- 9 Dicembre 2004
Alessandro Cecchi Paone ha la sindrome di Alessandro Magno. Cioè quando va in guerra preferisce la compagnia di un uomo a quella di una donna. Secondo Buttiglione è un peccatore. Secondo Mirko Tremaglia è un culattone. Secondo Fisichella, uno da licenziare. Secondo il pensiero laico e liberale fa quello che vuole della propria sessualità. E ha il coraggio di dirlo. Ma quando l’ha detto, alle ultime elezioni europee, è stato trombato. Io lo conosco da tanti anni, da quando i lettori di Sette lo elessero personaggio televisivo più sexy, da quando era sposato con la bella madrilena Cristina, da quando si arrampicò su un larice per salvare la mia gatta Paolina che non sapeva più scendere. E starnutì per mezzora, essendo allergico. In occasione delle europee il filosofo Gianni Vattimo che si presentava con i Comunisti Italiani (Alessandro con Forza Italia) lo definì, a Telelombardia, «una cloaca umana». Definizione che ha ripetuto quando sono andato a intervistarlo. Alessandro non ha gradito per niente e ha chiesto il diritto di replica. Sono corso a Roma, nella sua casa dalle parti di Ponte Milvio. Non capita tutti i giorni di intervistare uno con la sindrome di Alessandro Magno.
È qui la cloaca umana?
«Cloaca umana e figlio di puttana, prego».
Che cosa era successo?
«Lui aveva detto che avrebbe preferito vivere in Romania sotto Ceausescu e a Cuba sotto Castro piuttosto che in America. E io gli avevo detto: “Ma lei ai suoi studenti insegna delle enormità del genere?” Lui è esploso».
E tu?
«Io l’ho sempre ammirato. Mi ricordo un suo bellissimo articolo in cui spiegava che gli orrori sessuali del mondo gay, le dark room, i giardinetti, i cessi, erano figli del rifiuto. Ma davanti a questa furia umana sono rimasto senza parole».
Non provavi solidarietà nei confronti di un gay?
«Certo che sì. Però gli ricordavo: “Castro riempie le carceri di gay. Lo sa che a Cuba lei sarebbe in galera?” Lui era fuori della grazia di Dio. Io credo che abbia un odio viscerale per tutto ciò che è americano. E che pensi che nel centro destra sono tutti fascisti, anche se hanno un’estrazione radicale come me».
Capezzone, il segretario dei radicali italiani, non ti ama. Dice che il tuo coming out è stato una sciocchezza.
«Uno che non capisce l’importanza del tema dell’omosessualità è in malafede o ha sbagliato mestiere. Da settembre in poi non si parla d’altro».
Anche Pecoraro Scanio ti critica. Dice che hai fatto il coming out per interesse elettorale. Mentre lui l’ha fatto da ministro, rischiando.
«E infatti io non sono stato eletto e lui è rimasto ministro. Il mio era un atto politico. Quando dovevo farlo se non in occasione delle elezioni?».
Altre reazioni negative?
«Quelle che hanno impedito la mia elezione. Mi servivano 34 mila voti. Quei 5 mila in meno li debbo alla scomunica dei due ayatollah di Forza Italia. Uno, don Baget Bozzo, che disse esplicitamente: non votatelo, ha dichiarato la sua bisessualità. E l’altro, l’ateo Giuliano Ferrara, più raffinato, ha detto: votate Gawronski perché è eterosessuale».
La Casa delle Libertà non sembra attenta al mondo gay.
«Buttiglione ha fatto fare una grande figuraccia all’Italia a Strasburgo. Tremaglia, su carta intestata del ministero, ha scritto una battutaccia da osteria, tirando fuori il suo vissuto di ex repubblichino. Fisichella ha operato un licenziamento per discriminazione sessuale».
Lui nega.
«Ed è anche peggio. Dice: “Non l’ho licenziato perché l’hanno visto al Gay Village ma perché guardava su internet i siti gay”».
Fisichella e Tremaglia piacciono alla sinistra.
«Se ama un ex-fascista che definisce i gay “culattoni”, povera sinistra».
A sinistra piace anche Alemanno.
«Complimenti. È contro la modernità, la scienza, gli Ogm, la libertà di ricerca. Con questa destra l’Italia diventerà una provincia vandeana votata a fare carciofini sott’olio e caciocavallo».
Parlami della tua sindrome di Alessandro Magno.
«Possono esistere situazioni in cui uno preferisce avere accanto, anziché una donna, un uomo. Alessandro Magno ed Efestione. Achille e Patroclo. La legione tebana era imbattibile perché erano guerrieri valorosissimi, virilissimi e fidanzati fra loro. Combattevano per salvare sé stessi ed il proprio compagno».
Tu quanti Efestioni hai avuto?
«Tre Efestioni. Ma non contemporaneamente. Uno dopo l’altro».
Efestioni famosi?
«Persone normali. Il mio primo fidanzato era uno dei miei migliori amici. Ci siamo innamorati dopo una lunga amicizia esclusiva ed affettuosa».
Perché è finita?
«Io avevo un bagaglio culturale liberale, internazionale, cosmopolita. Lui era un piccolo-medio borghese romano, cattolico, di famiglia missina. È stato colto da violentissimi sensi di colpa e si è tirato indietro. Stando male lui e facendo stare male me».
È facile vivere da gay?
«Per niente. Uno può avere una buona struttura psicologica e la cultura giusta. Ma la cultura è giusta per vivere a Londra, a New York, a Berlino, a Parigi. Non in Italia. Io non ho vissuto gli aspetti peggiori dell’omosessualità perché ci sono arrivato tardi, a 35 anni».
I voltagabbana ti danno fastidio?
«Orribilmente. Non li sopporto. Il più terribile e pericoloso è Rutelli. Era un radicale e ha sostenuto questa vergognosa legge sulla fecondazione assistita per farsi bello di fronte alla curia.
Ma non stai esagerando?
No. È proprio un voltagabbana devastante. Se qualcuno mi spiega che cosa pensa Rutelli io gli do il Telegatto. E poi non sa farsi il nodo della cravatta. Ce l’ha sempre storto e sfuggente, tipico di chi non si esprime chiaramente. L’altro voltagabbana mascherato, raffinatissimo, è Bertinotti. Impedisce con la sua stessa esistenza che ci sia un avvento di un governo di sinistra in Italia. Non è un caso che sia ospite in tutte le trasmissioni televisive. A Porta a porta c’è una brandina per Bertinotti».
Sei per la guerra, dicono.
«Sulle orme di Alessandro Magno rifiuto la concezione buonista dell’uomo e della storia. La guerra è parte integrante del rapporto fra singoli e fra Stati. Negarlo vuol dire non preparare le nuove generazioni».
E se le preparassimo alla pace?
«Se Al Qaeda è il nuovo Hitler, l’intervento in Afghanistan ed in Iraq era inevitabile».
Che cosa c’entra l’Iraq con Bin Laden?
«Non ci basta avere come amici Israele e la Giordania. Abbiamo bisogno di un altro pilone importante e l’Iraq è questo».
Allora invadiamo anche l’Iran.
«Speriamo di no. Anche la Siria se è per questo. Il nostro benessere è fondato sul petrolio. Non possiamo permetterci che cada in mano ai nostri nemici. Ragazzi, se vi piace andare in motorino, sappiate che dipende dal petrolio. Volete che questo petrolio cada in mano al nostro nemico?».
Bombardiamo anche il Venezuela e la Norvegia?
«Venezuela e Norvegia ci sono amici, non ce n’è bisogno».
Quanto guadagni?
«Non ho i dieci miliardi l’anno di chi fa quiz e varietà. Mezzo miliardo l’anno».
Ci sono molti omosessuali in Parlamento?
«Grillini mi ha detto che ce ne sono almeno sessanta. E lui sa chi sono, uno per uno. Sarebbe bello che lo dichiarassero tutti, apertamente».
Bisogna lottare contro le discriminazioni?
«Dovrebbero farlo tutti. Io ho fondato due società che si occupano di integrazione delle minoranze sessuali e culturali. Offriamo alle aziende un aiuto per integrare i marocchini, gli indiani, i pakistani e i filippini. Con buona pace di Pera io sono per la società aperta».
Che cosa ti ha spinto in Forza Italia?
«Nella Forza Italia del ’94 c’era una fortissima corrente radicale e liberale. Ora questa corrente è appannata».
È vero che vorresti fare un matrimonio gay?
«L’idea è quella di organizzare in Cronache marziane una serie di sposalizi simbolici fra bei ragazzi o uomini che si vogliono bene».
E l’idea di impadronirti del partito radicale?
«È passato dal nove per cento al due, una tragedia. Finita la battaglia referendaria Capezzone si deve aspettare una richiesta di conta. C’è una base radicale di giovani che mi chiede di entrare in campo e di cogliere questa voglia di rinnovamento».
E Marco Pannella?
«Marco deve fare un gesto importante: liberare il campo».
E tu?
«Il mio sogno è di ricreare la situazione del Polo del ’94 quando c’era una fortissima componente liberale, radicale, repubblicana, libertaria dentro Forza Italia. Oggi la Casa delle Libertà sta diventando la Casa delle Proibizioni. Impedisce il divorzio veloce, la fecondazione assistita, lo spinello. Chiude le discoteche».
Ho sentito che volevi fare il portavoce di Forza Italia.
«Sandro Bondi me lo ha proposto».
Ma Elisabetta Gardini?
«Bondi diceva: o te, o la Gardini, o te e la Gardini insieme».
E ha scelto la Gardini.
«Mi ha detto: la Gardini l’abbiamo scelta perché ha la zia suora, perché era democristiana, perché è devota di Padre Pio. Ho capito che io ero fuori gioco. Poi se pensi che ha dichiarato che il sedere non è zona erogena mi son detto: non ce n’è per me. Però questa è una deriva rovinosa. Se tu scegli un portavoce così non c’è speranza».
Da ragazzo eri di sinistra.
«Nel mio liceo, il Lucrezio Caro, lo stesso di Giuliano Ferrara e di Bianca Berlinguer, c’era un grande predominio della Fgci. Io ero repubblicano. Mi offrirono di candidarmi alle elezioni studentesche come indipendente di sinistra. Ma dopo un po’ trovai strano frequentare la sezione del Pci di Ponte Milvio, sotto i ritratti di Stalin e di Lenin. L’anno dopo feci una lista laico-socialista».
Facevi tennis, nuoto, squash, canoa, vela…
«Facevo».
Sei lo yuppie perfetto.
«Adesso faccio pugilato».
Roba da borgata.
«E poi faccio una cosa molto in linea con le mie passioni efestioniche: ars gladiatoria. Io faccio il retiarium, quello che ti insegue con la rete, ti piglia e ti infilza col tridente».
Non ci posso credere. Mi sembri un po’ rimbambito.
«Ma no, è divertentissimo».
E il leone chi lo fa?
«Sono solo gladiatori. Io con la rete prendo il trace».
Il trace.
«Non irridere».
Ti sembra che irrida? Il trace, il retiarium, il tridente.
«Ars gladiatoria. È una cosa seria».
Hai detto: Socci è uno che odia la televisione.
«Come tutti i cattolici integralisti. Non si capisce perché Berlusconi si affidi a gente che odia la modernizzazione».
Senti, ma tu non dovevi andare in orbita?
«Sto valutando varie possibilità. Quello che mi piace di più è il progetto della Virgin».
Farai il giro della Terra?
«Sì, l’idea è quella. A 300 km di altezza, dove adesso c’è la stazione orbitante».
Costa un botto.
«Cambio merce. Loro mi mandano in orbita e io faccio il servizio, articoli, libri, videodocumentari».
Che cosa pensi di Berlusconi?
«È un grande modernizzatore, un uomo vitale, solare, che ama circondarsi di donne belle e prosperose, di giovani manager piacevoli a guardarli, di sportivi muscolosi e vincenti. E adesso invece sta in mezzo alle Gardini, ai Bondi, tra chierichetti, flagellanti e penitenti che gli hanno tolto lo smalto».
Parliamo dei chierichetti.
«C’è un sommovimento tra gli editori, gli editorialisti, gli opinion leader, non solo in Forza Italia. Tutti si aspettano grandi cambiamenti. Tutti si riscoprono attenti osservatori dei valori cattolici. Pensano che Berlusconi cada e si stanno riposizionando in un’ottica neodemocristiana».
Chi sono i riposizionanti?
«Ferdinando Adornato. Pierluigi Battista. Galli Della Loggia. Angelo Panebianco. Giuliano Ferrara. Tutti a riscoprire le radici cristiane dell’Europa. All’interno di Forza Italia è un’operazione già partita con le europee dove Forza Italia ha perso ma sono passati tutti i ciellini e gli integralisti».
Gioco della torre. Bondi o Baget Bozzo?
«Butto Baget Bozzo perché è doppio, triplo, quadruplo. È un adulatore per vocazione, ha portato Craxi alla rovina, e adesso ci sta provando con Berlusconi. Spero che Berlusconi se ne renda conto per tempo».
Gasparri o La Russa?
«Butto La Russa. Ogni tanto gli torna fuori il rigurgito fascista e diventa minaccioso».
Gasparri niente rigurgito?
«A Gasparri non pare vero di non dover più far finta di essere un boia chi molla».
Lerner o Ferrara?
«Butto Ferrara. È diventato fra’ Giuliano».
Santoro o Gruber?
«Butto la Gruber. Riesce ad essere aggressiva anche senza motivo. L’arroganza dei vincitori è insopportabile. Io da quando sono stato trombato sono diventato simpaticissimo a molta gente che prima mi considerava infallibile».
Casini o Follini?
«Butto Follini. È il vero responsabile delle sconfitte elettorali. È il peggio della Dc. Sta tentando di uccidere questa esperienza di governo».
Zanicchi o Gawronski?
«Iva si espone, perde, soffre, piange, protesta. È generosa. Gawronski è umanamente stitico».
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