Gene Gnocchi - (letta 31.203 volte)

Ha quell’aria stralunata che lo fa sembrare sempre sovrapensiero. Ha quell’aspetto assente che lo fa sembrare pigro. Ha quell’apparenza assonnata che lo fa sembrare sempre sul punto di addormentarsi. Invece è vivacissimo. Scrive libri, fa spettacoli, partecipa a trasmissioni, scrive rubriche. E’ un superattivo Gene Gnocchi, vero nome Eugenio Ghiozzi. Talmente superattivo che oggi, alle 17,30, sarà a Lavarone alla Biblioteca Comunale a presentare un suo vecchio libro ("Il mondo senza un filo di grasso", Bompiani)e ad anticiparne un altro di cui non ha nemmeno deciso il titolo ("L’intelligenza dell’aria" oppure "Sistemazione provvisoria del buio", Einaudi), un libro di poesie che uscirà prossimamente. Nel frattempo ogni giorno pubblica sul Corriere della Sera una rubrica in cui finge di scrivere un diario all’ombra di un ombrellone dei bagni Nettuno, tormentando personaggi veri e inventati, ma soprattutto i tre Savoia che tentano in ogni modo di rientrare in Italia.

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Clemente Mimun - (letta 16.350 volte)

È passato indenne attraverso epocali cambiamenti politico-professionali. Clemente Mimun lo hanno soprannominato Panda per come riesce a sopravvivere a tutti i mutamenti di clima televisivo. In Tv ha cominciato, in quota socialista, nel Tg1 democristiano, ha proseguito nel Tg2 craxiano, passato nel Tg5 berlusconiano. È tornato come direttore nel Tg2 della Moratti, è stato confermato dai veltroniani del centro sinistra. E con il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi è finito a dirigere il Tg1, l’ammiraglia. In quota Forza Italia, naturalmente. Ma tutto questo parlar di politica e di magliette lo infastidisce. Socialista? Berlusconiano? A questo gioco non vuole giocare.

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Valerio Massimo Manfredi - (letta 9.151 volte)

All’inizio era uno studioso, un archeologo. Girava il mondo per scavare e per cercare di svelare i grandi misteri della storia. Stava diventando una specie di Indiana Jones quando scoprì la sua vena di scrittore. Fu Alcide Paolini, dirigente della Mondadori, a convincerlo. "Ero a Roma, su uno scavo, con i miei studenti della Cattolica di Milano, ospite dell’università di Roma che aveva fatto la grandiosa scoperta delle statue di terracotta di Lavinio", ricorda Valerio Massimo Manfredi. "Mi venne l’idea di una storia da scrivere e la raccontai a Paolini. Nacque Pallàdion".

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Marco Travaglio - (letta 19.597 volte)

I suoi libri sono in testa alla classifiche ma lui sembra un desaparecido. Marco Travaglio non compare in televisione, non viene intervistato alla radio, sui quotidiani quasi nessuno lo recensisce. Perfino la storia di Mani Pulite, scritta insieme a Gianni Barbacetto e a Peter Gomez va a ruba nelle librerie ma non compare sui giornali.

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Giancarlo Caselli - (letta 6.496 volte)

Il libro si chiama “Che cosa è la mafia”. Autore Gaetano Mosca, giurista, storico, professore universitario, deputato, senatore, sottosegretario. E’ stato stampato la prima volta nel 1949 ma contiene il testo di una conferenza pubblicata la prima volta sul Giornale degli economisti nel 1900. Eppure sembra scritto ieri. Come se nulla fosse cambiato in più di un secolo. Giancarlo Caselli, ex capo della Procura di Palermo, oggi procuratore generale a Torino, ne ha scritto una lunga prefazione, insieme ad Antonio Ingroia, sostituto procuratore dell’Antimafia a Palermo.

Caselli, un libro scritto cento anni fa sembra scritto oggi…

“Mosca già considerava fondamentale, cento anni fa, diffondere la cultura della legalità. Parlava di ruolo progressivo della cultura della legalità in grado di innescare una vera trasformazione psicologica così che dal rispetto per la legalità scaturisca il disgusto per le violenze. Considerazioni attualissime ancorché ancora disattese”.

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Silvano Girotto - (letta 17.912 volte)

Nelle foto dell’epoca sembra Jovanotti. Era un frate. Un frate un po’ turbolento. Da ragazzino era stato in riformatorio. Da adolescente nella Legione Straniera. Da giovanotto in galera. Poi in convento. Poi nelle favelas sudamericane. Poi nella guerriglia armata. Il suo nome era Silvano Girotto ma lo chiamavano Frate Mitra. Divenne famoso il giorno in cui si infiltrò nelle Brigate Rosse e fece catturare Renato Curcio e Alberto Franceschini, due dei capi storici. Da allora divenne per la sinistra italiana un infame. Si è rifatto una vita, si è sposato, ha avuto due figlie, è diventato capo della manutenzione di una grande azienda alberghiera. Ancora oggi gli dà fastidio che qualcuno continui a considerarlo una spia mentre lui si considera uno che si è sacrificato per il bene del suo Paese. E così ha deciso di raccontare la vera storia della sua vita in un libro, “Mi chiamavano Frate Mitra”. “Il libro è nato come l’esigenza di un padre che deve spiegare alle figlie perché ogni tanto il suo nome compare sui giornali. Avevo cominciato scrivendo una lettera. Poi la lettera è diventata un fascicolone. I Paolini lo seppero e mi chiesero di pubblicarlo”.

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Emanuela Folliero - (letta 32.475 volte)

Ormai si può dire: il primo calendario del 2002 sarà quello suo. Emanuela Folliero, il volto e il corpo più famoso di Rete 4, ha subìto un mese fa ben quattromila scatti ad opera di Bruno Bisang. Dodici di questi scandiranno i mesi del campionato di calcio a partire dal prossimo settembre. Ad opera di Capital. E pensare che Emanuela ci tiene a dire che non ha mai posato nuda. E’ una prima volta. Gira, in verità, per Internet una sua foto a tette nude. “Fu un incidente”, ricorda. “Ero in spiaggia, a Riccione, e mi si era rotto il reggiseno”. E’ stato un attimo. Il fotografo era lì pronto. E la foto, da anni, sbanca i migliori siti di attrici nude. “Quella foto è una vera schifezza. Nessuna donna con un minimo di amore per se stessa si farebbe fotografare così. Meno male che adesso arriva il calendario a fare giustizia”.

Ha avuto qualche imbarazzo?

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Federico Orlando - (letta 4.998 volte)

Il libro si chiama “Fucilate Montanelli” e racconta come il grande giornalista, uomo di destra, litigò con la destra fino ad arrivare a votare per la sinistra. Lo ha scritto il suo condirettore al “Giornale”, Federico Orlando, altro uomo di destra che addirittura è arrivato a candidarsi, seppure come indipendente, con la sinistra, dopo decenni di militanza nel Pli dal quale se ne andò, ricorda, “quando i grandi personaggi liberali alla Malagodi furono sostituiti dai De Lorenzo e dagli Altissimo”

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Barbara Palombelli - (letta 13.790 volte)

La bufera è passata indenne su di lei. Da quelli che le domandavano come si sarebbe comportata da first lady, a quelli che esaminavano col microscopio ogni suo articolo per leggerci, come nei fondi del caffè, quello che avrebbe fatto Francesco Rutelli. Ora che la sconfitta elettorale della sinistra è stata digerita e metabolizzata Barbara Palombelli è più libera di essere se stessa. Perfino di dire che non ha votato per il marito. «Ho votato per i Ds», dice, ricordando la sua lunga militanza a sinistra. E ribadisce il suo diritto di non essere considerata «la moglie di». «Sulla Prima Repubblica, sulla Coca Cola e sulla Roma la penso in maniera diversa da Francesco», ha risposto con asprezza a un articolo del Foglio che faceva confusione fra il mestiere di Barbara e la candidatura di Francesco.

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Natalino Balasso - (letta 17.680 volte)

Natalino Balasso: qualcuno lo ricorda a "Zelig" (Italia 1) nei panni dell’attore porno, o in quelli del professore esperto di Sumeri. Ma questa primavera il suo trionfo sono state le elezioni. Nei suoi spettacoli raccontava appunto i suoi tentativi di essere eletto in concorrenza con Polo e Ulivo nel suo Listone Balasso. Domani, a Lavarone, al Centro Congressi, alle 17,30, racconterà le sue avventure politiche. Ma oggi, con l’Adige, ha accettato di fare qualche anticipazione.

Come sono andate le elezioni?

La domanda è brutale.

E la risposta?

La verità?

La verità.

Lo dico solo a lei. Siamo stati trombati.

Lei non è un vero politico. Nessun vero politico ammette la sconfitta.

Noi siamo per la trasparenza. Abbiamo un modo diretto di parlare. Noi siamo sempre stati per la politica dei piccoli passi. Piccoli e molto rapidi.

Che vuol dire?

Non lo so. Noi a queste elezioni abbiamo corso da soli.

Che cosa è questo "noi"? Un plurale majestatis?

No, quando dico noi intendo il Listone Balasso.

Quanti eravate?

Molti. L’attrice Vulvona Thompson per esempio. Tutti trombati.

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