- 11 Agosto 2003
Suo padre la chiama «Bubu» oppure «Cicala». Tutti gli altri la chiamano «la figlia di Zucchero». In realtà si chiama Irene Fornaciari. Ha 18 anni. Da sei mesi gira l’ Italia cantando nel musical «I dieci comandamenti».
Ti ha aiutato tuo padre?
«Io capisco che la gente pensi che sia lui a volermi lanciare nel mondo della musica. Ma la cosa positiva è che se la gente parte prevenuta e poi apprezza quello che fai, l’ apprezzamento alla fine è maggiore».
Lui è favorevole?
«Lui vuole che io segua la sua strada. Ma dice che debbo laurearmi. Lui, prima della musica, faceva veterinaria. Ha fatto trenta esami. Io sono iscritta a biologia, non ho dato nessun esame, ma voglio cambiare e occuparmi di logopedia».
Hai studiato musica?
«No. Sono andata a lezione di pianoforte per due mesi e poi mi sono stufata del solfeggio. Sono come il mio babbo. Mi stufo. Adesso strimpello un po’ il pianoforte, la chitarra, la batteria».
Quando hai cominciato a cantare?
«Da piccolissima. Cantavo le canzoni di mio padre».
Zucchero ti critica?
«Molto. Alla prima di Milano dei "Dieci Comandamenti" invece di dirmi brava, mi ha detto: "Si sentiva che eri emozionata, quella notina lì non l’ hai presa molto precisa, non eri disinvolta a muoverti sul palco". Cose vere ma mi sono arrabbiata. Poi ho visto che altri genitori fanno complimenti sperticati ai loro figlioli anche quando hanno una brutta serata e allora ho capito che preferisco avere genitori che mi criticano altrimenti non miglioro
mai».
E’ un papà buono o cattivo?
«E’ sia buono che cattivo. Io non ci sto tanto con lui. I miei genitori sono separati da quando sono nata e io vivo con mia madre. Con lui ho sempre passato solo i weekend».
Il weekend del cantante, generalmente, è lavorativo.
«Ma ai suoi concerti non ci andavo».
Non ti piacevano i concerti di Zucchero?
«No, no. Mi piacevano. Ma quando sei piccolo ti disinteressi. Quando la gente mi diceva: "Come è bravo tuo padre", io dicevo: "Non è vero, non è vero"».
Ribellione alla figura paterna…
«No, no. Anzi, forse sì».
Fratelli?
«Alice, che fa la stilista, e un fratellino piccolo, figlio di mio padre e di Francesca Moser».
La canzone che ti piace di più?
«"Diamante", e tutto l’ album "Miserere", che invece è stato criticato».
Quando lo criticano come reagisci?
«Se condivido la critica glielo dico. Quando Staffelli gli portò il Tapiro perché aveva copiato una canzone, lui reagì in maniera brutta. Io glielo dissi: "Guarda che hanno ragione. Le critiche vanno accettate"».
Difetti di Zucchero?
«Dovrebbe lasciarsi andare alle emozioni con noi figlie. E’ un po’ freddo. A un figliolo fa piacere sapere che cosa pensa il padre. E poi vive solo per il suo lavoro».
I pregi?
«Va avanti per la sua strada. Il suo lavoro è grandioso».
La separazione ti è pesata?
«Mi sono spesso chiesta come sarebbe stata la mia vita con mio padre in casa. Ma sto talmente bene così che non credo mi sarebbe piaciuto. Io non penso che la famiglia debba essere necessariamente unita».
E quando ci sono le feste?
«Prima si faceva Natale con la mamma e Santo Stefano col babbo. Ma il 24 dicembre è il mio compleanno, adesso decido io dove andare, per cavoli miei, a divertirmi».
E’ un papà geloso?
«Le battutine suoi miei fidanzati sono frequenti. "Il tuo fidanzato? E chi sarebbe? Parlamene un po’ !"»
E’ diverso da come la gente lo percepisce?
«No. La gente lo vede un po’ pazzerello. Ed è proprio così. Pazzerello».
Il fatto di avere un papà famoso ti dà fastidio?
«Sono nata con un padre famoso. Non so cosa significhi avere un padre normale. Mi dà un po’ fastidio la mancanza di privacy. Non possiamo andare in giro senza che la gente ci salti addosso. Allora ce ne stiamo nella nostra villa di Pontremoli oppure ce ne andiamo a fare il bagno a fiume, dove c’ è poca gente. Da piccola mi portava nei maneggi e andavamo a cavallo. Ma lui appena saliva cadeva».
In che cosa assomigli a tuo padre?
«Quando salgo sul palco non me ne frega niente e vado. Come lui. E poi sono un po’ esibizionista, come lui».
Una canzone dedicata a te?
«Ridi: "Pompa pompa datemi una pompa". Dice a un certo punto: "Mi sento come un palloncino, mi sento come l’Irene". Ero grassissima. Pesavo 74 chili. Ero un palloncino».
Di politica discutete?
«No. Io sono apolitica».
Lui?
«Forse ancora più di me».
Ti dà consigli?
«Continuamente».
E tu li segui?
«Se non li condivido no. Io ho avuto una educazione molto permissiva».
Nessun divieto?
«La filosofia, anche di mia madre, è lasciar fare. Bisogna sbagliare da soli. Io poi sono controcorrente, non mi piace andare in discoteca per esempio, non mi piacciono gli spinelli».
Zucchero ti ha mai sgridato?
«Sì, ma per delle cavolate. Una volta mi doveva accompagnare al maneggio e io insistevo. Lui stava a fare le sue cose. Io mi sono arrabbiata e lui mi ha sgridato. Fine».
Botte mai?
«No».
Nemmeno la mamma?
«Ma no. Poi io sono la minore. Le botte le prende sempre la sorella maggiore».
Sei stata gelosa delle sue fidanzate nuove?
«No. Magari ce ne era qualcuna che non mi piaceva. Io glielo dicevo e lui si metteva a ridere. Non cambiava certo fidanzata perché glielo dicevo io».
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