Vincenzo “Vincino” Gallo - (letta 7.968 volte)

La satira sta bene? Bisogna porre limiti alla satira? La satira deve colpire a 360 gradi? Noia mortale. Quante inchieste su questi fondamentali interrogativi? Ma con Vincenzo Gallo, in arte Vincino, grande bambino di 56 anni, ci conosciamo troppo bene per cadere nel trabocchetto. Ci conosciamo da quando aveva fondato il Male. L’ho seguito in tutto il suo peregrinare di anarchico-radicale-cane sciolto da un giornale all’altro. Lotta Continua, L’Avventurista, Zut, Tango, Clandestino, Boxer. C’è stato anche un incontro ravvicinato, quando sono stato suo direttore a Cuore. Tanta amicizia, tanta simpatia, tanti scazzi, attività principale in tutti i giornali di satira.

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Daniela Vergara - (letta 8.299 volte)

«Io non capisco questa polemica sull’ auricolare. E’ uno strumento che consente di comunicare con il conduttore. E basta». Daniela Vergara, telegiornalista del Tg2, interviene nel dibattito che ha visto coinvolte Cesara Buonamici, Maria Grazia Capulli, Annalisa Spiezie e Federica Sciarelli. Maria Grazia Capulli si era lamentata perché l’auricolare distrae.

«Va usato quando deve essere usato, e non mentre una sta parlando».

La polemica era anche sulle papere…

«La papera non è grave. L’ importante è la reazione. Non avere l’aria strabiliata e colpevole».

La Capulli quando uscì un sondaggio, che la dava in testa alla classifica delle papere, drammatizzò.

«Ognuno ha le sue reazioni».

A lei Mimun ha mai detto che è un «diamante nella polvere»?

«No».

Non le vuole bene?

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Ida Di Benedetto - (letta 24.516 volte)

Ida Di Benedetto, Giuliano Urbani, Vittorio Sgarbi. Li metti nello shaker e ne esce fuori un cocktail di cattiverie e di pettegolezzi. Con una vittima sacrificale che naturalmente è la donna. Cinquantacinque anni, una vita dedicata al teatro e al cinema, Ida Di Benedetto è la produttrice e la protagonista di “Rosa Funzeca”. Nei migliori giornali del gossip è l’Amante. Colei che ottiene finanziamenti e favori grazie all’amicizia del ministro della Cultura. Le accuse rivolte da Sgarbi alla Di Benedetto finiranno in un tribunale, ma intanto, Urbani e Sgarbi continuano a polemizzare a distanza e a darsele di santa ragione.

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Mario Segni - (letta 5.372 volte)

Di lui dissero: ha vinto alla lotteria, ma ha perso il biglietto. Era diventato il politico più popolare d’Italia e forse anche il più amato, quando, ai tempi del referendum, dette un colpo definitivo al sistema proporzionale contribuendo all’arrivo del bipolarismo in Italia. Poi, piano piano, giorno dopo giorno, la sua popolarità è svanita. Mario Segni, accusato di essere troppo ondivago, di svolazzare da destra a sinistra senza affermare una sua identità, è rientrato nei ranghi, è diventato un politico come tutti. Ora sembra che voglia riprovarci. I giornali hanno scritto che vuole tentare la difficile impresa del Terzo Polo.

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Renato Schifani - (letta 6.587 volte)

«Sono nato a Palermo 52 anni fa, figlio di una coppia di impiegati, una famiglia normalissima, un fratello più grande che oggi è professore universitario, una sorella più piccola». Renato Schifani sa di essere uno degli uomini «nuovi» e si sottopone volentieri alla mia richiesta di curriculum. Oggi è presidente del gruppo dei senatori di Forza Italia. Ma fino a ieri era un avvocato siciliano, poco conosciuto nel resto d’Italia, tanto che Filippo Mancuso, la scheggia impazzita del mondo berlusconiano, lo definì «il principe del recupero crediti». Continua il curriculum: «Andavo discretamente bene a scuola, maturità scientifica con la pagella d’oro nel ’68».

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Ignazio La Russa - (letta 7.117 volte)

Ti ricordi la prima volta, Ignazio, la prima volta che hai fatto l’amore? Ti ricordi lei com’era? Dove eravate? Ti ricordi se ti è piaciuto? Eri imbranato? Lei è rimasta contenta? “Ricordo tutto. Tutti i particolari. Ma è il caso?” E’ il caso. Ignazio La Russa, 52 anni, deputato di An, mefistofelico braccio destro di Gianfranco Fini, aveva 17 anni quando fece l’amore la prima volta. “Eravamo innamorati. Flavia. Anche lei era vergine. Io non le dissi che era la prima volta anche per me. Stava nello stesso mio collegio svizzero. Un giorno mi disse che era stufa di essere l’unica vergine del collegio. Mi disse: “Basta, scappiamo”. Scappiamo dove? “Non me ne frega niente. Questa notte scappiamo e facciamo l’amore”.”

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Nicholas Farrell - (letta 9.545 volte)

“Berlusconi è vittima di una delle più disoneste campagne di propaganda della moderna storia italiana”. Così sullo Spectator e sulla Voce della Romagna qualche mese fa scriveva Nicholas Farrell, giornalista inglese trapiantato a Predappio, da sempre innamorato pazzo di Berlusconi. E un po’ anche di Mussolini del quale ha scritto una biografia controcorrente. Poi un giorno è andato ad intervistare il presidente del consiglio in Sardegna e lo ha messo nei guai. Prima con i giudici “antropologicamente diversi” e “mentalmente disturbati”, poi con Mussolini che era un dittatore “benevolente” che “non aveva mai ammazzato nessuno”. Oggi Berlusconi dice che era una conversazione fra amici, che avevano bevuto due bottiglie di champagne, che non erano lucidi. Nicholas, sei deluso?

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Achille Occhetto - (letta 6.283 volte)

Se ne è andato nel Gruppo Misto del Senato e aspetta. Achille Occhetto, l’uomo della storica svolta della Bolognina, senza la quale oggi non ci sarebbe in Italia un partito erede del Pci, ne è sicuro. «Io non sono scappato», dice. «Sono solo andato avanti, ad aspettare che si facesse il gruppo dell’Ulivo. Dovranno venire tutti qui, è inevitabile». E intanto guarda dall’alto della sua torre d’avorio quello che succede nel turbolento mondo della sinistra, da Cofferati ai girotondi, dai no-global agli ulivisti. «La sinistra era finita in un pantano totale. Encefalogramma piatto», dice. «Solo i girotondi e le iniziative di Cofferati le hanno consentito una flebile ripresa».

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