- 25 Agosto 2003
Sveva Fede, 36 anni, è figlia di Emilio Fede, direttore del Tg4, l’uomo che ha dichiarato che ama Berlusconi, che ha messo bandierine a caso per dimostrare la vittoria di Forza Italia, che veniva chiamato «Sciupone l’ Africano» quando faceva l’ inviato in Africa, l’ uomo che fa di tutto per essere popolare, sfidando a volte anche la derisione.
Lei, Sveva, si è occupata di uffici stampa, prima per Trussardi e per il Gruppo Finanziario Tessile, adesso per eventi culturali e mostre. E’ stata facilitata dal cognome famoso?
«Direi proprio di no. Quando ho cominciato a lavorare, mio padre era rimasto coinvolto nello scandalo del gioco d’ azzardo. Tutti lo evitavano. E’ stato un periodo brutto per lui. Anche volendo, sarebbe stato difficile per me approfittarne. Non aveva più nemmeno un amico. Certo nel mondo in cui lavoro c’ è rispetto per mio padre, nel bene e nel male».
Hai un padre molto visibile.
«Ipervisibile».
Provi invidia, gelosia, ammirazione, emulazione?
«Rispetto. Papà nella vita è andato al di là dei suoi sogni. Ha cominciato come ragazzino povero, siciliano che sognava di diventare famoso».
Come tutti.
«Io non ho mai sognato di diventare famosa. Lui l’ ha sognato e ci è riuscito».
Risultato?
«A volte non riesce a gestire questo successo come dovrebbe. Gli ha preso la mano e gli ha fatto dimenticare altre cose che sono molto importanti nella vita».
Tipo?
«Tipo la famiglia. Io ho due bambini, Ottavia di 5 anni e Guelfo di un anno e mezzo, lavoro e ho un marito impegnativo. Ma non dimentico i miei bambini».
Stai dicendo che non è stato un buon padre?
«No. Spesso è stato assente. Quando ero piccolissima lui era inviato speciale in Africa. Poi è tornato, ha fatto il direttore e abbiamo continuato a vederlo poco. Poi c’ è stata tutta l’avventura con Mediaset ed è andato a vivere a Milano. Però nei momenti difficili della mia vita lui c’ è stato. Io ho sofferto di anoressia. In quel momento vivevo da sola a Milano e lui, non in quantità, ma in qualità, mi è stato molto vicino. Un’ altra volta sono andata perfino a vivere con lui».
Perché l’ anoressia?
«Ero molto legata a mio nonno, Italo De Feo. Quando è morto, giovanissimo, mi è mancato qualcosa. E poi questo legame molto forte con mia madre, il desiderio di non crescere, la sfida, sopravvivere senza mangiare. Tutte le cose che sappiamo legate all’ anoressia».
Quando prendono in giro tuo padre tu come reagisci?
«Lui ride. Non dà peso. E anche io. E’ un uomo pubblico e bisogna accettare i vantaggi e gli svantaggi del successo».
Quando dice che ama Berlusconi, è vero o ci sta prendendo in giro tutti?
«No, no, dice il vero. Riaffiora il cammino della sua vita, da quando era ragazzino che sognava di diventare famoso ad oggi che è legato a un uomo che stima e rispetta».
La mamma è gelosa?
«Se fosse stata gelosa sarebbe morta. E’ una donna specialissima, con un grande entusiasmo per la vita… La sua vita è stata piena di cose belle, lavoro, amici, figli, nipoti. Tutto questo l’ ha sempre sostenuta nella vita anche nel rapporto con mio padre».
Ci sono stati momenti difficili?
«Chi non ne ha? Qualsiasi convivenza è difficile. Chiunque sarebbe più felice da solo. Convivere vuol dire una crisi dopo l’ altra».
Che pregi ha tuo padre?
«Tanti. E’ intelligentissimo. Rapidissimo. Sensibilissimo. Non si lascia ingannare. E’ ironico».
Difetti?
«Tanti. Soprattutto l’egoismo, tipico delle persone vocate al successo. Non sa stare solo con se stesso. Ha sempre bisogno di pubblico. E’ il contrario di me».
Tu sei introversa?
«Io amo la solitudine. Lui la odia».
Vorresti essere come lui?
«No. Preferisco essere come mia madre».
Se Berlusconi gli dicesse: «Scegli me o la tua famiglia», lui che cosa sceglierebbe?
«Ci penserebbe molto. Ma alla fine sceglierebbe noi».
Litigi?
«Non perdo tempo a litigare con lui. Se lo faccio, talvolta, è solo in difesa di mia madre».
La tratta male?
«La trascura».
Politicamente andate d’ accordo?
«Io sono cresciuta in una famiglia in cui si è sempre discusso di politica. Mio nonno Italo era un uomo politico, era stato segretario di Togliatti, è finito in prigione durante il fascismo. Poi è stato socialdemocratico. A tavola si parlava sempre di politica».
La pensi come lui?
«Rispetto a mio padre sono leggermente più a sinistra».
Il suo amore per Berlusconi è condiviso in famiglia?
«Mia madre lo ama molto. Anche dal punto di vista umano. Io credo nella sua politica. Ma non ho mai amato gli uomini politici nei quali ho creduto».
E’ stato un papà severo?
«Io ero una bambina tranquilla. E’ successo solo un paio di volte nella vita che mi abbiano picchiata».
Eri bugiarda?
«No, nonostante abbia un papà bugiardo».
Dice le bugie anche a voi?
«Le dice anche a se stesso. Come tutti i bugiardi».
Gioca ancora d’ azzardo?
«Per il momento no. Lui non aveva nessuna passione per il gioco d’ azzardo finché non fece quell’inchiesta e finì in mezzo a quel mondo».
Una malattia professionale.
«Una malattia nata dalla professione».
Ho avuto l’ impressione che tuo padre sia un po’ paranoico.
«Hai ragione, un po’ lo è. E sempre di più. Una volta viaggiava sempre in aereo. Adesso non vuole più volare e prima di farlo consulta continuamente il meteo».
Quando mise le bandierine e sbagliò tutto, voi che cosa gli avete detto?
«Lo abbiamo sgridato perché ogni tanto papà è un po’ superficiale. Ma in quel momento era talmente emozionato che era comprensibile, visto il suo amore per Berlusconi».
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