vede ballare su un cubo, cosa pensa di me?».
Gnutti…
«Ho fatto delle operazioni con lui. E’ un imprenditore molto valido…».
Coppola…
«Mi ha sempre un po’ emulato. Ma non ho mai scambiato un bicchiere di coca cola con lui».
Consorte…
«Mai fatto niente con lui».
Fazio…
«L’ho incontrato due volte».
Per quali motivi?
«Avevo il 4.9% dell’Antonveneta e della Bnl. Da chi dovevo andare? Dal farmacista? Andavo dal governatore della Banca d’Italia, uomo di grande cultura. Dire che è per bene è dire poco. È stato totalmente raggirato».
Statuto…
«Sono stato con lui due o tre volte, in barca, a cena. E’ una brava persona».
Paolo Mieli ha detto: «Ricucci è molto intelligente, furbo e pronto».
«Lo stimo molto. Non sono contro i direttori. Solo contro quelli che usano i giornali per dire cose stupide».
Tipo?
«Tipo De Bortoli. Ho tre cause con il Sole 24 Ore. Non passa settimana in cui non scrivano falsità su di me».
Vi conoscete?
«Manco lo voglio vedere».
Chi le piace nella politica?
«La Finocchiaro, D’Alema, Nicola Latorre, Berlusconi, Bertinotti, Pisanu, Cicchitto. Bossi. Maroni».
Chi non le piace?
«Quelli che estremizzano. Di Pietro, Giordano, Diliberto, Tabacci: accusano gratuitamente, senza conoscere».
Lei colleziona orologi.
«L’uomo non compra gioielli. Compra orologi».
Adesso cosa ha al polso?
«Un Patek Philippe. E’ molto importante».
Roba da 200 mila euro.
«Grosso modo».
Fuma Marlboro. Pacchetti da 10.
«Meno ingombranti e più chic».
Auto, sempre Mercedes. Quante?
«Quattro, credo».
Nere.
«Mi piacciono le cose semplici, minimaliste. O bianco, o nero, o blu. Tutte le mie case hanno questi colori».
Di Anna che cosa le è rimasto?
«Un buon ricordo».
E’ ancora innamorato.
«Anna è ancora mia moglie. E’ una donna eccezionale. Tutti mi dicevano di non frequentare la gente dello spettacolo. Ma io me ne sono fregato. Quando tu ami una persona… Anna mi ha dato molto, e io molto a lei».
Perché se ne è andata?
«Non ha retto allo tsunami giudiziario».
Che cosa le manca di lei?
«Tutto. La simpatia, la leggerezza, la complicazione. Arrivi a casa e la trovi che cucina! Il primo regalo che le ho fatto è stato un aspirapolvere».
Che cosa si rimprovera?
«Di averla trascurata. Anna è come una pianta. Se non dai l’acqua ai tulipani…».
Anna va innaffiata.
«Tutti i giorni. E’ fragile. Il suo problema è la famiglia invadente. Perfino le vacanze si facevano col fratello, la cognata, i nipoti, la mamma».
Che cosa rimprovera ad Anna?
«Di non aver avuto fiducia in me».
La vorrebbe riconquistare?
«Mai dire mai. Ma l’incantesimo si è rotto e i cocci non mi piacciono».
Vi vedete?
«No. E’ bene così. Se Anna trova chi la fa star bene, sono la persona più felice del mondo».
Non ci credo.
«Felice da un lato. Infelice dall’altro».
Lei ha successo con le donne perché è ricco?
«Non pago le donne. Non sono né gobbo né ciccione. Sono alto 1,76 e peso 73 kg. Ho carisma, sono divertente, piacevole, simpatico. Così dicono».
Anna è la persona che ama di più?
«La persona che amo di più al mondo è mio figlio Edoardo».
I suoi difetti.
«Mi fisso su degli obiettivi sapendo che sto sbagliando».
Capoccione.
«Testardo».
Pregi?
«Non sono rancoroso né invidioso. Sono ottimista, aperto a nuove cose».
Sta cercando un nuovo amore?
«L’amore non si cerca, l’amore arriva».
I giornalisti che non le piacciono.
«Lerner. Formigli. Deaglio. Biondani. Barbacetto. Gabanelli. Hanno scritto e detto una marea di baggianate».
I film che le piacciono.
«Quelli d’azione e quelli d’amore. Purché finiscano bene. Voglio storie in cui alla fine vince il buono. Non sopporto gli eroi negativi».
Gioco della torre. Mentana o Vespa?
«Vespa è troppo pomposo e cerimonioso. Mentana è un mio amico».
D’Alema o Veltroni?
«D’Alema è uno statista a tutto tondo».
Statista è un po’ tanto…
«Veltroni ha usato un tono molto duro nei miei confronti. E pensare che mi ha sposato».
Di Pietro o Forleo?
«Di Pietro predica bene e razzola male. Non salvo nessuno dei due».
Ce l’ha con i giudici?
«Dipende. Il dottor Greco è un magistrato preparatissimo. Parlare con un competente è la salvezza».
Lei ha patteggiato su Antonveneta.
«Una maniera per continuare a fare il proprio lavoro».
Patteggerà l’aggiotaggio per la Rcs?
«Non patteggio quando non mi sento colpevole».
Berlusconi o Fini?
«Berlusconi è un essere sovrannaturale. Ha sempre eccelso in tutti i campi. Ha avuto successo nonostante tutti gli fossero contro. Per me è un esempio».
Stefano penso si ricordi di Donato Paola e familia. Se visiti il nostro sito ti appasionerebbe l’idea di darci un aiuto per oilò nostro lavoro missionario.
Grazie mille.
P.re Donato Colella