- 29 Luglio 2004
Michela Vittoria Brambilla, 37 anni, rossa di capelli, è l’affascinante presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio, titolare di aziende di prodotti alimentari, figlia di un industriale di trafilerie. Qualcuno l’ha definita il presidente più sexy d’Italia. Lei è passata dal concorso di Miss Italia alla rappresentanza degli interessi dei commercianti e degli imprenditori del terziario. Tanto per capirci: quelli accusati di evadere l’Iva e di causare l’inflazione. Dice: «Non conosco commercianti che abbiano conti correnti alle Isole Cayman».
Sta dicendo che i conti alle Cayman ce li ha un’altra categoria di imprenditori?
«I poveri dettaglianti non hanno capitali all’estero. Non è tra di loro che bisogna cercare gli evasori».
Ammetto che c’è differenza tra chi evade cinque e chi evade diecimila.
«Come quando i commercianti sono stati accusati, poveretti, di essere la causa dell’indebolimento del ceto medio, dello strozzamento del nostro sistema economico. Loro, l’ultimo anello della catena».
È un luogo comune anche il fatto che i commercianti abbiano applicato il famoso cambio dell’euro a mille lire?
« È la solita differenza tra inflazione reale e inflazione percepita. Siamo arrivati impreparati alla conversione».
Senta. Se una cosa che costava mille lire adesso costa un euro che c’entra l’inflazione percepita?
«Tu vedi il prezzo finale. Il conto economico del negoziante non lo vai a vedere».
A molti è sembrato che, grazie a una certa confusione causata dall’euro, i commercianti abbiano calcato la mano.
«I cartellini dei prezzi sono stati usati come schede elettorali. Sia da destra che da sinistra».
Di solito i giovani sono più a sinistra degli anziani. Anche in Confcommercio?
«Le organizzazioni dei giovani si possono permettere di essere un po’ scomode, possono anche pestare qualche piedino. I giovani di Confindustria sono stati spesso utilizzati da qualcuno per togliersi i sassolini dalle scarpe e dire poi: “Eh, sono un po’ irruenti, però in fondo non hanno tutti i torti”. Poi, ovvio, dipende dal Presidente».
Che è Anna Maria Artoni. Due donne alla guida dei giovani.
«Questo maschilismo imperante italiano ha rotto».
Verrà il giorno che anche al posto di Billè e di Montezemolo ci saranno due donne?
«Ci sono un milione di donne in Italia capitane d’impresa».
Ricorda la sua vita da bambina?
«Ho vissuto in una grande casa stupenda isolata dal mondo, a Calolziocorte, circondata da animali. Ho imparato a camminare attaccandomi a uno schnauzer gigante. Avevamo 14 cani. A nove anni, per Natale, mi hanno regalato una leonessa, Rumba».
Ai bambini normali regalano una Barbie, un Lego.
«Ho ancora le foto con Rumba sul tappeto persiano. Oggi ho quattro caprette, quattro cavalli, ventitré gatti e quindici cani».
A parte cani e leoni, come passava la giornata?
«Pianoforte, danza classica, Scala. Suonavo il pianoforte fino alle otto di sera. Poi ho deciso che volevo fare la scrittrice ed ho cominciato a scrivere libricini sugli animali. A 18 anni mi elessero Miss Romagna. Finii nelle finali di Miss Italia».
Vita intensa con mille sfaccettature.
«A Salsomaggiore c’era Giorgio Medail di Canale 5. Rimasi folgorata dal giornalismo televisivo. Mi attaccai a lui, cominciai a tempestarlo di telefonate, gli ruppi talmente le scatole che alla fine cedette».
Che cosa faceva a Canale 5?
«Turni per un anno intero. Poi Dovere di Cronaca con Guglielmo Zucconi e tutti i programmi di esoterismo con Medail».
Ci credeva?
«Studiavo filosofia, ero alla continua ricerca del significato delle cose. Non potevo che essere attratta dall’esoterismo. Vudù, Condomblé, Makumba. È incredibile assistere a un rito Vudù, vedere persone che raggiungono la perdita di coscienza e mettono in bocca carboni ardenti».
Amici di gioventù?
«Pochi. Quando ero piccolina era il periodo dei rapimenti, io giravo sulla macchina blindata con l’autista, non avevo tanti contatti. In provincia le differenze sociali sono molto forti».
L’hanno definita il presidente più sexy d’Italia.
«Effettivamente ci tengo ad essere sempre femminile. Non sopporto le ragazzine bellissime piene di anelli al naso e capelli dritti e colorati. Io ho sempre voluto capelli lunghi, scarpe con il tacco, biancheria di pizzo, tailleur con la gonna corta, calze autoreggenti perfette».
Ha fatto anche la modella.
«Sono stata la testimonial delle calze Omsa. Poi ho fatto il manichino vivente».
Il manichino vivente?
«Le ditte che realizzano biancheria intima cercano ragazze sulle quali costruire i modelli. Io avevo una seconda perfetta. Mi cucivano addosso slip e reggiseno. Una rottura pazzesca. Giorni interi in piedi. Taglia qui, taglia là. E tricchete tricchete…».
E tricchete tricchete, un gran toccamento, diciamolo.
«Quasi tutte donne e gay. Nessun interesse per quello che c’era sotto la biancheria».
Perché ha lasciato il giornalismo?
«Mio padre mi chiese di occuparmi di una piccola società commerciale che era subentrata al Salumaio di Montenapoleone, una specie di gioielleria della gastronomia. L’idea non mi affascinava ma non potevo dirgli di no. Da lì ho cominciato…».
Politicamente come la pensa? Sembra un tantino berlusconiana.
«Se guardo al presente sono molto preoccupata, ma se guardo al passato mi metto le mani nei capelli. Se penso alla politica economica dei governi di centro-sinistra mi si rizzano i capelli in testa».
Dica chi non le piace fra i politici.
«Non mi piace chi parla come se esistesse ancora l’Unione Sovietica o come se l’economia socialista fosse una soluzione. Demagogia da salotto».
Eppure Bertinotti piace molto alla destra. Dicono: è coerente.
«La coerenza non è il mio mito. L’opportunismo alle volte è sopravvivenza».
Prenderebbe come tuo collaboratore un voltagabbana?
«No, però dovrei riuscire a riconoscerlo».
Non è così difficile.
«E se poi ti trovi in una situazione dove devi portare a casa un risultato servendoti di un voltagabbana? Alla fine anche il voltagabbana può essere utile».
Per chi hai votato nella tua vita?
«Non mi sono mai interessata tanto di politica. Ho votato anche scheda bianca. Rifletto quello che sono i giovani di oggi».
L’adulazione. Ne vedi molta in giro?
«I salotti televisivi sono delle specie di corti di Versailles piene di adulatori».
Vogliamo fare dei nomi?
«Dicono Fede, Bondi. Ma loro vanno al di là dell’adulazione. L’adulatore non crede in quello che fa. Loro ci credono e quindi sono degni di stima. È una domanda che mi fece Gigi Marzullo: lei crede in quello che fa o fa quello in cui crede?».
Bella domanda, veramente.
«Io risposi: “Faccio solo quello in cui credo”».
Hai adulatori?
«Moltissimi nel mio piccolo. Gente che non mi contraddice mai. Mi imbrattano di complimenti assurdi».
Forse la stanno solo corteggiando, è una bella donna.
«Oggi è pieno di bellissime donne. Non è più una merce così ricercata, te le regalano ovunque, per pochi euro. La donna ricercata è la donna di potere, la donna ricca, la donna di successo».
Le è mai venuto il sospetto di essere corteggiata per interesse?
«Sono sempre stata corteggiata per interesse. L’ho sempre saputo, non è mai stata una grossa preoccupazione».
Molto interessati e poco innamorati?
«Ma no. Si innamorano. Come le donne che si innamorano dell’uomo di successo e di potere. È la stessa cosa. Non c’è falsità. Il potere dà fascino».
Anche il suo compagno subisce il fascino del tuo successo?
«Lui proprio no. Ha il suo mondo, le cose che faccio io non gli interessano proprio. Quando vado a Porta a Porta non guarda nemmeno la trasmissione».
L’adulazione è maschile o femminile?
«Le donne sono schiette. La falsità è degli uomini».
Bondi no, Fede no. Chi allora?
«Forse certi giornalisti».
Tipo?
«Devo pensarci. Non voglio inimicarmi troppe persone».
Ma allora lei è un’adulatrice.
«Molti dicono Vespa. Ma a me piace. È molto cortigiano ma non adulatore. E nemmeno Costanzo è adulatore. Mi piace. Invece non mi appassiona quel Floris, quello di Ballarò».
Adulatore Giovanni Floris?
«Mi sembra poco chiaro».
Mi dica almeno il nome di un voltagabbana.
«Mastella o Dini sono i papà dei voltagabbana».
Quando va in televisione, litiga?
«Solo una volta, con un rappresentante dei consumatori. Mi aveva contestato il prezzo delle zucchine e allora non ce l’ho fatta più. Basta con queste zucchine! Sono stufa di parlare di zucchine!».
La zucchina era diventata la copertina di noti settimanali.
«Ma accidenti, stiamo parlando dei prodotti della terra, ci sono dei momenti in cui costano di più e dei momenti in cui costano di meno. Non è obbligatorio comprare le zucchine se costano tanto. Se la zucchina è cara comprate carote».
Come la mamma di Berlusconi che va al mercato e sceglie la verdura che costa di meno.
«Pensi veramente che la mamma di Berlusconi vada al mercato?».
Se lo dice il premier.
«E magari fa anche la salsa di pomodoro».
Berlusconi continua a dire che l’Italia è oppressa dai comunisti.
«Per lui sono tutti comunisti. Credo che essere attaccato sempre, a torto o a ragione, lo abbia esasperato».
Resta il fatto che si circonda di comunisti.
«Non ha preconcetti».
Secondo lei Tangentopoli è finita?
«No. Il sistema è sempre lo stesso. Il nostro è il Paese più clientelare del mondo».
Lei ha mai dato mazzette? La domanda è un po’ ingenua, capisco.
«Io vivo in un contesto dove le mazzette non sono un dato fondamentale per poter lavorare. Come invece succede in alcune zone del Sud».
Comunque anche se lei pagasse le mazzette non me lo direbbe.
«Non è detto, forse potrei anche farlo, però per il momento non ho ancora avuto questo tipo di problema».
Mettiamola così: per salvare la sua fabbrica, lei pagheresti la mazzetta?
«Quando le persone sono alla canna del gas, capisco che possano arrivare a fare determinate scelte».
La politica economica di questo governo ti piace?
«Piacere è una parola grossa, non esageriamo, ma bisogna fare da mangiare con quello che c’è in frigo».
Berlusconi si è fatto delle leggi a suo uso e consumo.
«Io amerei poter valutare questo governo dimenticandomi di Berlusconi».
Se si fanno delle leggi ad personam è inevitabile parlare di questa persona.
«Spesso si cade nell’attacco personale».
Non si può mica attaccare Veltroni per le leggi a favore di Mediaset.
«A me la riforma del lavoro è piaciuta».
Le è piaciuta anche la Gasparri, fatta da uno che ha il monopolio delle tv?
«Gli sparano addosso tutti, altro che monopolio. E sono proprio le sue televisioni ad attaccarlo di più. Se togliamo Fede».
Se togliamo Fede restano Mentana e Giordano. Nemici di Berlusconi?
«Se avesse veramente il controllo delle sue tv sarebbe meno bersagliato, no? Se io avessi il monopolio dei mass media mi farei lodare. E chi mi rompe le palle lo licenzierei».
Gioco della torre. Santoro o Gruber?
«Butto la Gruber. La scelta che ha fatto dimostra che non era bipartisan come diceva di essere».
Iva Zanicchi o Jas Gawronski?
«La Zanicchi è intelligente e simpatica, ma secondo me non era da candidare. Mi farei cucinare da lei un bel pranzo. Ma non la presenterei alle Europee».
La destra ha candidato la Santanchè, la Carlucci.
«La Santanché mi piace e poi benvengano un po’ di donne.».
Ha candidato Cecchi Paone.
«Non mi è piaciuta la caduta di stile sulla sua sessualità qualche giorno prima delle elezioni».
Tra le politiche chi non le piace?
«Non mi piace la Valpiana. Urla troppo. Mi piacciono la Finocchiaro, la Prestigiacomo, la Melandri. Mi lascia un po’ perplessa la Mussolini».
Chi butta, Giorgino o Marzullo?
«Giorgino non mi piace, è poco carismatico, poco opinion leader. Marzullo è un’altra cosa, è un portento. Ci pensi? Tutti i giorni da 18 anni. Quale droga usa?».
La donna in assoluto che le piace di meno?
«Enrica Bonaccorti. Banale. La vedo spesso in tv che sbaciucchia i cani».
A proposito, Rex o Rin Tin Tin?
«Salvo Rex. È difficile fare il poliziotto al giorno d’oggi».
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