- 23 Gennaio 2003
Mimun o Mentana, chi butti giù dalla torre? «Mentana, senza pietà». Con Arturo Diaconale, direttore de L’opinione, mini quotidiano di aria liberale, decidiamo di partire dal fondo, dal gioco della torre. Nel suo ufficio romano di via del Corso, sede della redazione del giornale e della società con la quale organizza convegni politico-culturali, cominciamo a buttar giù gente dalla torre. Solo dopo – abbiamo deciso – parleremo di voltagabbana, di leccapiedi, e del suo passato alla redazione romana del Giornale di Montanelli quando insieme a Guido Paglia, Andrea Pucci e Antonio Tajani cercavano di indirizzare verso i socialisti un giornale che il grande Indro voleva molto polemico nei confronti di Craxi e soci. Allora Diaconale, perché butti Mentana? «Perché è uno che crede di essere il migliore di tutti. Ha un incredibile complesso di superiorità. Con lui ho avuto mille scazzi. Una volta mi disse, in un dibattito: “Come ti permetti di dare lezioni di democrazia a me?”. Ma chi sei? Dahrendorf? Lo mandai a quel paese».
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- 16 Gennaio 2003
Sia chiaro. Quello che segue è un clamoroso conflitto di interessi. Maria Laura Rodotà, direttrice di Amica, ha cominciato a fare la giornalista, come stagista, nel giornale che allora dirigevo, Panorama Mese. Suo padre Stefano è un mio amico, e fu lui a mandarmela. Sua madre Carla ebbe da me l’incarico di curare una rubrica sulla giustizia per l’Europeo.
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- 1 Gennaio 2003
Il mondo televisivo È disabituato alla critica.
non c’erano finora critici combattivi?
Ce ne sono stati e di bravissimi. A cominciare dal più bravo di tutti che era Achille Campanile.
E allora?
Allora, a prescindere dai critici, la televisione sui giornali È sempre stata vezzeggiata e coccolata. La stampa ha sempre sostenuto la televisione, sempre e comunque.
E perché?
Perché ha sempre avuto un complesso di inferiorità enorme. Anche quando in televisione andava qualche brutto programma, la stampa comunque gli dava il sei politico.
Adesso nessuno È disposto a dare il sei politico. Forse perché la stampa non ha più complessi di inferiorità…
Quelli della televisione sono viziati, assolutamente viziati. Se qualcuno facesse il rapporto quantitativo fra articoli usciti a sostegno dei programmi televisivi e quelli leggermente, dico leggermente, di critica, scoprirebbe una sproporzione enorme, siamo 100 a uno.
C’È un motivo?
Il filone più importante di informazioni sulla televisione È così tituito dalle conferenze stampe. E’ ovvio che il clima delle conferenze stampa sia sempre un clima euforico, positivo, al limite del capolavoro, delle lodi iperboliche.
Hai citato Campanile. Io ricordo anche Saviane…
E Buzzolan! Ma quando c’È stato qualche critico severo nel confronti della tv, È sempre stato in qualche modo demonizzato. Di Buzzolan si diceva: “Si, poverino, È innocuo, con quella sua mania del teatro, della cultura. Poveribno Buzzolan!”
E di Saviane?
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- 30 Dicembre 2002
Alla fine degli Ottanta ebbe un momento di travolgente successo. La scoprì Luciano De Crescenzo e la lanciò in "Tagli, ritagli e frattaglie". Faceva un po’ l’ochetta, un po’ la svanita, alla Marilyn Monroe. Panorama le dedicò una copertina, nuda su un lettone, come la famosa foto dell’attrice americana. Lory Del Santo fece film, fece Drive In, fece un figlio con Eric Clapton che perdette in un drammatico incidente. Poi l’oblio o quasi. Qualche comparsata, qualche ospitata. Oggi torna, a 44 anni, nel programma televisivo inventato da Adriano Aragozzini, "Stupido hotel". Sono passati tanti anni da quando i giornali erano pieni dei racconti della sua "avventura" di una notte con il miliardario Kashogi, sullo yacht Nabila, premiata con un diamante. Lory, ormai è passato tanto tempo, era tutto vero?
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- 23 Dicembre 2002
Per una settimana è stata la promessa sposa di Renzo Arbore. Sonia Aquino, avellinese di 25 anni, di quarant’anni più giovane dell’uomo di ‘Quelli della notte’, era stata presentata nella trasmissione di Chiambretti come la ragazza con la quale Renzo si sarebbe sposato il prossimo maggio. Ci avevano creduto tutti. Adriano Aragozzini, manager di Arbore, gli aveva urlato al telefono: ‘Splendida ragazza! E’ la donna giusta per te! Sposala subito!’ Solo gli stretti parenti erano stati avvertiti che si trattava di una burla per fare satira sulla televisione del reality show che lava in pubblico tutti i panni, sporchi o puliti che siano. ‘Quando ho detto che non era vero sono rimasti delusi tutti. Una delle mie fidanzate mi ha perfino lasciato, infastidita dal can can’, racconta Arbore. E giovedì prossimo, su ‘Sette’, un’intervista congiunta a lui e alla finta fidanzata, chiarirà tutti i particolari di questa beffa mediatica. Sonia, le dispiace’ Le sarebbe piaciuto sposare veramente Renzo Arbore’ ‘Ma no. C’è talmente differenza di età. Renzo lo adoro e gli voglio bene. Ma non lo sposerei’.
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- 12 Dicembre 2002
Da qualche mese, da quando ha lasciato la direzione della Gazzetta dello Sport, ha fatto dipingere le pareti di una stanza tutte di rosa e si è installato nell’austera ala dirigenziale del gruppo Rcs, in via Solferino. Candido Cannavò, 72 anni, giornalista da più di mezzo secolo, ha diretto la Gazzetta dello Sport per 19 anni, fino al 1° marzo di quest’anno, quando ha lasciato la poltrona di direttore a Pietro Calabrese. E subito si è messo a scrivere il libro della sua esistenza, “Una vita in rosa, 50 anni di personaggi, avvenimenti, incontri, storie”. Una vita durante la quale ha fatto diventare la Gazzetta il quotidiano sportivo più venduto in Europa e, per un periodo di tempo, anche il quotidiano più venduto in Italia. Come è stato possibile? La televisione non doveva uccidere la stampa sportiva? “I miei colleghi alla fine degli anni Cinquanta dicevano: “Cambio mestiere, non ci sarà più spazio per noi””, spiega Cannavò. “E invece…”
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- 10 Dicembre 2002
Tonino, ti ricordi la prima volta che hai fatto l’amore? “Sinceramente no”. Come sarebbe a dire? Non è possibile. Sei reticente. “A un ragazzino non capita, da un giorno all’altro, di fare l’amore”. E che cosa capita? “Capita un’attività in progress”. Antonio Di Pietro, il giudice più famoso d’Italia, il campione di Mani Pulite, oggi politico per l’Italia dei Valori, nicchia. Come se il primo rapporto sessuale non fosse un evento indimenticabile della propria giovinezza. L’uomo che ha fatto confessare mezza Italia non vuole confessare.
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- 28 Novembre 2002
Vittorio Emanuele di Savoia torna in Italia e puntuale nelle librerie arriva il libro. ”Lampi di vita”, si chiama. ”Storia di un principe in esilio”. Però non l’ha scritto lui. Lui ha solo parlato. Alessandro Feroldi ha preso appunti, ha registrato e ha trascritto. Giornalista della Rai, proveniente da una famiglia bene della Milano colta, imparentato, da parte di moglie, con i Bulgari, Feroldi si è immerso nella vita del principe e ne è uscito con 238 pagine di ricordi, e una cinquantina di fotografie inedite.
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- 21 Novembre 2002
Un personaggio si aggira per il Web, Sergio Valzania, direttore di Radio Due e di Radio Tre. Appelli partono da ogni dove e arrivano in ogni dove. Attenzione! Valzania sta distruggendo l’identità di Radio Tre! La rete della cultura! La rete della sinistra! Il primo appello è partito il giorno stesso della sua nomina a capo della Terza Rete. Firmato da tanti intellettuali. “Se me l’avessero chiesto”, disse candidamente e provocatoriamente Valzania, “avrei firmato anche io”.
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- 14 Novembre 2002
Affascinante? Fredda? Sexy? Ipocrita? Catherine Spaak ha fatto parte dei sogni erotici degli italiani. Aveva 16 anni quando interpretò la splendida ninfetta che stimolava la voglia matta di Ugo Tognazzi nel film di Salce. Oggi che ha 56 anni la gente la ricorda soprattutto signora per bene, conduttrice per quindici anni del salotto di Harem con continue puntate su sesso ed eros. Da quest’anno, per vederla, bisogna spostarsi su “La7”, per “Il sogno dell’angelo”, fantasie erotiche, storie straordinarie, medicina alternativa, fiabe.
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