Simone Baldelli - (letta 9.487 volte)

Il suo maestro? Nanni Moretti. Guardandolo interpretare "Il portaborse", si convinse che la sua strada era la politica. E dove l’ha portato tanta dedizione? Prima a fianco di Claudio Signorile e di Claudio Martelli del Psi. Poi a fianco di Claudio Scajola, in Forza Italia. Si chiama Simone Baldelli. Oggi è a capo del movimento giovanile di Forza Italia.

Simone, sarò sincero. Non credevo nemmeno che esistesse un movimento giovanile di Forza Italia.
«Perché?»

Perché i movimenti giovanili sono sempre stati a sinistra dei loro partiti, li hanno sempre contestati duramente.
«Noi siamo l’ala dell’entusiasmo».

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Federica Sciarelli - (letta 31.779 volte)

«In Rai tutti sono "in quota" di qualche partito», aveva detto al Corriere della Sera Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5. E nelle redazioni dei telegiornali la frase non è risultata gradita. «La lottizzazione c’ è stata, nessuno lo nega. Ma c’ è anche un sacco di gente che è entrata in Rai per concorso oppure dopo anni di duro precariato», spiega Federica Sciarelli, conduttrice del Tg3.

E lei,  Federica, è una lottizzata?

«Ho fatto il concorso per una borsa di studio. Sono arrivata seconda, dietro a Dario La Ruffa, su 10 mila partecipanti. Come prima destinazione mi mandarono al Tg1, ricordo che c’ era Mentana giovane praticante. Ma alla fine dell’ anno di borsa di studio né io, né gli altri 29 vincitori fummo assunti. Anzi, due furono assunti. Meglio non indagare».

E quindi?

«Andai a lavorare al Senato. Ma pressata dal sindacato, otto anni dopo, la Rai assunse i famosi borsisti. Io andai al Tg3, con qualche titubanza perché persi metà dello stipendio. Al Senato guadagnavo 2 milioni al mese».

Abbiamo capito: lei non è lottizzata. Ma è politicamente schierata?

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Antonio Polito - (letta 21.708 volte)

Chi fa la fronda da destra si confonde con chi fa la fronda da sinistra? Lo sapremo quando Antonio Polito, direttore, e Claudio Velardi, editore, manderanno in edicola Il riformista, il Foglio di sinistra, da Giuliano Ferrara soprannominato O riformista a causa del fatto che sia Polito, sia Velardi, arrivano dalla Campania. È un successo per la scuola napoletana, quel gruppo di giornalisti che dalla redazione locale de l’Unità si sono sparsi per i quotidiani italiani. «C’era Federico Geremicca, oggi capo della redazione romana de La Stampa», ricorda Polito, «c’erano Marco De Marco che oggi dirige il Corriere del Mezzogiorno, Maddalena Tulanti, capo dell’omologo giornale barese, Luigi Vicinanza, che oggi dirige la cronaca napoletana di Repubblica dopo essere stato vicedirettore de Il Mattino, Rocco De Blasi, oggi direttore del Salvagente e Franco Di Mare, inviato della Rai. C’era anche Michele Santoro, pro forma, perché non ha mai scritto una riga». Antonio Polito racconta la sua storia di un comunista in carriera e dice la sua su voltagabbana e leccapiedi.

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Pasquale Chessa - (letta 10.692 volte)

Una vita da vicedirettore. Di Alberto Statera, di Nini Briglia, di Andrea Monti, di Carlo Rossella. E soprattutto di cattivo carattere. All’Espresso, all’Europeo, a Epoca, a Panorama: ogni volta grandi polemiche, grandi litigi. Un destino da secondo? Una scelta? Pasquale Chessa, 55 anni, sardo di Alghero, fra qualche settimana insegnante di Storia del fascismo in Europa a Scienze Umanistiche alla Sapienza di Roma, uomo con il Dna a sinistra che lavora a Panorama, come se lo spiega?
«È capitato. Mi sarebbe potuto capitare anche di fare il direttore. Ma sarebbe stato peggio. Non avrei potuto farlo bene come mi sarebbe piaciuto. Meglio fare il vice».

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Annalisa Spiezie - (letta 13.728 volte)

Carattere ispido. Amara come un Fernet. E’ una delle giornaliste conduttrici di telegiornali più famose d’Italia, ma anche una di quelle meno visibili. Niente topless sulle spiagge, niente amori estivi, niente pettegolezzi. E’ quella col nome strano e impronunciabile, Spiezie. Che vuol dire in napoletano, “cozza”. “A Roma non è il massimo”, si lamenta Annalisa Spiezie, 42 anni, napoletana (ma anche un pochino trentina), una settimana ogni quattro conduttrice del Tg5, per il resto inviata di Terra, il settimanale di Toni Capuozzo. Amara come un Fernet. Annalisa, si ritrova nella definizione?

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Maria Grazia Capulli - (letta 21.968 volte)

E’ molto arrabbiata. Sui giornali italiani è finita come regina delle papere. Maria Grazia Capulli, 42 anni, conduttrice del Tg2, una delle più amate telegiornaliste italiane, non l’ ha digerita. «Non ho mai fatto una papera in vita mia», precisa. Ma un sondaggio, uno di quei sondaggi estivi che compaiono al comparire degli ombrelloni, l’ ha messa al primo posto tra le autrici di papere, davanti a Sposini, Di Giammarioli e alla Foschini. «Come hanno fatto i giornalisti a credere a un sondaggio c osì palesemente falso?», protesta Maria Grazia. «Sarebbe bastato guardare una sola volta il Tg2. Le papere che racconta di aver fatto Cesara Buonamici io non le ho mai fatte. Essere presa da esempio negativo lo trovo umiliante, avvilente, scandaloso. Voglio stracciare la tessera dell’ ordine dei giornalisti».

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Gianni Minà - (letta 7.301 volte)

Muoiono di fame, nel mondo, mille persone ogni ora. Ma basta l’elenco degli invitati vip al Billionaire di Flavio Briatore perché ci dimentichiamo le tragedie della terra e l’argomento della conversazione si faccia frivolo e spensierato. Perché? Gli italiani sono così insensibili? Se ne fregano della gente che sta male? "Gli italiani non si rendono conto di come sia ormai "corrotto" il nostro sistema televisivo", spiega Gianni Minà, una delle grandi firme della nostra Tv, da anni impegnato sul fronte dei reportage sul Terzo Mondo. "La televisione pubblica è appiattita su quella commerciale e diffonde l’immagine di un mondo fasullo fatto più di spot che di realtà". Gianni Minà, questo pomeriggio, alle 17,30, sarà al Centro Congressi di Lavarone. Proprio di Terzo Mondo parlerà. Lui lo chiama il Continente Desaparecido per sottolineare come se ne parli poco e male. Ci mostrerà un brano della sua intervista al subcomandante Marcos, il leader della protesta del Chiapas. Ci racconterà tutte le cose tremende che i mezzi di comunicazione ignorano o nascondono.

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Paolo Serventi Longhi - (letta 37.746 volte)

Emilio Fede lo chiama Serpenti Lunghi e lui si arrabbia. Paolo Serventi Longhi è il capo di tutti i giornalisti italiani, il Cofferati dei mass media, il segretario del sindacato della stampa. La destra lo attacca e lui risponde duramente rinunciando solo ad un’arma, la querela. Paolo Serventi Longhi è decisamente di sinistra ma ha un nome che ricorda nobiltà papalina nera. “Provengo da una famiglia di nobili”, ricorda con una punta di compiacimento. “Il primo Longhi fu fatto cardinale da Celestino V. Ma mio nonno si mangiò tutto con le donne. Rimanemmo con una mano davanti e una di dietro”.

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Antonio Di Pietro - (letta 5.573 volte)

Mani Pulite, Tangentopoli, abbiamo già cominciato a commemorare gli anniversari. Fra un po’ dimenticheremo tutto. Oppure racconteremo ai nostri nipotini: "C’era una volta Mario Chiesa, il mariuolo?" Antonio Di Pietro la chiama "la fiaba sporca", una favola in cui "ci sono tanti uomini cattivi che si sono appropriati delle istituzioni per farsi gli affari propri". Antonio Di Pietro, non più giudice, non più uomo della provvidenza, ma solo leader del movimento L’Italia dei valori, gira la penisola raccontando la fiaba sporca. Oggi è a Lavarone.

Di Pietro, che cosa è cambiato? Perché c’è questa impressione di sconfitta?

"Mani Pulite è stata una potente inchiesta giudiziaria ideata dalla magistratura milanese con tecniche innovative dal punto di vista processuale e investigative per combattere la mala pianta. Come tutte le tecniche investigative ha sortito buon effetto all’inizio per l’effetto sorpresa. Poi è diventata un simbolo e occasione di emulazione. E l’emulazione è una ciambella che non sempre riesce col buco. Produce anche danni di immagine e di credibilità".

Chi emulava?

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Cesara Buonamici - (letta 20.578 volte)

Tra le tante classifiche che si fanno d’estate, c’è anche quella della conduttrice televisiva che fa più papere. Vince Maria Grazia Capulli, Tg2, che dà la colpa ai suoi superiori che la confondono in continuazione parlandole all’auricolare. In questa classifica non compare per nulla lei, Cesara Buonamici, Tg5, una delle più “vecchie” telegiornaliste d’Italia. Cesara, ma siete collegate alla regia con l’auricolare? “Sta scherzando? Noi non usiamo nemmeno il “gobbo”, non leggiamo nemmeno le notizie. Andiamo a braccio”, spiega Cesara. “Sotto gli occhi abbiamo solo la scaletta”.

Possibile che non abbia mai fatto una papera?

“Una di sicuro. Un giorno dissi: “Undici ufficiali sono stati accusati di alto gradimento”. Era la strage di Ustica. Una volta annunciai la “beatificazione di Madre Pio”.”

Come cominciò con la tv?

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