- 23 Settembre 2004
È il nuovo fenomeno della televisione, Teo Mammucari. Prima, quando era uno delle Jene, prendeva in giro i politici al Parlamento. Poi, con Libero, faceva imbarazzanti scherzi telefonici. Infine ha sbaragliato a colpi di share tutti i concorrenti cavalcando il fenomeno delle veline. «Veline sembra un programma leggero. Ma come lo faccio io è anche intelligente. Scopri una generazione. Conosci realmente come cambia la gioventù, come cambia il mondo, come cambia il progresso, come cambia tutto».
Non ti allarghi un po’ troppo?
«Effettivamente questo non viene percepito da tutti. Tanti vedono Veline solo per farsi due risate e dicono: “Ah, Mammucari è cattivo”».
Invece Mammucari è buono.
«Mammucari fa da filtro alle ragazze che vogliono esprimersi. Perché, grazie a Dio, c’è differenza fra Veline e Miss Italia».
Grazie a Dio.
«A Miss Italia ti mettono una corona in testa. Chi diventa velina invece entra in una scuola, comincia a lavorare con professionisti, impara a dare la battuta, a conoscere il mondo della televisione».
A causa di Miss Italia hai litigato con Fabrizio Del Noce, direttore di Rai 1.
«Un giorno Del Noce parlò male di Miss Italia, che era un suo programma. Allora io pensai: “Questo Del Noce è proprio in gamba”. Gli mandai un telegramma di complimenti. Lui mi chiamò: “Mammucari. La voglio conoscere personalmente, venga da me”. Io andai, insieme a Sergio Japino. Avevamo fatto il numero zero di un programma e volevamo farglielo vedere. Alla fine Del Noce mi guardò serio e disse: “Chi lo presenta?”. Io ci rimasi male, guardai Japino. Japino disse: “Ma lo presenta Mammucari”. E Del Noce: “Allora portatemi Mammucari”. E io: “Direttore, sono io Mammucari”».
Avrei voluto esserci.
«A quel punto Del Noce, imbarazzato, è uscito. Io ho guardato Japino e gli ho detto: “Sergio, che ci facciamo qua?”. Del Noce è rientrato e ha detto: “Scusate, ho da fare, arrivederci”. Noi siamo usciti dalla Rai e abbiamo cominciato a ridere come dei matti. Poi mi hanno spiegato che lui era un inviato speciale, è andato anche negli Stati Uniti, poi ha fatto Linea Verde e poi per qualche motivo che ignoro è diventato direttore».
Da quel momento i rapporti con Del Noce come sono andati?
«Ha bloccato tutte le mie partecipazioni a programmi Rai».
Ne dedurrei, se fossi in te, che non piaci a Del Noce.
«Mah. Forse gli piaccio, è innamorato di me, e pensa che io non lo ricambi. Ma io lo amo Fabrizio. Ho chiamato perfino Fabrizia il cagnetto di Flavia Vento per dimostrargli che ho affetto per lui».
Non è solo Del Noce che ce l’ha con te.
«È vero, adesso è saltato fuori pure Alberoni. Si è vantato di essere stato lui ad allontanarmi dalla Rai. Forse perché in Velone avevamo fatto una battuta su di lui, che si tingeva i capelli col mirtillo».
Alberoni ha diritto alle sue opinioni.
«Ma la Rai non è di Alberoni. La gente ha scelto Mammucari, non ha scelto Alberoni o Del Noce».
Dicono che sei volgare.
«Io dico che la volgarità è quella della loro tv, quella dei conduttori che dicono: “Buonasera, facciamo un bell’applauso”. È quella delle trasmissioni alle quali il pubblico va perché lo pagano 80 euro a sera. Alle mie trasmissioni non viene pagato nessuno. Vengono perché si divertono. Oggi la tv è ipocrita, è finzione».
Dimmi un tuo difetto.
«E perché dovrei dirtelo?».
Perché questa è un’intervista.
«Be’, quando perdo la stima di una persona non riesco più a perdonare. Se mi accorgo che sei una persona che non vale, per me sei morto».
Tu sei di famiglia povera?
«Diciamo umile. Ho avuto anche momenti un po’ delicati, però non mi posso lamentare».
Hai vissuto in collegio.
«Entriamo nel drammatico? I miei si separarono e siccome eravamo quattro fratelli, io sono finito in collegio. È servito anche quello».
Dai quattro ai tredici anni.
«Porca zozza, ma posso chiedere di chiudere l’argomento?».
Hai faticato per avere successo?
«Ho faticato tanto ma ho sempre avuto un angelo custode dietro le spalle».
Fabrizio Del Noce?
«Che fai? Provochi? Ho avuto la fortuna di andare a lavorare nei villaggi turistici, dove tutti i giorni avevo un microfono in mano, imparavo tantissime cose. Quando la gente va in vacanza, incredibilmente con l’animatore si confessa».
E dopo?
«Sono andato la mattina a fare il muratore in cantiere e il pomeriggio a scuola di recitazione. Andavo ai provini e dicevo: “Sono Mammucari, faccio lo showman”. Non succedeva niente. Allora ho aperto un locale per cavoli miei. Il Gildo, parodia del Gilda. Era sempre pieno. Io facevo il mattatore e gli scherzi col telefono. Un giorno venne Giovanni Benincasa, l’autore di Raffaella Carrà. Mi disse: “Vieni a fare tutto questo in tv”. E nacque Libero».
Ti accusano di essere maschilista.
«Per la storia di Flavia Vento dentro la gabbia di plexiglass? Ma se avessi fatto come tutti, usando una valletta con perizoma che mi porta la busta? Mi fanno tenerezza quelli che pensano che io sia maschilista, perché non capiscono il mio messaggio».
Il messaggio viene percepito male, evidentemente.
«Mettere una ragazza dal bellissimo volto, vestita, dietro un plexiglass non è maschilismo».
Insomma ti dispiace se dicono che sei maschilista.
«Quando la Cortellesi mise quattro uomini sotto terra con la testa di fuori qualcuno protestò? L’ascolto fece la metà della metà della metà di quello che facevo io. Ma nessuno si lamentò di questi quattro uomini sotto terra. Sai cos’è? Non è né maschilismo né femminismo. Sono paranoie».
Che cos’è la supercàzzola?
«Quello che facevo quando entravo per Le jene con una telecamera e un microfono in Parlamento e parlavo con i politici. Facevo domande senza dire niente, e loro rispondevano. Ho dimostrato agli italiani che i politici hanno risposte già pronte, qualsiasi cosa tu dica».
Un esempio.
«Buttiglione. Gli parlai della canozza. Gli dissi: è il problema dei giovani, però ci stanno delle foto che si trovano su Internet, poi dice a loro, allora siamo stati i primi noi, o lei come politico onorevole crede che ci sia quello falso, ma da soli, allora sono i giovani che fanno… poi dice per carità, però lei sia sincero, onorevole, ha un affare con la canozza per i giovani?».
E lui?
«Mi guardò incuriosito. Poi mi disse: “Per quanto riguarda la canozza non dico niente, ma per quanto riguarda i giovani…”».
Ha ragione la signora Ciampi a dire che la televisione è volgare?
«Quando parla la Ciampi tutti ci mettiamo sull’attenti. Ma, con rispetto, non è che se una signora è la moglie di un presidente della Repubblica è anche una buona intenditrice di televisione. La Ciampi può dire quello che vuole, ma io non condivido affatto quello che dice. La moglie di Ciampi deve fare la moglie di Ciampi. Se non parla di tv ci fa più bella figura».
Ma la tv è volgare?
«La volgarità per me è l’ipocrisia. Per esempio dire: “Signori e signori, ecco a voi un grande personaggio come Eva Henger”, questo è volgare perché è una bugia. Io dico invece: “Eva Henger, una vera attrice dalla vita in giù”. Sono volgare per questo?».
Lasciatelo dire: sì.
«No, dico la verità. Volgare è la falsa comunicazione. Quella ipocrita che ti ho appena elencato».
Non hai elencato nulla.
«Non voglio farmi dei nemici. Però quando guardo i programmi di Michele Guardì mi sento male. Sono schiaffi in faccia alla gente che li guarda. Un’offesa a chi paga l’abbonamento. Ma hai mai visto il Lotto alle otto? Cinque persone, uno prende la palla, uno la passa, uno la apre, uno apre il biglietto, uno legge il numero. Possibile che la gente stia quaranta minuti a vedere questi che si passano la palla?».
Ti accusano di prendere in giro la povera gente.
«Quando faccio uno scherzo in studio e mi accorgo che qualcuno è in difficoltà, io mi interrompo, spiego alla persona che si trattava di un gioco, saluto e non mando in onda nulla. Io vengo dal collegio, dalla strada di via della Magliana. Vivevo con la povera gente. Non passavo il tempo coi fighetti».
È vero che molte fanciulle famose volevano prendere il posto di Flavia Vento, sotto il tavolo di plexiglass?
«Certo, ma non è carino fare i nomi, non è da me».
Come sarebbe a dire? Tu combatti l’ipocrisia, il falso, tu dici sempre la verità, Eva Henger, eccetera eccetera.
«Ma mi vuoi fare litigare?”
Allora te li dico io i nomi. Raffaella Carrà.
«Se li sai perché me li chiedi?”
Però alla fine la Carrà non è venuta sotto il tavolo.
«Voleva essere la sola. Ma voleva venire anche Sabrina Ferilli. Poi voleva venire anche Milly Carlucci. E alla fine non è venuta nessuna delle tre».
Hai detto un giorno: «Mica guadagno miliardi come Bonolis».
«E neanche li merito: Paolo ha cominciato molto prima di me, è molto più preparato di me».
Anche di lui dicono che è volgare.
«Ma chi lo dice?”
Opinione diffusa. Ma dove vivi?
«Vabbè, ma se Bonolis è volgare io che sono?
Sei amico di Antonio Ricci, sei amico di Bonolis. I due si odiano e litigano. Come te la cavi?
«Loro non si odiano. È successo quello che è successo…”
Chi aveva ragione fra i due?
«No comment. Due o tre anni e tutto passerà».
È vero che da ragazzo rubavi la spesa alle vecchiette?
«Quando tornavo dai villaggi turistici dove guadagnavo pochissimo aiutavo le signore a scaricare la macchina e poi mettevo la spesa nell’ascensore e mio cugino lo chiamava dall’alto. Quando l’ascensore tornava giù la spesa era scomparsa. Mangiavamo per giorni. Gli inquilini del condominio erano tanti».
Tu giochi a pallone.
«Nella Boreale, in promozione».
Segni gol?
«L’anno scorso ho preso un palo».
Gli avversari come si comportano? Rispettano l’uomo famoso?
«Se giochi in promozione, non gliene frega niente di te. Spezzare una gamba a Mammucari: una goduria».
Hai mai il sospetto che una donna venga con te perché sei un personaggio?
«Ma è facile mettere alla prova le donne. Un bel giorno ti alzi e le dici: “Tu non mi meriti”. Se ti ama veramente si supera il litigio, se non ti ama l’hai persa».
Tu fai così?
«Continuamente. Anche con gli amici. Attacco, vedo come reagiscono, se dicono “Arrivederci e grazie” vuol dire che non mi vogliono bene».
Per chi voti?
«Abbiamo finito?».
No, ho chiesto per chi voti.
«È finita l’intervista?».
Ma non sei quello della sincerità, della trasparenza?
«Io sono un clown, un giullare, sono nato per divertire. Perché devo usare il mio personaggio per dire chi voto? Poi magari quelli che mi amano, i miei fan, votano quello che voto io, perché dicono: Mammucari è un grande».
Non ti sei montato la testa?
«Ci sono dei ragazzi che appena mi vedono mi dicono: “Ti posso dare un bacetto?”. Se io voto x loro voteranno x».
Qualcuno ha detto che sei il nuovo Chiambretti.
«Io non ti sto offendendo. Perché tu mi stai offendendo? Ma mi ci vedi a me con le ali d’angelo attaccato al soffitto del teatro Ariston?».
Gioco della torre. Boncompagni o Arbore?
«Butto Arbore. Col talento che ha, ha paura di venire in televisione, e questo non va bene».
Giorgino o Marzullo?
«Butto Giorgino. Quando ci siamo conosciuti mi ha detto: “Mammucari, ti ho rubato il posto, al Dopofestival”. Gli ho risposto: “Non hai rubato il posto a me, lo hai rubato alla gente che guarda il Festival. Io diverto, tu che cazzo fai a Sanremo?”. Lui mi ha detto: “Per me è diverso, non voglio neanche i soldi”. E io gli ho detto: “Ci mancherebbe pure che ti pagassero”».
Gruber o Santoro?
«Se la Gruber mi fa l’occhietto, come per dire dopo Santoro te la do sulla torre, butto Santoro. Altrimenti butto la Gruber».
Emilio Fede o Carlo Rossella?
«Io non so chi sia Rossella, ma a priori butto Fede. Soprattutto adesso che si è fatto gli occhi a mandorla. Quando lo guardo mi dico: “Anvedi Bruce Lee che si è messo a fare il giornalista”».
è impossibile da leggere…dopo 3 righe mi si sono stancati gli occhi!
domande e risposte vanno messe staccate e possibilmente di colore diverso.