- 11 Marzo 2003
La prima volta. Indimenticabile. Silvia. Lui, Fabrizio Rondolino, ex homo dalemianus, oggi tornato a fare il giornalista, aveva sedici anni. Silvia, quindici anni, era una sua compagna di scuola. Grandi passeggiate al Valentino, Torino, mano nella mano. Grandi balli appiccicati, grandi pomiciate. E poi un giorno successe. Rondolino, orsù, racconta.
“Successe in un piccolo appartamento a Torino dove mia nonna veniva solo d’inverno perché l’estate preferiva vivere in campagna. Avevo fatto di nascosto un duplicato delle chiavi e ci andavo con gli amici quando facevo sega a scuola. I miei non l’hanno mai saputo, lo scopriranno adesso leggendo Amica”.
Ormai è andata.
“C’era un piccolo mobile bar dove tenevamo una bottiglia di Martini Rosso. Ci sembrava una cosa da gran fichi”.
Il massimo della raffinatezza.
“Una grande paraculata. Quella bottiglia di Martini Rosso è uno dei ricordi più forti che ho della mia giovinezza”.
E lì, malandrino, portasti l’ingenua Silvia.
“Fu una cosa molto naturale. Nessun trauma. Solo dopo ero un poco spaventato. L’avevamo fatto come lo fanno i ragazzi…”
Come lo fanno i ragazzi?
“Male, senza precauzioni”.
Continua.
“Cominciammo parlando di politica, poi ci baciammo, poi travolti dalla passione…”
E dopo?
“La sigaretta, un classico. Ma ci baciammo ancora a lungo”.
Che tipo di educazione sessuale hai avuto?
“La solita dei maschi ai miei tempi. Barzellette sporche, riviste pornografiche, fumetti sconci. Hai presente Messalina?”
Mi è sfuggita.
“Ambientazione impero romano, pepli, minituniche, qualche tetta”.
Quando hai avuto la certezza che i bambini non li portasse la cicogna?
“Questo proprio non lo ricordo. Immagino che sia avvenuto in modo più o meno graduale. Un po’ come Babbo Natale, ti accorgi che non esiste quando già hai smesso di crederci. Ricordo che avevamo un’insegnante di scienze che era considerata una progressista di ampie vedute. Ci spiegò, a un certo punto, la riproduzione degli animali”.
Torniamo a Silvia. Il primo bacio?
“Andavamo alle feste, si ballava aspettando che mettessero i lenti quando l’uomo stringeva e la ragazza si scostava. Dalla disponibilità a farsi abbracciare e stringere si capiva se c’era interessamento. Il primo bacio avvenne durante un lento. Una sensazione bellissima. Tuttora il bacio è ciò che mi piace di più. Nel mio primo romanzo ho scritto un capitolo di dieci pagine su un bacio”.
Già, dimenticavo che sei uno scrittore porno.
“Se lo dici un’altra volta ti querelo e ti meno”.
Hai perfino dovuto dimetterti dallo staff dalemiano…
“Lasciamo perdere. Comunque il capitolo sul bacio era nel libro precedente, “Un così bel posto”. Un bacio che dura una notte intera. Si baciano e basta, non succede altro”.
Un bacio che dura dieci pagine?
“Grande dolcezza, tenerezza, intimità, comunione”.
Avevi fatto una dichiarazione a Silvia?
“Le avevo mandato un biglietto. Essendo tutt’altro che bello, ho sempre esercitato il mio “fascino”, mi raccomando mettici mille virgolette, giocando sulle parole. Sono un chiacchierone e un grafomane”.
Facevi l’intellettuale…L’ultimo libro di Neruda buttato lì sul divano distrattamente…
“Neruda no, era kitsch. Il mio libro dell’amore era “Fiesta” di Hemingway. Loro due sul taxi che a un certo punto gira di botto in una via di Parigi sotto la pioggia e lei finisce contro di lui e lui l’abbraccia e si baciano. Una delle pagine più romantiche che abbia mai letto”.
Il tuo primo bacio…ballavate…che disco era?
“Platters, “Only You”.
Eri un conquistatore?
“Ero enormemente timido. Corteggiavo a prezzo di grandi sforzi. Invidiavo molto un mio amico che faceva il Don Giovanni. Il bello del gruppo”.
Secondo te che cosa è l’amore? Quando faccio questa domanda mi rispondono: “Le domande marzulliane valle a fare a un altro”.
“Non è una domanda stupida. L’amore è una cosa che ti stravolge”.
Come ti accorgi che ti stai innamorando?
“Mi batte il cuore. Rimbambimento, stordimento, partecipazione emotiva, incontenibile allegrezza, risate continue”.
Rincoglionimento.
“Rincoglionimento consapevolmente. Stordimento da cocktail”.
Come hai conquistato Simona, tua moglie?
“Mettendomi in gioco, buttandomi, giocando a carte scoperte. Una tecnica di seduzione straordinariamente efficace. L’ho conosciuta al congresso di nascita del Pds. Le ho detto subito: “Sei la donna della mia vita. Voglio vivere con te. Fare dei figli con te”.”
Lei avrà pensato: “Ho incontrato un cretino”.
“In seguito mi ha confessato di essere rimasta colpita da questa spudoratezza”.
Hai sempre avuto fidanzate di sinistra?
“Ho avuto anche una donna di destra. Una compagna di liceo, figlia di un deputato del partito liberale”.
La politica non fa velo.
“Un po’ sì. Sembra antipatico dirlo ma una certa affinità politica, per una persona politicizzata come me, è importante”.
L’attrice che ha turbato di più i tuoi sensi?
“Ursula Andress”.
007. Ursula che esce dalle acque col suo bikini bianco…
“No, “Sole Rosso”, western, Charles Bronson, Toshiro Mifune. La mia prima visione erotica…”
Luoghi che ricolleghi all’amore?
“I portici e i caffè di Torino. Per me sono il luogo dei sentimenti. Si passeggiava mano nella mano, si andava a prendere la cioccolata calda, il te con i pasticcini, si leggeva. E ci si lasciava anche. Ricordo un mio fidanzamento che finì in un caffè di Torino”.
Se tu fossi stato un attore chi avresti voluto essere?
“Humphrey Bogart. Ho avuto anche il periodo in cui giravo col trench con il bavero rialzato e Camel senza filtro in bocca”.
Il vero compagno fumava Gauloise.
“E’ vero, le Camel erano una cosa un po’ americanizzante, un po’ fighetta, politicamente discutibile”.
Le donne ti dicevano di no?
“Spesso”.
Quello che ti brucia di più?
“Mi ero perdutamente innamorato della mia compagna di banco. Non era una gran bellezza ma a me sembrava splendida. Le chiesi un appuntamento davanti a scuola. Arrivai un’ora prima e lei non venne per niente. Mestamente me ne tornai a casa. Il giorno dopo superando tutti gli imbarazzi le chiesi perché. E lei mi disse: “Ma l’appuntamento era per domani!” Lo presi come un segno del destino e decisi che non era il caso, ma soffrii per mesi”.
Quand’è che una donna ti fa andare in bestia?
“Una donna non mi fa mai andare in bestia”.
Non ci credo.
“Quando una donna si incazza, o mi maltratta, o la mette giù dura, il suo potere seduttivo su di me aumenta a dismisura”.
Sesso senza amore?
“Mai. Non sono contrario in linea teorica, perché il sesso è un bisogno primario, come mangiare. Ma se vuoi fare sesso bene, devi anche amare. Anzi, più si ama, più a lungo dura una relazione, più soddisfacente è il sesso. Il sesso come bisogno primario puoi farlo anche con una pecora. Ma il sesso vero è linguaggio dei corpi: ha bisogno di conoscenza, di tempo, di spessore, di contorno, di spiritualità.
Ti sei mai innamorato di un uomo?
“No, però col tempo ho imparato ad apprezzare la bellezza degli uomini. Se incontro un uomo bello per strada io mi volto a guardarlo”.
Se tua figlia ti dicesse: “Papà, ti presento la mia fidanzata”, tu come la prederesti?
”Male. Penserei che avrà una vita complicata. Non si potrà sposare, non potrà avere bambini. Però se sei gay sei gay. Non c’è niente da fare, non l’hai scelto tu”.
Quando incontri una donna, che cosa guardi per prima?
“Gli occhi”.
Bugiardo.
“Il sedere. Gli occhi davanti e il sedere dietro”.
Sei mai stato tradito?
“Che io sappia no”.
Sei geloso?
“Sì, sì, sì”.
Fai le scenate?
“No. Ma se sarò tradito ci rimarrò male. Sarò disperato. Piangerò. Ma se poi lei rimarrà con me sarò felice. Vorrà dire che ho vinto io”.
Sei per la coppia aperta?
“La coppia aperta è un’autentica stronzata”.
Hai mai tradito?
“No. Ma come si dice? L’occasione fa l’uomo ladro. La scopata di una notte…sei nell’albergo di Hong Kong… ti trovi una nel letto…”
Com’è che io non mi trovo mai nessuna nel letto? E sì che sono stato ad Hong Kong.
”Neanche io. Ma volevo dire che è un tradimento diverso da quello che ha l’amante”.
Le donne si lamentano di te?
“Io tendo a corteggiare anche la donna con cui sto da anni, non do nulla per scontato, sono un partner premuroso. Eppure ogni tanto mi viene rimproverato un certo egoismo”.
Tu che sei un pornografo…
“Guarda che ti querelo veramente. Non sono un pornografo. Sono uno che ha scritto, nel suo ultimo libro, “Secondo avviso”, poche pagine raccontando i deliri erotici di uno dei personaggi”.
Insomma, hai mai comprato cassette porno?
“Qualche volta sì”.
Andando dal giornalai con gli occhiali scuri e nascondendo la cassetta dentro “Micromega”?
“Semmai il contrario. Se comprassi “Micromega” lo nasconderei dentro la cassetta”.
E i calendari con le veline nude li compri?
“No. E non vedo mai nessuno che compra calendari. Non vedo mai calendari appesi ai muri. L’unico posto dove li ho visti appesi era la redazione di Porta a Porta. Ce ne erano una decina. Sostenevano che servivano per una trasmissione”.
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