Gianfranco Ferré - (letta 15.231 volte)

Vanitoso e narcistista. Gianfranco Ferré, 55 anni, architetto per laurea, stilista per carriera, 118 chili portati con grande disinvoltura, 1.520 miliardi di fatturato, 7.800 metri quadrati di sede nel centro di Milano. Sì, è vanitoso e narcisista. Ha un rapporto di grande corrispondenza di affetti con lo specchio. “Sono narcisista perché ho un senso innato del piacere della qualità. Mi guardo spesso allo specchio, senza problemi. Mi piaccio anche se sono fuori della norma. Mi curo. C’è compiacimento in me tutte le volte che vedo la mia immagine”.

Narcisista all’ultimo stadio.

Io sono uno di quelli che ama guardarsi nudo.

E si piace.

Mi piaccio, mi piace la mia carne, mi piace come sono fatto, mi tocco, mi carezzo, mi pizzico, sono soddisfatto di me.

Si piace anche se è fuori della norma. Il fatto di essere grosso non è un problema per lei?

Non è mai stato un problema. Non è che io sia nato grosso. Mi sono ritrovato grosso.

Improvvisamente?

No, ci sono state delle tappe. Prima ho avuto un incidente. Ho rotto tibia, perone e calcagno e sono stato ingessato un anno e mezzo. Poi ho smesso di fumare. Così mi sono irrobustito. D’altra parte nella mia famiglia, da parte di mia madre, c’è una tradizione di uomini robusti.

E da parte di padre?

C’è una tradizione di uomini atletici e belli.

A lei piacciono gli uomini magri?

Non troppo. E’ difficile che io apprezzi uomini troppo magri. Mi piacciono i fisici con una certa solidità.

Lei è stato anche più robusto di adesso.

Ho cambiato il mio genere di alimentazione. Faccio ginnastica.

La ginnastica è una tortura.

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[csf ::: 20:14] [Commenti]
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Albiera, Allegra, Alessia. Difficile pensare che il papà, Piero, non si sia divertito con i loro nomi. Altri nomi: Tignanello, Sassicaia, nomi famosi nel mondo della gente che conta e nelle enoteche più raffinate, etichette di vini di grandi qualità e di alti costi. Antinori, nome nobile nel gotha dell’aristocrazia e rispettato nel gotha dell’industria enologica. Albiera, Allegra, Alessia, muovono passi riservati all’interno dell’azienda di famiglia ancora dominata dalla risolutezza e dalla genialità del papà. Comunicazione, rami secondari, progetti sperimentali. Si stanno facendo le ossa. Ma non è un azzardo immaginarle fin d’ora alla guida dell’azienda dopo aver mandato il padre in pensione.

Alessia, Allegra, Albiera, come era la vostra vita prima del vino?

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[csf ::: 10:46] [Commenti]
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Flavia Vento - (letta 21.913 volte)

Sembra un vecchio copione. Le femministe che si scandalizzano, don Mazzi e monsignor Maggiolini che insorgono, i quotidiani che ci montano storie che saranno presto dimenticate. Al centro c’è una bella ragazza protagonista di uno spettacolo di successo con un nome aereo, Flavia Vento.

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[csf ::: 00:00] [Commenti]
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Donatella Versace - (letta 11.917 volte)

“Non si fa aspettare una signora”. Mi arrampico sugli specchi: il taxi, il traffico. Ma ha ragione lei. Non si fa aspettare una signora. Il ritardo non ha scuse. La guardo negli occhi e lei sta sorridendo. Mi sta prendendo in giro. Donatella Versace, tra Parigi e Milano, tra un consiglio di amministrazione e una sfilata, si siede su un divano e si sottopone al rito dell’intervista.

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[csf ::: 00:00] [Commenti]
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Diego Della Valle - (letta 19.587 volte)

Grandi prati. Una trentina di bambini guidati da maestre si aggirano fra le spaziose costruzioni di una moderna azienda, guardano dentro attraverso enormi vetrate, lanciano gridolini riconoscendo mamme e papà al lavoro, raggiungono di corsa un parco giochi e poi si rifugiano in un asilo dove cominciano a disegnare sdraiati per terra.
In un’altra ala della costruzione si intravedono una decina di persone, uomini e donne, impegnate a muovere quelle macchine infernali che servono per tenersi in forma. Fitness. “Dobbiamo star bene noi e dobbiamo fare stare bene quelli che lavorano con noi. Dobbiamo guadagnare ma non a scapito dei dipendenti”. Due regolette semplici ma rivoluzionarie, almeno al giorno d’oggi.
Diego Della Valle, leader di uno dei gruppi più importanti (500 miliardi di fatturato) nel settore calzaturiero (Tod’s, Hoogan) e dell’accessorio, spiega così la sua filosofia che lo ha portato a costruire la sua ultima fabbrica in maniera così anticonvenzionale. Grandi spazi, soffitti alti, tanto verde, tanta luce. Verrebbe da dire: che spreco. In uno stanzone in cui siamo abituati a vedere trenta persone gomito a gomito, sguazzano sei dipendenti.

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[csf ::: 00:00] [Commenti]
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