- 3 Aprile 1997
"Io tifo per i delinquenti, perché mi piacciono quelli che perdono". Per otto mesi Claudia Koll ha interpretato la parte di poliziotta. Per otto settimane la vedremo su Rai Uno in "Linda e il brigadiere". Ma l’inizio non sembra dei più felici. Allora Claudia, com’è questa storia dei delinquenti?
Quando ero bambina e vedevo i film polizieschi tifavo per i perdenti…
Ma i delinquenti non sono perdenti…
Nei film i banditi perdono sempre. Ma adesso che ho conosciuto da vicino i poliziotti, mi sono accorta che sono loro gli eroi.
Lei è violenta o dolce?
Mi piace la tenerezza che è la sublimazione del sesso. Ma sono anche violenta perché sono figlia dei miei tempi. La nostra è una generazione violenta. I sassi dal cavalcavia non sono una novità.
Lei lancia sassi dal cavalcavia?
Io no, certamente. Ma la mia generazione è cresciuta in questa maniera.
Otto mesi da poliziotta: è stata dura?
Da diventare schizofrenica.
Da credersi realmente una poliziotta.
Ancora adesso ho degli atteggiamenti…
Vuole arrestare qualcuno?
No, ma sono molto diretta nelle domande, cerco di capire chi dice la verità o chi no.
Ha anche fatto difesa personale.
Anni fa è entrato un ladro in casa mia mentre dormivo. Me la sono cavata aprendo una trattativa: se ne andò con 50 mila lire. Fui fortunata perché era un poveraccio che rubava per fame.
Adesso saprebbe difendersi.
Invece di andare in palestra a pomparsi i muscoli, tutti dovrebbero fare un bel corso di difesa personale. Le donne che vanno in giro per strada da sole la sera devono essere pronte a reagire. Per sopravvivere.
Lei viene molestata? Come reagisce?
Ho un atteggiamento ironico nei confronti di chi mi molesta. Cerco di smitizzare, di ridicolizzare.
E il regista, il produttore che ci provano?
Dopo il film di Tinto Brass le telefonate che ricevevo erano proposte, inviti a cena, mai offerte di lavoro. Quel film aveva deformato tutto quanto. Io ho combattuto a lungo contro il luogo comune che una ragazza che ha girato un film con Brass è una ragazza sfacciata.
Se lei, oggi, vede uno che ruba, che cosa fa?
Dipende da che cosa sta rubando. Se ruba per fame…
Per chi ha votato?
Rifondazione Comunista.
Che cosa pensa di Bertinotti?
L’ho conosciuto qualche anno fa. E’ una persona seria, rappresenta una sinistra diversa.
Lei è contenta di questo governo?
E’ un po’ presto per dare dei giudizi. Il problema principale è che si mettano tutti d’accordo. Invece è una continua guerra.
Il papa ha fatto un appello alle donne perché non si facciano mercificare. Lei come ha reagito?
Bisognava dirle anche 50 anni fa quelle cose. Anche allora la donna usava il linguaggio del corpo. Noi siamo state abituate culturalmente ad usare il linguaggio del corpo per ottenere qualcosa.
Quando lei girò "Così fan tutte" di Tinto Brass, per suo padre fu un colpo duro.
Ma poiché è un uomo intelligente lo superò. Quello che gli è dispiaciuto è stato soprattutto il manifesto.
Il manifesto che la riprendeva da dietro, nuda? Brass diceva che gli piaceva soprattutto il suo viso ma poi usava il suo sedere, mi scusi l’audacia.
Da allora il mio sedere non è stato più fotografato.
Ma è rimasto radicato profondamente nell’immaginario collettivo.
Certo. Io non lo rinnego Brass. Gli devo molto. Negli anni Ottanta io non riuscivo nemmeno a fare i provini.
Dopo Brass non è mai stata fotografata in servizi sexy?
I giornali non pubblicano fotografie se non sono sexy. Ma poiché l’uomo ama della donna un’immagine materna, ho preferito utilizzare le scollature.
Meglio le tette che il sedere.
Esatto.
E’ vero che a Sanremo le rubavano i reggiseni?
Si. Erano reggiseni fuori produzione e ha penato molto per ritrovarne altri.
Voglio fare di me un’opera d’arte. Lo ha detto lei.
Fin da quando avevo 18 anni tutto quello che ho guadagnato l’ho speso investendo su me stessa. Imparando l’inglese, studiando recitazione all’Actor’s studio, studiando danza e musica, comprando libri. Non ho mai comprato gioielli, vestiti, case.
Oggi quanto guadagna?
Non me ne rendo conto. Dopo Sanremo la mia vita è cambiata. Ma non sono assolutamente ricchissima. Continuo ad investire su di me.
Opera d’arte senza limiti.
Ho solo il terrore di fare una vecchiaia brutta come l’hanno fatta tutte le nostre grandi attrici.
E allora mette da parte un gruzzoletto?
Qualsiasi persona che comincia a guadagnare bene deve pensare alla propria vecchiaia con le pensioni alternative.
Lei si piace?
Un critico ha scritto che in me è equilibrato il rapporto tra la coscia, il corpo prorompente e la recitazione.
Rapporto con lo specchio?
Quando sono molto stanca, soprattutto dopo lo spettacolo teatrale, a volte faccio fatica a guardarmi. E allora mi strucco senza specchio…
Per paura?
Perché mi annoio di me stessa.
Quando si sente giù, come fa a riprendersi?
Non c’è un modo unico per portare via la tristezza. Un bagno caldo, la musica, un libro. Ballare. Ballare è la cosa che mi piace di più al mondo. Il tango.
Il tango che lei ha definito…
…un pensiero triste in movimento. E’ languido, malinconico, però è anche violento. Il tango era un combattimento fra uomini, al di fuori delle fabbriche, poi passò nei bordelli, e gli uomini non volebano la donna più bella ma quella che ballava meglio il tango.
Ho letto che la prima volta che ha fatto l’amore aveva dodici anni.
Non è vero.
Dannati giornalisti! E il professore di filosofia a quattordici?
Povero professore di filosofia, ha tanto sofferto per questa storia..
Ma l’ha detto lei, successe in un bagno…
No, c’era un grosso feeling tra me e lui, ma era un feeling mentale. Io avevo sempre nove in filosofia, ma a volte non studiavo. E allora lui diceva: "Va bene, siediti, non importa". Non mi metteva mai un brutto voto. E i miei compagni facevano dei pettegolezzi.
Lei si trova bene con i giornalisti?
Mah. Il problema è che si fanno troppe interviste e troppo sciatte. La cosa peggiore è quando si va alla ricerca della notizia scandalistica…
Come quando volevano farla litigare a tutti i costi con la Falchi, a Sanremo.
In realtà tra me e la Falchi c’era stato un precedente: avevamo litigato proprio in televisione, ad "Harem". Lei disse che io non meritavo amore perché avevo fatto un film come quello di Brass. La Spaak tagliò questa parte della registrazione. E a Sanremo nessuna delle due lo raccontò.
Insomma il suo rapporto con i giornalisti?
Normalmente quelli con i quali mi sono trovata bene li richiamo.
Vivrò nell’attesa.
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